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Ciancianese Football Club
Ciancianese Football Club
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E-book147 pagine2 ore

Ciancianese Football Club

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Info su questo ebook

Leonardo è il giovane capitano e il leader della Ciancianese, squadra di calcio che milita nel campionato dilettanti, sempre in fondo alla classifica negli ultimi tre anni. Eppure, astro nascente del calcio giovanile, se non fosse stato vittima di un incidente alla viglia di un provino importante, Leonardo oggi calcherebbe ben altri palcoscenici. Ma, come si ripete spesso, inutile lottare contro la sfortuna: a ogni cosa bella corrisponde sempre un evento negativo. La convinzione di essere perseguitato dalla sorte, tuttavia, non gli impedisce di godere a pieno della vita anzi lo sprona a ricercare sensazioni ed esperienze talvolta al limite.
Con i suoi compagni di squadra, simpatici ma ognuno alle prese con le proprie difficoltà esistenziali, condivide la passione per l’alcool e le prostitute generosamente messe a disposizione dal presidente del club che gestisce anche l’unico pub della piccola cittadina di provincia.
Così il suo rimpianto per una carriera da calciatore di serie a si combina con le aspirazioni artistiche, le avventure erotiche, un sofferto coming out, un amore ai limiti del proibito degli amici con cui si allena giorno dopo giorno. Intere vite lasciate scorrere con tanta, troppa superficialità.
Leonardo dovrà trovare un compromesso con se stesso e con le sue aspirazioni mancate il giorno in cui sua moglie gli ricorda che non si può vivere i trent’anni con l’incoscienza dei venti.
Romanzo agrodolce, in cui l’Autore tratteggia le esistenze disastrate di alcuni giovani uomini in modo impeccabile.
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2020
ISBN9788832927559
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    Anteprima del libro

    Ciancianese Football Club - Matteo Zolla

    Epilogo

    1

    Il rigore decisivo

    Leonardo sistema con cura il pallone sul dischetto del rigore e sa che questa volta non può proprio sbagliare perché questo è davvero il tiro decisivo. Basta errori, basta con i brutti pensieri e basta con le cazzate. Non ha altre alternative: deve solo fare gol. Lui, che da sempre tutti chiamano Leo è capitano, fantasista e numero 10 della sua squadra. Si è sempre fatto carico dei problemi di tutti i suoi compagni e nei momenti importanti, soprattutto in campo, non si è mai tirato indietro e i suoi possono starne certi anche oggi. Ora tutto è sulle sue spalle. Per l’occasione l’intero paese si è recato a vedere la partita e tutti quanti sono pronti a festeggiare. Quando è ora di vincere si sa che è così: anche chi non sa nulla di calcio di colpo vuole salire sul carro. Cianciano è un piccolo paesino con poche case, poche anime, circa un migliaio, e nulla di interessante da vedere che porti qualcuno a decidere di visitarlo. I suoi abitanti lo chiamano in modo molto romantico il paesello e amano anche dire che "è come Chianciano Terme ma senza la h e senza le terme."

    Gli avversari, nel frattempo, stanno ancora circondando l’arbitro ma non perché gli vogliano bene o perché avrebbero voglia di dargli dei bacini teneri; l’hanno aggredito da quando ha fischiato e concesso il rigore. Non riescono a darsi pace, anche per loro del resto è la partita dell’anno, quella che vale un’intera stagione, anzi forse anche qualcosa di più. Il numero 9 degli ospiti è quello che l’ha presa peggio tanto che non si è più limitato a chiedere semplici spiegazioni ma ha insultato palesemente il direttore di gara spingendolo e mandandolo col culo a terra. I suoi compagni hanno provato a cacciarlo via ma ormai l’ha combinata davvero troppo grossa. L’arbitro si è rialzato in maniera molto goffa e con la mano ha cercato il cartellino da mostrare al calciatore che l’ha appena aggredito. Ovviamente il colore del cartellino è rosso. Solo a quel punto il calciatore espulso si dirige molto contrariato verso gli spogliatoi accompagnato da un paio di compagni che erano in panchina; non riescono a tenerlo tranquillo, uno dei due prova anche a tappargli la bocca ma lui non ne vuol proprio sapere e continua a insultare l’uomo vestito di giallo.

    Sei una merda! Hai rovinato la partita, bastardo. Falla pure durare duecento minuti tanto ti aspetto fuori, gli grida.

    Poi, pian piano, qualcuno dei suoi riesce a tranquillizzarlo e a scortarlo finalmente negli spogliatoi. Siamo al novantaseiesimo minuto, l’ultimo utile per risolvere la partita e forse anche per questo il 9 della squadra ospite ha reagito così, perché una volta che verrà battuto il rigore la partita finirà. E non è una partita qualsiasi ma l’ultima giornata di campionato e ad affrontarsi ci sono la seconda e la prima in classifica del girone, ovvero la Ciancianese e il Pomicello. Gli ospiti hanno un punto di vantaggio sui padroni di casa, il risultato è fermo sullo 0-0 e la partita è stata particolarmente noiosa e piena di tensione fino a quando Italo, il terzino destro dei padroni di casa, è partito sulla fascia seminando avversari e, per la prima volta in tutta la sua vita, ha fatto un cross perfetto. In area un difensore ha vistosamente strattonato l’attaccante della Ciancianese che è finito a terra e l’arbitro non ha potuto far altro che indicare il dischetto del rigore. Leonardo, dopo aver sistemato il pallone, prende una lunga rincorsa e mentre si allontana dal pallone vede il portiere diventare sempre più grande e la porta rimpicciolirsi fino a diventare minuscola. Accade sempre in queste situazioni. Il direttore di gara fischia e il capitano della Ciancianese è pronto per calciare ma prima di farlo gli scorrono nella mente i ricordi e le immagini della stagione che sta per finire. Una stagione che era iniziata davvero nel peggiore dei modi…

    2

    Otto mesi prima

    Prima giornata di campionato: il risultato tra la Ciancianese e il Brenna Calcio è di 0-1. L’arbitro ha concesso ai padroni di casa un rigore proprio all’ultimo minuto di recupero. Il rigorista della squadra è Leo che si appresta a calciare il penalty. Purtroppo per lui e per i suoi compagni ha scritto sul viso che questo rigore lo sbaglierà. Non ha la cattiveria giusta, non ha quella fame di fare gol che dovrebbe avere un giocatore che si appresta ad affrontare un momento decisivo. Il periodo non è dei migliori per lui, anzi, e l’allenatore dalla panchina gli ha detto di lasciar calciare a qualche altro suo compagno ma Leonardo ha rassicurato tutti dicendo di sentirsela; nessuno però ne è davvero convinto. I suoi occhi infatti dicono il contrario. Appoggia il pallone sul dischetto, prende una rincorsa chilometrica e dopo il fischio dell’arbitro calcia… Il risultato è disastroso: il pallone finisce lentamente fuori alla destra del portiere che quasi non crede ai suoi occhi. Mai visto un rigore calciato così male in vita mia , avrà pensato tra sé.

    Leo è affranto; lo sapeva che non avrebbe dovuto calciarlo però voleva prendersi una rivincita sulla vita, sul calcio ma soprattutto su sua moglie, anzi ormai quasi ex moglie. Il rigore appena battuto è la perfetta fotografia del suo momento attuale: un uomo fragile, triste e incapace di reagire. Per l’ennesima volta nella sua vita, dopo aver vissuto un momento di grande felicità, uno di quelli da ricordare, uno di quelli che si possono segnare sul calendario, ecco che nel giro di pochissimo tempo accade l’opposto. Ormai Leo ne è convinto: questo è ciò che lo aspetta per il resto della sua esistenza. Ha un diario mentale di tutte le volte in cui sono avvenuti questi episodi. Oggi ha sbagliato questo rigore importantissimo, ovviamente ieri aveva fatto un colpaccio: mille euro vinti in scommesse sportive. Aveva giocato la sconfitta in casa della Juve, l’over dell’Inter e poi la vittoria esterna di due squadre dal nome improponibile della seconda divisione del campionato norvegese; le scommesse più strane che si possano fare lui le fa.

    Da quel che ricorda lui la prima volta che è accaduta una disgrazia subito dopo un momento di estrema gioia frequentava la seconda elementare. I suoi compagni scoprirono che gli piaceva Elisabetta, bellissima bambina che era nella loro stessa classe.

    A un certo punto quei maledetti bambini fecero partire a gran voce un coretto che recitava: A Leonardo piace Elisabetta, a Leonardo piace Elisabetta… con una metrica che tra l’altro lasciava alquanto a desiderare.

    Leo diventò rosso come il Gabibbo sprofondando letteralmente sotto al banco; in quel momento avrebbe tanto voluto sparire. Smettetelaaa! gridò Elisabetta con tutta la voce che aveva in corpo.

    Il coro terminò all’istante e tutti quanti si girarono verso di lei increduli.

    E poi anche a me piace Leonardo!

    Silenzio. Un lunghissimo silenzio. Il primo a non crederci fu proprio Leo. Lì, per la prima volta nella sua vita, si era sentito davvero onnipotente. Un ghigno beffardo fece capolino sul suo viso, mentre i maschietti non riuscivano a capire perché la bambina più bella della scuola fosse innamorata di qualcun altro. Il giorno dopo Leo pagò caramente tutto questo perché due dei tanti compagni feriti decisero di vendicarsi spingendolo contro una sedia. Lui ci finì contro con tutta la faccia; risultato? Dritti come un treno al pronto soccorso e quattro punti sul mento.

    A dieci anni i suoi genitori decisero di fargli un regalo portandolo a Disneyland Paris, il viaggio più bello della sua vita; pochi giorni dopo suo nonno morì di infarto.

    In prima superiore, in un freddissimo pomeriggio di dicembre aveva fatto sesso per la prima volta con una ragazza della sua classe. Breve, brevissimo… Da quello che ricorda Leo, lei probabilmente non era venuta e nemmeno ci si era avvicinata ma a lui era comunque piaciuto tantissimo e si era sentito un vero uomo. Qualche giorno più tardi qualcuno gli rubò il cellulare.

    Quando compì sedici anni il Perugia Calcio contattò la Ciancianese: degli osservatori della società avevano visto Leo a un torneo e volevano che il ragazzo andasse a fare un provino per loro. Il suo sogno fin da quando era piccolo. Se quel provino fosse andato bene si sarebbero aperte le porte del professionismo, della Serie A, dei soldi veri, della musica della Champions che per anni ebbe come suoneria del cellulare, delle discoteche, della nazionale, delle macchine veloci e delle veline. Purtroppo per lui però il giorno prima del provino una macchina non si fermò al semaforo rosso e lo travolse in pieno mentre correva sulla sua moto. Frattura di tibia e perone. Addio Perugia e addio al sogno di diventare un calciatore professionista.

    Non solo questi episodi, che per lui sono i più pesanti e significativi, ma Leo si accorge quotidianamente di tutto ciò che gli accade. Trova due euro per terra e subito dopo pesta una merda; segna un gran gol su punizione mettendo la palla sotto l’incrocio dei pali e poi gli cadono le chiavi dell’auto in un tombino… Fino alla peggiore di tutte: quella che ancora non riesce a perdonarsi e nemmeno a dimenticare. Sua moglie che lo becca subito dopo averla tradita con una puttana. Per arrivare a oggi. Dopo aver vinto quella maledetta scommessa, l’errore dal dischetto. Dopo aver calciato fuori quel dannato rigore alza gli occhi al cielo maledicendo brutalmente il Creatore.

    L’arbitro fischia la fine della partita, i compagni di squadra corrono a rincuorarlo e solo a quel punto Leo crolla in un pianto disperato. Coglione! Sei un coglioneee! grida contro se stesso mentre si prende a pugni sulla testa. Stupido, maledettissimo coglione! scandendo lentamente ciascuna di queste tre parole.

    Giustino, suo compagno di squadra e grande amico da sempre, lo abbraccia stringendolo forte a sé.

    Leo stai tranquillo. Chissenefrega di questo maledettissimo rigore! Le cose importanti nella vita sono altre.

    Sono altre come tua moglie che ti lascia e se ne va perché ti fai le puttane? gli chiede sarcastico.

    Si, risponde l’altro abbassando lo sguardo, proprio come tua moglie che ti lascia e se ne va perché ti fai le puttane, ripete come un automa Giustino sconsolato e allontanandosi dal suo amico perché capisce perfettamente la situazione e sa che in quel momento non potrebbe proprio dire nulla di sensato e di utile per farlo stare meglio.

    3

    La squadra

    Anche quest’anno siamo veramente inguardabili! questo l’incoraggiante esordio del mister a inizio stagione durante il primo allenamento. Il modo migliore per caricare la squadra. Cerchiamo almeno di non arrivare in fondo alla classifica come negli ultimi campionati, per favore. Sono tre anni di fila che facciamo solo figuracce contro chiunque. Non siete stanchi di perdere? Dai ragazzi facciamo ridere. Sembra che vi divertiate ad andare in giro e farvi prendere per il naso.

    Mister ma sfogati. Ce la fai a dire qualche parolaccia ogni tanto? gli chiede Leo.

    Da quanto tempo mi conosci? gli risponde secco lui. Mi hai mai sentito dirne qualcuna per caso?

    "Forse la volta in cui ti sei spinto oltre e tutti quanti stentavamo a credere

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