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E-book174 pagine1 ora

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Info su questo ebook

Luca è un ragazzo intraprendente e coscienzioso. Un gran lavoratore che spesso si ritrova a provare a risolvere problemi causati da persone poco attente…
 Impresa non facile quando i problemi sembrano all’ordine del giorno.
Leila è una giovane ingegnosa, raffinata e molto dolce. Lavora nella stessa azienda di Luca come segretaria del capo. Ha sempre avuto un sorriso e una parola di incoraggiamento per il ragazzo, lo ha preso sotto la sua ala protettiva senza che lui neanche lo sapesse.
Insieme si ritrovano a dover intraprendere un viaggio lavorativo sul prototipo di un nuovo veicolo… Ma qualcosa va storto. 
È così che un evento, drammatico e traumatico, cambia l’ordine delle vite di chiunque sia entrato in contatto con i due giovani, spingendoli ad agire per cercare di salvarli.

Mariangela Crotti nasce a Bergamo il 4 gennaio 1967.
Ottiene il diploma di Infermiera Professionale nel 1986 e da allora si occupa di assistenza, in particolare a pazienti terminali. Durante la lunga carriera, tante storie dolorose si intrecciano con la sua e ciò la porta a considerare la scrittura come strumento di introspezione. Con il supporto meraviglioso dei figli, dopo la prematura scomparsa del marito, riesce a realizzare un’opera che rappresenta un punto fermo della sua vita: la forza della catena dell’amore!
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2022
ISBN9788830673212
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    Anteprima del libro

    Ed eccoci qui... - Mariangela Crotti

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un pò più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    ED ECCOCI QUI

    Ed eccoci qui….

    un salto nel vuoto…

    solo il vuoto…

    solo il silenzio, il nulla…

    IL MAGAZZINO

    -Ma che cavolo… non è possibile, come mai questa fornitura non è stata spedita? Doveva partire ieri! Chi diavolo si è occupato dell’ordine? Questi ora ci fanno il culo!

    Grossa responsabilità per Luca gestire il magazzino. Ditta importante, milioni in fatturato e un branco di imbecilli assunti da leader compiacenti e accomodanti.

    Il suo ruolo era decisivo per la credibilità dell’azienda, ma frustrante. Certo tutti quegli anni all’università, la laurea in ingegneria chimica e il master in ingegneria aerospaziale avrebbero dovuto essere una buona rampa di lancio per un ragazzo della sua età e con la sua innata empatia e abilità lessicale.

    Una personcina interessante l’aveva definito un’insegnante della commissione d’esame durante una sua performance. Un giovane brillante, onesto, volenteroso, modesto e gentile; altruista e determinato. Un fisico asciutto, bell’aspetto, sulla trentina.

    Cresciuto con dei genitori meravigliosi, sempre attenti ai suoi bisogni, premurosi e con forti principi morali, che avevano condiviso fin da piccolo i suoi interessi, permettendogli di sviluppare idee e sogni…ma tutto ciò era finito troppo presto. Mentre frequentava l’università, a ventun anni aveva vissuto l’angoscia di convivere con il tumore alle ossa della madre che in pochi mesi aveva dovuto arrendersi alla malattia. A distanza di qualche mese il padre, volontario su un elicottero della Croce Rossa, infortunatosi durante un intervento per salvare una famiglia in pericolo, dopo una lunga agonia in terapia intensiva non ce l’aveva fatta, lasciando in eredità al figlio la coraggiosa scelta di donare gli organi, proprio a quelle persone di cui si occupava il padre, in quanto responsabile del centro di nefrologia e dialisi dell’ospedale della Città.

    Ora è solo, spaesato e confuso, arrabbiato e deluso, ma determinato a portare a termine il percorso iniziato con l’appoggio dei suoi pilastri di vita. Ma purtroppo deve fare i conti con la vita reale: affrontare l’università senza un supporto economico non sarebbe stato facile; ma arrendersi non era nelle sue corde e con tanta buona volontà e forza d’animo aveva seguito i corsi alternandoli a piccoli lavori rimediati di volta in volta in base alle esigenze dell’ateneo.

    L’impegno al delfinario, dove la madre aveva lavorato prestando il suo operato come biologa marina, era interessante e piacevole ma poco redditizio. Luca amava restare la sera, dopo la chiusura del centro, ad osservare i delfini e le foche adattarsi ad un habitat non proprio naturale, sopravvivere ad un’imposizione degli esseri umani e condividere con lui la tristezza della solitudine e della privazione della famiglia. Anche il servizio Speedy Pizza le sere del fine settimana, grazie alle mance poco generose dei clienti, non contribuivano al suo benessere economico.

    Malgrado le sue capacità e le sue competenze, il momento per il paese era piuttosto critico, la crisi economica era grave e la pandemia covid non aveva certo migliorato la situazione; anche le insistenti ricognizioni nei vari uffici predestinati allo scopo di poter finalmente esercitare la professione adeguata alle sue abilità, curriculum vitae alla mano, portavano a nulla, le risposte negative fioccavano senza indulgenza.

    Cogliere senza indugio la proposta della ditta import-export in quel momento era sembrata la soluzione più propizia, relativamente ben retribuita, anche se scarsamente gratificante dal punto di vista dell’autostima. Ma Luca non era tipo da lasciarsi scoraggiare facilmente e questa nuova sfida finì per stimolarlo ancor più a dare il meglio di sé. Non casualmente da semplice magazziniere, dopo solo pochi mesi aveva intrapreso una scalata al potere (così la chiamava ironicamente parlandone con un’amica di penna), guadagnando la stima dei colleghi, che approfittavano della sua disponibilità per utilizzare riposi e ferie extra, e dei dirigenti, che ben presto avevano affidato al nuovo ragazzo la responsabilità del settore.

    -Ehi, il capo ti vuole… sono cazzi!-

    Ancora una volta Luca deve affrontare il direttivo e accollarsi la responsabilità dell’ennesimo strafalcione commesso dai colleghi superficiali ed inetti. Per quanto ancora si impone di tollerare atteggiamenti così irresponsabili? Discutere e chiarire le questioni con i capi non è mai stato un nodo gordiano, più che altro una seccatura; ma quello che lo fa imbestialire è la consapevolezza di lavorare con soggetti sciatti, indifferenti e disinteressati, sprezzanti, disattenti e approssimativi.

    Ignorante, nel senso che ignora; imbecille, nel senso che imbelle ricorda sorridendo e pensando ad un famoso trio di comici che aveva esordito con la stessa frase in una rappresentazione teatrale.

    Perché deve occuparsi di questioni legate a marmaglia del genere invece di dedicarsi a faccende ben più importanti? Lui, molto accurato, maturo e riflessivo, non è uno stacanovista ma crede in quello che fa e si impegna con tutto sé stesso per sviluppare e ottimizzare la produttività dell’azienda, auspicando naturalmente ad un riscontro economico da parte dei responsabili.

    Ebbene sì, deve affrontarli di nuovo e questa volta ci andrà giù pesante. Basta coprire le scelleratezze altrui, basta accollarsi le malefatte, questa volta parlerà, farà nomi e cognomi e contribuirà a far saltare qualche testa. Si sente un po’ come un galeotto pronto a tradire il proprio clan per ottenere uno sconto di pena e finire nel programma di protezione testimoni ricordando quei film visti su network a pagamento che sicuramente non aiutavano ad affrontare la nuova sfida. Deve fare qualcosa, modificare la situazione, risolvere il problema alla radice, qualcosa di plateale che ribalti le carte in tavola, si, questa è l’occasione giusta; finalmente giunto il momento di prendere delle rivincite, il momento della rivalsa, l’attimo per…

    -Ciao Luca, tutto bene? Come mai così concentrato? Qualcosa è andato storto… di nuovo? -

    Eccola, era lì, davanti a lui, in tutto il suo splendore, la sua grazia e il sorriso sfolgorante.

    La donna più raffinata e sagace, intuitiva, ingegnosa e brillante che avesse mai conosciuto; non trascurando il fatto che era una donna di una bellezza incantevole ed elegante, armoniosa, raffinata ed affascinante. La sua perspicacia e la sua modestia, unita alla riservatezza e la sensibilità riguardo le persone, la rende agli occhi del giovane una icona invulnerabile, una fortezza inespugnabile. Sono anni che la osserva in disparte ed interagisce con lei solo in rare occasioni e sempre nei momenti critici legati al suo impegno come responsabile.

    Lei, la segretaria del Capo, ha sempre una parola gentile per tutti, per lui in particolare, perché nel ragazzo riconosce le potenzialità e la generosità che lo contraddistinguono. Spesso ha caldeggiato e sostenuto le idee di Luca, opponendosi se necessario al titolare stesso, senza che il ragazzo lo abbia mai sospettato, per la bizzarra e irrazionale empatia che li lega. Leila è il suo nome, che ben rappresenta la sua personalità; acuta intelligenza, sicurezza e determinazione, impegnativa ed intollerante agli errori, individualista, quindi con qualche difficoltà a fidarsi degli altri. Un approccio autoritario

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