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Cicerone e la poesia omerica: aspetti della ricezione del poeta a Roma
Cicerone e la poesia omerica: aspetti della ricezione del poeta a Roma
Cicerone e la poesia omerica: aspetti della ricezione del poeta a Roma
E-book93 pagine1 ora

Cicerone e la poesia omerica: aspetti della ricezione del poeta a Roma

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L'analisi della fortuna di Omero nella produzione letteraria di Cicerone si inserisce nella complessa questione relativa alla penetrazione della cultura greca a Roma nella tarda Repubblica. Se ancora all'epoca di Catone e di Mario nell'ambito della vita pubblica un uomo politico poteva ostentare un certo disprezzo nei confronti della cultura greca, all'epoca di Cicerone un simile atteggiamento doveva apparire anacronistico o almeno ridimensionato dall'importanza e dal prestigio riconosciuto alla cultura ellenica. A partire dalle grandi vittorie di Roma, in quel periodo storico compreso fra la presa di Siracusa (212 a.C.) e la distruzione di Corinto (146 a.C.), la letteratura, la filosofia e le arti dei greci iniziarono ad impossessarsi (anche grazie ai ricchissimi bottini di guerra) a tal punto del ceto dirigente romano che un soggiorno di studio in Grecia rappresentava una tappa fondamentale (oggi diremmo "corso di aggiornamento") per la formazione intellettuale dei giovani delle famiglie più in vista. E assume un significato piuttosto emblematico, soprattutto per i futuri rapporti culturali fra Roma ed Atene, il fatto che L. Emilio Paolo, dopo la vittoria di Pidna (168 a.C.), decise non solo di compiere un periplo della Grecia, ma anche di chiedere agli ateniesi «ut ii sibi quam probatissimum philosophum mitterent ad erudiendos liberos, item pictorem ad triumphum excolendum», alla cui richiesta gli ateniesi gli mandarono il filosofo Metrodoro, allievo di Carneade.

In campo letterario la poesia greca fu un modello per i letterati romani, già dai tempi di Livio Andronico e della sua traduzione in latino dell'Odissea, e a Roma Omero fu pertanto uno degli autori greci più studiati nelle scuole ed amati. Se Ennio infatti arrivava a dire che Omero, apparsogli in sogno, gli aveva rivelato di essersi incarnato in lui, si capisce facilmente perché nella sua persona dall'identità incerta si vedeva il poeta per antonomasia come osserverà Seneca in una lettera: «poeta è un appellativo comune, ma già presso i Greci il termine poeta è diventato un attributo distintivo di uno solo: capiresti che si parla di Omero, quando senti dire "il Poeta"».
LinguaItaliano
Data di uscita26 feb 2021
ISBN9791220324274
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    Cicerone e la poesia omerica - Patrick Manuello

    3-56.

    1

    CRONOLOGIA OMERICA IN CICERONE

    La questione relativa alla cronologia omerica suscitò già nell'antichità problemi di non facile soluzione. Erodoto in un passo famoso (Hist. II, 53) afferma che I poeti Omero ed Esiodo mi sembra che siano vecchi di quattrocento anni e non oltre. Benché già in età arcaica filosofi e poeti avesserero cominciato ad investigare la vita e la cronologia omerica (Teagene e Stesimbroto), fu solo con la nascita della scienza e della filologia alessandrina che i problemi di cronologia furono affrontati con strumenti più scientifici e criticamente fondati.

    In particolare, vanno menzionate le ricerche di Eratostene, studioso che nelle sue Chronographiai (F.Gr.Hist. 241 F1-3) spiegò i principi scientifici della cronologia e fissò la data precisa della prima Olimpiade (776/775 a. C.). Questa conquista ebbe conseguenze durature anche per la storia letteraria, dal momento che essa fu utilizzata per lo studio della cronologia letteraria. Si capisce, pertanto, che la cronologia omerica non fu soltanto un problema di pura erudizione, ma anche una questione importantissima a livello storico-letterario. Fissare, infatti, la data di Omero era come stabilire la data di nascita dell'intera letteratura e cultura greca. Anche nelle pagine di Cicerone si trova l'eco di questa spinosa questione, benché egli non sembri approfondire troppo il problema o prendere posizioni su una teoria piuttosto che un'altra²⁰. Va detto che la datazione della vita e dell'attività poetica di Omero portava Cicerone e i suoi contemporanei ad instaurare inevitabili confronti storico- culturali con il mondo greco. La constatazione che Omero fiorì ancora prima di Romolo evidenziava, ad esempio, il ritardo della letteratura latina rispetto a quella greca. Un problema che aveva importanti conseguenze se non altro per l'immagine di un popolo destinato, come dirà Virgilio²¹, a regere imperio populos: i Romani, potentissimi in campo militare e politico, si trovavano di fronte all'imbarazzo di apparire inferiori ai Greci in campo culturale²². L'estrema serietà di tale discussione getta luce quindi su alcune riflessioni che Cicerone sviluppò in diverse parti della sua opera a proposito del confronto tra mondo greco e mondo romano²³. Sulla questione dell'epoca storica di Omero vogliamo soffermarci in questa analisi su tre passi (rep. II, 10, 17 segg.; Brut. 40; De senec. 15, 54)²⁴. Se nel De senectute di Omero si dice solo che fu molto anteriore ad Esiodo, in rep. II, 10, 17 segg. leggiamo un quadro più

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