Angeli
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Info su questo ebook
La scoperta di una sessualità generosa, angelica, nel racconto di un'intensa relazione tra un sedicenne e un trentenne.
Un erotismo crudele, sfacciato, puro dove ciò che sembra dissoluta trasgressione si rivela come un atto dello spirito.
«..Dovrei descrivere corpi nudi, immagini. Erezioni di adolescenti stupiti di se stessi e imbarazzati, vibranti. Piccoli culi bianchi e glabri che respirano - i ragazzini a pancia in giù nudi sul letto -, sorrisi da scolari, denti in crescita, pettorali ombreggiati, stampati con inchiostro d'argento, colori irripetibili, odori noti di seme maschile raggrumato nel sudore della corsa, del gioco... Ma non si uccide l'erotismo nei brandelli di carne, nell'immobilità? ».
Alessandro Golinelli
Alessandro Golinelli, pisano di nascita, ligure di formazione e milanese d’adozione, si è laureto in filosofia e fa lo scrittore di mestiere da oltre vent’anni, da quando nel 1992 uscì, per i tipi Mondadori, Basta che paghino, un romanzo sulla prostituzione maschile e dell’anima. Da allora ha pubblicato un saggio e dieci romanzi (uno con lo pseudonimo di Jaques Collin) tra cui Angeli, (ES 1994) Come Ombre (Il Saggiatore 1999), L’amore semplicemente (Frassinelli 2012) e Una Rivoluzione, (Frassinelli 2014). E’ incapace di dividere la sua carriera di scrittore da quella di militante dei diritti civili di gay, minoranze e immigrati e contro la pena di morte. Videoartista, autore televisivo, sceneggiatore e regista di due documentari e di un lungometraggio, Fi Jerda, cura da cinque anni la programmazione del TGLFF, il Torino Gay & Lesbian Film Festival. Ha una famiglia numerosissima e multietnica. Parla (più o meno male) cinque lingue e vive tra Milano e l’Africa. Nel 2014 ha ricevuto il Premio Montale Fuori Di Casa per la narrativa
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Anteprima del libro
Angeli - Alessandro Golinelli
LOGOS
Questo è un libro sullo stupore. Parlare degli angeli è raccontare ciò che stupisce, per semplicità o per incanto.
Un amico, bevendo un bicchier d’acqua al tavolino di un bar, mi ha raccontato di una foto stampata in argento su una rivista americana con le pagine pesanti e taglienti. Ritraeva un uomo coi baffi, seduto su delle travi di legno dietro le quinte di un teatro, visibilmente stanco, con il suo costume da angelo ancora indosso, le grandi ali di cartapesta, lo sguardo perduto sulle sue scarpe da ginnastica, che fumava una sigaretta massaggiandosi un polpaccio.
Io ho fotografato un ragazzo nudo con ali di piume d’oca che cucinava un uovo. Di spalle, davanti ai fornelli. I piatti da lavare.
Il mio sedicenne aveva lunghi capelli che gli scendevano sino all’attaccatura delle ali. Mi piaceva vederlo girare nudo per casa, col suo corpo asciutto di adolescente segnato: le lunette che chiudevano il retro delle cosce, le grandi mani; ma succedeva solo dopo che lo avevo sedotto – dovevo farlo ogni volta – e avevamo di nuovo regolato il nostro respiro a letto.
Gli angeli hanno a che vedere con l’erotismo, e col sesso, ma le madri provano le stesse soddisfazioni dei figli e anche questo ha a che vedere con gli angeli.
Una donna ci offre da fumare nella sua mansarda, fissa con occhi curiosi, vogliosi, me e il mio sedicenne. Confessa la sua scrittura, di romanzi. Ed è ancora curiosa, eccitata. Prima sospetta che noi due si celi un mistero, poi ne è convinta e cerca di ingannarci, di scoprirci – lingua a chiave di cassaforte – ma la sua mostruosità carnevalesca impone un sorriso di imbarazzo. Il mio sedicenne però è felice e allora anch’io lo sono. Sommersi dai libri le sveliamo tutto e lei assiste al nostro numero da acrobati di circo. L’abbiamo rivista, in un’altra stanza troppo illuminata di giallo, altre tre notti.
Alla pianta in sala cadono le foglie – le ha grandi, spesse e verdi – ma ingialliscono lentamente e le trovo a terra rientrando.
Dal mio rifugio, tengo la luce bassa perché assomigli di più a una tana, guardo la gente passare per strada, e ieri ho visto un ragazzo che camminava con una fiamma tra le mani.
Il braccio teso nudo del ragazzo, l’ascella aperta e tirata, solo l’ombra di peli lunghi, radi e sottili. I pettorali accennati sul marmo della pelle (come sui frontoni dei templi), la fossetta fra le scapole, il ventre schiacciato, striato di muscoli tesi.
Le mutande bianche alte. Calate sino alle caviglie. Gli soppeso con la mano, so che gli piace, l’erezione libera che non controlla. Il cazzo è adulto e scuro. Scoperto l’elmetto che gli dà piacere al solo contatto con l’aria.
Ma c’è un tremore, un singhiozzo, ogni volta che cerco di parlare degli angeli. I ritmi che non controllo mi disturbano, preferisco l’ondeggiare del corpo alla sua pressione sanguigna.
Le pagine pulite: pasti frugali, contadini.
Dovrei descrivere corpi nudi, immagini. Erezioni di adolescenti stupiti di se stessi e imbarazzati,