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Cuore umano
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E-book84 pagine1 ora

Cuore umano

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Un uomo di 33 anni non si sente bene: avverte dolore al petto. E' ancora notte quando decide di recarsi al pronto soccorso. Mentre attende l'esito degli accertamenti sta pensando che è sempre meglio togliersi il dubbio. Ancora non sa che il giorno a venire sarà il primo di una storia destinata a durare nove anni. Un'infermiera lo sta per avvisare che verrà portato in terapia intensiva poiché è in corso un infarto.

Il rifiuto dello status del malato innesca una battaglia personale colma di incognite e timori. La continua ricerca di un equilibrio psicofisico sfocia in una controversa passione per il running, lo strumento che lo aiuterà a riflettere e a guardarsi dentro, rielaborando insicurezze e paure rimaste irrisolte dall'infanzia. Un bizzarro e inatteso incontro segnerà un ulteriore svolta nel destino del protagonista.
LinguaItaliano
Data di uscita12 gen 2023
ISBN9791221456011
Cuore umano

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    Anteprima del libro

    Cuore umano - Renato Foscari

    La vacanza

    La vendetta di Montezuma. Così veniva chiamata la forma di dissenteria a cui si andava incontro soggiornando in quel villaggio turistico a Marsa Alam. Lo dicevano gli stessi accompagnatori durante il meeting di presentazione di inizio vacanza, spiegando che era dovuta all'acqua utilizzata per la preparazione dei cibi che avremmo consumato in quei giorni.

    Il mar Rosso è stupendo, c'ero già stato qualche anno prima nel mese di luglio, ma ad inizio marzo è veramente un'altra cosa. Le giornate erano talmente corte che nel villaggio furono costretti a spostare gli orologi indietro di un’ora per godere di un po' di luce in più. La scoperta peggiore fu il mare: la passerella era inesistente e per accedere dovevi obbligatoriamente indossare dei sandali di gomma tipo ragnetti, anche per non calpestare i pericolosi ricci sul fondale. La temperatura dell'acqua era talmente gelida che le persone affittavano la muta per farsi il bagno. La sera c'era una tale escursione termica che si doveva indossare un maglioncino. Come spesso accade, quando una vacanza non ti offre le cose essenziali, cerchi un ripiego e neanche a farlo apposta ti butti su quello che soddisfa il bisogno primario dell'uomo: mangiare. Il relax fa venire una fame da lupo, ma di fronte a certe immagini lo stomaco può chiudersi all’istante e rifiutare il cibo, come quel giorno in cui andando a pranzo vidi una madre che teneva la fronte della sua bambina, mentre piegata a novanta gradi vomitava davanti alla porta di ingresso del ristorante. Era Montezuma all'azione.

    A mio avviso però bisognava stare molto più attenti all'igiene, che sin da subito era risultata parecchio scarsa. Per esempio al bar della spiaggia servivano bevande in bicchieri di plastica già utilizzati. Si vedeva perché erano tutti stropicciati e poi in una occasione ho sgamato un tizio che li raccoglieva dal bidoncino messo lì. Il quarto giorno cambiai il programma della settimana cancellando l'escursione in barca per via di un febbrone da cavallo che mi inchiodò nel letto per il resto della vacanza.

    Tornato a Roma ancora febbricitante, la notte successiva mi svegliai verso le 4:00 del mattino accusando un senso di peso al centro del petto.

    Non so ancora per quale assurda ragione mi venne in mente di chiedere a mia moglie di portarmi al pronto soccorso, eppure ben presto avrei capito che le mie sensazioni presagivano qualcosa di molto serio.

    Mi ricordo perfettamente che prima di avere notizie passarono almeno due ore dal prelievo di sangue e che le trascorsi sulla corsia a chiacchierare delle vacanze appena trascorse con una tipa del pronto soccorso, tra momenti di curiosità e noiosi silenzi.

    La lunga attesa in pochi istanti si trasformò in angoscia quando arrivò una giovane infermiera che mi invitò a seguirla in una stanzetta e mi fece sdraiare sul lettino.

    - Aspetti qui e non si alzi, sta arrivando il dottore per visitarla.

    Si presentò davanti a me il primo dei tanti camici bianchi che avrei incontrato di lì in avanti. Il primo dei cardiologi.

    Mi piace spendere due parole per descrivere i medici che mi avrebbero visitato, i loro volti, gli atteggiamenti, le reazioni, perché per me rappresentano il volto del mio carnefice, le figure chiave che avrebbero definitivamente condizionato il mio futuro. Avrei riposto la mia vita nelle loro mani.

    Dopo un elettrocardiogramma, seguirono delle domande su come mi sentivo e se avessi parenti con cardiopatie, infine se ne andò.

    - Avvisi i suoi familiari che non tornerà a casa - aggiunse la stessa giovane e poco loquace infermiera di prima.

    - Ora la portiamo in terapia intensiva perché deve essere ricoverato.

    - Ma insomma, che succede!? - chiesi io.

    - Stia tranquillo la monitoreremo, è in corso un infarto.

    Il ricovero, gli esami

    Mio padre era dietro la porta e sentivo che alzava la voce con un'infermiera, insistendo per entrare nella grande stanza, dove tra i tanti letti presenti c'era anche il

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