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Debito formativo. Si muore un po' per poter ridere
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Debito formativo. Si muore un po' per poter ridere
E-book151 pagine1 ora

Debito formativo. Si muore un po' per poter ridere

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Info su questo ebook

Un anno scolastico esilarante, una narrazione trascinante con personaggi grotteschi ma affascinanti, narrati da un docente di scuola secondaria di II grado. La scuola non è mai stata così amara e divertente allo stesso tempo.

Un libro destinato ai docenti, agli alunni e a quanti vogliano vivere la realtà scolastica senza mai prendersi sul serio.
LinguaItaliano
Data di uscita23 mar 2022
ISBN9791220397445
Debito formativo. Si muore un po' per poter ridere

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    Anteprima del libro

    Debito formativo. Si muore un po' per poter ridere - Valerio Di Stefano

    IMPRESSIONI DI SETTEMBRE

    Non è vero quello che dice l'inarrivabile Maestro Peppino Gagliardi, che Settembre poi verrà, ma senza sole. Già a prima mattina del 1 settembre il sole picchia forte. Si sente un piacevole frescuccello e si nota un senso di calma tutt'intorno, che ti fa venire una voglia incredibile di andare al mare e di godere dell'assenza degli altri. Non puoi.

    Non puoi perché alle 9, puntuale come un orologio svizzero, arriva il collegio docenti. Quello di inizio anno. Quello del Bentrovata Tizia! Oh, bene arrivato Caio!.

    Il collegio docenti anche quest'anno si svolge in modalità telematica.

    Quindi ha pietà di tutte le colleghe che sfoggiavano, in presenza, gonne corte, gambe tornite ed abbronzate, sorrisi e denti bianchi, belle fresche di parrucchiere. Più che un collegio docenti, un défilé.

    La De Estremitatis, quella che tre anni fa sedeva in aula magna e non faceva altro che guardarsi i piedi tutta ammirata (evidentemente era convinta di averceli solo lei) adesso sembra invecchiata di dieci anni. Ha le corde al collo e la pelle tutta rovinata. Pare che sia in crisi nera col marito e che non facciano più la nanna insieme. Niente più piedi, via.

    La De Ginocchinibus parla al telefono della sua recente operazione al menisco. Marò' cumme me fa dòle!, ma lascia il microfono del PC aperto e la sentono tutti.

    Il professor Thalebanis durante l'estate si è fatto crescere una barba che lèvati e ora sembra provenire direttamente dalla presa di Kabul.

    La seduta comincia, e dopo i saluti di rito c'è subito chi chiarisce di avere pochi giga a disposizione. Altri lamentano una connessione a scatti, altri ancora di non sentire nulla, e se sentono non capiscono, e se capiscono è colpa di Google. Lezioni perfettamente apprese dai loro alunni, evidentemente, durante la DaD dell'anno scorso. 10 in profitto, non c'è che dire.

    Si passa alla discussione dei punti all'ordine del giorno. La discussione stessa viene subito interrotta dal cane della De Ginocchinibus che abbaia come un ossesso e lei dietro a corsa (ma non le faceva male il menisco?): Te pozzen' abbruciàtte, delinque'!!! Vie' ecc'... Microfono sempre acceso, naturalmente.

    Dieci minuti per decidere se le presenze saranno rilevate in chat, con l'apposizione della scritta presente accanto al proprio nome o per appello nominale. Si decide per la seconda ipotesi.

    L'appello nominale è più lungo delle litanie dei Santi.

    Abbatangelo, Abbate, Abbategrasso... e tutti Ora pro nobis! Abbategrasso è assente?... No??... Rispondi professò’, te pozz' veni' 'nu 'bbene!

    Dopo i preliminari, qualcuno prende l'argomento, lo tira fuori e lo introduce a dovere:

    Ma non si potrebbe cominciare due giorni dopo? Io devo portare la bambina a fare la visita dal medico sportivo perché, puverella, vuole fare pilates.

    Seguono valanghe di sputi e vive proteste dall'emiciclo.

    La De Psychiatris vuole a tutti i costi il sabato libero perché lei, dice, alla seduta psicoterapeutica con il suo analista non rinuncia.

    Il professor Berlusconis, militante nelle liste del centro-destra e candidato consigliere comunale alle prossime elezioni, per contro, chiede un'ora di permesso orario perché deve portare il gippone dal meccanico. Fa un rumorino che non gli piace niente.

    Chiede e ottiene di parlare la De Sindacatiis:

    Chiedo che il green pass venga esteso anche agli studenti, ai loro genitori, a tutti i parenti collaterali e affini e financo alle sóreche che frequentano l'istituto.

    Segue ampia e variegata discussione che si decide di rimandare al prossimo collegio per aver, ciascuno degli intervenuti, espiato la pena.

    Il professor Crucefixis di religione chiede se può celebrare messa durante le ore di lezione.

    Il professor Marxistis gli risponde Non ti permettere nemmeno, pretaccio della malora!

    I due si azzuffano, ma fortunatamente solo in Meet e finisce 1-1 su campo neutro, nebbia a banchi, visibilità solo a tratti eccellente, campo molle ma in ottime condizioni.

    Il collegio si conclude con 20 feriti lievi, tutti dimessi dopo poche ore dal Pronto Soccorso. La seduta è tolta.

    Arrivederci a tutti... Di bel nuovo... Arrivederci! (Ma raramente)... Te so' ditt' vie' ecc'!!! Ute e nun fastidià' a li jatt'!!!

    È la De Ginocchinibus che ha ancora perennemente il microfono acceso.

    La fine del collegio, se possibile, è financo più pietosa. Chi si avventa verso il banco della presidenza, chi chiede l'orario di chiusura ufficiale perché quest'anno ha tre scuole e le quaranta ore non si toccano. Qualcun altro azzarda a chiedere un giorno di permesso (retribuito!) per il primo giorno di lezione, dato che deve ancora prepararsi spiritualmente. Saluti, abbracci, labbra che baciano l'aria, falsi attestati di stima. C'è anche chi promette ai colleghi che quest'anno tratterà gli alunni a suon di schiaffatoni.

    E corsi lieto tra le braccia di mia madre, come scriveva il De Amicis.

    RIUNIONE DI DIPARTIMENTO

    La riunione per Dipartimenti è uno degli adempimenti più pallosi dell'intero anno scolastico.

    Ma anche oggi fa capolino un solicello malato che, pur convalescente, ti invita ad andare, fuggire, scappar via. Pochi minuti prima del collegamento a distanza ti arriva il link del coordinatore con relativa dotazione di una quarantina di file PDF allegati. Efficienza. Oppure semplice voglia di rompere i coglioni e riempirti la casella di posta elettronica.

    La riunione è fissata su due giorni. Nel dubbio su quale sia il giorno a cui devo partecipare, se oggi o domani, guardo l'ordine di servizio: devo partecipare oggi E ANCHE domani. Pirla io a farmi certe domande.

    La De Estremitatis, quella che si ammira i piedi, è già collegata. Si è alzata presto stamattina e deve essersi fatta la pedicure. O un pediluvio.

    Dopo quindici interminabili secondi di formale imbarazzo, ecco giungere la De Poppibus.

    Accende la videocamera sui suoi seni enormi e pesanti. Praticamente si vedono solo quelli. Tra due anni va in pensione e ha passato tutta la sua carriera scolastica a trascinare con sé le sue sise, a crescere quattro figli, a dar da mangiare a un marito camionista e anche a cercare reggiseni della sua misura. La De Poppibus è implacabile, entra in classe con un pacco di libri e fotocopie che sbatte pesantemente sulla cattedra e il primo che si azzarda ad aprir bocca lo dematerializza.

    Buongiorno Tizia... Buongiorno Caia... è la solita tiritera buonista che ti preannuncia che la giornata non sarà buona per niente.

    Infatti, man mano che la gente entra, la sensazione di un percussionismo scrotale cosmico di tipico stampo leopardiano si fa strada con prepotenza.

    Dopo ampia ed articolata discussione si arriva alla conclusione che gli alunni delle classi prime dovranno:

    saper articolare un discorso autonomo in L2, codificare e decodificare testi scritti anche complessi, individuare collegamenti con argomenti di civiltà dei paesi di cui studiano la lingua, salutare, riverire e ringraziare in L2, partecipare attivamente alle attività individuali e di gruppo, mangiare la merendina in cinque minuti senza strozzarsi, percorrere il tragitto classe-bagno saltellando su un piede solo, inginocchiarsi sui ceci armeni per punizione almeno due volte al giorno...

    Che ne dite, sono troppo alti come livelli, colleghi? Mah, veda un po' lei...

    La De Poppibus tace.

    Ne ha viste tante nella sua carriera di queste riunioni e chissà quanta carta burocratica avrà approvato senza profferir verbo pur di tornare presto a casa dalla riunione e dar sollievo alle sue cacciatorpediniere, che durante l'orario scolastico usa come armi di difesa personale (sfollagente).

    Io faccio timidamente notare che a malapena riesco a spiegare il presente indicativo coi verbi dittongati perché questi qui non riconoscono un dittongo da un trattore a cingoli, ma nessuno mi presta udienza, mentre la professoressa Cervelletti chiede di poter intervenire:

    Scusate, colleghi... ma se i miei non riescono ad esprimersi correttamente... se fanno errori di grammatica... insomma, io che faccio??

    È sufficiente che passi il messaggio! le risponde piccata la Acidophili.

    E già, perché di grammatica nessuno parla più. La grammatica non esiste. Del resto, poverini, i ragazzi mica possono ricordarsi cos'è un soggetto, un verbo, un aggettivo, una particella pronominale e un accidente che li spacchi? Ne avrebbero uno choc tremendo, e allora tornerebbero dalle loro famiglie con aria contrita a chiedere ai loro genitori di parlare con il Dirigente perché il professore pretende troppo dal gruppo classe, sono ragazzi piccoli che devono essere accolti, curati, vezzeggiati e tirati su a pane e giochini elettronici, cosa sarebbe questa nuova trovata dell'accusativo personale??

    Quindi basta che uno sappia dire The cat... on the table che il messaggio passa.

    Manca il verbo essere al presente indicativo. Terza persona singolare.

    E va beh, ma mica possiamo stressarle dall'inizio con le cose difficili queste povere e innocenti creature, bell'a mammà! eccheggia la De Mamminis facciamogli vedere piuttosto 'Dirty dancing' in lingua originale, così si divertono! E certo che si divertono. Voglio dire, sono i loro argomenti quelli.

    Al suono del finis, mi rifiutai perfino di abbracciare mia madre, che aveva cucinato il Grand Bouillon de canard à la Peyregord e lei lo sa benissimo che io non lo posso soffrire.

    CANTICO DEI CANTICI

    Chi è colei che si spalanca innanzi a me come l'aurora? Chi sei, tu, mia diletta? Hai il grembo adorno di gigli in fiore, odori di mirra e aloe, il tuo cerbiatto è qui che scalpita, ha toccato le tue mani, come potrà lavarle ancora? Ah, questo amore bello come il tempo e cattivo come il tempo, quando il tempo è cattivo!

    Tu sei Laura... di più, sei Beatrice. Ma che ci fai con Madonna Fiammetta?

    Tu sei colei che l'umana creatura nobilitasti. Tu sei Monna Vanna e Monna Lagia insieme.

    Di più. Tu sei quella ch'è sul numer de le trenta! I tuoi seni grondano miele, e s'io fosse quelli che d'amor fu degno, capirei molto meglio Dante, il Cantico dei Cantici, Jacques Prévert, l'estasi di Santa Teresa d'Avila, lo yin e lo yiang, la mesmesurizzazione delle semibiscrome, la Weltanschauung, il significante e il

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