A scuola da Aristotele leggendo Platone: Su techne, sophia e vita del genere umano
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Info su questo ebook
dalla Prefazione di Vittorino Grossi
«Certamente questo volume A scuola da Aristotele leggendo Platone, e la luce posta sul significato dei termini come techne e sophia, costituisce un bellissimo studio di filosofia antica. Ma il lettore avrà la gioia di vedere emergere, nelle righe di questo libro, oltre a questa analisi tanto rigorosa quanto pedagogica, gli elementi di una vera filosofia della didattica universitaria e della ricerca, adatta a rispondere a domande che mi sembrano cruciali per l’istituzione accademica di oggi».
dalla Postfazione di Dominique Lambert
Giulia Lombardi, PhD, è docente di Storia della Filosofia Antica presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Urbaniana. È membro della International Plato Society e fa parte di numerosi gruppi di ricerca e comitati scientifici.
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A scuola da Aristotele leggendo Platone - Giulia Lombardi
Giulia Lombardi
A scuola da Aristotele leggendo Platone
Su techne, sophia e vita del genere umano
Tutti i volumi pubblicati nelle collane dell’editrice Studium Cultura
ed Universale
sono sottoposti a doppio referaggio cieco. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche, ci si avvale anche di professori esterni al Comitato scientifico, consultabile all’indirizzo web http://www.edizionistudium.it/content/comitato-scientifico-0.
Copyright © 2022 by Edizioni Studium - Roma
ISSN della collana Cultura 2612-2774
ISBN Cartaceo: 978-88-382-5256-3
ISBN Digitale: 978-88-382-5312-6
www.edizionistudium.it
UUID: c76fb94d-c62d-4840-bc30-de645fb8f7d2
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Indice dei contenuti
Abbreviazioni e sigle
Prefazione
INTRODUZIONE
I. A scuola dA Aristotele, leggendo Platone
1. Il metodo
2. I termini della questione: techne, sophia e vita del genere degli uomini
II. Platone e Aristotele, per la filosofia come techne
1. Il contesto della polis e il suo uso come modello espansivo
2. La scuola di filosofia come techne
III. La techne: nel movimento dal genos al telos
1. Estendere lo sguardo verso il telos
2. Techne è episteme
IV. La vita e la techne, verso la sophia
1. La vita secondo la techne della praxis
2. Techne della physis e vita animale
3. La vita secondo la poiesis: come la techne imita la physis
4. La techne della filosofia: per la vita del genere degli uomini
Conclusioni
Postfazione
Indice dei passi Aristotelici
Bibliografia
INDICE DEI NOMI
CULTURA
Studium
294.
La Dialettica
GIULIA LOMBARDI
A SCUOLA DA ARISTOTELE
LEGGENDO PLATONE
Su techne, sophia e vita del genere umano
Prefazione di Vittorino Grossi
Postfazione di Dominique Lambert
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Alla mia nonna Vanda,
maestra di vita
con una sete insaziabile di apprendere
ὃν ἡμεῖς καταγγέλλομεν νουθετοῦντες πάντα ἄνθρωπον καὶ
διδάσκοντες πάντα ἄνθρωπον ἐν πάσῃ σοφίᾳ, ἵνα
παραστήσωμεν πάντα ἄνθρωπον τέλειον ἐν Χριστῷ
San Paolo, Lettera ai Colossesi, 1, 28
Abbreviazioni e sigle
Per le abbreviazioni dei nomi dei filosofi greci e dei titoli delle opere, seguo i criteri di A Greek-English Lexicon compiled by H. G. Liddell – R. Scott, revised and augmented thoughout by H.S. Jones – R. McKenzie, with a revised supplement, Clarendon Press, Oxford 1990.
- Arist = Aristotele
APo = Analitici Secondi
Cat = Categorie
de An = de Anima
EE = Etica Eudemia
EN = Etica Nicomachea
HA = Historia Animalium
MA = de Motu Animalium
Met =Metafisica
PA = Parti degli Animali
Phys = Fisica
Po = Poetica
Pol = Politica
SE = Sophistici Elenchi
Top = Topici
- Plat = Platone
Ap = Apologia di Socrate
Euthd = Eutidemo
Euthphr = Eutifrone
Grg = Gorgia
Lg = Leggi
Ly = Liside
Phd = Fedone
Phdr = Fedro
Phlb = Filebo
Plt = Politico
Prm = Parmenide
Prt = Protagora
Resp = Repubblica
Smp = Simposio
Sph = Sofista
Tht = Teeteto
Ti = Timeo
Avvertenze:
(a) Quando citerò singole parole in greco, userò la traslitterazione dei caratteri greci, senza distinzione tra la ‘ epsilon’ e la ‘ eta’, mentre, per maggiore chiarezza distinguerò tra ‘ omicron’, ‘ o’, e ‘ omega’, ‘ ô’.
(b) La parola ‘ techne’ sarà resa sempre traslitterata, perché ogni traduzione risulterebbe riduttiva rispetto all’ampiezza di senso e all’importanza di funzione che assume in Met A1 e sulle quali intendo indagare.
(c) Il testo greco di Arist Met A1 sarà seguito secondo l’edizione critica più recente:
Primavesi (ed.cr.) Met = Aristotle’s Metaphysics Alpha. Symposium Aristotelicum, edited by C. Steel, with a new critical edition of the Greek text by O. Primavesi (ed.cr.), Oxford University Press, Oxford 2012, 465-516.
La traduzione italiana di Arist Met A1 è il frutto di mie modifiche e rielaborazioni sulla base delle seguenti traduzioni ufficiali:
Berti (tr.) Met = Aristotele, Metafisica, con testo greco a fronte, Traduzione, introduzione e note di E. Berti, Laterza, Bari-Roma 2017.
Cardullo (tr.) Met = Aristotele, Metafisica. Libri Α , α , Β, Introduzione, traduzione e commento di R. L. Cardullo, Carocci, Roma 2013.
Reale(tr.) Met = Introduzione, traduzione e commentario della Metafisica
di Aristotele, Testo greco a fronte (Il Pensiero Occidentale), Bompiani, Milano 2004.
Traduzioni di altri testi di Aristotele:
Berti (tr.) Protreptico = Aristotele , Protreptico: esortazione alla filosofia, a cura di E. Berti, UTET, Torino 2008.
Fermani (tr.) Top = Aristotele, Topici, in Aristotele, Organon ( Categorie – De interpretatione – Analitici Primi – Analitici Secondi – Topici – Confutazioni sofistiche), Testo greco a fronte, Coordinamento generale di M. Migliori, Saggi introduttivi, traduzioni, note e apparati di M. Bernardini, M. Bontempi, A. Fermani, R. Medda, L. Palpacelli (Il Pensiero Occidentale), Bompiani, Milano 2018.
Mazzarelli (tr.) EN = Aristotele, Etica Nicomachea, testo greco a fronte, introduzione, traduzione, note e apparati di C. Mazzarelli, Milano Rusconi Libri, 1993.
Radice-Gargiulo (tr.) Pol = Aristotele, Politica, Volume I (Libri I-IV), Introduzioni L. Canfora e R. Kraut, Traduzione R. Radice e T. Gargiulo, Commento T. J. Saunders e R. Robinson (Scrittori greci e latini), Fondazione Valla-Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2014.
Vegetti (tr.) HA = Aristotele, La vita. Ricerche sugli animali-Le parti degli animali-La locomozione degli animali-La riproduzione degli animali-Brevi opere di psicologia e fisiologia ( Parva naturalia)- Il moto degli animali, Testo greco a fronte, a cura di D. Lanza e M. Vegetti, Aggiornamenti e integrazioni di G. Girgenti (Il Pensiero Occidentale), Bompiani, Milano 2018.
La traduzione italiana dei Dialoghi di Platone sarà generalmente ripresa da
Reale (tr.) Plat = Platone, Tutti gli Scritti, a cura di Giovanni Reale, Rusconi, Milano 1991.
Altre traduzioni italiane consultate:
– Fedro
Tondelli (tr.) Phdr = Platone, Fedro, testo originale a fronte, con un saggio di L. Robin, traduzione e note di M. Tondelli (Oscar Classici Latini e Greci), Mondadori, Milano 1998.
– Filebo
Migliori (tr.) Phlb = Platone, Filebo, Introduzione, traduzione, note, apparati e appendice bibliografica di M. Migliori (Testi a fronte), Bompiani, Milano 2011 3.
– Repubblica
Vegetti (tr.) Resp II-III = Platone, La Repubblica, Traduzione e commento a cura di M. Vegetti, vol. II, Libri II e III (Elenchos XXVIII-2), Bibliopolis, Napoli 1998.
Vegetti (tr.), Resp IV = Platone, La Repubblica, Traduzione e commento a cura di M. Vegetti, vol. III, Libro IV, (Elenchos XXVIII-3), Bibliopolis, Napoli 1998.
Vegetti (tr.) Resp VI-VII = Platone, La Repubblica, Traduzione e commento a cura di Mario Vegetti, vol. V, Libri VI e VII (Elenchos XXVIII-5), Bibliopolis, Napoli 2003.
Sartori (tr.) Resp = Platone, La Repubblica, Traduzione di F. Sartori, Introduzione di M. Vegetti, Note di B. Centrone (Economica) Laterza, Roma-Bari 1997.
– Sofista
Fronterotta (tr.) Soph = Platone, Sofista, introduzione, traduzione e note di F. Fronterotta (Classici Greci e Latini), BUR Rizzoli, Milano 2007.
– Timeo
Reale (tr.) Ti = Platone, Timeo, Testo greco a fronte, Introduzione, traduzione, note, apparati e appendice iconografica di G. Reale, Aggiornamento bibliografico di V. Cicero (Testi a fronte), Bompiani, Milano 2013 5.
Prefazione
Il volume di Giulia Lombardi, A scuola da Aristotele leggendo Platone. Su techne, sophia e vita del genere umano , si presenta chiaro nel tema e negli intenti, fin dal titolo .
Nella prima parte, A scuola da Aristotele leggendo Platone, appare già delineato il metodo: oltre a considerare Aristotele nella prospettiva di discendenza da Platone e non in contrapposizione, l’autrice intende proporre un’esplorazione dei dialoghi di Platone come fonte e punto di riferimento per il materiale che Aristotele ha messo a punto per iscritto per l’insegnamento alla propria scuola, il Liceo, dopo essere stato per due decenni discepolo nell’Accademia. La parola scuola
è di fatto centrale nello sviluppo del testo, che valorizza la filosofia come sapere che vive nel rapporto discepolo/maestro e si costituisce come scienza fondandosi su alcune radici, che ciascun filosofo si preoccupa di palesare sia esplicitamente, sia implicitamente, con l’uso di una terminologia che rimanda ai maestri e che, nello stesso tempo, consente di interpretarli e meglio comprenderli.
C’è una tradizione importante di studi su come leggere Platone, di cui l’autrice intende servirsi implicitamente per proporre la lettura dei testi di scuola che costituiscono il corpus Aristotelicum. Senza cadere nella generalizzazione, Giulia Lombardi si concentra su alcuni termini chiave che vengono esplicitati nella seconda parte del titolo, Su techne, sophia e vita del genere umano, per ricostruirne l’ambito semantico con notevole rigore scientifico, senza trascurarne le risonanze propriamente filosofiche, sviluppate con passione teoretica. I due termini " techne e
sophia, non tradotti per non tradirne tutta la ricchezza, ed il sintagma
vita del genere umano", rimandano precisamente alle loro occorrenze nel testo chiave che costituisce la piattaforma su cui la rigorosa esegesi di Lombardi edifica la sua riflessione, ovvero il primo libro della Metafisica, a cui è dedicata ampia valorizzazione scientifica, con lo studio delle varie edizioni. Nella proposta di una sua traduzione dopo averne analizzate con rispetto molte, l’autrice insiste sui termini, le loro radici, la loro declinazione, la loro contestualizzazione, la lettura parallela di testi (con speciale riferimento alle Etiche) secondo un metodo, per molti versi originale, di studio filosofico del greco.
Il libro si compone di quattro capitoli: A scuola da Aristotele, leggendo Platone
, "Platone e Aristotele, per la filosofia come techne,
La techne: nel movimento dal genos al telos", "La vita e la techne, verso la sophia". Si tratta di quattro passi di un impegnativo percorso di ricerca che, contestualmente e contemporaneamente, si propone anche come un percorso di docenza, utile a ripensare oggi un Istituto accademico, come si ha nel primo capitolo dell’opera. I termini centrali ( techne e sophia, genos tôn anthrôpôn), infatti, vengono delineati, con particolare sottolineatura del rilievo antropologico, sia nel contesto sociale e politico. Per chiarire il senso di genos, viene richiamato il dialogo platonico del Filebo, in particolare Filebo 16 E, per il senso di sophia e to eidenai, si articola un complesso di riferimenti alla Repubblica, all’ Apologia di Socrate e al Fedone, e, per concludere,il senso di philosophos è illustrato attraverso passi del Simposio e di nuovo del Filebo.
Il secondo capitolo è dedicato all ’approfondimento della nozione di techne. L’indagine libera la techne dal ristretto significato che ha nelle lingue moderne, e le restituisce l’ampio orizzonte semantico capace di cogliere la filosofia in quanto techne nella sua funzione architettonica.
Il terzo capitolo pone la techne entro il legame tra genos e telos, in quanto capacità conoscitiva dell’uomo tesa ad un fine.
L’ultimo capitolo approfondisce il legame tra la techne e la vita, mediante lo studio della praxis, della physis e della poiesis. L’autrice rileva come la crescita in sapienza di questo tipo non possa essere misurata individualmente attraverso quello che chiama un sapienziometro
, ma trovi il luogo del confronto nella dimensione comunitaria della techne. Per questa ragione, quando «Aristotele arriva a considerare la vita del genere umano, non parla più della vita di ciascun essere umano, e di tutti gliuomini nel loro insieme, ma di quella unità che è il genere ( genos)». Acquista, pertanto, un valore complesso la frase di Met A 1 980 b 25-27, «il genere degli uomini vive di techne e logismoi».
La conclusione evidenzia come la filosofia di Platone e di Aristotele non sia chiusa entro un paradigma o uno schema di pensiero, ma si articoli in un modo di pensare la realtà che ne rispetti la complessità, con una pluralità molto elastica di strumenti
, secondo la felice impostazione di Maurizio Migliori.
Il costante richiamo ai testi, che percorre il volume di Giulia Lombardi, va letto proprio nella prospettiva di chi sa che essere maestro significa sempre essere discepolo.
Il volume ha il pregio di essere insieme il prodotto scientifico di una attenta storica del pensiero antico, ma anche l’esito, parimenti attento, di una docente capace di parlare a studenti di varie culture; appare dunque come il frutto maturo del percorso di ricerca di Giulia Lombardi sempre aperto ai consessi internazionali, come si può evincere dalla sua biografia, e costituisce anche il frutto della sua decennale attività di docente nel contesto delle Università Pontificie, in modo particolare nell’Università Urbaniana.
Padre Vittorino Grossi, osa
Professore Emerito di Patrologia e Patristica
Pontificia Università Lateranense e Augustinianum
INTRODUZIONE
A scuola da Aristotele, leggendo Platone è un percorso di indagine su quei testi che, a partire dal I secolo a.C., sono stati raccolti e ordinati dalle rispettive scuole di filosofia, compresa una più recente come quella Stoica, per l’esigenza comune di consolidarsi attraverso lo studio delle proprie radici: all’interno dell’Academia, gli stessi Dialoghi pubblicati da Platone avevano costituito un corpus , ripartito al suo interno in tetralogie. Per i Peripatetici, era invece il materiale scritto da Aristotele per la preparazione della lezione orale, ma non pubblicato, a meritare lo sforzo di essere sistemato per la lettura e la spiegazione in classe. La fortuna di questo nuovo corpus andrà oltre il Liceo, soprattutto quando, a partire dal III secolo d.C., sarà integrato nel curriculum di studi delle scuole filosofiche neoplatoniche di Atene e di Alessandria d’Egitto: la lettura e il commento dei testi aristotelici raccolti saranno considerati, infatti, la palestra per accedere ai grandi misteri contenuti nei Dialoghi di Platone [1] .
Anche il campo di ricerca proposto in questo volume comprende insieme, dunque, il corpus platonico dei Dialoghi, organizzato in tetralogie, e il corpus aristotelico, formato dagli scritti di scuola e tripartito secondo le scienze che costituiscono l’intero della filosofia, cioè le scienze teoretiche, pratiche e poietiche. Questo materiale ha costituito un utile punto di riferimento per trattare la filosofia come oggetto di insegnamento da parte delle scuole successive, anche grazie alle linee di distinzione che possono essere tracciate all’interno, con un arricchimento della prospettiva di indagine sulla filosofia stessa: la prima linea di distinzione è data dai due diversi autori per ciascun corpus, che, però sono legati dalla relazione tra maestro e discepolo [2] . Sin dall’epoca arcaica, lo sviluppo generale del mondo greco [3] è dipeso molto dal carattere dinamico e fecondo di questa particolare relazione, per qualsiasi disciplina si trattasse; dinamico, perché le fonti testimoniano della frequenza degli scambi tra una polis e l’altra; fecondo, per il valore della trasmissione del sapere tra una generazione e l’altra, nel costante assunto che quello che veniva dagli antichi fosse degno di maggiore stima. La prospettiva di una radice comune per la crescita in sapienza non annullava le differenze, ma semmai le rendeva più evidenti. Questo permetterà a Platone e in modo più esplicito ad Aristotele, di trovare il legame con alcuni sapienti del passato, individuati come coloro che per primi filosofarono nel modo che starà alla base della filosofia come scuola [4] .
La seconda linea di distinzione riguarda i due diversi destinatari ai quali ciascun corpus è rivolto: l’uno, è quello degli studenti ai quali è impartito l’insegnamento orale nella scuola di filosofia del Liceo, l’altro, è quello dei lettori senza un profilo definito, soprattutto in riferimento alla conoscenza della filosofia, perché non necessariamente frequentatori dell’Academia. Come hanno mostrato i maestri delle scuole neoplatoniche, l’approccio diverso a una questione filosofica comune, determinato dalla specificità del destinatario, permetteva con un testo di un autore di rendere esplicito quello che rimaneva sotteso nel testo dell’altro; lo studio sistematico della filosofia nelle scuole neoplatoniche procedeva, infatti, in modo differenziato e per tappe, cioè partendo dai testi di scuola di Aristotele che, per la destinazione diretta ai propri allievi, risultavano più accessibili alle orecchie degli studenti neoplatonici, e giungendo poi alla comprensione delle immagini presenti nei Dialoghi platonici, usate per rendere chiaro al lettore del V-IV secolo a.C. quello che solitamente a scuola veniva spiegato a tu per tu, discepolo e maestro.
La proposta di metodo, A scuola da Aristotele, leggendo Platone, si inserisce in questo campo di indagine complessivo già delineato nella tarda antichità e tiene conto delle linee di distinzione sopra indicate, sebbene il procedere sia molto meno lineare e l’intento sia di chiarire quello che rimane implicito o non definito nel testo aristotelico, sulla base dei rimandi a temi sviluppati con un certo lessico nei Dialoghi platonici. Come è stato spesso sottolineato da Enrico Berti, «Aristotele fondò una scuola, il Liceo, ma vi trascorse appena undici anni (334-323 a.C.). [...] Nell’Accademia egli era entrato a 17 anni e vi era rimasto sino a 37» [5] . L’Academia è di fatto «la prima vera scuola di filosofia, fondata e diretta da un filosofo della grandezza di Platone e frequentata per vent’anni dal suo non meno famoso discepolo, Aristotele» [6] . Sarà, perciò, fruttuoso trattare i testi elaborati da Aristotele, maestro della scuola di filosofia del Liceo, considerando il bagaglio che ha portato da discepolo di Platone dalla scuola di filosofia dell’Academia. Certamente, lo stesso Platone deve essere visto, a sua volta, come discepolo di Socrate rispetto alla filosofia, seppure non si possa parlare ufficialmente di una scuola socratica; e questo, non perché non abbia lasciato nulla di scritto. D’altra parte, non abbiamo nemmeno un materiale scritto per l’insegnamento di Platone – a cui Aristotele rimanda con l’espressione ‘ agrapha dogmata’ – e quello di Aristotele è stato recuperato successivamente, come base di riferimento per l’attività scolastica.
Tenuto conto della necessità per i nostri due filosofi che l’insegnamento avvenisse oralmente, a tu per tu con il discepolo, e facendo tesoro della differenza di destinatari del loro rispettivo materiale scritto, giunto fino a noi, si può verosimilmente ritenere che Aristotele abbia elaborato i suoi testi di scuola non dal nulla, ma a partire dall’esperienza maturata nei vent’anni di Academia; in più, forte della diffusione esterna dei Dialoghi di Platone, non è escluso che Aristotele se ne sia servito anche a lezione, riprendendo con i suoi studenti una certa terminologia ormai in uso e ricorrendo a temi tratti dalle opere del suo maestro. Per questa ragione, sebbene l’insegnamento caratterizzi l’attività di entrambi, così come la possibilità di leggere i testi sia data tanto nel caso di Platone quanto nel caso di Aristotele, ho indicato A scuola da Aristotele, per assumere il contesto implicito, ma familiare agli ascoltatori delle lezioni, proprio leggendo Platone, cioè grazie alla possibilità di accedere al materiale circolante anche tra i discepoli di Aristotele.
Con la seconda parte del titolo del presente volume, Techne, sophia e vita del genere umano, si intende circoscrivere l’ambito sul quale sarà applicato il metodo di indagine proposto. Non sarà una trattazione generale, ma questi temi saranno ripresi da un testo preciso e limitato di Aristotele, cioè il capitolo iniziale di Metafisica A, che, secondo Annick Jaulin [7] , « situe la philosophie comme étude des premières causes et des premiers principes». In effetti, parlare della filosofia come « étude» corrisponde a considerarla oggetto di scuola, come scienza appunto, dove la relazione dinamica e feconda tra maestro e discepolo tradizionalmente riconosciuta, si apre allo sfondo di ricerca delle cause, cioè dei modi di rispondere alla domanda perché?
. In Met A1, Aristotele vuole mostrare che, per una progressiva crescita in sapienza, sia necessario, anzi, vitale, che gli uomini imparino e insegnino a conoscere le cause; e al centro pone il termine chiave ‘ techne’ [8] , a cominciare da questa prima occorrenza, nella quale troviamo il riferimento alla vita, e l’espressione «genere degli uomini» che fanno parte della seconda parte del titolo:
[ techne vita Met A 1, 980b25-28] [9]
Mentre, dunque, gli altri animali vivono di immagini e di ricordi, e l’esperienza vi ha solo una limitatissima parte; il genere degli uomini, invece, vive sia di techne sia di ragionamenti.
Ta men oun alla tais phantasiais z ê i kai mn ê mais, empeirias de metechei mikron; to de t ô n anthr ô p ô n genos kai technei kai logismois.
Al centro di questa ricerca è, dunque, la nozione di techne e la domanda su come Aristotele se ne serva in Met A1, oltre al perché vi sia una preferenza nell’uso di questo termine rispetto a quello di ‘ episteme’, pur risultando subito chiaro dal passo seguente che entrambi denotano lo stesso livello di conoscenza, cioè quello universale, capace di cogliere le cause, e di insegnare:
[ empeiria techne episteme Met A 1, 980 b 28-981 a 7]
Ora, negli uomini l’esperienza trae origine ( gignetai) dalla memoria; infatti, la molteplicità dei ricordi di un medesimo oggetto offre la possibilità di compiere ( apotelousin) un’unica esperienza. E pare quasi che l’esperienza sia qualcosa di simile alla scienza ( episteme) e alla techne, ma in realtà scienza e techne risultano ( apobainei) agli uomini attraverso l’esperienza: infatti, l’esperienza produce la techne, come dice Polo – e dice bene! –, invece la mancanza di esperienza produce il caso. La techne nasce ( gignetai), quando da molte nozioni dell’esperienza si generi ( genetai) un unico pensiero universale che abbracci tutte le cose simili tra loro.
Aristotele non lascia, comunque, nell’ambiguità la relazione fra techne ed episteme e, ormai alla fine del capitolo [ Met A 1, 981 b 25], ammette di aver differenziato le due nozioni. In un altro contesto, però, come quello delle Etiche, e all’interno di un altro genere, ricorda che lo scopo dell’insegnamento impartito in Met A1 riguarda la sophia e la ricerca delle sue cause e principi, per cui techne ed episteme assolvono insieme, con gli stessi criteri, a questo scopo.