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La strada verso casa: Il tuo cammino di rinascita interiore
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E-book161 pagine1 ora

La strada verso casa: Il tuo cammino di rinascita interiore

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Info su questo ebook

Un cammino rivolto alla cura di sé stessi attraverso l'uso di tecniche immaginative e di rilassamento al fine di sviluppare maggiore consapevolezza nella ricerca dell'armonia, dell'equilibrio e della stabilità.
LinguaItaliano
Data di uscita15 feb 2022
ISBN9791220388245
La strada verso casa: Il tuo cammino di rinascita interiore

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    Anteprima del libro

    La strada verso casa - Monica Dittongo

    Prologo

    La Linea della Vita è costellata da avvenimenti che in qualche modo hanno segnato profondamente il nostro percorso di crescita. Nessuno di noi è ciò che gli succede, perché ognuno può diventare lo specchio del suo atteggiamento, del modo in cui reagisce a ciò che è accaduto.

    E’ indubbio però che ogni esperienza vissuta vada a forgiare caratteristiche personali e caratteriali che ci porteranno a seguire un determinato cammino. Conoscete il detto: Un mare calmo non ha mai prodotto un marinaio esperto?.

    Ecco, scelgo di raccontarvi brevemente la mia storia personale proprio per farvi capire da dove nasce la mia professione e perché ho compreso molto presto che per me sarebbe sempre stata molto più di questo, sarebbe diventata una missione di vita.

    Mi chiamo Monica Dittongo e svolgo la professione di naturopata da oltre dieci anni. Sono nata a Milano, il 5 maggio del 1974, seconda figlia molto amata e desiderata dai miei genitori, Enrica e Guglielmo (da tutti chiamati affettuosamente Memo e Nani), una coppia dotata di straordinaria ironia e generosità, qualità che hanno saputo trasferire sia a me sia a mia sorella Morena.

    I miei studi in Naturopatia mi hanno aiutata a comprendere il significato dei sintomi e i disagi di cui ho sofferto e a dare un senso al loro esordio, fornendomi strumenti preziosi che mi hanno insegnato le modalità per accoglierli e capirne le cause, per poi affrontarli con successo.

    Alla tenera età di tre anni, a causa del mio carattere molto sensibile, ma anche decisamente determinato, caparbio e ribelle, ho iniziato a soffrire di un disturbo che, dopo svariati controlli, i medici definirono essere una Cianosi da pianto o spasmi affettivi; il sintomo si manifestava quando un mio capriccio non veniva soddisfatto, oppure facevo un banale ruzzolone; iniziavo a piangere, trattenevo il respiro sino a diventare cianotica, perdevo i sensi per qualche secondo e poi tutto tornava come prima.

    Potete immaginare il grande spavento dei miei genitori e di tutta la famiglia ogni volta che si verificavano quegli episodi.

    All’età di circa sei anni il mio sistema immunitario reagì in modo ipersensibile nei confronti di agenti estranei, gli allergeni, e cominciai così a sviluppare una forma di allergia stagionale fastidiosissima verso graminacee e pollini. Ogni primavera mi gonfiavo come un palloncino, starnutivo per la maggior parte della giornata (raffreddore da fieno), gli occhi lacrimavano come fiumi in piena e ogni tanto il mio respiro dava qualche segnale di affaticamento (asma).

    In concomitanza, per tutto il lungo periodo della scuola elementare mi sono trovata a convivere con una grave insofferenza scolastica a causa della mia insegnante, la severissima Suor Maria, che utilizzava come metodo educativo maltrattamenti fisici e manipolazioni psicologiche, che mi portarono a cronicizzare nel tempo una forma di gastrite e disbiosi intestinale, conosciuta anche come sindrome dell'intestino irritabile (IBS).

    Mentre cominciavo a lasciarmi alle spalle l’infanzia, per incamminarmi verso la vita adulta, dovetti attraversare quel limbo chiamato adolescenza. L’abbiamo attraversato tutti e ognuno di noi anche se in forma diversa, ricorda le difficoltà che l’hanno caratterizzato.

    In quel lungo passaggio di crescita, tutto viene messo in discussione. Si susseguono insicurezze, inquietudini, ribellioni associate ad incomunicabilità e incomprensioni soprattutto nell’ambito familiare, dove il nostro stesso nucleo diventa ingombrante e nettamente in contrasto con la quotidianità e i nostri bisogni.

    È proprio quando siamo chiamati a crescere, ad affrontare il mondo vero, che emerge in noi la necessità di far parte di un gruppo con il quale condividere emozioni e verso il quale rifugiarsi dopo le prime delusioni. Ci si vuole sentire grandi, staccarsi dalla famiglia d’origine per affermare la nostra identità ed è proprio in quell’incessante ed estenuante ricerca di autonomia e indipendenza, così difficile da ottenere, che si crea in noi un soffocante senso di frustrazione.

    Quel moto perpetuo che sembra avvicinarti a ciò che desideri, per poi ricacciarti sempre indietro, al punto di partenza. Ecco proprio in questo importante periodo dove non solo notiamo dei cambiamenti a livello fisico, ma anche introspettivo, il mio corpo decise di mutare drasticamente, manifestando un’importante forma di scoliosi. Questa deformità strutturale della spina dorsale ha comportato non solo una limitazione fisica ma anche un disagio psicologico; nutrivo sentimenti di vergogna, rabbia e tristezza, tut-to questo andava a nuocere sulla mia autostima e sulla vita sociale. Per molti anni ho fatto fisioterapia e ginnastica correttiva/posturale che hanno contribuito a migliorare notevolmente la mia condizione fisica, privandomi comunque di molti attimi di svago e libertà.

    Oltre ai disagi fisici e psicologici di cui ho sofferto, la ragione determinante per la quale ad un certo punto della mia vita ho scelto di intraprendere un cammino alla ricerca di una cura del sé fu una grande perdita affettiva: la prematura scomparsa del mio amato papà. Era in attesa di trapianto cuore/polmone a causa di una miocardiopatia dilatativa e purtroppo quel momento non arrivò mai per lui. La sua perdita fu un enorme tsunami di dolore per me. Ricordo ogni attimo di quella notte estiva, calda e soffocante. Fu in quella notte che il dolore bussò alla mia porta, facendo scivolare dietro il mio cuore un urlo silenzioso, che mi spezzò l’anima, come quando uno specchio va in frantumi e si scompone in mille piccole schegge.

    Mio padre non c’era più. Un concetto impossibile anche solo da pensare, ancor di più quando si è molto giovani e la vita dovrebbe riservarti la spensieratezza che meriti.

    Invece quella notte, quando appresi la notizia, il sangue si gelò, cristallizzando dentro me un tempo che da quell’istante avrebbe cominciato a scorrere velocemente e in un’altra direzione. Quel freddo, che come un ossimoro si stagliava nel caldo di quell’estate afosa, penetrò nelle mie ossa, scavando dentro me un’angoscia battente e dilagante. Mi sentii travolta, disorientata, sospesa, stordita.

    Non sapevo ancora che quelle schegge di dolore provocate dal trauma si sarebbero conficcate in una parte nascosta di me, facendo sì che la mia anima si ammalasse giorno dopo giorno, fino a manifestare la sua sofferenza con stati d’ansia, attacchi di panico e un rapporto decisamente non buono con il cibo.

    Tutto questo stato d’inquietudine, dolore e sofferenza si sarebbe ben presto cronicizzato in una forma di devastante ipocondria. Cominciarono così i miei anni bui…

    Ad appesantire notevolmente la tragedia che stavamo vivendo, venne meno anche la sicurezza materiale, che ci vide costrette a vendere tutti i nostri beni, tra cui la casa natale, considerata da sempre per la nostra famiglia un porto sicuro, un contenitore di valori e di intimità, luogo dove trovavo sicurezza e molto amore.

    Fu così, con il crollo di ogni certezza, che mia mamma, mia sorella ed io capimmo che ci aspettava un sentiero sconosciuto, incerto e faticoso. Vedevamo solo la salita, ma sapevamo di avere un’altra scelta: combattere, decidendo di camminare con fiducia verso una nuova meta.

    Dentro noi sapevamo che l’amore ci avrebbe guidate, sostenute e in qualche modo salvate.

    Fu attraversando questo mare agitato che la mia mente, giorno dopo giorno, cominciò a cercare un nuovo porto al quale approdare. Una cura.

    Fu durante questi anni bui che mi avvicinai alla Naturopatia e compresi che, se ci guardiamo dentro e andiamo a comprendere da dove nasce il sintomo, possiamo trovare una soluzione anche a cicatrici dell’anima che ormai sembrano impossibili da guarire.

    Il ruolo del Naturopata

    La salute è un dono prezioso, che spesso sottovalutiamo. Sottovalutiamo soprattutto lo stress al quale ogni giorno la sottoponiamo e spesso, per la frenesia che ormai è diventata uno stile di vita, ci allontaniamo da quello che dovrebbe essere il nostro obiettivo principale, ossia amarci e prenderci cura di noi.

    Così il nostro organismo rischia di subire un processo d’indebolimento, le difese immunitarie calano e il nostro corpo potrebbe sviluppare malattie o cronicizzazioni.

    Il naturopata diviene pertanto un importante compagno di viaggio con il quale instaurare una relazione di fiducia, colui che conosce la strada e le tecniche per far sì che la persona cominci, prosegua e completi il proprio percorso di benessere e di amore verso se stesso, evitando quegli errori e superando quegli ostacoli che possono facilitare la cronicizzazione del disagio o l’insorgere della malattia; la persona che si affida al professionista naturopata diviene pertanto un viaggiatore, un viandante, un pellegrino alla ricerca di un bene prezioso: la propria salute.

    Il naturopata si adatta al passo del viaggiatore, suggerendo metodi e tecniche basate su strategie ben definite che permetteranno all’assistito di mantenere inalterato il proprio equilibrio psico-fisico.

    Quali sono le funzioni principali del Naturopata?

    Il naturopata svolge essenzialmente tre funzioni: educativa, preventiva e assistenziale-terapeutica. Vediamole nel dettaglio.

    Educativa: le persone che si rivolgono al naturopata per una consulenza verranno informate su quelli che devono essere i comportamenti più idonei per il raggiungimento o il mantenimento dello stato di benessere.

    Preventiva: riconoscendo comportamenti e predisposizioni inadeguati, fornisce consigli utili a prevenire l’insorgenza di eventuali disturbi.

    Assistenziale-terapeutica: supporto ad eventuali terapie medico-chirurgiche per contenere ed ottimizzare i possibili effetti collaterali indesiderati; sostenendo emotivamente e psicologicamente l’assistito, aiutandolo in un percorso di riconoscimento degli squilibri psico-fisico-emozionali.

    Il ruolo fondamentale svolto del naturopata è considerare l’assistito nella sua totalità o globalità. Ricostruendo insieme alla persona il suo vissuto e la sua storia, arrivando così a fare luce sulle cause che hanno determinato lo squilibrio psicofisico e di conseguenza l’insorgere del disturbo. Stimolare la capacità di guarigione e di autoconsapevolezza è molto importante.

    Il naturopata consiglia un corretto stile alimentare e igienico, esercizi e tecniche di rilassamento e di respirazione, integratori alimentari, fitoterapici, diversi repertori di floriterapia, aromaterapia, pratiche idroterapiche, visualizzazioni curative e meditazioni.

    Inoltre un naturopata può utilizzare tecniche manuali e manipolatorie come la

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