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Una matrioska di anime
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Una matrioska di anime
E-book72 pagine57 minuti

Una matrioska di anime

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Info su questo ebook

Una storia intima, ben calibrata, che prende spunto da un’allegoria: quella dell’anima e dei suoi pezzi, visti come quelli di una matrioska. Marianeve Colibrì, protagonista del romanzo, disillusa dalla vita e dall’amara consapevolezza che nulla è per sempre, dopo la perdita improvvisa e terribile del marito, ha chiuso ermeticamente in sé ogni speranza, sopravvivendo agli eventi senza alcuna partecipazione. I frammenti della sua anima sono tenuti a chiave da qualche parte, sotto la madre della matrioska, che difende ma soffoca allo stesso tempo. L’interiorità di Marianeve emerge da brevi flashback, lampi di consapevolezza, ricordi - il giorno del matrimonio, la nascita della figlia Alice, i momenti di vita assieme - che riaffiorano a graffiare un presente che non ha più senso, non senza Guido. Margherita Firpo ci conduce nella narrazione e affronta tutti gli strati della matrioska, tra cadute, risalite e conflitti, fino ad arrivare alla parte più vulnerabile, al seme, dentro il quale è nascosto il potenziale per rinascere, sublimare la rabbia e affrontare la vita.
LinguaItaliano
Data di uscita29 apr 2016
ISBN9788898980987
Una matrioska di anime

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    Anteprima del libro

    Una matrioska di anime - Margherita Firpo

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    Collana Élite

    Una matrioska di anime

    di Margherita Firpo

    Proprietà letteraria riservata

    ©2016 Edizioni DrawUp

    Latina, Italia

    Progetto editoriale: Edizioni DrawUp

    Direttore editoriale: Alessandro Vizzino

    Grafica di copertina: AGV per Edizioni DrawUp

    I diritti di riproduzione e traduzione sono riservati.

    Nessuna parte di questo eBook può essere utilizzata, riprodotta o diffusa, con qualsiasi mezzo, senza alcuna autorizzazione scritta.

    I nomi delle persone e le vicende narrate non hanno alcun riferimento con la realtà.

    ISBN 978-88-98980-98-7

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    PROLOGO

    Da quando sono bambina, mia nonna tiene sulla mensola in salotto una Matrioska, sì, l’ho aperta svariate volte e probabilmente ci ho anche giocato, ma non mi sono mai chiesta più di tanto che significato avessero quelle cinque bamboline una dentro l’altra.

    Poi, qualche tempo fa, mi è capitato di ripensare a quel curioso souvenir e da lì è nata l’idea di questo libro.

    Cos’è una matrioska? E che significato ha?

    Come prima cosa, sono andata a consultare Wikipedia, che riporta:

    Caratteristico insieme di bambole di origine russa che si compone di pezzi di diverse dimensioni realizzati in legno, ognuno dei quali è inseribile in uno di formato più grande.

    Ogni pezzo si divide in due parti ed è vuoto al suo interno, salvo il più piccolo che si chiama seme. La bambolina più grande si chiama invece madre.

    Quello che sto per raccontarvi non è la storia di queste curiose figure storiche, ma di come la nostra anima a volte, a causa di uno shock, di una perdita improvvisa, o semplicemente per paura di soffrire ancora, possa decidere di dire basta alle emozioni.

    È quello che è successo alla protagonista di questa storia, Marianeve Colibrì.

    Marianeve ha perso il senno. Il suo punto di vista, nel raccontarsi, è quello di una donna delusa e stanca, che non si

    aspetta più niente dalla vita, che non ci sta a rimettersi in gioco e che si limita a sopravvivere agli eventi.

    Di una donna che ha blindato la sua anima fino a farla diventare come la madre della matrioska.

    PRIMA MATRIOSKA (MADRE)

    «Vuoi tu, Guido Chiambrini, prendere la qui presente Marianeve Colibrì come tua legittima sposa e promettere, davanti a Dio e a questi testimoni, di esserle fedele sempre, di vivere con lei e di accudirla in ricchezza e in povertà, nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte finché morte non vi separi?»

    «Lo voglio.»

    «E Tu, Marianeve Colibrì, vuoi prendere il qui presente Guido Chiambrini come tuo legittimo sposo e promettere, davanti a Dio e a tutti i presenti, di essergli fedele sempre, di vivere con lui e di accudirlo in ricchezza e in povertà, nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte finché morte non vi separi?»

    «Lo voglio.»

    «E allora, per il potere a me conferito, vi dichiaro marito e moglie. Ehm, ehm... può baciare la sposa!»

    Finché morte non ci separi finché morte non ci separi finché morte non ci separi.

    Ma io mi chiedo, perché nel giorno in cui due persone decidono di stare insieme finché morte non le separi, il prete, che a quanto pare ha così tanti poteri, non aggiunge una postilla e spiega cosa fare invece quando morte le separa?

    E nel dolore cosa si deve fare?

    Qualcuno me lo può dire?

    Andrò a cercare quel maledetto prete un giorno di questi, voglio una risposta.

    Che mi dica cosa devo fare!

    Non è che io voglia smettere di vivere, ma figuriamoci.

    Quel prete non è stato in grado di dirmi cosa fare se morte ci separa, figuriamoci se sa dirmi come sarà l’aldilà.

    Non ci tengo proprio a saperlo.

    Oppure sì.

    Boh, non so.

    Una volta ho letto un libro, si chiamava Aldilà dei sogni e raccontava che ognuno di noi, quando muore, finisce nel posto che in Terra ha desiderato fosse il Paradiso.

    Per esempio, il mio sogno era andare a vivere nella casa del Commissario Montalbano?

    Aprire la porta tutte le mattine e tuffarmi in quel mare limpido che, in realtà, non ho mai visto in vita mia? Qui a Genova poi!

    Ecco, il mio Paradiso sarebbe la casa di Montalbano.

    Dico che è il mio sogno perché Guido mi aveva promesso che mi ci avrebbe portato prima che morte ci separasse senza che io sapessi cosa fare in quei casi.

    C’era tutto nella dichiarazione degli sposi quel giorno, malattia, povertà, ricchezza, buona e mala sorte, per tutti i giorni della nostra vita.

    E dopo la morte?

    Ma a me poi che me ne frega in fondo, ora non mi manca più niente.

    Dopo che ti manca tutto, non può più mancarti niente, ovvio.

    Marianeve Colibrì continua a vivere, certo.

    Come

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