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Follie di carnevale (eLit): eLit
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E-book178 pagine2 ore

Follie di carnevale (eLit): eLit

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Info su questo ebook

A Lennon basta uno sguardo per immaginare scene scandalose e notti ardenti in compagnia dell'investigatore Josh Eastman. Ma le maratone del sesso con quel tipo d'uomo non coincidono con il suo programma di individuare un partner con cui allacciare una relazione tranquilla. A meno che la sua ricerca possa aspettare una notte o due...
Cosa succede se Mr. Wrong è convinto che Lennon sia la sua Miss Right? Josh è deciso a dimostrarglielo anche se dovrà usare il suo infallibile fascino per convincerla che loro due sono fatti l'uno per l'altra e che la fiamma della passione accesasi durante l'euforia del Carnevale è destinata a bruciare per tutta la vita.
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2021
ISBN9788830524637
Follie di carnevale (eLit): eLit

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    Follie di carnevale (eLit) - Jeanie London

    successivo.

    1

    «Se questa sera sarò costretta a guardarne un altro, mi metterò a urlare» dichiarò Lennon McDarby mentre spostava il pannello di vetro che chiudeva la vetrina.

    L'oggetto in questione era un pene esposto, alto dodici centimetri, una scultura che sarebbe risultata un po' troppo realistica se non fosse stata eseguita in marmo con un'estrema cura dei particolari.

    E quel pezzo non era che uno tra i tanti, perché tutti i lavori esposti nella Joshua Eastman Gallery erano collegati al sesso. Il tema della mostra, intitolata La Promessa, offriva una grande varietà. La scultura fallica di marmo faceva parte di un gruppo che comprendeva una bocca femminile in equivocabile atteggiamento d'invito.

    Lennon sospirò. Non aveva bisogno di guardare l'orologio per sapere che la mezzanotte era già passata da un pezzo. In quelle ultime settimane, mentre aiutava la sua prozia ad allestire quell'esposizione, si era abituata a fare tardi. Meglio non pensare a quanto avesse sacrificato il suo lavoro per passare ogni ora nel National Trust Artist's Museum.

    Ma in quel momento la mostra era quasi completata, e lei gettò uno sguardo pieno di soddisfazione alla sala. Oltre al pene in marmo, alla bocca spalancata e al grande ritratto del prozio Joshua che dominava l'ambiente, dando il benvenuto ai visitatori della galleria, c'era una quantità di altri manufatti: quadri selezionati, stampe, disegni, fotografie, sculture disposte sui vari scaffali, e ogni oggetto introduceva il soggetto della mostra.

    Sesso, sesso e sesso.

    Sospirando di stanchezza, Lennon osservò Solitaire, un acquerello del 1792 che mostrava un uomo che si accarezzava in una polla d'acqua trasparente. La zia Q aveva appeso il quadro, dichiarando: «Vogliamo che gli uomini si sentano i benvenuti, e questo pezzo dimostra che hanno giocato con se stessi molto prima che nascesse Playboy».

    Su un'altra parete era appeso un olio del 1750 che ritraeva una coppia che faceva l'amore in riva a un fiume. Il quadro era stato commissionato da Madame Pompadour per se stessa.

    Uno degli oggetti più insoliti era una specie di bacinella, magnifico esempio degli articoli di Saint-Porchaire, famosa fabbrica di ceramiche del Rinascimento. Montato su una base, il pezzo aveva la forma di un bidet molto prima che i bidet diventassero di uso comune. Secondo Lennon, quel pezzo dava un tocco sottilmente erotico alla sala d'ingresso.

    Dato che zia Q e il prozio Joshua di buona memoria avevano dedicato la loro vita a collezionare quei pezzi erotici, il meno che Lennon potesse fare era disporli nel modo migliore.

    Rimettendo a posto la scultura sulla sua base di velluto, arretrò di un passo per ammirarne l'effetto. Non andava ancora bene, pensò sbadigliando.

    «Queste visioni non dovrebbero farti dormire, cara.» La vocetta querula di zia Q ruppe il silenzio.

    Lennon si voltò e la guardò. Zia Q, Quinevere McDarby per la società di New Orleans, era ritta sotto l'arcata d'ingresso e osservava la sala nell'atteggiamento di una regina.

    E agli occhi della nipote appariva proprio tale. Con i suoi capelli bianchi e i luminosi occhi azzurri, zia Q era piccolina, ma estremamente femminile, e in gioventù era stata adorabile.

    «È tanto tardi che niente riesce a tenermi sveglia.»

    «Un uomo giusto potrebbe.»

    Troppo stanca per discutere, Lennon non replicò. «Dovresti andare a riposarti.»

    «Perché? Avrò tutto il tempo di dormire quando sarò morta. Fino a quel momento...» La zia agitò una mano. «Sono andata a controllare le previsioni meteorologiche, altrimenti avresti dovuto occupartene tu e io voglio che tu finisca quello che devi fare in modo da avere la tua attenzione durante l'inaugurazione della mostra.»

    «Questo finesettimana sarò tutta tua.»

    La zia ammiccò. «Qualche volta dovresti sussurrarlo a un uomo.»

    Non volendo riaprire una vecchia discussione, Lennon si limitò a sorridere. «Che cosa dicono le previsioni?»

    «Ci sarà vento fresco dal Golfo, ammesso di credere a quel che dicono. Ho predisposto un piano di emergenza, nel caso il tempo non collabori. Dovremo spostare il ricevimento nel giardino delle sculture.»

    «Buona idea, ma io spero che farà bello.» Lennon aveva anche detto qualche preghiera propiziatoria. L'apertura della Joshua Eastman Gallery, ultimo nato tra i musei di New Orleans, rappresentava due anni di faticoso lavoro di zia Q, in memoria dell'uomo che aveva amato per tutta la vita.

    «Lo zio Joshua si commuoverebbe se sapesse che apri la galleria per mostrare la sua collezione di antichità» dichiarò Lennon, guardando il grande ritratto.

    Il prozio Joshua la fissava dalla tela, un bell'uomo con vividi occhi verdi e una massa di capelli neri. Aveva posato per quel ritratto quand'era ancora giovane, molto prima che lei nascesse, e per Lennon, scrittrice ormai nota, assomigliava all'eroe di un romanzo.

    Zia Q seguì il suo sguardo, e la sua espressione si addolcì. «Mi lasciò la sua collezione proprio per tenermi occupata dopo la sua morte, altrimenti avrebbe aperto lui la galleria. Sono certa che adesso è lassù e mi mette dei blocchi stradali ogni volta che non approva una mia decisione.»

    «Blocchi stradali?»

    La zia agitò una mano con impazienza. «Non c'è altra spiegazione per il fatto che i pittori abbiano dipinto la sala dell'esposizione con i colori sbagliati. Dico sul serio, cara. È possibile che tutte le targhe dei quadri siano state confuse? Che il capomastro abbia preso l'influenza proprio quando i pittori cominciavano il lavoro? Non sarei mai andata fuori città se non avessi avuto l'occasione di acquistare quel piatto che Joshua aveva cercato di comprare per dieci anni. È stata opera di Joshua. Non gli piacevano i colori forti che avevo scelto.»

    Lennon pensava che le attuali tinte tenui delle pareti stessero meglio con la collezione di cristalli di rocca, con le sculture d'avorio e gli oggetti d'argento. Ma se la zia Q credeva che il prozio Joshua se ne stesse seduto su una nuvola pronto a criticare le sue scelte, chi era lei per discutere?

    «Allora hai fatto bene a seguire il suo consiglio. Le pareti sono bellissime.»

    «È vero. Tutto sommato, penso che lui sia contento.»

    «Come molta altra gente di New Orleans. Stai dando al mondo dell'arte un contributo importante.»

    «Non tutti sono di questo parere.» La zia le mostrò una busta che Lennon, stanca com'era, non aveva visto.

    «Oh, no, non un'altra.»

    «Temo di sì, cara.»

    Lennon non aveva bisogno di aprire la lettera per sapere che conteneva aspre critiche alla galleria. Lei e la zia avevano già avuto degli scontri sgradevoli con persone che protestavano contro l'inaugurazione.

    «Tutte le collezioni hanno i loro denigratori.» Zia Q sollevò le spalle. «Il nostro scopo è mostrare quella di Joshua. Lui voleva che la gente apprezzasse i manufatti erotici del passato...»

    Da giovane, il prozio Joshua aveva accumulato una fortuna, importando ed esportando antichità, e negli ultimi anni era diventato un collezionista e un filantropo. Per quanto andasse indietro nel tempo, Lennon ricordava che i periodi trascorsi con i prozii avevano sempre incluso la caccia ai tesori sparsi in tutto il mondo.

    La loro idea di tesori comprendeva tutti i manufatti erotici del passato.

    «Sei sicura di aver scelto gli oggetti giusti da mettere sotto il ritratto del prozio Joshua?» domandò Lennon.

    La zia Q si stava aggirando per la stanza. Andandole vicino, Lennon le tolse la lettera di mano e la portò sotto il ritratto.

    «Georgia Devine è una giovane artista esordiente e Joshua amava scoprire i nuovi talenti. Ecco perché ho messo qui quel pezzo.» Avvicinandosi al muro, la zia indicò una conchiglia e una collana di perle. «Questo è un Regina Price originale. L'ho comperato l'anno scorso, quando ha aperto la sua galleria.»

    A Lennon non sembrava che si potesse paragonare la grande scultura sotto il ritratto con la collana disegnata nella forma di genitali femminili.

    «Questo è un pezzo magnifico» dichiarò, avvicinandosi per esaminarne i dettagli. «Davvero magnifico. Non mi dispiacerebbe di vedere gli altri lavori dell'artista.»

    «Ci andremo insieme, cara. Dopo l'inaugurazione, però.»

    Lennon annuì. «Questo pezzo starebbe bene sotto il ritratto. È bello, di gusto e... non troppo realistico.»

    «Realistico?» Zia Q guardò la scultura come se quel pensiero non le fosse passato per la mente. «Quel magnifico marmo bianco? Pensa all'yin e all'yang. Quei due marmi simboleggiano l'insieme dell'universo, il sole e la luna, l'unione di un uomo e di una donna. Che cosa c'è di troppo realistico in questo?»

    Le proporzioni, tanto per dirne una. L'allusione al sesso orale. Ma Lennon si rifiutò di spiegarlo alla zia. Sarebbe stato fiato sprecato. Non aveva niente contro il sesso orale di per sé, ma vederlo così esposto... «Preferisco i pezzi più delicati.»

    «Quella scultura ti mette a disagio perché è un po' che non vedi un uomo nudo. Prima che Lennon potesse rispondere, la zia la prese per mano. «Coraggio, andiamo a cercare un volontario.»

    Nell'ingresso, su una decina di cavalletti, erano disposte le foto degli scapoli che sarebbero stati messi all'asta durante l'inaugurazione.

    Zia Q studiò l'assortimento di visi e di corpi. «Non hai pensato su chi punterai?»

    Lennon ci aveva pensato. «In realtà, ci ho riflettuto molto. Non solo l'asta ci farà guadagnare dei soldi per la collezione, ma rappresenterà per me un'opportunità di trovare l'uomo giusto.»

    Zia Q sorrise e si emozionò. «L'uomo giusto, Lennon? Davvero? Finalmente consentirai a te stessa d'innamorarti?»

    Lennon annuì. «A maggio compirò trent'anni. Ho finito l'università, ho lavorato con la mamma e ho avviato la mia carriera di scrittrice. È ora che mi crei una famiglia.»

    «Parli di matrimonio?»

    «Sì.»

    «Il matrimonio andrebbe benissimo. Ma non pensi d'innamorarti, prima di sposarti?»

    «Stiamo per fare un'asta» rispose Lennon, scegliendo con cura le parole. «Ci saranno gli scapoli più ambiti dei dintorni. Sono tutti uomini rispettabili che provengono dalle famiglie migliori e si sono fatti da sé. Dove potrei trovare un marito, se non in questa occasione?»

    I pungenti occhi azzurri si socchiusero. «E che c'entra l'amore?»

    Lennon guardò la zia. «La mia definizione dell'amore è diversa dalla tua. Amare non significa sempre provare una grande passione.»

    «Tu sei una McDarby» replicò la zia. «La passione ci appartiene. È lo scopo per cui viviamo. Tu sei solo un fiore che sboccia tardi.»

    «Non è vero. So cos'è la passione. Sono una scrittrice, santo cielo.»

    Zia Q scosse la testa. «Tu hai conosciuto la passione sul computer. Quando è stata l'ultima volta che sei uscita con un uomo?»

    Lennon si mise a riflettere. Era passato davvero tanto tempo? Giudicando dall'espressione sorniona della zia, pareva di sì.

    «D'accordo, è passato un po' di tempo» ammise. «Ma ho firmato un contratto per tre libri e non ho fatto che scrivere. Era un'opportunità che non potevo perdere.»

    «Un bel po' davvero. Non hai più frequentato nessuno da quando quel bel giovanotto... come si chiamava? Craig, Cliff... non mi ricordo...»

    «Clint.»

    «Clint ha un futuro promettente, cara.»

    Un futuro che comprendeva sesso meraviglioso e ricordi deliziosi. Ma Clint non era un tipo matrimoniabile. Quando si erano lasciati, Lennon aveva dovuto fare un periodo di convalescenza.

    «Gli eroi da romanzo sono per i libri» spiegò. «Gli uomini seri e affidabili sono per il matrimonio.»

    La zia sbatté le ciglia. «Stai dicendo che non vuoi sposare un eroe?»

    «Voglio sposare un uomo che mi piaccia, che possa rispettare anche durante i momenti più difficili della vita.»

    «E non pensi di poter rispettare l'uomo che ami?»

    «No, no» rispose Lennon, esasperata. «Non si tratta di questo. È solo che desidero un matrimonio solido e stabile. Voglio amare mio marito ma senza una grande passione, piuttosto con un affetto profondo e durevole. Nel momento in cui diventa passione, l'amore si trasforma in una giostra ad alta velocità.»

    «Una giostra ad alta velocità?» Toccò alla zia sbuffare. «Certo. È questa la bellezza, l'emozione, la gioia di vivere. Rende la vita degna di essere vissuta.»

    «La passione rende le avventure degne di essere vissute. E le avventure sono meravigliose, ma dopo hanno bisogno di una pausa.» Lennon allargò le braccia. «Sai meglio di me che quando un uomo capisce che una donna lo ama, prende il sopravvento. La fa impazzire solo perché è in grado di farlo.»

    «Ma è un bellissimo genere di pazzia, mia cara. Ci si sente vivi e desiderati...»

    «Non voglio sposare un uomo che mi faccia ammattire. Voglio

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