California Motel
Di Roach Spell e Roger Specker
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Info su questo ebook
Spencer ha abbandonato la carriera di cantante rock a Los Angeles. La sua vita ora è diversa: si è tagliato i capelli e ha accettato una posizione di manager di motel.
Finché un giorno incontra Miss Rose e le cose si mettono male. Il detective Miller di Long Beach sta indagando su un caso di omicidio; c'è di mezzo droga, mafia e tutti quelli del Villa Motel. I due diventano amici e insieme danno la caccia all’assassino che si cela dietro a un tesoro nascosto. Scarface, il presidente Reagan, i mafiosi, una puzzola e un pedofilo sono solo alcuni dei protagonisti di quel motel.
Un romanzo pieno di umorismo, sospetti, sesso e rock'n'roll. Da leggere tutto d'un fiato in un piovoso pomeriggio californiano.
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Anteprima del libro
California Motel - Roach Spell
Per l'amor di Dio, Spencer!
"Rifacciamo. Questa volta non sbagliare riga e azzecca la nota giusta, per favore.
Youth Elite
, prova numero 39!"
Si accesero le luci dello studio di registrazione. Cominciò il basso, accompagnato da suoni decisi di batteria seguito infine con vibranti accordi di chitarra, tipo metal.
Spencer gridò un lungo Dai, andiamo
. Aveva entrambe le mani sulle cuffie e le labbra ben puntate sul grande microfono. Il grido andava bene, ma poi stonò la prima riga del testo; un disastro, insomma. Sembrava un bianco imitando una danza spirituale indiana interrotta da un ululato di lupo nel deserto. Il tutto sotto effetto di allucinogeni.
La luce rossa della sala si accese di nuovo. Stop! Fermati, Spencer!
Dietro il vetro insonorizzato quattro capelloni annebbiati dal fumo cominciarono a litigare; nel frattempo Spencer prese la sua Corona e le sigarette, e si avviò lentamente verso la sala di controllo.
Tutto okay?
chiese Spencer.
Otto occhi lo guardavano pietrificati dentro quella stanza piena di fumo negli studi di North Hollywood. Erano le due del mattino. C'era il coprifuoco per le strade di Los Angeles e lo scandalo Rodney King era appena esploso; il manager della band di Spencer, Keith, stava per licenziarlo.
––––––––
Ehi amico,
disse Keith. Sei un grande showman, sai. Ti stimiamo davvero, amico. Speravamo davvero che ce la potessi fare sta volta ma...fa proprio cagare, amico. Non hai proprio idea di come si canta in studio. Devi andartene amico, dobbiamo finire sto cazzo di album di debutto e per colpa tua siamo nella merda. Ne abbiamo già trovato un altro. Sapevamo che poteva succedere...perciò alcune settimane fa abbiamo messo un annuncio
Si cerca voce principale per band sulla rivista BAM Magazine. Abbiamo trovato un nuovo talento
.
Poi fu il turno del chitarrista che, con una mano sulla spalla, disse: Mi dispiace amico.
Abbiamo avuto dei concerti fantastici, specialmente il Roxy. È grazie a quello che siamo qui con un contratto discografico in mano. Grazie, bello. Hai sempre fatto un ottimo lavoro sul palco".
Spencer disse solo: Va bene! Ho capito! Succhiacazzi che non siete altro!
Sputò un pezzo di gomma da masticare sul pannello di registrazione e lasciò lo studio, accompagnato da una bionda. Sapeva delle rivolte nella zona Est di Los Angeles, ma in quel momento non gli interessavano per niente.
––––––––
C:\Users\rsp003\Desktop\IMG_3094.JPGScena 1
Taglia. Tagliali corti, Mario. Tutti.
Lunghe ciocche di capelli gli cadevano dalla testa. Niente più rock and roll per Spencer.
Era stanco di seguire quel grande sogno. Era da quando si trasferì da ragazzo dalla Scozia (il suo paese d'origine), che cercò di sfondare come musicista. Se ne andò da quel posto anni fa, lasciando la distilleria di whisky di suo padre e dando l'addio a sua madre, tipica donna dai capelli rossi delle Highland.
Ora i pensieri erano pochi come i capelli rimasti in testa al Mario's Italian Barbershop
nella Magnolia Boulevard.
Che cosa farò adesso?
Mario pareva Danny DeVito; ronzava tutto vibrante con lo specchio in mano intorno a lui e diceva: Ah bello, ora assomigli a quell' attore lì, come si chiama?
Ritorno al futuro ... sì, Michael J. Fox,
rispose Spencer, ridendo. Si si Mario, grazie.
Poi diede un'occhiata a un annuncio di lavoro del giornale Los Angeles Times. Bene
, continuò. Posso diventare un attore adesso
.
Urgente: cercasi Motel Manager!
Posso prendere in prestito il tuo telefono, Mario?
Chiese Spencer, anche se aveva già iniziato a comporre il numero prima ancora di fare la domanda.
––––––––
Sono Terry, dica
, disse la voce all'altra parte. Spencer aveva chiamato il numero dell'offerta di lavoro.
Iniziò a parlare, dicendo cose molto convincenti. Spencer era bravo in questo tipo di chiamate; sembrava molto professionale, parlava con il tono giusto e usava le parole giuste. Era più bravo a parlare che a cantare. Dopo un paio di minuti la voce stanca di Terry disse: Va bene, il lavoro è tuo. Fatti trovare qui domani mattina. Portati le tue cose e recati all'appartamento che si collega alla reception. Da domani quello sarà il tuo nuovo alloggiamento. Ti aspetto alle nove del mattino.
Poi riattaccò.
Mario cercava di ascoltare la conversazione, agitando le mani in aria come se stesse facendo una pizza.
Mamma mia, come hai fatto a ottenere il lavoro così in fretta? È così facile?
Spencer pensò che aveva ragione, in effetti era accaduto molto in fretta.
Beh, Mario,
disse, l'offerta dice che hanno bisogno di qualcuno con urgenza. Quindi eccomi qui, in procinto di diventare un manager di motel. Voglio dire, perché no? Grazie, ciao. Ci rivedremo, ma il motel è un po' lontano da Los Angeles. È vicino a San Diego, sulla Pacific Coast Highway. Una città chiamata Dana Point
.
Spencer uscì, notando alcuni agenti di polizia e guardie militari appostati dietro muri di mattoni. È il momento giusto per andarsene da questa zona, pensò Spencer.
Tornò per l'ultima volta nel suo appartamento di Studio City; fece i bagagli e salutò la sua bionda con un bacio, augurandole di realizzare suo sogno di diventare la ragazza sexy sulla copertina di Hustler Magazine.
Tutti abbiamo sogni nel cassetto mentre affrontiamo la dura realtà della vita pensò, ammirando quelle grandi tette presto famose.
Scena 2
Spencer non poteva più permettersi la sua vecchia Mustang nera. L'avrebbe venduta una volta arrivato a Dana Point.
Le pesanti ruote svoltarono a destra, lasciandosi alle spalle la Sunset Boulevard, in direzione sud. Spencer cercava di godersi il momento; nonostante stesse guidando a un' ora poco cool, mattiniera, non proprio Rock'n'Roll. Si sintonizzò sulla famosa stazione radio KNAC e abbassò il finestrino, infilando una sigaretta tra le sottili labbra. Lo aspettavano un nuovo stile di vita e terre mai viste prima.
––––––––
C:\Users\rsp003\Desktop\IMG_3102.JPG––––––––
Newport Beach, Laguna Beach - si fermò in cima a una città di mare per un hamburger e delle patatine fritte, dove scorse la città di Avalon.
Mentre suonava Home Sweet Home
dei Motley Crue, Spencer pensò al lavoro che lo stava aspettando. Un lavoro che non aveva nulla a che fare con la vita da rock star vissuta fino ad ora. Un lampo di tristezza apparve nei suoi occhi: Niente più whisky fino a tardi al Rainbow o al Troubadour, pensò. Niente più serate con ragazzi e ragazze glamour. Beh, fanculo e arrivederci.
Arrivato a Dana Point, approcciò un grande incrocio poco vistoso sulla destra. Lì si trovava il Villa Motel, la sua nuova casa. Dannazione, era molto più grande di quanto si aspettasse.
Era un edificio a due piani stile Hacienda (complesso residenziale), con un enorme parcheggio, un ristorante messicano e molte, molte camere per gli ospiti.
Spencer all'inizio rimase sorpreso. Lo spacciava come un rifugio per amanti: venivano, sveltina da due ore, chiavi lasciate sul letto e arrivederci.
Ciao Terry
disse Spencer. Piacere di conoscerti.
Spencer sorrise e strinse la mano a un uomo sulla cinquantina, alto, magro e pallido.
––––––––
Terry sembrava come se non fosse mai stato esposto al sole della California in vita sua.
Non c'era da meravigliarsi; Terry era un tipo notturno che possedeva, tra l’altro, diversi club nella zona.
Lui è Jim
disse Terry, presentando a Spencer un sosia baffuto di John Wayne. Era l'addetto alla manutenzione del motel e si occupava momentaneamente della reception.
Ma bando alle ciance,
continuò Terry. Facciamo un giro del motel. Poi firmiamo il contratto così puoi trasferirti nella tua nuova casa.
C'erano quarantotto stanze nel motel, molte delle quali avevano incluse una cucina e due stanze aggiuntive disposte come un appartamento. Oltre a Jim, vivevano qui altri due dipendenti: Harper, il giardiniere nero, ed Esperanza, una donna delle pulizia proveniente dal Messico.
I loro appartamenti si trovavano all'estremità del parcheggio, vicino alla casa di Terry; presto Spencer gli avrebbe incontrati di persona. Che razza di cambio di carriera: da rocker capellone perditempo a manager tipo serie tv Bates Motel
.
C'era anche Bertha, una grossa signora fradicia di sudore. Era la responsabile della contabilità e ciò probabilmente aveva qualcosa a che fare con quel problema di sudorazione; contare numeri e quadrare conti tutto il giorno poteva davvero farti agitare. Avrebbe presto scoperto altre stranezze su di lei.
Bertha gli porse il contratto, un grosso mazzo di chiavi e alcune istruzioni sulla sicurezza. Gli informò inoltre che Jim avrebbe riscosso il pagamento della sua stanza ogni sera prima di andarsene. Una volta ricevuto i soldi, li avrebbe messi nella cassaforte del suo