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Frammenti di paradogmatica?
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E-book227 pagine2 ore

Frammenti di paradogmatica?

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Info su questo ebook

Come sarebbe un libro con una struttura fisica e concettuale che non potrebbe assumere? In cui i paragrafi, e forse anche le parole e le lettere, non fossero disposti con ordine ma distribuiti casualmente? Come sarebbe descritta la proposta dell'abbandono di ogni teoria senza farne una teoria, una proposta o una descrizione? E come sarebbe farlo con una lingua che non può essere altro che convenzionale e con parole che non hanno un significato se non quello arbitrariamente attribuito loro? Come sarebbe farlo lamentando la mancanza di esplicitazione del meccanismo che regola l'assegnazione e l'uso dei nomi, sottolineando che la logica può solo essere relativa e che vari tipi di falsità sono più adatti di un solo tipo di verità per essere usati per interpretare ciò che viene comunicato? Come potrebbero essere date risposte a queste domande se anche la conoscenza fosse messa in dubbio e il domandare stesso questionato?                                                                                                                                                                                                                                                                Apparizione del Dissolventismo
LinguaItaliano
Data di uscita30 gen 2023
ISBN9791221431087
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    Anteprima del libro

    Frammenti di paradogmatica? - Antonio Masa

    Godere della melodia nella sua interezza

    o apprezzarne ciascuna nota singolarmente?

    Apparizione del Dissolventismo

    111

    Per parole sulle parole, vai al 211. Per frasi sulle frasi, vai al 262. Per credenze sulle credenze, vai al 325. Per altra arbitrarietà, vai al 513. Per un altro frammento, dovunque e quandunque, trai tre volte un dado.

    E' paradogmatica attirare l'attenzione sull’arbitrarietà della pretesa che ogni suono sia parola, che ogni parola porti significato, che tanti significati introducano concetti, che un gruppo di essi sia un argomento, che alcuni di questi, contrapposti ad altri, inneschino una discussione che possa portare poi a qualche cosa che non sia, infine, una credenza.

    Rimanderò l'inizio del procrastinare

    non canterò una canzone impopolare

    canzone popolare

    112

    Sui paradigmi, vedi il 116 o il 266. Sulle credenze, vedi il 324.

    E' paradogmatica intuire un paradigma dogmatico eretto dietro ad ogni idea e comunicazione, paradigma di cui vi potrebbe essere poca contezza, come del muro dietro ad un concetto manifesto.

    E' paradogmatica superare i paradigmi dogmatici, con la consapevolezza che anche solo le abitudini del pensare determinano un paradigma, uno schema, un modello; non qualcosa di irrinunciabile o di imprescindibile ma una visione del mondo come tante altre, un complesso di credenze e non di conoscenze, motivazioni personali, punti di vista, opinioni.

    E' il trabocco che fa vasare la goccia?

    Apparizione del Dissolventismo

    113

    Sulle dottrine, vedi il 225. Per altri rischi, vai al 222.

    E' paradogmatica considerare come paradigma dogmatico, come una scatola chiusa con concetti predefiniti, qualunque dottrina, sia essa catalogata come filosofica, religiosa, sociale, economica, scientifica o di altro genere. Sebbene le forme dei vari paradigmi abbiano delle differenze, potrebbe essere che da essi siano tratti molti dei preconcetti, delle abitudini mentali, dei costumi, dei pregiudizi, degli schemi semplificatori, delle convinzioni, delle convenzioni, dei modi di vivere, delle preferenze, che accompagnano l'esperienza di fare esperienza.

    E' paradogmatica rischiare di entrare, tentando di individuare e di uscire da vari e presunti obblighi sociali, mentali e culturali, dentro obblighi analoghi.

    Non leggere

    Non scrivere

    Non trasmettere

    Comanda, menti

    114

    Sulla lingua, vedi il 252. Sul riferirsi, vedi il 342.

    E' paradogmatica analizzare la lingua attraverso la lingua stessa, con il rischio che ciò non contribuisca al suo rafforzamento, bensì porti allo sbriciolarsi del suo valore, per l'impossibilità, attraverso di essa, di cogliere la realtà e la verità, che a loro volta sono indebolite dall'insussistenza della lingua con cui inevitabilmente sono trattate e svaniscono indeterminate, indefinite. I parlanti potrebbero usare la lingua considerando come ovvi, senza problematizzarli, certi meccanicismi, come il presunto comune uso delle medesime parole per proporre gli stessi significati, la presunta condivisione della credenza in una medesima relazione tra le parole e specifiche porzioni di mondo, dunque la convinzione che sussista di per sé una relazione tra elementi della lingua, la realtà e i parlanti che quella lingua usano e che di quella realtà considerano sé stessi come facenti parte. Queste presupposizioni potrebbero non essere ciò che fa effettivamente funzionare la comunicazione attraverso la lingua, potrebbero nascondere che è solo grazie a delle convenzioni condivise e a delle abitudini radicate, forse assimilate durante quella sorta di continuo addestramento che è ricevuto dall'essere costantemente sottoposti ad interazioni linguistiche, che i parlanti hanno l'impressione di capirsi tra di loro; convenzioni ed abitudini che, nel tentativo di essere esplicitate, sono state descritte in teorie posteriori alla nascita della lingua, attraverso altre parole usate seguendo le stesse abitudini e convenzioni che pretendevano di spiegare. Anche se è da encomiare lo sforzo intellettuale profuso per spiegare i meccanismi attraverso cui la lingua è usata con un certo successo nella comunicazione, l'efficacia di tale sforzo è attutita dalla tendenza pervasiva della lingua e del suo uso: qualunque teoria è esprimibile e comprensibile solo all'interno di una lingua. Descrivere le presunte regole di una lingua usandole potrebbe introdurre concetti nuovi e le relative nuove parole per quei concetti; esse diventerebbero, nel momento stesso in cui sono coniate, parte della lingua oggetto di decodifica; con l'espansione della lingua, le considerazioni che hanno contribuito ad espanderla potrebbero non valere più.

    Può una parola debuttare diversamente che come neologismo?

    Apparizione del Dissolventismo

    115

    Per una definizione di definizione, vai al 544. Per un significato di segnificato, vai al 322.

    E' paradogmatica dedurre quel che è segnificato con le parole dal modo in cui sono usate, dalla loro giustapposizione, dal luogo dove appaiono e dalle presunte intenzioni che le fanno comparire, senza che sia necessario che il segnificato sia fornito direttamente o che sia possibile mostrarlo, men che mai con altre parole.

    E' paradogmatica dare una spiegazione blanda di alcuni termini, fornire una guida al loro uso: due perifrasi, per definizione l'una e dizionario l'altra.

    Appenderò autoritratti mai dipinti

    mi perderò in dipanati labirinti

    canzone popolare

    116

    Per dei paradigmi completabili, vai al 261. Sulla tolleranza, vedi il 451.

    E' paradogmatica teorizzare paradigmi dogmatici alla base del pensiero e del ragionamento; teoria che dovrebbe, ma forse non potrà, essere non paradigmatica e non dogmatica; teoria che dovrebbe, e forse potrà, essere un paradigma liberamente interpretabile, aperto, variabile, suggestivo, propositivo, non definente, non definibile, non completo, non completabile, superabile, auto superato, relativizzabile, relativizzante, tollerante, inclusivo.

    E' paradogmatica tollerare che nessun paradigma prevalga sugli altri, nemmeno quello da cui deriverebbe o da cui fosse derivabile un principio di tolleranza universale.

    E' paradogmatica prediligere che nessun paradigma inizi o concluda da o in princìpi assoluti, predilezione che potrebbe essere un principio assoluto da cui far partire un paradigma. Tutti i paradigmi dovrebbero avere pari dignità, sebbene alcuni siano solo con difficoltà paragonabili a quelli che non considerano altri paradigmi loro pari e che non sono basati sulla tolleranza.

    Accoglierò consigli che non mi hanno dato

    mi pentirò solo di non aver amato

    canzone popolare

    121

    Sui paradigmi, vedi il 116 o il 612.

    E' paradogmatica essere per esserci, per essere presente, per essere indicabile, per essere di ispirazione per futuri paradigmi o per essere l'esempio di come un paradigma non dovrebbe essere.

    Sii libero! Sii incostante! Sii incoerente!

    Criptomanifesto dell'Inamovibile Movimento Anarchico Organizzato

    122

    Sulle tante logiche, vedi il 452. Per una logica a tre falsità, vai al 455. Per argomenti sull'argomentare, vai al 542.

    E' paradogmatica teorizzare che la logica con cui certi temi sono argomentati e supportati sia solo una delle tante logiche possibili e che, con una logica diversa, gli stessi argomenti non sarebbero più validi.

    E' paradogmatica propendere per la tautologia, congiuntamente al superamento della logica del vero e falso.

    Trasmuterò i miei alchemici composti

    mai pagherò, costi quel che costi

    canzone popolare

    123

    Sulle citazioni, vedi il 361. Per l'autodeterminazione, vai al 243.

    E' paradogmatica testimoniare e manifestare, per quanto in modo inevitabilmente parziale, ciò che potrebbe risultare moltiplicatore di citazioni e generatore di utopie.

    Indagherò sull'opinione di reato

    concederò di dire quello ch'è sbagliato

    canzone popolare

    124

    Per altre vaghezze, vai al 164 o al 241. Sulla conoscenza, vedi il 466.

    E' paradogmatica lasciare nel vago, non precisare, evitando affermazioni su come sarebbero le cose o i fatti.

    E' paradogmatica usare termini generici, come se fossero non connotati, benché l'uso di ogni termine sottintenda delle credenze su come siano le cose; mere credenze che sono insite anche nell'uso di ogni frase, nell'esplicitazione di ogni ipotesi, anche in quelle stesse che ipotizzano che, essendo ogni cosa solo credenza, non ci sia conoscenza.

    Fraintendi ogni cosa!

    Criptomanifesto dell'Inamovibile Movimento Anarchico Organizzato

    125

    Per altro sulla verità, vai al 453. Sull'ideario filosofico, vedi il 233.

    E' paradogmatica mostrare come l'uso del concetto da ideario filosofico di verità possa essere fuorviante, tanto da riuscire ad indurre chi crede in essa a percepire o concepire come assoluto ed eterno un ipotetico sistema di riferimento per la conoscenza. La verità potrebbe essere pensata, ipotizzata, teorizzata, voluta, scelta, separata, sperata, evocata, sentita, ma potrebbe non essere mai esperita. Essa potrebbe essere un obiettivo, un punto di propensione più morale che conoscitivo, una chimera intellettuale; potrebbe essere rivelazione mistica, ottenuta in un momento di ispirazione o con capacità sovraintellettuali; potrebbe essere portata da un dubitabile ed inconoscibile ente immateriale, al quale potrebbe quindi essere rischioso scegliere di accordare la propria fiducia.

    La metafora è una metafora

    di una difficoltà nella comunicazione?

    Apparizione del Dissolventismo

    126

    Per vere verità, vai al 155. Per false verità, vai al 153.

    E' paradogmatica giudicare cosa sia la verità prima di decidere cosa sia vero. Se qualcuno dovesse mai imbattersi nella verità, essa potrebbe apparirgli come assurda e senza senso, forse nemmeno intelligibile; sarebbe scartata, non sarebbe considerata perché non giudicata conforme a ciò che è presunto essere somigliante alla verità. Oppure la verità potrebbe sembrargli banale, già conosciuta o già superata, potrebbe essere giudicata non utile per proseguire un percorso alla ricerca di quella verità che è creduta qualcosa di ancora superiore. Ma la verità potrebbe avere una forma tale da non potersi presentare linearmente come un testo scritto o qualcosa da ascoltare e vedere, per cui ogni tentativo di renderla attraverso una lingua fallirebbe. Essa potrebbe essere tale che un solo dettaglio fuori posto cesserebbe di farla essere verità. Forse invece dovrebbe essere appresa con un'improvvisa illuminazione, interamente e totalmente in una sola volta. Dovrebbe forse essere vissuta come un'intera vita o conosciuta come una persona. Se la verità fosse come un figlio, sarebbe concepita, crescerebbe ricavando quello che è da chi l'ha generata, sarebbe vista cambiare sino a diventare irriconoscibile, infine sarebbe abbandonata nel mondo o abbandonerebbe tutti nel proprio mondo. La verità è forse quel libro spesso sognato ma che non è mai possibile leggere perché chiuso o le cui parole appaiono sfuocate. Verità è forse quel libro, ma ciascuno deve ancora scriverlo. Verità è forse, in sogno, cercare quel libro. Verità è forse, in veglia, cercare la verità. Se ciascuno fosse la verità, forse sarebbe come una variopinta farfalla ignara delle proprie bellissime ali.

    Rabbonirò coloro che sono cattivi

    libererò quanti son già fuggitivi

    canzone popolare

    131

    Sull'esistenza, vedi il 425. Sul discorso, vedi il 344. Per premesse, vai al 141.

    E' paradogmatica problematizzare anche le semplici ovvietà, per trovarne le premesse implicite e farne oggetto di discussione.

    E' paradogmatica discorrere sul discorso, sul senso del discorrere, sui concetti, sui paradigmi, sulle qualità degli enti del mondo fisico senza accettarne o proporne l’esistenza.

    C'è qualcosa che potrebbe non essere compreso nel tutto?

    Apparizione del Dissolventismo

    132

    Sull'imparare, vedi il 323. Per una visione sovralineare, vai al 145.

    E' paradogmatica constatare come la linearità, a cui è obbligata la presentazione e la fruizione di parole, concetti, sistemi culturali, possa rappresentare una limitazione al processo comunicativo. Potrebbero esserci delle concezioni che, pur non potendo essere presentate, riprodotte ed assimilate se non linearmente, sarebbero molto più efficacemente apprese se considerate nella loro frammentata interezza, se acquisite con un solo sguardo o al solo tocco, se affrontate nel loro insieme e non decifrate simbolo dopo simbolo, come se non fossero un susseguirsi di singole unità.

    Saper fare è conoscer fare?

    Apparizione del Dissolventismo

    133

    Sulla ricerca della verità, vedi il 126. Sul comunicare, vedi il 331.

    E' paradogmatica comunicare la verità solo con la consapevolezza che potrebbe non essere recepita come tale. Forse ognuno dovrebbe cercarla da solo e rinunciare a diffonderla. Molti potrebbero aver provato a farlo in maniera laterale o traslata, altri in una lingua o in modalità indecifrabili. Non tutti cercheranno la verità; molti, anche se la verità esistesse, potrebbero non trovarla; qualcuno troverà sé stesso alla ricerca della verità.

    Confesserò la colpa per nessun evento

    ed ambirò alla riuscita in ciò che tento

    canzone popolare

    134

    Sull'oggettività, vedi il 431. Sulla soggettività, vedi il 431.

    E' paradogmatica perseguire, congiuntamente al superamento della dicotomia che la prevede, l'oggettività, preferire ciò che è posto innanzi, alla luce, rispetto a ciò che sta sotto il limite della percezione, nelle tenebre.

    E' paradogmatica permanere nello stupore che la soggettività sia considerata prevalentemente qualcosa di relativo a chi agisce e quasi mai a ciò che è gettato sotto o assoggettato.

    Annegherò nel mezzo vuoto del bicchiere

    e permarrò come le cose più leggere

    canzone popolare

    135

    Sulla conoscenza, vedi il 256. Sull'autorevolezza, vedi il 215.

    E' paradogmatica condividere senza la necessità di una pregressa onniscienza. Se, per poter trattare un tema, sapere la totalità di ciò che su di esso è già conosciuto fosse un requisito imprescindibile, potendo essere impossibile quantificare tale totalità, nessuna idea potrebbe essere diffusa.

    E' paradogmatica proporre, al contempo, qualunque cosa, sia senza ignorare completamente il passato, sia senza riproporre il già visto e il già sentito. Tra l'ignoranza, determinata dall'impossibilità di ambire alla piena conoscenza, e la moltiplicazione senza un limite di concetti solo abbozzati, su cui probabilmente è già stato ampiamente speculato, difficile decidere cosa scegliere, come sovente accade se gli argomenti sono presentati in forma duale ed estremizzata. Potrebbe non essere ovvio il metodo da usare per stabilire chi ha la competenza per partecipare ad un dibattito su alcunché. Al singolo è lasciata la decisione su cosa diffondere, perdurante l'invito ad astenersi dal farlo se non strettamente necessario e a non accettare l'imposizione di tacere, affinché il silenzio sia esercitato solo volontariamente.

    Lo lascerò per continuare a frequentarlo

    mi ci opporrò per poi infine diventarlo

    canzone popolare

    136

    Sui paradigmi, vedi il 121 o il 221. Per autocritiche, vai al 611 o al 642. Sul possesso, vedi il 225 o il 556.

    E' paradogmatica criticare in modo distruttivo uno strumento, abbandonarlo e, inevitabilmente, utilizzarlo.

    E' paradogmatica utilizzare lo strumento criticato per esemplificarne i limiti e i difetti.

    E' paradogmatica essere ciò che non dovrebbe essere, possedere, aborrendolo, il concetto di possesso, assomigliare sempre di più a ciò che è presupposto essere l'impedimento al processo di scelta libera e consapevole, usare un insieme di parole contro i paradigmi dogmatici, rendendolo un paradigma dogmatico.

    Può premettere per sempre?

    Apparizione del Dissolventismo

    141

    Sulle premesse, vedi il 643. Per un'altra cosa prima, vai al 463.

    E' paradogmatica premettere che ogni premessa può avere un'altra premessa, che a sua volta può averne ancora una, non essendoci l'obbligo di una premessa che non abbia premesse;

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