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E-book59 pagine44 minuti

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Fantascienza - racconto lungo (39 pagine) - Un mondo diviso in due, ricchi e poveri. Come è sempre stato, come sarà di nuovo: voler fermare le onde del tempo non è meno assurdo del voler fermare le onde del mare


Chip sotto pelle, buoni da spendere per le prime necessità, uso obbligatorio dei social: scorre così la vita dei cosiddetti DP, cittadini di serie B imprigionati in un assistenzialismo obbligato, mentre solo i CC, i ricchi, i padroni, possono lavorare accumulando guadagni.

Una donna DP cerca di tirare avanti, finché qualcosa non irrompe nel suo grigiore: un’entità incorporea, un’ombra inafferrabile, la cui presenza metterà in crisi il tessuto stesso della realtà…

Da Milena DeBenedetti, un racconto cupo che parte dai temi sociali per indagare la natura del tempo.


Milena Debenedetti savonese, è laureata in chimica, ha lavorato per quasi vent’anni come ricercatrice in una industria fotografica, e si occupa ora di redazione testi e collaborazione con siti Internet e giornali locali, nonché delle sue grandi passioni: scrivere e coltivare l’orto. È sposata e ha una figlia. Si occupa anche di politica: dal 2011 è consigliere comunale nella sua città.

Da sempre appassionata di fantascienza e fantastico, oltre che di fumetti, musica rock, cinema, è arrivata spesso in finale con i suoi racconti in vari premi letterari, come il Courmayeur, di cui ha vinto nel 1996 la sezione fantasy, il Cristalli Sognanti, vinto nel 2000, l’Alien, il Lovecraft, il Premio Italia, il Galassia città di Piacenza, vinto nel 2005. Ha pubblicato racconti in antologie edite da Keltia editrice, Garden, Delos Books, Flaccovio, sulle riviste Alia di Libri Nuovi, Strane Storie della Pavesio e su diversi siti internet. Un suo romanzo di fantascienza è arrivato due volte in finale al Premio Urania. Nel 2006 ha pubblicato con Delos Books il romanzo Il Dominio della Regola, vincitore nel 2007 del Premio Italia come miglior romanzo fantasy dell’anno, e due anni dopo il seguito, I maghi degli elementi.

LinguaItaliano
Data di uscita11 giu 2019
ISBN9788825409284
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    Anteprima del libro

    Jeff - Milena Debenedetti

    9788825407846

    1

    Quel giorno lei non lo intuisce ancora, che tutto sta per precipitare in una vertigine frenetica. Da quando incontrerà l’anziana donna dagli occhi sbarrati. Da quando inizierà a capire. Da quando farà cose irresponsabili e pericolose per la salute della sua mente.

    Per il momento, quella è solo una giornata come le altre, da far passare in qualche modo prima di rinchiudersi nella spelacchiata desolazione di casa.

    Gironzola per il suo quartiere periferico, cerca di trovare un interesse qualsiasi, dove esiste solo grigiore.

    Ha qualche esitazione, davanti alla vetrina. Si specchia nel vetro, si guarda i capelli spioventi sulla faccia, che allungano ancor di più quel viso rassegnato da cavallo triste, e si decide.

    Non è per consumare soldi – anzi, buoni credito: questo mese lei non dovrebbe avere problemi a raggiungere la quota, anche senza troppe spese superflue.

    È piuttosto per l’umiliazione di strisciare quella maledetta tessera, come a chiedere il permesso. Come a doversi perennemente scusare di esistere, di essere un peso per la pubblica assistenza. Ti obbligano a sentirti sempre come se stessi mendicando. E non è detto che sia un caso.

    Solo DP, recita un cartello sulla porta.

    I CC hanno i loro negozi esclusivi, i loro quartieri di lusso: è sempre andata in questo modo. Più o meno.

    Avvicina il polso al congegno illuminato, accanto alla maniglia. Così si evitano spiacevoli controlli a posteriori: questo le hanno spiegato. Già. Ma perché negli altri negozi non è così, non c’è bisogno di alcun permesso per entrare?

    La serratura non scatta subito. Lei è costretta ad avvicinare e allontanare il braccio, agita la mano come un’ossessa, sente di perdere qualsiasi dignità.

    Ma forse quel pensiero è una stupidaggine. Non si può perdere ciò che è andato da un pezzo. Non c’è alcuna dignità nel suo tipo di vita.

    Che ti prende, stronza? È tutto in regola, che altro vuoi?

    È ridotta a prendersela con un meccanismo. Magari è solo un po’ vecchio. Tutto il negozio sa di stantio, con la sua plastica azzurrina stinta che si intravede attraverso la vetrina, le poltroncine dall’imbottitura floscia e gli antiquati caschi automatici.

    Nel frattempo le passano accanto un paio di presenze.

    Una donna ben vestita, in un ondeggiare di crinoline, e un carbonaio tutto sporco. Come sempre, sembrano al tempo stesso distratti, assenti, eppure sicuri della direzione in cui andare.

    Lei si stringe addosso la cerata verde fosforescente, come a proteggersi. Non si è mai abituata del tutto alle presenze e non sopporta la frivola disinvoltura con cui la gente ne parla.

    Alla fine la porta si decide ad aprirsi con un cigolio. Quando varca la soglia, avverte il leggero sfrigolare sulla pelle: la barriera è di vecchio tipo, ma fa comunque il suo dovere.

    All’interno, poca gente. Aria pesante di vapore e odore di capelli bruciacchiati. Le viene incontro una ragazza annoiata, occhi pesti e cappa sgualcita e sporca.

    Che ti credi? È DP anche lei, no? Non ha un vero lavoro. Sai che entusiasmo, passare le giornate in questo buco…

    Lei si sfila la cerata e la appende accanto alle altre, gialle, verdi e rosse. Come vorrebbe, per una volta, una volta sola, tornare a indossare un cappottino grigio, sfoggiare una giacca blu o marrone, come tutti gli anonimi passanti di un tempo, senza bisogno di coprirsi di orridi colori per distinguersi dalle ombre…

    Si toglie anche il visore e lo deposita nel cestino predisposto.

    – Buongiorno. Desidera?

    Il tono è monotono. Quante voci spente e rassegnate come quella ha udito, in vita sua. Probabilmente lei stessa parla così.

    – Non so. Pensavo di tagliarli e di fare la tinta.

    – Ha qualche idea?

    Qualche idea? No, è da molto tempo che non ne ha più nemmeno una. Neanche il

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