Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Steam Tales
Steam Tales
Steam Tales
E-book225 pagine3 ore

Steam Tales

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

La raccolta che avete tra le mani nasce da un’idea o, per meglio dire, da un’esigenza: portare a conoscenza del pubblico un genere ancora poco noto come lo steampunk.
Ma cos’è lo steampunk?
Se volessimo definirlo in maniera breve e sintetica potremmo raccontare di una Londra vittoriana nella quale la tecnologia si è evoluta in modo alternativo a quello attuale, facendo un rapido balzo in avanti, fino a creare automi e macchine grandiose, ma sempre incentrati sulle tecnologie del vapore e della meccanica, senza – o quasi – l’impiego di energia elettrica. Una tecnologia avanzata ma dal gusto un po’ rétro.
Proprio per farvi assaggiare questo “gusto” – e la particolare e variegata offerta di soluzioni narrative tipiche del genere – nasce quest’antologia. In essa, ognuno degli autori selezionati ha saputo affrontare il tema proposto secondo il suo personalissimo punto di vista, cogliendo appieno una delle tante sfumature del mondo steampunk. C’è chi ha mantenuto – anche nel tempo e nei luoghi – l’ambientazione vittoriana, aggiungendovi un tocco tecnologico, chi ha ripreso le vicende di personaggi più o meno noti dell’epoca, chi ancora ha voluto adeguare il genere alla tradizione italiana. Tutti, però, hanno saputo approcciarsi allo steampunk secondo la propria visione del mondo e il loro stile di scrittura, regalandoci racconti diversissimi seppur riconducibili a un unico filo conduttore. Alla fine della lettura, tutti conosceremo un po' di più questo mondo meraviglioso e complesso grazie ai racconti nati dalla contaminazione tra la Storia e le fantasie prolifiche e poliedriche dei nostri autori.
LinguaItaliano
EditoreNero Press
Data di uscita14 set 2021
ISBN9788885497658
Steam Tales

Correlato a Steam Tales

Ebook correlati

Fantascienza per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Steam Tales

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Steam Tales - daniele picciuti

    fronte.png

    Innesti

    fronte

    Steam Tales

    di Autori Vari

    ISBN 9788885497658

    Editing di Daniele Picciuti

    © 2021 Associazione Culturale Nero Cafè

    Immagine di copertina di Cristina Ortolani

    Volume digitale edito da Nero Press Edizioni

    Tutti i diritti sono dei relativi proprietari

    https://neropress.it

    Introduzione

    La raccolta che avete tra le mani nasce da un’idea o, per meglio dire, da un’esigenza: portare a conoscenza del pubblico un genere ancora poco noto come lo steampunk.

    Ma cos’è lo steampunk?

    Per spiegarne le sfaccettature più complesse e articolate, il suo legame con altri generi letterari e con autori noti e amatissimi della letteratura anglo-americana abbiamo scelto di inserire in Prefazione un lungo brano tratto dal nostro saggio Vapore, ingranaggi e sogni meccanici¹, ma se volessimo definirlo in maniera breve e sintetica potremmo raccontare di una Londra vittoriana nella quale la tecnologia si è evoluta in modo alternativo a quello attuale, facendo un rapido balzo in avanti, fino a creare automi e macchine grandiose, ma sempre incentrati sulle tecnologie del vapore e della meccanica, senza – o quasi – l’impiego di energia elettrica. Una tecnologia avanzata ma dal gusto un po’ rétro.

    Proprio per farvi assaggiare questo gusto – e la particolare e variegata offerta di soluzioni narrative tipiche del genere – nasce quest’antologia. In essa, ognuno degli autori selezionati ha saputo affrontare il tema proposto secondo il suo personalissimo punto di vista, cogliendo appieno una delle tante sfumature del mondo steampunk.

    C’è chi ha mantenuto – anche nel tempo e nei luoghi – l’ambientazione vittoriana, aggiungendovi un tocco tecnologico, chi ha ripreso le vicende di personaggi più o meno noti dell’epoca, chi ancora ha voluto adeguare il genere alla tradizione italiana. Tutti, però, hanno saputo approcciarsi allo steampunk secondo la propria visione del mondo e il loro stile di scrittura, regalandoci racconti diversissimi seppur riconducibili a un unico filo conduttore.

    Alla fine della lettura, tutti conosceremo un po’ di più questo mondo meraviglioso e complesso grazie ai racconti nati dalla contaminazione tra la Storia e le fantasie prolifiche e poliedriche dei nostri autori.

    Per concludere, tornando all’esigenza di cui si parlava in apertura, Steam Tales è soltanto il primo tassello di un progetto nato da un concorso bandito addirittura prima dell’avvento del Covid, progetto che ha subito un grosso rallentamento a causa della pandemia ma che, come un vero combattente, ha stretto i denti e ha proseguito verso la sua naturale conclusione: la selezione dei dieci racconti che costituiscono l’antologia. Ma il concorso prevedeva anche una sezione per novelle e romanzi e presto anche quelli vedranno la luce, perciò, se l’antologia incontrerà il vostro gusto, seguiteci sul sito neropress.it e non perdetevi gli aggiornamenti sulle uscite future.

    La redazione

    _______________________________

    ¹ Di Elettra Dafne Infante, Nero Press Edizioni.

    Prefazione

    di Elettra Dafne Infante

    Stempunk: una breve presentazione del genere

    Scorrendo le prefazioni delle poche antologie dedicate allo steampunk o investigando in rete, scopriamo che le definizioni per questo genere sono molteplici e che, soprattutto sulle origini, emergono pareri contrastanti. Secondo alcuni lo steampunk è un movimento, un approccio filosofico, un vero e proprio stile di vita; per altri è una forma di nostalgia, un rifugio nel passato, l’attrazione verso un’epoca piena di meravigliose contraddizioni: la Londra vittoriana e la seconda rivoluzione industriale; non ultimo, uno sfrenato bisogno di vivere la propria immaginazione. Ma per i più è ancora qualcosa di sconosciuto, qualcosa di cui non hanno mai sentito parlare, se non addirittura una corrente reazionaria. Non immaginano che, con tutta probabilità, è un genere che li ha già sorpresi e affascinati – avendolo di certo incontrato nei film visti o nei libri letti – pur senza conoscerne il nome o la definizione.

    Per tutti, generalizzando, è un sottogenere della science-fiction, popolato da macchine infernali e scienziati privi di scrupoli pronti a manipolare le coscienze degli esseri umani, oltre al destino del mondo.

    Ma lo steampunk non è un semplice sottogenere della fantascienza, secondo noi. Certo, c’è l’invasione delle macchine, metaforica e fisica ma, tra orologi e ingranaggi, è un trionfo della meccanica e non dell’elettronica. Per comprenderlo appieno, non dobbiamo dimenticare che questo tipo di letteratura fa riferimento a un’epoca, quella dell’Ottocento, in cui l’Inghilterra, con la regina Vittoria al trono dal 1837, ha visto uno sviluppo, una superiorità economica e un’espansione coloniale come mai nella storia, fino a quel momento. Sviluppo, tecnologico e non solo, che nel giro di poco tempo ha migliorato le condizioni di vita degli Inglesi più abbienti, creando per contro anche una grande povertà, e ha portato dei cambiamenti profondi nello stile di vita della popolazione, a cominciare dalla quotidianità, dalla vita nelle case e il rapporto con gli altri. In società si comincia a osservare l’etichetta, si seguono norme comportamentali precise e le abitazioni si arricchiscono di oggetti, servizi in porcellana, posaterie, carta da parati, quadri. Dalla stessa regina Vittoria nasce l’abitudine del tè delle cinque, che diventa un appuntamento quotidiano per ricevere in casa amiche e persone d’affari.

    I cambiamenti saranno ovunque. Nell’architettura, con le costruzioni che la sovrana e suo marito faranno realizzare – tra cui il Big Ben, il Tower Bridge e il Crystal Palace che nel 1851 ospiterà l’Esposizione Universale – nelle rivisitazioni neogotiche e neoclassiche del Victoria & Albert Museum, ma anche nella moda che si arricchisce di accessori: guanti, corsetti, cappelli e abiti per ogni occasione. Cultura, storia, cambiamenti sociali e curiosità: lo steampunk è tutto questo e molto di più. C’è molto altro dietro la superficie.

    […]

    Caratteristica ed elemento fondamentale del genere, oltre alla suddetta ambientazione, è l’importanza delle macchine a vapore, delle invenzioni e del concetto stesso di invenzione e dei congegni meccanici che portano anche a una certa estetica del movimento, fatta di ingranaggi a vista e di un massiccio utilizzo di materiale in ferro, rame e ottone, automi in grado di funzionare in modo indipendente grazie alla meccanica, vicoli inquietanti, avvolti dal fumo della combustione del carbone e del vapore. E, aspetto non meno affascinante, la possibilità di incontrare in queste storie personaggi realmente esistiti. Inoltre, nonostante lo spunto narrativo appartenga in modo indissolubile a luoghi, atmosfere e condizioni inglesi – nella lingua e nella cultura – il genere è una perfetta fusione tra le tradizioni di matrice inglese e americana, quasi a completarle entrambe. E ultimo, ma non meno importante, occorre sottolineare come lo steampunk, oltre a essere indipendente dagli altri generi, li riunisca tutti, spesso, sotto la sua ala protettrice.

    Un genere a sé che impiega la tecnologia sì, ma non la stessa tecnologia del tema fantascientifico, e soprattutto non ne fa lo stesso utilizzo, considerate anche le esigenze e le intenzioni da cui è animato.

    […]

    Mentre la fantascienza ha fatto la sua scelta per andare con la sua macchina del tempo a investigare il futuro, lo steampunk è uno sguardo retro-futuristico, che riflette sul futuro, più che guardarlo per cercare di anticiparlo; lo steampunk guarda indietro per capire cosa sarebbe successo ‘‘se’’.

    […]

    Un genere che, nonostante stia ancora definendo se stesso, diventa ogni giorno sempre più popolare, tanto che in Italia proliferano i festival a esso dedicato e in tutto il mondo si parla di scrittori appartenenti già alla seconda generazione. Un fenomeno, che negli ultimi anni ha influenzato in maniera sostanziale la rilettura dei classici, che vede, tra gli altri, una versione steampunk persino de The Three Musketeers, in cui la comparsa di navi e attrezzature di ogni tipo è del tutto anacronistica rispetto al contesto storico.

    Lo steampunk, quindi, è un all around genre che, partendo dalla rivoluzione industriale, esplorerà campi e direzioni diverse, non si legherà a un solo tempo e si concederà il lusso di giocare con tutti gli avvenimenti della storia, cambiandone il finale a proprio piacimento.

    […]

    In questo genere letterario e cinematografico, dunque, vapore, ucronia¹ e anacronismo² sono la chiave di lettura. E qualche volta anche un pizzico di distopia.

    Come abbiamo già detto, il punto di partenza è la Londra vittoriana con la seconda rivoluzione industriale. Ma anche questa rischia di essere un’informazione riduttiva. L’Ottocento è pieno di grandi autori che hanno descritto questo periodo, in modo molto diverso tra loro. Pensiamo a Dickens e al romanzo sociale, a Walter Scott e al romanzo storico o alla grande tradizione horror e gotica che in quegli anni è venuta alla luce con molti scrittori straordinari, uno su tutti Edgar Allan Poe. Ognuno di loro, in modo unico, ha manifestato il disagio, l’inquietudine e l’interesse verso una nuova epoca che, giorno dopo giorno e sotto i loro occhi, de-formava se stessa. Se Dickens ne denunciava la povertà, gli orfanotrofi e la delinquenza, Mary Shelley con Frankenstein creava un mostro buono il cui corpo era costruito con parti di altri corpi; vivo, sì, ma che non possedeva più un’anima, né volontà propria ed era del tutto manipolabile.

    Jules Verne nel 1864 pubblica Voyage au centre de la Terre e nel 1870 Vingt Mille Lieues sous les Mers. La sua è la Francia della Terza Repubblica, dell’avvento del Naturalismo, degli scrittori che inseriscono nei loro racconti le teorie sull’evoluzione di Darwin cercando di essere il più possibile aderenti fin nei dettagli, dando vita al cosiddetto romanzo scientifico. Il secolo di Verne accoglie una Francia che più di qualunque altra nazione ha visto cadere e risorgere se stessa in mille modi diversi e a così breve distanza, tra re, imperatori e reggenze (con un Congresso di Vienna che, più che sistemare le cose, ai francesi parve una beffa), mentre H.G. Wells, contemporaneo di Verne, inventa storie di alieni e viaggi nel tempo. Tutte facce della stessa medaglia. Tutte reazioni verso l’urbanizzazione e un mondo che sotto tanti aspetti, cambiava, diventava sfuggente. Una serie di trasformazioni che, così come all’epoca di un altro grande passaggio storico-sociale, quello dal Medioevo al Rinascimento, segnarono una nuova era destinata a stabilire un punto di non ritorno. Trasformazioni che si riflettono nei romanzi dei due autori dando vita a quello che viene in genere definito come proto-steampunk.

    Ma allora chi sono i Nuovi Vittoriani, abitanti del XXI secolo con la passione per gli orologi da taschino e gli abiti dell’Ottocento, e «a desire to live in a parallel reality inhabited by airship and eccentric inventions?³». Per capire i loro desideri e il loro disagio, dobbiamo analizzare una serie di elementi che portano i figli di Blade Runner indietro nel tempo. E per farlo non dobbiamo sottovalutare Edisonades varie e i nuovi racconti di Sherlock Holmes, ovvero quei racconti che hanno il famoso detective come protagonista ma che sono stati scritti dagli autori di oggi con l’intento di dare un seguito ideale ai racconti di Conan Doyle del 1887.

    Cosa sarebbe successo se…?

    Per mettere a fuoco questo genere, abbiamo bisogno di capire tre concetti fondamentali. Il primo, già introdotto, il più grande, il motore di tutto, il punto di vista che esprime il senso di questi racconti: What if. Cosa sarebbe successo se la rivoluzione industriale non fosse avvenuta nei tempi e con le dinamiche che conosciamo e la storia avesse avuto un altro sviluppo? Cosa sarebbe successo se le Esposizioni universali non avessero attirato tanti curiosi e provocato tanto interesse ma fossero rimaste appannaggio di stregonerie degne del Medioevo, e se la parola progresso non fosse mai stata coniata?

    Il secondo, legato in modo indissolubile al primo, causa ed effetto di tutto: The Age of Steam: il vapore, i treni, le linee ferroviarie, l’abbattimento delle distanze, il metallo, le navi, le armi, Charles Babbage, Ada Lovelace e i primi calcolatori. E, da ultimo, il concetto di tempo, come viene sviscerato e vissuto all’interno dello steampunk. Il concetto di tempo legato alla materia – alla scomposizione della stessa – e il concetto di tempo inteso come gaslight, luce a gas che scandisce le ore, il ritmo di una giornata, la reclusione serale nelle case prima dell’avvento della luce elettrica: stili di vita, abitudini che con Tesla e la corrente alternata modificheranno le giornate degli esseri umani e cambieranno per sempre il futuro.

    […]

    C’è un terzo concetto che vorremmo ricordare: quello della incredibile velocità, impossibile da gestire, con cui tutto è avvenuto e che crediamo abbia portato a questo tipo di racconti e di letteratura come sfogo, mezzo di fuga dalla realtà (esterna) e rifugio (interno), in qualcosa di ancora tangibile e controllabile. Mentre la tecnologia e la rivoluzione industriale hanno modificato e condizionato il lato pratico della vita, la velocità con cui tutto è cambiato ha influito invece sull’aspetto emotivo e psicologico. Inoltre, il fatto che lo steampunk sia un genere giovane, non significa che debba essere considerato un sottogenere, ma soltanto un altro punto di vista, importante, derivante dalla stessa matrice. Uno sviluppo orizzontale e non verticale, che, secondo noi, appena nato ha mostrato già la sua personalità e la sua natura indipendente.

    Se ci atteniamo alle versioni ufficiali, questo genere ha le sue origini nei tardi anni Ottanta del Novecento con i racconti di Kevin Wayne Jeter, Morlock Nights e Infernal Devices, A Mad Victorian Fantasy, e quelli dei suoi amici e colleghi universitari James Blaylock e Tim Powers, autori il primo di The Digging Leviathan pubblicato nel 1984 e il secondo di The Anubis Gates del 1983; seguiti, pochi anni dopo, da William Gibson e Bruce Sterling con il già citato The Difference Engine, del 1990. Opera che secondo lo stesso Gibson segna la fine del precedente cyberpunk e inizia il filone dello steampunk, non considerandone così Wells e Verne o, tantomeno, Twain, come i precursori. E nemmeno Jeter, Blaylock e Powers.

    Le scuole di pensiero circa le sue origini, dunque, sono molteplici. Ann e Jeff Vandermeer, che nelle loro pubblicazioni si sono occupati del tema divenendone i primi referenti, da Jeter in poi parlano di moderno steampunk che, secondo loro, trova in parte le sue radici nel lavoro di Verne e di Wells, i quali insieme alle macchine a vapore introducono anche la figura dello scienziato folle. I Vandermeer ritengono anche alquanto improbabile l’influenza di questi ultimi sulla generazione moderna considerando che essa non scorgerebbe nell’invenzione delle macchine a vapore quella forma di Manifest Destiny che gli scrittori del tempo avrebbero invece considerato.

    Tornando a oggi e ai Vandermeer, i due autori ritengono inoltre Verne e Wells dei precursori, collocandoli nella fase del proto-steampunk, e attribuiscono a Michael Moorcock lo scettro del capostipite tra gli anni 1971 e 1981, sebbene il termine in questione sia stato inventato da Jeter soltanto nel 1987 in occasione della pubblicazione del suo libro Infernal Devices.

    Proprio Jeter, infatti, giocando con i nomi e con le definizioni dei generi letterari più in voga in quel momento – science-fiction, cyberpunk, dieselpunk – arriverà al termine steampunk. D’altronde, ne aveva bisogno, aveva bisogno di un nome. Il suo libro stava per uscire e doveva poter essere inserito in una corrente narrativa identificabile.

    […]

    Cos’è quindi lo steampunk? Forse è davvero un viaggio con la fantasia, il bisogno di vivere avventure ed esperienze uniche nella storia. E allora […] per capire meglio l’atmosfera che ha dato origine all’intero genere, facciamoci avvolgere da questo vapore e ricostruiamo il percorso lungo cui tutto si è sviluppato: un viaggio per le strade deserte e per i vicoli solitari tra Brick Lane e Fleet Street, dove mercanti, delinquenti, Jack lo Squartatore, Sherlock Holmes e The Elephant Man condividono il degrado, i luoghi, l’attenzione del pubblico e la sorte di poveri e prostitute.

    E pagine di grande letteratura.

    _______________________________

    ¹ Letteralmente: nessun tempo.

    ² Spesso i macchinari e la tecnologia impiegati all’interno di un racconto steampunk sono anacronistici – non cronologici – rispetto al contesto storico in cui sono ambientati.

    ³ Paul Roland, Steampunk. Back to the Future with the New Victorians, Harpenden, Oldcastle Books, 2014, p.11. Traduzione: Il desiderio di vivere in una realtà parallela popolata da dirigibili e invenzioni eccentriche. (trad. dell’autrice).

    Assassinio sulla Metropolitan Railway

    di Fabio Andruccioli

    Ethan Bennet osserva silenzioso fuori dalla finestra del suo studio. Nevica. Gli

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1