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GRECIA Una storia vera
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E-book230 pagine2 ore

GRECIA Una storia vera

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Info su questo ebook

Questo libro è stato da me fortemente voluto perché ritengo che sia opportuno che si facesse luce ma soprattutto che non si dimenticasse o sottovalutasse, quella che io definisco la tragedia ellenica del XXI secolo. Una Storia Vera che ha visto quale protagonista un intero popolo, sottoposto alle angherie di una Troika, che incurante, indifferente, con matematica perfidia, ha imposto brutalmente, senza alcuna alternativa, delle alchimie finanziarie con ferocia determinazione, poi risultate sbagliate. La mia finalità è porre in evidenza, con dati e numeri effettivi, quanto vigliacca e sciagurata è stata la ferrea determinazione di applicare al Popolo Greco “l’Austerity”. Un Popolo è stato strangolato. Un Popolo partner dell’Europa Unita, nata sotto gli auspici dell’Art.1 dell’atto costitutivo, che prevedeva al primo punto la solidarietà e il benessere tra i popoli, al di sopra degli interessi economici. Il prezzo pagato da una intera popolazione di undici milioni di persone è stato mostruosamente alto. Simili restrizioni e privazioni, vi rammento, non sono state applicate nemmeno al popolo tedesco reo del più abominevole reato, quale quello della premeditata e scientifica persecuzione razziale contro gli ebrei e non solo.
LinguaItaliano
Data di uscita24 dic 2020
ISBN9791220311199
GRECIA Una storia vera

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    Anteprima del libro

    GRECIA Una storia vera - Pompeo Maritati

    realtà.

    Introduzione ad una storia vera

    Questo libro è stato da me fortemente voluto perché ritengo che sia opportuno che si facesse luce, ma soprattutto che non si dimenticasse o sottovalutasse, quella che io definisco la tragedia ellenica del XXI secolo. Una Storia Vera che ha visto quale protagonista un intero popolo, sottoposto alle angherie di una Troika¹, che incurante, indifferente, con matematica perfidia, ha imposto brutalmente, senza alcuna alternativa, delle alchimie finanziarie con feroce determinazione, poi risultate tutte errate. La mia finalità è porre in evidenza, con dati e numeri effettivi, quanto vigliacca e sciagurata è stata la ferrea determinazione di applicare al popolo greco LA FAME e la morte².

    E' stato addirittura stravolto il risultato elettorale del popolo greco, che per il 61% si era espresso contro questa tirannia. Un evento questo che i mezzi di comunicazione, soprattutto negli stati dell'Unione Europea, è stato tenuto sotto vuoto spinto. In una nazione dove il suo popolo, chiamato ad esprimersi democraticamente, attraverso una consultazione elettorale, quale decisione prendere in riferimento ai rapporti con la Troika, per la prima volta nella storia, il suo volere, sottoscritto con il 61% degli aventi diritto al voto, è stato stravolto, ignorato. Aldilà di ogni considerazione in merito all'opportunità di respingere le condizioni coercitive imposte, c'è di fondo che, gli interessi economici e finanziari del sistema bancario, hanno prevalso sul concetto fondamentale del valore della democrazia. Molti hanno sottovalutato, forse perché partigiani al soldo del banchiere di turno, o perché politicamente in cattiva fede, hanno taciuto, hanno addirittura ritenuto che il cambio di passo di Tsipras, allora capo del governo ellenico, sia stata una cosa buona. Io ritengo che in quei giorni, proprio il popolo greco, paradossalmente proprio quello che nella storia dell'umanità ha posto le basi della democrazia, si è visto calpestato, offeso, preso in giro per una manciata di euro. Questa è stata una sonora randellata al concetto di Europa Unita, perché da allora, ogni Stato, ogni popolo avrà sempre la preoccupazione che di fronte agli interessi delle lobbie della finanza, coadiuvati dalle varie banche centrali, potranno stravolgere addirittura l'esito di una consultazione elettorale democraticamente svolta.

    Nessuna persecuzione politica; non è stato sparato nessun colpo; i cannoni hanno continuato (per nostra fortuna) ad accumulare ruggine; nessuna persecuzione razziale; nessun diritto civile è stato negato se non quello di aver rinnegato una consultazione elettorale come poc'anzi accennata.

    L'esperienza della seconda guerra mondiale e soprattutto il progetto di una Europa finalmente unita, ha consentito al nostro continente di vivere per la prima volta, 75 anni di pace. Nessun conflitto tra gli stati europei. Stupendo, come si suol dire in queste occasioni: è scoppiata la pace.

    Ma non sono stati sopiti gli egoismi e mai messi da parte i desideri di predominio sui propri partner. Su queste basi nacque l'Europa Unita, che di unito oggi ha solo la moneta: l'Euro. Sanità, Istruzione, Fisco, Giustizia, Walfare appartengono alla discrezionalità del singolo membro. Nessuno di questi elementi che costituiscono il tessuto connettivo per una vera unione, viene condiviso. Ognuno per sé. Anzi, a volte si ha la sensazione che si sia innestata una specie di concorrenza, ovvero a chi offre di più per accaparrarsi i favori della grande industria e delle lobbie della finanza, leggi Olanda e sino a qualche anno fa anche Gran Bretagna. In questo nuovo palcoscenico, nel corso del primo decennio del XXI secolo, si sviluppa una nuova tragedia, sotto gli occhi di tutti i governi del mondo e di centinaia di milioni di persone. Una tragedia che parte da lontano, generata dall'imbecillità politica di alcuni governanti ellenici, che non hanno saputo fare e tutelare gli interessi del proprio popolo, addirittura favorendo proprio i partner di cui dicevo prima a fare affari d'oro, per poi, come se non bastasse quanto già incassato, a presentare un conto che non è stato pagato da quegli imbecilli della politica ma da un intero popolo. Una cambiale inumana, da vero e proprio strozzinaggio (basta vedere gli interessi applicati e tutti i relativi costi accessori). I risvolti negativi di tale persecuzione, non sono stati solo di natura finanziaria, ma hanno prodotto grandi sofferenze e privazioni a circa undici milioni di persone.

    Uno Stato, un popolo, partner dell'Europa Unita, nata sotto gli auspici dell'Art.1 dell'atto costitutivo, che prevedeva al primo punto la solidarietà e il benessere tra i popoli, al di sopra degli interessi economici, è stato strangolato. Protagonista di quello che oggi viene definito il nazismo finanziario, è stato proprio quel popolo a cui furono condonati i debiti di guerra, peraltro rivenienti dalle più atroci malvagità che l'uomo abbia potuto commettere nel corso del XX secolo, dimostrando quanto da me sempre asserito, che quella farsa del processo di Norimberga, che doveva porre fine al nazismo, ha contribuito, grazie alla sua pagliacciata, a fargli cambiare solo pelle.

    Ho voluto intitolare questa mia disamina degli eventi che hanno caratterizzato e gestito la crisi economica ellenica Una storia vera perché sono certo che tra cent'anni, quando qualcuno vorrà interessarsi a questo primo ventennio del XXI secolo, potrebbe nutrire il dubbio che gli eventi che andrò a raccontare non siano veri, perché è difficile comprendere come una Unione di ben 27 Stati, appartenenti tutti al mondo civile e più avanzato, abbiano potuto consentire tale nefandezza. Il prezzo pagato da una intera popolazione di undici milioni di persone, per quanto colpevoli di aver sostenuto i loro inetti leader politici, è stato mostruosamente alto. Simili restrizioni e privazioni, vi rammento, che non sono state applicate nemmeno al popolo tedesco reo del più abominevole reato quale quello della premeditata e scientifica persecuzione razziale contro gli ebrei e non solo.

    Con il trascorrere del tempo mi rendo sempre più conto dell'attualità del sottotitolo del mio penultimo libro dedicato alla Grecia:

    Una strana coincidenza storica

    il popolo che attraverso Eschilo, Euripide e Sofocle

    inventò la Tragedia sotto forma teatrale

    vide trasformare in vera tragedia la propria storia

    Purtroppo questa è una Storia Vera.

    ___________________

    ¹ Troika: è composta da tre organismi, la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Europea. I primi due componenti sono di emanazione privatistica, riconducibili al sistema bancario, ovviamente riconosciuti per legge dai tutti i governi. La Commissione Europea è un ente politico soggetta a suffragio popolare (Elezioni Europee).

    ² Con la morte intendo riferirmi ai numerosi suicidi. La Grecia che era nota per il più basso indici di suicidi al mondo, divenne dal 2010 e via via crescendo negli anni successivi, lo stato con l'indice più elevato. L'esproprio delle abitazioni, la perdita del lavoro, l'impossibilità di curarsi, oltre per mancanza di soldi, anche perché non poche case farmaceutiche, vista la crisi economica del paese, sospesero la fornitura di medicinali tra cui i salva vita, quelli oncologici e l'insulina. E tutto ciò nel XXI secolo e come sono solito dire: Alla faccia della solidarietà europea.

    Il paradosso etico del XXI secolo

    Per ben due volte al popolo tedesco sono stati azzerati i debiti di guerra, prima nel 1953 e poi nel 1999. Doverosi risarcimenti per le malvagie mostruosità che quel popolo, in piena era moderna, ha saputo infliggere all'umanità intera.

    Mentre l'Europa e l'Occidente in genere premia il nazismo, nel contempo impone al popolo greco la tragedia dell'Austerity.

    Pertanto non si storca il naso se definisco questo periodo storico quale il nuovo Nazismo Finanziario dove proprio la Germania, non si è particolarmente distinta per solidarietà.

    Riporto l'articolo 2 della Costituzione dell'Unione Europea che tratta dei Valori dell'Unione:

    ´L'Unione si fonda sui valori della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società fondata sul pluralismo, sulla tolleranza, sulla giustizia, sulla solidarietà e sulla non discriminazione."

    Solidarietà, Tolleranza, Uguaglianza e Dignità Umana nei confronti del Popolo Greco sono state dimenticate e calpestate.

    Infine rammento che il PREAMBOLO della Costituzione Europea recita quanto segue:

    ´... si chiama democrazia perché il potere non è nelle mani di pochi, ma dei più."

    Tucidide II, 37

    A me pare una beffa! Se Tucidide potesse ritornare, chiederebbe immediatamente che questa sua affermazione e il suo nome vengano immediatamente cancellati dalla Carta Costituzionale Europea.

    Premessa storica

    Le vicissitudini economiche della Grecia, alcune delle quali saranno approfondite in questo testo, possiamo iniziare a datarle dal 14 aprile del 1832 quando a Londra fu deciso di proclamare re della Grecia, Ottone, figlio del re di Baviera e quando Gran Bretagna e Francia stanziarono ben sessanta milioni di franchi da destinarsi alla ricostruzione del paese. Una somma significativa che avrebbe dovuto consentire un serio processo di ammodernamento del paese. Bene, di quei soldi in Grecia ne arrivarono solo trentatré milioni, che in parte servirono per mantenere la burocrazia bavarese. Incominciò così la sottomissione della Grecia ai cosiddetti stati protettori che pretesero, imposero ed ottennero, sin d'allora, d'inserirsi pesantemente nelle scelte politiche, economiche e sociali, condizionandone, di conseguenza, il suo sviluppo.

    Una parentesi storica questa, giusto per poi meglio capire il processo evolutivo dell'economia ellenica, sfociata nel primo decennio del XXI secolo nella sua più pesante crisi, divenendo così, il capro espiatorio di un nuovo indirizzo economico, quello dell'austerità e del contenimento dei conti pubblici ad ogni costo, anche al di sopra della dignità dell'uomo.

    Spesso, rileggendo i dati statistici andamentali dell'economia greca, riferiti agli anni presi in considerazione in questo mio lavoro, scatenano delle domande: come mai a fronte di un trend di crescita del 7 - 8% annuo, la Grecia sia rimasta economicamente, strutturalmente e socialmente arretrata? In effetti il disastroso stato economico e finanziario post bellico (seconda guerra mondiale, al quale vanno aggiunti ben quattro anni di guerra civile) a livello dello zero, ha consentito in proporzione, un vistoso trend positivo, proprio perché si partiva da basi veramente di tragica povertà.

    La manipolazione della politica interna greca da parte di alcuni Stati occidentali, che non si fecero certo scrupolo di affondare il coltello nella piaga, ha invece rallentato il processo di crescita, favorendo alcuni settori, peraltro non strategici per il paese, ma funzionali agli interessi occidentali. La drastica politica economica adottata per la Grecia, sin dai primi anni Cinquanta, stride con quella posta in essere un po' in tutto il mondo occidentale, cioè la delocalizzazione delle produzioni manifatturiere laddove il costo della mano d'opera e la tassazione era inferiore. Oppure favorire quegli Stati per la loro posizione strategica, soprattutto durante la guerra fredda. In Grecia, quanto detto prima non avvenne. Gli investimenti rivenienti dall'estero e in particolare il piano Marshall, furono utilizzati per favorire interessi diversi di quelli di cui la Grecia aveva bisogno. Si ha la sensazione, nell'esaminare in particolare gli anni 50, come se avessero tirato il freno a mano allo sviluppo economico.

    I governi greci, pur legiferando per favorire l'ingresso di nuovi capitali, si son visti recapitare solo l'industria petrolifera, come se Inghilterra e Stati Uniti avessero paura che in un futuro non troppo lontano, la Grecia avrebbe potuto rappresentare un competitore dispettoso sul palcoscenico della politica estera. Il timore di vedersi aumentare le richieste da parte dei governi ellenici, quale contropartita all'utilizzo del territorio ellenico e del Mare Egeo, hanno frenato le commesse estere. Se pur non allora giustificata, questa politica restrittiva nei confronti dell'amico alleato, trova una labile giustificazione a posteriori, quando Papandreu, dopo la caduta del regime dei colonnelli, intraprende, attraverso la costituzione del Pasok³ (Partito Socialista Panellenico) una idiota apertura agli Stati del blocco sovietico, ventilando anche l'ipotesi di una uscita dalla NATO. Solo che ipotizzare una simile strategia politica, vent'anni prima, significava avere la capacità di vedere nel futuro.

    Comunque una cosa allora era certa e non può essere sottovalutata. L'orientamento politico del popolo greco si stava da tempo spostando a sinistra e questo timore, secondo me, ha fatto sì che USA ed Europa ne contenessero la crescita, creando quel persistente bisogno di dover accettare di sottostare a qualcuno per poter quanto meno sbarcare il lunario. Le potenzialità intellettive ed economiche di base negli anni 50 e 60, pur essendo scarse, se ben utilizzate e indirizzate in quei settori più emergenti, avrebbero consentito alla Grecia uno sviluppo economico che in quegli anni era determinato più dalle rimesse di coloro che erano emigrati all'estero. Come avremo modo di approfondire in seguito, la politica economica ellenica, sino ai giorni nostri, è stata gestita come se la Grecia fosse la colonia dell'impero britannico e statunitense.

    Quindi parlare oggi di vera e propria premeditazione posta in essere per frenare e limitare la crescita economica del paese, nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, è cosa più che veritiera. E' anche giusto e doveroso per una imparziale e rigorosa ricostruzione di quei primi decenni post bellici, evidenziare lo scarso spessore della classe politica ellenica, rea di premeditato collaborazionismo filo monarchico, il quale, quest'ultimo, non ha mai avuto seriamente e affettivamente a cuore le sorti del popolo greco.

    Da non dimenticare che nel 1967 e sino al 197⁴ il potere del governo fu preso, attraverso un golpe, dai colonnelli. Fu imposta una ferrea dittatura, dove tutto il mondo occidentale al mattino manifestava disprezzo verso questo sistema, e di notte invece faceva lauti affari. Un golpe militare che fu realizzato (per fortuna senza spargimento di sangue) da alcuni colonnelli, non dei generali, i quali, quest'ultimi, restarono fedeli alla corona. Questi colonnelli avevano lavorato e si erano formati negli USA. Ma aldilà di questa particolare ma non indifferente circostanza, sta di fatto che dietro il golpe c'era lo zampino americano. Negli anni 60 in particolare, la politica ellenica era molto disordinata, litigiosa e frazionata. Scioperi e manifestazioni di ogni tipo rallentavano il processo economico, al punto che quando il potere fu preso con la forza dai colonnelli, non poche persone da me intervistate videro di buon occhio la dittatura. Ovviamente non si poteva scioperare ne manifestare. Quindi tutti zitti e a lavorare. I mezzi di comunicazione iniziarono ad essere puntuali, tutto funzionava quasi come un orologio. Comportamenti avversi erano ritenuti contro l'interesse del paese e severamente puniti. La Grecia ebbe così la sua calma piatta. Le feroci persecuzioni degli oppositori di sinistra consentirono di favorire quella parte del paese legata alla destra reazionaria. Gli antipatici al regime furono cacciati dalla pubblica amministrazione, molti di loro deportati sulle isole. La reazione del mondo non si fece attendere, ma a guardarla oggi, dopo 50 anni, non fu altro che una miserabile messa in scena, ovvero fu l'apoteosi

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