Il cerchio completo

Di Edith Wharton

La storia narra di un uomo un tempo appartenente alla classe medio-bassa che, a un certo punto della sua vita, ha dovuto lavorare per ottenere tutto ciò che aveva. Ora, dopo aver venduto un romanzo di successo intitolato Diademi e fascine, può rilassarsi nello stravagante appartamento della Quinta Strada che il suo romanzo gli ha concesso. Insoddisfatto della vita di ozio appena acquisita, si ritrova a vivere una tacita battaglia, del tutto maniacale, con il suo segretario appena nominato.

• Lingua: Italiano
• Editore: BadPress
• Data di uscita: 8 lug 2022
• ISBN: 9781667437002

Anteprima del libro

IL CERCHIO COMPLETO

Capitolo I

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Geoffrey Betton si svegliò alquanto tardi. Così tardi che la luce del sole invernale mattutino, proiettandosi sul caldo tappeto rosso, lo colpì agli occhi mentre si rigirava sul cuscino.

Strett, il suo servitore, era stato in camera. Aveva preparato il bagno nel vestibolo adiacente, riposto al suo fianco il portasigarette di cristallo e argento, acceso il fuoco con un fiammifero e spalancato le finestre alla luminosa aria del giorno, che recava con il luccichio del sole il pungente stridulo dei rumori mattutini – quelle note penetranti che caratterizzavano la Via principale americana e che sembravano assumere vibrazioni tanto più acute a causa della nitidezza del mezzo attraverso cui passavano.

Betton si sollevò mollemente. Era la voce della Fifth Avenue quella sotto alle sue finestre. Rammentò come quel suono era stato musica alle sue orecchie – l’orchestrazione complessa sulla quale era accordata la melodia della sua nuova vita – quando si era trasferito nei suoi alloggi diciotto mesi prima. Ora ciò lo pervadeva di repulsione e sfinimento, essendo diventato il simbolo della fretta e del fragore di quella sua nuova vita. A quel tempo, quando doveva alzarsi alle sette ed essere in ufficio per le nove in punto andava molto meno di fretta. Adesso che poteva alzarsi a suo piacimento e la sua vita non aveva più uno schema prefissato di obblighi, le ore lo perseguitavano come un branco di segugi.

Riscivolò indietro sui cuscini con un lamento. Sì, neanche un anno fa provava un senso di gioia decisamente voluttuoso nell’alzarsi dal letto, nel sentire sotto i piedi la morbidezza del tappeto illuminato dal sole, nel fare ingresso nel luccicante santuario rivestito di piastrelle nel quale la sua magnifica vasca da bagno di porcellana offriva il suo flusso rinnovatore. Tuttavia, un anno fa poteva ancora evocare l’orrore dell’immersione condivisa nei suoi primi alloggi, il suo prestare ascolto agli altri bagnanti, il suo eludere le signore avvolte in manti pieghettati da spilli, la gelida attesa sul pianerottolo, la riluttanza nel calarsi all’interno di una tinozza di stagno imbrattata e lo sforzo di individuare la propria saponetta e il proprio spazzolino da unghie nella promiscuità degli strumenti di abluzione. Quel ricordo era ormai sbiadito e Betton vedeva unicamente le ore buie per le quali il suo tempio di ristoro bianco e azzurro costituiva una sorta di anticamera scintillante. Dopo il bagno veniva infatti la colazione e sul vassoio della colazione le lettere. Le lettere!

Egli rammentava − e quel ricordo non era svanito! − l’eccitazione con cui aveva aperto la sua prima missiva dalla mano curiosamente femminile. La lettera