Nato ai bordi di Wikipedia: L'enciclopedia "libera" di Jimmy Wales come non-bene
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Anteprima del libro
Nato ai bordi di Wikipedia - Valerio Di Stefano
PRELIMINARI
Questo libro è stato composto in quattro giorni.
Dico composto
perché mi riferisco al fatto che l'ho assemblato, come direbbero gli informatici.
La maggior parte del suo contenuto (non so quanto opportunamente o certosinamente rivisto e corretto), però, è stato scritto e raccolto per il mio blog personale. E lì ci è voluto almeno un decennio a mettere a testo tutto.
Il lettore finale mi perdonerà se vi trova riferimenti temporali anche lontani, e che, forse, ben meriterebbero il prezioso dono del diritto all'oblio. Non mi interessava l'attualità, mi interessava mettere in luce la logica quanto meno contraddittoria di una filosofia settaria che ha fatto, continua a fare e chissà quanto farà danni.
La scelta di racchiudere tutto in un'unica scansione narrativa non stupisca. Non ch'io detesti i capitoli, ma per questo libro, al contrario di altri dei miei, ho preferito privilegiare un mio percorso interno, uno stream of consciousness che rimettesse ordine tra pensieri e scritti sparsi. Anche se non sono Joyce. O Zeno Cosini.
Il titolo si legge Nato ai bordi di Wikipedìa
. Con l'accento sull'ultima i. Se no il gioco linguistico, per il quale mi dichiaro devotissimo debitore a Eros Ramazzotti¹, non torna.
Lo so che i giovani pronunciano Uichipìdia
. Ma io sono vecchio, decrepito, vintage, antiquariato. Un usato sicuro. Chissà, magari ridivento recuperabile con un po' di découpage.
Nel libro parlo di versioni
linguistiche di Wikipedia. Preferisco questo termine al più pomposo edizioni
un po' perché mi ricorda i miei infruttuosi ed inutili studi di latino, un po' perché la maggior parte delle voci di Wikipedia non sono altro che traduzioni, con qualche maldestro rimaneggiamento, di ciò che ha scritto qualcun altro prima. Soprattutto nella versione inglese.
Parlo di Wikipedia come un non-bene. Leggendo le mie pagine, anche il lettore più distratto e superficiale capirà perché.
Questo libro è stato scritto con sistemi operativi e software open source. Purtroppo qualche albero è stato abbattuto.
Y al cabo nada os debo. Debeisme cuanto he escrito
², diceva Antonio Machado.
Valerio Di Stefano, novembre-dicembre 2022
___________________
¹ Adesso tu
, perché ai lettori bisogna spiegare tutto. Sempre.
² E, in fondo, non vi devo nulla. Mi dovete quanto ho scritto.
Traduzione mia.
IL CARROZZONE
Wikipedia dice di sé:
- (...) è un'enciclopedia online a contenuto libero, collaborativa, multilingue e gratuita, nata nel 2001, sostenuta e ospitata dalla Wikimedia Foundation, un'organizzazione non a scopo di lucro statunitense.
- È tra i dieci siti web più visitati al mondo e costituisce l'opera di riferimento generalista più grande e più consultata su Internet.
- L'obiettivo di Wikipedia è creare un'enciclopedia libera, ovvero liberamente accessibile, a contenuto libero, aperto e universale in termini di ampiezza di argomenti trattati.
- La caratteristica primaria di Wikipedia è il fatto che dà la possibilità a chiunque di collaborare, utilizzando un sistema di modifica e pubblicazione aperto che si appoggia su una piattaforma Wiki (MediaWiki).
- (...) essa è curata da volontari: le pagine possono essere modificate da chiunque e non c'è un comitato di redazione né alcun controllo preventivo sul contenuto inviato.
- Wikipedia non è regolata da alcun comitato di redazione centrale: le voci sono scritte spontaneamente da centinaia di migliaia di volontari non remunerati né iscritti ad associazioni, che si organizzano autonomamente stabilendo da soli le regole interne e lo svolgimento degli argomenti nelle voci.
- Alcuni utenti provano a inserire informazioni malevole o goliardiche ma enciclopedicamente irrilevanti, che di solito vengono rimosse prontamente da altri utenti. In gergo questo tipo di modifiche è chiamato vandalismo.
Sembrerebbe una iniziativa da prendere seriamente in considerazione.
Usare Wikipedia, di per sé, non è un male. È un non-bene, la negazione di un qualcosa, non certo l'affermazione del suo contrario, per quanto disdicevole sia.
Un'enciclopedia dovrebbe essere (e di fatto lo è) una summa del sapere, di ciò che vale la pena di essere conservato e trasmesso ai posteri. Una enciclopedia non è mai inclusiva. Al contrario, è una scure che parte in due la conoscenza e separa tutto quello che è essenziale da quello che non lo è. Johann Sebastian Bach, Dante Alighieri, Margherita Hack, Galileo Galilei, Raffaello Sanzio sono conoscenza. Wanna Marchi, Chiara Ferragni, Fedez, Morgan, Selvaggia Lucarelli no. Non certo per disistima e denigrazione verso queste persone (anche se è possibile che qualcuno possa averne), bensì perché il loro contributo al bagaglio della cultura universale è pressoché nullo.
Eppure le pagine dedicate a queste persone non solo sono presenti sull'enciclopedia
, ma sono anche molto consultate dal pubblico.
Non è possibile, in via prioritaria e preliminare, definire affidabile
una iniziativa collaborativa aperta a chiunque. Se il contributo di uno studente di scuola media vale almeno quanto quella di un laureato in quella determinata disciplina è ovvio che Wikipedia non ha nulla da dire a nessuno. Perché se è vero che il contributo non veritiero, per quanto apportato in buona fede, può essere corretto o, per meglio dire, censurato (in accezione assolutamente neutra), non è detto che chi censura abbia le stesse competenze e conoscenze di chi immette una determinata informazione. Può accadere, certo, che chi controlla un dato non sia propriamente uno studente di scuola media. Magari frequenta le scuole superiori, ma tutto si ferma lì.
In una iniziativa del genere non può esserci scientificità.
Eppure è una fonte che viene considerata scientifica. O, quanto meno, affidabile.
Questa è la caratteristica della vulgata di Wikipedia: siccome io mi definisco enciclopedia
, allora tutto quello che contengo è, automaticamente, enciclopedico
. Come se solo per il fatto di chiamarsi supermercato
un luogo vendesse tutto quello che c'è al suo interno, compresi il pavimento, gli scaffali per l'esposizione della merce o il registratore di cassa.
Il fatto che Wikipedia sia costantemente aperta ai contributi di chiunque non significa che sia permeata da criteri di maggiore affidabilità. Significa che le informazioni sono in costante pericolo. Se una persona è intimamente (ma falsamente) convinta che Napoleone sia morto nel 1822, correggerà quel dato in cinque minuti. Con ogni probabilità chi è addetto a vigilare su questo tipo di immissioni, ripristinerà la versione corretta in altrettanto tempo. Ma quante persone consulteranno quella pagina in cinque minuti, accogliendone l’informazione errata?
Wikipedia compie una grave scorrettezza linguistica e sostanziale di autodefinizione, perché l'aggettivo collaborativa
cozza in maniera piuttosto stridente con il caos e i danni che si sono creati negli anni della sua storia.
Il fatto che una voce contenente una informazione sbagliata, quando non palesemente falsa nella sua interezza, possa creare un danno, non può essere misurato in termini meramente statistici. Che ci sia o ci sia stata una pagina non affidabile su milioni e milioni di contributi non vuol dire che Wikipedia sia affidabile al 99,999%, perché il danno che può arrecare anche una sola pagina è, di per sé, incalcolabile e imprevedibile.
Nella versione francese di Wikipedia, nel 2007 è stata inserita la voce relativa a Louis-Robert de l'Astran, naturalista, pensatore e viaggiatore della prima metà del XIX secolo. La voce conteneva anche alcune brevi citazioni tratte dai suoi scritti. Una di queste citazioni fu difesa a spada tratta dalla candidata alle elezioni presidenziali francesi Ségolène Royal, la quale lodò la forza e l'incisività di quanto il suo compatriota aveva messo a testo. Purtroppo Louis-Robert de l'Astran non è mai esistito e la voce era completamente inventata di sana pianta, dai dati biografici al materiale iconografico accessorio, fino ad arrivare alla bibliografia delle opere pubblicate in vita. Una vita anch’essa enciclopedizzata su binari completamente arbitrari. Ségolène Royal rimediò una figura imbarazzante. E non risulta che abbia mai vinto alcuna tornata elettorale presidenziale, né in Francia né altrove.
Eppure si trattava solo di una voce.
Il prendere per buono ciò che non ha valore fattuale o culturale è un atteggiamento molto diffuso ed estremamente pericoloso. Costituisce la genesi, il germe primario e primo dell'odio e della violenza verbale in rete. Distinguere ciò che è vero da ciò che è falso è il primo passo per l'esercizio del pensiero critico e della consapevolezza di Sé.
Altro esempio: nel 2010 Zhemao, una donna cinese, modifica per la prima volta in vita sua una voce dell'enciclopedia
. Lo fa su un argomento di storia del XVIII secolo. Fornisce una serie di dettagli incredibile, li corrobora con mappe, chiarimenti e riferimenti storici e bibliografici. Tutto fittizio. Nessuno se ne accorge. Nessuno sa che quelle modiche non sono delle informazioni fattuali. Zhemao passa allora ad occuparsi di storia russa. E lo fa in una versione di Wikipedia consultata dal maggior numero di parlanti nativi del cinese mandarino al mondo. Un numero di destinatari potenzialmente identificabile in poco meno di tre miliardi di persone. E continua a fornire dettagli precisissimi, particolari provati (come dettagliate bibliografie, ad esempio), il tutto per svariati milioni di parole