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Due vite / Backpacker e Bipolare
Due vite / Backpacker e Bipolare
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E-book452 pagine7 ore

Due vite / Backpacker e Bipolare

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Info su questo ebook

La vita di Daniela è un mix di emozioni e avventure: un carattere forte, i viaggi in giro per il mondo con soltanto uno zaino sulle spalle, mille lavori per guadagnare il necessario per raggiungere la prossima meta, tanti amici per ogni Paese visitato. Poi la diagnosi: disturbo bipolare. Tutte le certezze sembrano crollare, iniziano la depressione, gli sbalzi di umore, l’andirivieni incessante tra ospedali e uffici per sbrigare le pratiche burocratiche. La sua stessa identità si frammenta, il bandolo della matassa sembra ormai perduto... Una storia dura, autentica, capace di mostrare il volto più umano e sofferente del disturbo bipolare, verso la riconquista della propria autonomia e identità.
 
LinguaItaliano
Data di uscita31 dic 2022
ISBN9791220136259
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    Anteprima del libro

    Due vite / Backpacker e Bipolare - Daniela Dessena

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    Daniela Dessena

    Due vite /

    Backpacker e Bipolare

    © 2022 Europa Edizioni s.r.l. | Roma

    www.europaedizioni.it - info@europaedizioni.it

    ISBN 979-12-201-3089-9

    I edizione novembre 2022

    Finito di stampare nel mese di novembre 2022

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distributore per le librerie Messaggerie Libri S.p.A.

    Due vite / Backpacker e Bipolare

    Per Big

    1. INFANZIA

    3 aprile 1968, arriva la figlia tanto cercata, io, dopo un fallito parto gemellare dove hanno perso la vita le mie due sorelle, Maria, nata viva e che hanno fatto appena in tempo a battezzare, e Stella, per me.

    Mother dice che sono stata una bimba SPLENDIDA fino a quando non è arrivata sister, assolutamente non cercata, avevo un anno e 3 mesi. La povera sister piangeva sempre, aveva sempre qualcosa, allergie, eczemi, problemi col cibo… e aveva scambiato il giorno per la notte. Mother dice che le dicevo di buttarla via, a un anno e 3 mesi, il primo della INFINITA serie di colpevolizzazioni e rinfacciamenti.

    Buttavo i pannolini sporchi in strada e una volta dopo aver evacuato nel vasino ho spalmato accuratamente la mia cacca lungo tutto il pavimento del bagno (da NEUROPSICHIATRIA INFANTILE OGGI, mi fa venire i BRIVIDI solo a sentirla nominare! Me la son scampata) poi ho chiamato Mother e le ho fatto vedere il mio capolavoro! Non ricordo la sua reazione, di certo non sarà stata contenta o orgogliosa! Ci avevo messo tutto il mio impegno, è stata l’unica volta che l’ho fatto.

    A 3 anni una volta ho detto a Mother che volevo andare a cercare dei fiori per lei, mi ha risposto che andava bene ma di non andare in quella strada. Ma i fiori erano là! Mi aveva dato il permesso, davanti alla casa c’era solo la STRADA. Quindi le ho disobbedito e mi ricordo solo che un uomo mi ha riportato a casa in braccio e Mother ci veniva incontro piangendo e in vestaglia.

    A 3 o 4 anni ci hanno fatto togliere le tonsille, Mother & Father hanno detto che sembravamo 2 agnellini sgozzati, io mi ricordo fin troppo bene che mi hanno legato al water con delle garze perché non volevo evacuare, NON AVEVO LO STIMOLO! E infatti non ho evacuato niente, ma quanto Bello è LEGARE E CONTENERE un bambina di 3 o 4 anni al cesso!!

    Sempre a quell’età siamo andati tutti alla festa di compleanno di un bambino che abitava a fianco a noi, e quando siamo tornati a casa, appena varcato l’uscio Father mi si è avventato come una furia pestandomi di schiaffoni, non la finiva più!! Io cercavo di scappare per il corridoio, piangevo e non sapevo che cosa avevo fatto! Mother piangeva ma non ha potuto fermarlo, poi ho saputo che era andato su tutte le furie perché a quella festa di compleanno avevo mangiato troppi cioccolatini (che mi continuavano ad offrire), che sembravo una morta di fame e che gli avevo fatto fare una pessima figura. Ma non bastava e faceva prima a sgridarmi?? Magari con un: BASTA Daniela! Lui dice che mi ha dato uno schiaffo e Mother che me ne ha dato uno che valeva per cinquanta.

    Non so che gli è preso quella volta, bastava il suo sguardo o tono a paralizzarmi. Non mi ha più toccato, aveva perso il controllo, l’EQUILBRATO, e se ne sarà reso conto. Ho davanti agli occhi il riflesso del mio viso con le guance tutte gonfie nello specchio a casa dei miei padrini.

    Mangiavamo le patatine e le banane una volta al mese quando ritiravano lo stipendio i 2 insegnanti, eravamo in affitto e bisognava risparmiare per costruire la casa.

    Ho fatto altre cose strane da così piccola, mi sono infilata una perla blu bella grossa nel naso e hanno fatto molta fatica al pronto soccorso a togliermela. Poi una volta ho toccato l’arancione di una stufa elettrica accesa e il dito mi è diventato dello stesso colore, non mi hanno neanche voluto medicare, e Father mi ha detto che così imparavo, a non toccare.

    All’asilo una bambina aveva un anello d’oro fatto a serpentina con una perlina rossa e mi ha fatto venire in mente che ce l’avevo uguale ma Mother non me lo dava. Quando son tornata a casa son riuscita a convincerla a darmelo, lo volevo così TANTO, appena me l’ha dato me lo sono messa in bocca e l’ho masticato! Questo è davvero incomprensibile.

    Ma i bambini non fanno cose incomprensibili? E i GRANDI?

    Mi si impigliavano sempre le mutande nei bulloni dello scivolo dell’asilo, dalle suore, quand’ero in gonnellina, scivolavo e TRAC! le mutande rotte, che palle.

    Per raccontarne un’altra, una volta si è rotto l’elastico delle mutande nel piazzale della scuola, elementare, davanti a TUTTI.

    Mi ero innamorata di una bambina piccolissima! Vicina di casa perché si chiamava Monica, adoravo quel nome!

    Per un Natale I genitori ci avevano regalato la Barbie a me e sister, Mother mi ha messo a scegliere quale volevo tra le 2, DIFFICILE! Erano così diverse di faccia! Non sapevo proprio qual’era la più bella, Alla fine ho scelto, ma poi mi piaceva di più quella di sister. Un po’ strana lo ero. , Sister poi ne aveva avuta un’altra in regalo dalla madrina, ne aveva 2! CHE INVIDIA.

    Mangiavamo le fette di torta, quando capitava, il più lentamente possibile, era veramente un’impresa ma alla fine una aveva la soddisfazione di dire all’altra: io ce l’ho e tu non ce l’hai! Canticchiando, mi sa che vinceva sempre lei, io ero troppo golosa.

    Quando avevo 6 anni è nato il fratellino. Mentre Mother partoriva, io e sister siamo andate in chiesa a pregare, io volevo un fratellino e sister ovviamente una sorellina, sono stata accontentata io. Volevo che si chiamasse Alessandro perché all’asilo c’era un bambino che si chiamava così e mi piaceva molto. Troppe esse ha detto Mother fra nome e cognome e voleva chiamarlo Roberto, ma poi ha visto un bambino zingaro che si chiamava così e gli ha dato un altro nome. A Father invece è piaciuta molto una bambina che abitava vicino alla nostra prima casa e ha voluto chiamare sister col suo nome.

    ERA PICCOLISSIMO il fratellino quando ci lasciavano SOLE in casa con lui, ricordo che una volta ci avevo provato ma non ero riuscita a cambiargli il pannolino, si usavano di tela poi…

    Una volta, sempre a 6 anni, ero a casa di un’amichetta nella strada di sotto e mi scappava la pipì! Avevo troppa VERGOGNA di chiedere di andare in bagno e così quando proprio non ce l’ho fatta più me la son fatta addosso nel corridoio e poi son scappata via dicendo che avevo sentito mother che mi chiamava, ci ho fatto proprio una più BELLA FIGURA.

    Mi tiravano LE PIETRE se scendevo nella strada di sotto. Cadevo sempre e mettevo tante storte, que dolor! Così IMPARI a camminare bene mi diceva sempre Father.

    Ho sempre STAMPATI davanti gli occhi SPIRITATI di Mother che mi SGRIDAVA SEMPRE.

    Studiava per passare di ruolo, lavorava in altri paesi e aspettava passaggi in mezzo alla neve, si doveva occupare di tutto….ma come hai fatto a leggere centinaia di libri gialli, il tuo rifugio? Mentre guardava noi piccoli, eravamo proprio buoni allora.

    Father insegnava ed era sempre FUORI. Hobbies, al bar con gli amici, rientrava ai pasti, si guardava TUTTI i TG, SILENZIO, mother gli faceva da telecomando e la cinghia ce la faceva vedere o la appoggiava sulla sedia per prevenire eventuali capricci per il mangiare, non l’ha mai usata.

    Diceva che tutto dipendeva dalla mente, anche i dolori fisici (adesso dice che tutto dipende dall’intestino, he changed his mind). Ha cambiato IDEA.

    NON VOGLIO PARLARE DEL RAPPORTO TRA MOTHER & FATHER MA MOTHER ERA UNA FRUSTRATA STRESSATA, e io ero la sua VALVOLA DI SFOGO.

    ME L’HA SEMPRE DETTO CHE SONO STATA COSÌ RICERCATA! MAI PIACIUTA, ACCETTATA E RISPETTATA però, APPREZZATA, ed è andata BEN OLTRE dopo.

    Una volta ho desiderato di avere come madre Raffaella Carrà. E guardando una vecchia foto di Father con un’altra donna gli ho chiesto perché non aveva sposato lei che era più bella di Mother, mi ha risposto perché non sarei nata io. Very sweet (molto dolce)

    Poi non mi è più successo di avere questo desiderio, anche perché non si può avverare. E comunque NON RIESCO neanche ad immaginare di avere another Mother (un’altra madre).

    Torno a me, volevo VOLARE e ci provavo e riprovavo tuffandomi dal tavolo ma non sono mai riuscita a volare. Nei sogni sì, volavo ECCOME! Erano BELLISSIMI i miei sogni, quando sognavo patatine o gioielli mettevo tutto sotto il cuscino, ma quando mi svegliavo e andavo a vedere non c’era mai niente.

    Facevo tanti dispetti a sister, io volevo giocare, o forse ricevere un po’ di considerazione…

    Mi ricordo che quando ci coricavamo aspettavo un po’ e poi gattoni andavo a spaventarla, lei forse ci è cascata le prime volte ma poi non più. Il mio gioco preferito era SPIARLA con un compagnetto che era il fratello della sua amichetta. Aveva molta fantasia sister, disegnava, benissimo, tante storie, addestrava formiche... Una volta il mio compagnetto è venuto a casa tutto GASATO, le aveva sentite parlare di una mappa del tesoro imboscata sotto il letto di sister, VIA SUBITO! Era proprio là, abbiamo seguito tutte le indicazioni e abbiamo scavato anche dove c’erano tutti gli alberi intorno a quello segnato con la X, NADA. Eravamo ESAUSTI, poi sono arrivate le 2 per seppellire il TESORO! Comunque ci SCOPRIVANO sempre quando le spiavamo, ormai lo sapevano. Una volta sister ha reagito a un mio dispetto ( non ricordo quale) tirandomi i capelli e facendomi arrivare fino a terra con la testa. Io non reagivo a queste sue violenze, scatti diciamo. Un’altra volta (da adolescenti) mi ha dato una spinta, eravamo in camera nostra e c’era l’anta dell’armadio aperta, ho sfiorato lo spigolo e le ho detto che avrebbe potuto sfondarmi la scatola toracica! E si è messa a ridere per il mio clamoroso errore, però la spigolata nella cabeza l’ho scampata per un soffio. Devo averla proprio ESASPERATA, mi prendo tutte le colpe.

    Una notte mi è venuto da rimettere e il movimento istintivo è stato quello di girarmi a sinistra dove dormiva a fianco sister, SPERO sia stato involontario, e Mother mi ha sgridato dicendomi che avrei potuto girarmi dall’altra parte e non sporcare 2 letti, giustissimo, ma non ci ho proprio pensato e non credo di averne avuto il tempo. Una volta ho trovato sister che dormiva con a fianco a sinistra una montagnetta di vomito con in cima un chewingum.

    Comunque non stavo sempre dietro a lei, andavo in bicicletta e soprattutto ad esplorare campagne e FANTASTICAVO avventure su avventure. Avevo il mio POSTO SEGRETO e li mi sbizzarrivo proprio con la fantasia! Era quello che avevo, non sapevo fare altro, mi creavo un’altra VITA, avventurosa! Guardavo molta TV e mi sono INNAMORATA di TUTTI i personaggi televisivi, il primo fu BRACCIO DI FERRO! Non vedevo l’ora di andare a dormire per fantasticare sulle mie LOVE STORIES! La punizione era niente TV.

    Una volta ho spinto un bambino vicino di casa da un muro, sarà stato alto circa 2 metri, così, non si è fatto nulla per fortuna, poi si è vendicato tirandomi una bella pietra e accidentalmente, credo, mi ha colpito con un tubo di ferro sopra l’ orecchio, in testa, me lo meritavo.

    Ho fatto una cosa ORRENDA, che proprio mi VERGOGNO a scrivere… Quand’ero alle elementari, forse 7 anni, stavo giocando a girotondo con i compagni (che mi hanno dato la mano SOLO quando ho bruciato i porri che avevo lì, 2 e neanche grandi ma gli facevano schifo) e ho visto una bambina affetta da nanismo, tutta sola, per terra, e le ho SPUTATO ADDOSSO! UNBELIEVABLE! Forse possessione diabolica, io sono SEMPRE stata dalla parte dei più deboli, malati o emarginati, da difendere…. NON MI PERDONERÒ MAI! E forse mi merito TUTTI GLI SPUTI centuplicati che mi sono arrivati nella mia seconda VITA, e non penso proprio che siano finiti o finiranno MAI!

    Questa bambina riapparirà DONNA più avanti, GRANDE DONNA, si chiama Michelina.

    Il Carnevale era la mia festa PREFERITA, quanto mi piaceva mascherarmi e Mother mi truccava, sento ancora il profumo dei suoi trucchi. Il vestito era sempre lo stesso, da Fatina, per anni, fino a quando non mi hanno fatto notare che mi stava MOLTO CORTO.

    Una volta stavo camminando vicino a casa e ho assistito alla scena di un bambino che aveva picchiato la sorella perché gli aveva buttato un soldatino giù dalla strada, gli ho detto che per un pezzo di plastica picchiava sua sorella e fatto un po’ di ramanzina. Una signora ha assistito a tutta la scena e mi ha detto che parlavo molto bene e di fare l’avvocato, già...di me stessa

    Il fratellino voleva giocare con le nostre barbie e lo mandavamo via, avevo pregato per averlo...troppa differenza d’età, a quell’età. Era molto buono, tranquillo, ce l’ho in mente che corre sul girello, e che una volta non riuscivamo a trovarlo!! Si era nascosto sotto il letto di Mother & Father tutto spaventato e tremante. Stava giocando con una bambina vicina di casa a...darle martellate in testa per finta! C’è scappata per davvero, ha visto il sangue, si è spaventato ed è andato a nascondersi, poverino, non l’hanno neanche sgridato, ma la madre della bambina ovviamente ne ha fatto una TRAGEDIA, quella volta aveva ragione ma non era più credibile perché faceva TRAGEDIE per tutto, soprattutto per difendere le sue figlie dal nostro cane, che non le ha mai picchiate con la pompa!

    Il fratellino ha dormito nella culla fino all’età di 8 anni nella camera di Mother & Father.

    In Lussemburgo, dove abitava la sorella di Mother (ci siamo andati una volta) finalmente son riuscita a farmi i buchi nelle orecchie!! Da quanto lo desideravo, ha fatto tutto mia zia, e mi ha regalato anche gli orecchini d’oro, ce li ho ancora, ma mi piace l’argento adesso e perdo o mi si rompono sempre tutti i miei agghindamenti etnici o fatti a mano e un orecchino, most of the time (quasi sempre) a cerchio, FISSO! Molto bello pulito e ordinato il Lussemburgo, non c’era una cicca o altro per terra, c’erano tanti bellissimi giardini, siamo andati in una funivia tutti quanti, famiglia, zii e cugini.

    Nascondevo i miei ori dentro i buchi del muro dietro la nostra casa e poi non li ritrovavo più.

    Giocavamo su un dondolo fatto così: un pentolino rovesciato sopra tre cantoni e una trave di legno sopra il pentolino, era molto divertente, ma poco stabile.

    Ero innamorata del mio maestro, e plagiata. Come vedeva il sole ci portava fuori nella piazza-giardino li vicino e ci faceva giocare. Parlava sempre del problema dell’inquinamento e del fumo. Una volta a scuola mi son grattata la testa e sono scesi 4 animaletti che son caduti sul libro aperto, glieli ho fatti vedere e lui è fuggito! .

    Una volta Mother & Father si hanno acceso la sigaretta dentro la 126 verde SS111432 con noi 3 figli dietro, finestrini chiusi, era inverno, dovevamo fare un tragitto di 3 minuti per andare dai nonni paterni e gli ho detto che se la sarebbero potuta accendere dopo, fuori dalla macchina, era questione di pochi minuti, MADDAI! Era il mio maestro che parlava, anche, non hanno detto niente.

    Mia nonna paterna era piena di rughe in faccia che sembravano tagli! Ci dava sempre le gallette, come le chiamava lei, biscotti, parlava sempre, a volte era brutale e offendeva un po’ ma non lo faceva intenzionalmente, era la sua spontaneità, non se ne rendeva neanche conto secondo me. Urlava sempre quando guardava la TV per avvertire i personaggi di stare attenti a qualcuno che avevano alle spalle che voleva fargli del male, i cattivi ovvio. Aveva avuto 10 parti e 6 figli sopravvissuti, prima era così, tanti figli perché non c’era la TV si dice, sfornavano e sfornavano, una donna del mio paese ne ha avuto 18, per non andare in galera dicono, perché rubava. Ho sentito di un’altra donna di un paese vicino che ne ha avuto addirittura 24!

    Torniamo a mia nonna, ha dato a tutti i figli dei diminutivi, non ce n’era uno col nome originale, ma lei metteva i diminutivi a tutti, a me voleva mettermi Lella ma Mother gliel’ha vietato. Aveva tanti nipoti e diceva sempre che per lei erano tutti uguali, era vero, però il suo figlio preferito era Father.

    Mio nonno era sempre zitto per i fatti suoi che preparava il caffè e fumava, poi sbriciolava il tabacco rimasto nelle cicche (fumava sigarette senza filtro) e lo conservava dentro una bella scatoletta di metallo marrone per poi riutilizzarlo, erano i suoi riti.

    D’ estate andavamo al mare da una zia, sorella di Father, avevo 2 cugine e 1 cugino più grandi di me. Il cugino mi tirava grandemente divertito pallonate, forti! Sulla mia schiena e spalle perennemente ustionate dal sole. Per lui era un gioco, e la sua sorella più giovane una volta mi aveva detto che sarei morta dopo 3 giorni se non avessi fatto la brava perché avevo staccato un fiore da una pianta. Io ci ho creduto!! Ho vissuto 3 giorni di terrore stando ben attenta a non combinare nessun guaio e al terzo giorno ho rotto un bicchiere! Adesso muoio! Ma la cugina mi ha detto finalmente che non era vero. Sto solo raccontando scene che mi sono rimaste impresse nella mente, i miei cugini sono tutti splendide persone.

    Una volta un bel pezzo di vetraccio mi ha fatto un bel taglio profondo sul piede mentre camminavo dentro l’acqua del mare, me l’hanno poi fatto immergere in una bacinella di acqua bollente e sale, QUE DOLOR. Sento ancora i profumi dei panini con la mortadella e con la Nutella che ci portavamo al mare. Andavamo a piedi e ci abbuffavamo sempre di lamponi da una pianta che c’era lungo la via, ma che BUONI.

    Dormivamo suddivisi nei letti che c’erano l’uno con a fianco alla propria testa i piedi dell’altro, erano letti singoli e ci si poteva stare solo così.

    Una volta ero seduta su un muretto sulla spiaggia e ho pensato: ora ordino alle mie gambe di non muoversi, mi hanno dovuto portare a casa in braccio e poi la mia mente mi ritrova nella camera di Mother & Father con la febbre a 39. Ho perso una settimana di scuola proprio mentre preparavano una bellissima recita. Non ho potuto fare il fiore ma mi hanno fatto fare una capriola sul palco dicendo qualcosa, forse mascherata da Arlercchino, l’ho fatta bella veloce quella capriola, e VIA! Avevo una vergogna!

    Mi sarebbe piaciuto fare ginnastica artistica perché vedevo sempre la figlia di mio padrino che faceva tutti quei flic-flac e spaccate! Ero andata a iscrivermi ma l’insegnante non c’era, meno male! Non ci son più tornata, poi facevano i saggi e io non potevo esibirmi davanti a un pubblico! Troppa vergogna.

    C’era anche la punizione: vai in quella stanza! Buia. Una volta Mother mi ci ha mandato perché a una bambina che si era affacciata alla porta di casa e mi aveva chiesto se ero uscita promossa ho risposto che ero uscita promossa. Sapevo benissimo che era sbagliatissimo in Italiano ma non volevo correggere quella bambina. Ho giurato che non avrei MAI fatto la maestra perché volevo costruirmi le mie ORME e non gli ho mai chiesto aiuto per i compiti ai 2 maestri. Altro rinfaccio di Mother, ma poi loro non si sono mai interessati ai nostri compiti! Ce la facevo benissimo da sola poi e mi dicevano sempre tutti gli altri bambini che ero brava a scuola perché avevo i genitori maestri grrrrrrrr. All’esame di quinta elementare, allora c’era, mi hanno chiesto la zampa del gatto. Spiccavo sempre in altezza nelle foto, poi mi son fermata e mi hanno sorpassato tutti.

    Ho l’immagine di una volta che mi son fatta il bagno alle 2 a.m. e lavato i capelli col bagnoschiuma, avevo letto al contrario la sveglia che era programmata per le 7:30. Non è per niente importante ma quell’immagine è stampata nella mia mente. Un’altra è che mi son svegliata e ai piedi del letto c’era una sagoma bianca fosforescente come quella della Madonna. E sì, era proprio un ‘allucinazione, Lei appare solo ai pastorelli e guarisce solo malattie fisiche. Sorry, mi sento così sporca in confronto a Lei che non dovrei neanche nominarLa, addirittura La critico…

    Ci lasciavano sempre soli in casa con i 2 figli dei miei padrini, io ero la più GRANDE e quindi la RESPONSABILE, quante SGRIDATE!

    I giochi in strada coi bambini quasi ragazzini del vicinato erano MITICI E INDIMENTICABILI.

    Li facevamo TUTTI! Nascondino, my favorite, acchiapparella, attacca catena, 1 2 3 STELLA! Palla avvelenata, poi c’era MONDO, disegnavamo i pianeti coi gessetti sulla strada, quanti cazziatoni! Si giocava con un elastico che partiva dal ginocchio e poi si scendeva giù fino alle caviglie, venivano fuori di quei disegni agganciandolo con i piedi, bellissimo, ma si rompeva , lo aggiustavamo ma si rimpiccioliva sempre di più fino a quando non era più possibile giocarci. C’era il Paradiso…

    Alle ore calde del pomeriggio in estate ci vietavano di uscire perché veniva la Mamma del Sole, praticamente la moglie dell’Uomo Nero (ENTERSANDMAN i Metallica arrivano dappertutto), ce la nominavano sempre per spaventarci e non farci fare qualcosa che non volevano.

    Sono sempre andata volentieri in chiesa, una volta ho perso il tacco di una scarpa e un’altra ho pestato una cacca, che vergogna! Non vedevo l’ora che la Messa finisse. Ma ci andavo anche, o soprattutto? Perché avevo il permesso di andare al parco giochi vicino alla chiesa. GIOCARE GIOCARE GIOCARE. A 12 anni ho fatto la Cresima e non sono più tornata in chiesa, non era più obbligatorio e il parco giochi non mi attirava più.

    Ritagliavo le canzoni dai giornali, le incollavo a un quaderno e le cantavo nella piazza giardino senza nessuna vergogna, incredibile, poi ho sempre fatto finta di cantare quando sentivo le mie canzoni, tuttora most of the time. Una volta ho cantato sul serio i Carmina Burana in un coro polifonico a Porto Cervo… MOLTO più avanti.

    A 12 anni mi è venuto il ciclo questo SCONOSCIUTO, mi sono spaventatissima e mi son messa a piangere, pensavo di perdere sangue per sempre. Mother si è commossa quando le ho fatto vedere e voleva abbracciarmi, ma io l’ho respinta, non capivo cosa c’era da essere contenti, io non lo ero per niente! Poi ho saputo tutto. La mia madrina di Cresima, una cugina, mi regalò un libro, La DONNA, mi faceva PAURA! Non l’ho mai letto, ce l’ho ancora.

    Ho iniziato a sentirmi più grande comunque dopo l’arrivo del ciclo e ho dato il primo bacio sulla guancia a un amico vicino di casa imboscati dentro una casa che stavano costruendo li vicino a dove abitavamo e… ECCOLA Lì! SS111432, BECCATA!

    Ho scritto per la prima volta su un diario diviso per argomenti che mi avevano regalato, è molto bellino con una catenella che lo chiude e si apre con la chiavina, ma è sempre aperto. Di Father ho scritto che era un po’ severo quando ci voleva ma che lo ammiravo molto e apprezzavo tutto quello che faceva per me. Mother, anch’essa maestra, le volevo molto bene anche se spesso le rispondevo male perché non faceva altro che sgridarmi dalla mattina alla sera. Ho parlato delle primogenite gemelline e che dopo di me era arrivata sister, a volte sentivo di odiarla, come sentivo di odiare Mother & Father, ma poco dopo mi passava tutto. Infine veniva il fratellino, era un po’ viziato e mi bisticciavo molto spesso anche con lui. Poi mi rivolgevo al lettore del mio segretissimo diario dicendogli di non badare agli errori e alla mia calligrafia (sbarrato calli perché mi avevano insegnato che si dice grafia, calligrafia vuol dire bella grafia, io sento sempre dire solo calligrafia, bo?), poi di non badare neanche alle sciocchezze che avevo scritto perché poi mi sarei pentita di averle scritte, ma allora sarebbe stato troppo tardi per rimediare e di non badare a con quanta cattiveria avevo scritto, ci saremo conosciuti meglio più avanti e magari mi avrebbe capito. Avevo chiamato Mother & Father coi loro nomi, niente età per nessuno, ma avevo scritto la mia data di nascita. Avevo un’infinità di parenti dei quali non avrei detto neanche i nomi e neppure le località in cui vivevano. Forse perché erano troppi, era così BELLO quando ci ritrovavamo tutti insieme.

    Avevo un’infinità di conoscenze delle quali poche, anzi pochissime, forse nessuna, era una vera amicizia. Mi sentivo tradita da tutti, dal mondo, dalla vita, forse era la mia età che mi faceva pensare quelle cose ma io mi sentivo diversa dagli altri, sentivo che ero nata per svolgere un compito molto importante ma non sapevo quale e era quello che mi torturava. L’unica mia vera amica era la natura, solo con essa riuscivo a ritrovare la mia pace e la mia serenità, perduta da tanto tempo. Il diario, mio amico, non mi avrebbe tradito. ho sentito un bisogno impulsivo di scrivere qualcosa su di me e della vita che conduco, anche se so con certezza che non mi capirete, e quello che scriverò è soltanto una briciola in confronto a tutto quello che ho da dire. Il fatto è che non riesco a spiegare con le parole tutto ciò che sento dentro di me, e non consideratemi una pazza. Forse riuscirò in seguito a trovare le parole per spiegarmi meglio, ma sarà inutile, e non badate se mi allontano troppo dal testo del capitolo, ma non posso farci niente, è terribile non riuscire a capire e a spiegare ciò che si prova dentro se stessi. Ora devo lasciarvi, e non so fra quanto tempo potrò riprendere il mio discorso incompleto ed inutile, perché nessuno mi capirà.

    Dell’amica più cara ho scritto Non ne ho, credevo di averne avuto qualcuna in precedenza, ma quelle che ho adesso non si potrebbero definire vere amiche. Però ho anch’io un carattere difficile per cui penso che non avrò mai vere amiche e ciò mi fa pensare di cambiare il mio carattere, ma non ci riesco, e questo mi rende molto triste.

    Di ragazzi ne conoscevo tanti e la maggior parte mi definivano racchia, si bisticciavano con me, mi prendevano in giro e a volte mi picchiavano. L’unico ragazzo simpatico che conoscevo era Toni, egli era diverso da tutti gli altri, speravo di non essermi sbagliata anche sul suo conto, come mi capitava spesso, sarebbe stata una delusione in più che non sapevo se sarei riuscita a sostenere.

    Non ricevevo telefonate perché non possedevo il telefono, ma quando mi sarei trasferita nella casa nuova ne avrei ricevuto un’infinità, forse niente, al giorno. Mi scrivevo con la mia professoressa di lettere, Dolores Pintus, alla quale ero molto affezionata. Ero già alle medie allora ma ancora dodicenne e sempre la più alta di tutti, spiccavo nelle foto, mi hanno superato quasi tutti.

    Argomento: Le Mie Riflessioni.

    Riflessioni ne ho tante. Cominciamo a descrivere il mio carattere: è molto irascibile, a volte triste, a volte allegro. Mi piace molto la musica, leggere e guardare film romantici e avventurosi. Molti mi definiscono pazza , ma la mia è soltanto noia, odio, disperazione. Spesso faccio la stupida. Mi sento, a volte, tradita da tutti, odiata da tutti, e anch’io nutro odio per le persone che mi circondano, dico parolacce e me la prendo con Dio e con i miei genitori perché mi hanno creata, ma mi pento subito delle mie parole. Piango senza un motivo, mi pongo delle domande alle quali non avrò mai risposta, mi attrae lo spazio, la medicina, mi piacerebbe visitare tutto il mondo, essere sempre felice, sposarmi, avere dei bambini, ma non posso, ho paura di affrontare questo mondo pieno di violenza, nessuno mi aiuta, ho tutto ciò che una bambina al mondo può desiderare, ma non mi sento soddisfatta, pensando che al mondo c’è tanta gente che soffre, e non poter far niente per loro. Non durerà a lungo il mondo in queste condizioni: inquinamento, ricco di violenza, e sono pochi quelli che tentano di modificarlo. Quando l’uomo se ne accorgerà , sarà troppo tardi. Molti mi dicono che penso sempre alle cose più brutte, ma io non posso farne a meno, vorrei divertirmi, ma mi vengono alla mente le cose più schifose , che mi vergogno di pensare. Quando sono in compagnia mi passa tutto; tornata sola tornano anche loro". Ho commesso la sciocchezza di scegliermi un ragazzo a 12 anni e di dargli un bacio sulla guancia. Volevo essere più grande. Non ho fatto niente di male , lo so, ma me ne vergogno lo stesso. Mia madre non voleva che frequentassi ragazzi, io non le ho dato retta. Un giorno mi scoprì a parlare con Toni e con Franco, pensando chissà che cosa, mi vietò di uscire e di vederli. Fui costretta a mentire, non potevo certo dirle che Toni era il mio ragazzo e che anziché entrare dentro all’ora stabilita, mi trattenevo a parlare con loro in sua assenza. Oh Dio mio aiutami!

    Ho paura di crescere, di affrontare la vita, altrettanta della mia età. Avrei tante cose da dire, ma non riuscirei ad esprimermi e non basterebbero tutti i libri del mondo per esprimere le mie opinioni, ciò che provo dentro di me. Non riesco a sopportare nessuno e mi sento abbandonata da tutti, non posso neanche sfogarmi con nessuno, solo con te caro diario. Lettore mi capirai?"

    Degli incontri in villeggiatura scrivo di averne fatti abbastanza, alcuni brutti ed altri belli. Non ho voglia di raccontarti i miei incontri, le mie piccole amicizie al mare, forse ti annoierei, ci sono cose più importanti, non sei d’accordo?

    Ultimo argomento del diario: Piccoli e grandi segreti.

    Ho scritto che Mother & Father mi confidavano piccoli segreti che dovevano rimanere in casa ed io invece andavo subito a riferirli alle mie amiche, tradendo i miei genitori e Dio. Poi ho scritto 4 pagine fitte fitte sul mio POSTO SEGRETO, del quale sono a conoscenza solo Irene ed in piccola parte Sabina, 2 compagne delle elementari. Raccontavo del mio POSTO SEGRETO con mucho gusto alle mie amiche, ma non gli ho MAI RIVELATO dov’era, nonostante le loro insistenze. Poi racconto delle mie esplorazioni e avventure, FANTASTICHE! Alla fine l’avevo chiamato Jungla quel posto magnifico, ricco di vegetazione, uccelli, di natura, di case abbandonate , che sapeva tanto di mistero e avevo la sensazione di essere spiata, ma mi creavo io questa fantasia per rendere il tutto più AVVENTUROSO. Parlo di una vallata e un lago azzurro circondato da un argine, di un tunnel coperto, formato da piante. Con Irene abbiamo fatto molti spuntini là e stavamo ore e ore sdraiate sull’erba morbida ad osservare il cielo azzurro e pulito. C’erano tanti, stupendi fiori e c’erano delle erbe tanto buone e gustose per le quali andavo matta. Si udivano canti di uccelli mai sentiti. Non volevo che l’uomo con le sue macchine arrivasse a distruggere quel ben di Dio, doveva prima passare sul mio cadavere, non gli avrei permesso di compiere questo atroce omicidio, perché la natura è la nostra vita e bisogna rispettarla. Poi immagino il mio lettore, che speravo di non aver annoiato con le mie chiacchiere, come un simpatico e bel ragazzo che leggeva appassionato il mio diario. Speravo che fosse anche lui un amante della natura come me e la prossima volta avremmo parlato di argomenti molto importanti come ad esempio: la fame nel mondo, il problema della disoccupazione e dell’emigrazione; dell’inquinamento, della violenza del mondo ecc. e poi gli ho parlato di Tina, una mia compagna delle elementari, che aveva una storia molto triste, la madre era morta dando alla luce una bambina. Il padre, alla notizia, stava per gettarsi dalla finestra, ma l’hanno fermato due infermieri. Tina è stata chiusa in un collegio e la sua sorella più piccola, la bambina che aveva dato alla luce sua madre morendo, era ammalata di anemia mediterranea e non avrebbe tardato a morire. E nessuno dava la colpa a questa bambina per la morte della madre perché è stata la madre a scegliere di morire per salvarla, doveva essere proprio una buona madre. Altri fratelli di Tina erano morti di anemia mediterranea e Tina ne era portatrice. Finita la scuola non avevo più avuto sue notizie, ma dopo molte insistenze al collegio ho saputo che era stata sbattuta fuori da lì a causa del suo comportamento ed era andata a vivere con la sorella che si era sposata. Ero contenta per lei (perché pare che le trattino molto male all’istituto queste ragazze), per cui pensavo che Tina l’avesse fatto apposta ad essere sbattuta fuori da quell’inferno con sbarre alle finestre, botte, insulti e sentinelle da tutte le parti, era peggio che vivere in una prigione. Parlo ancora un po’ di lei e poi le auguro di essere felice!

    Continuo dicendo che questa è la vita purtroppo, bisogna accettarla com’è, l’importante è saper superare nel modo giusto, gli ostacoli che si incontrano nel nostro lungo cammino. Bando alle ciance, all’istituto tutte le ragazze avevano una storia molto triste, per cui io non potevo fare a meno di piangere, anche se questo non avrebbe risolto niente. Alcune erano orfane e non avevano nessuno, altre erano evitate dai genitori che non le volevano mantenere, ecc. Io mi commuovevo davanti a tutto questo, non potevo farne a meno, e chi non si commuoverebbe. Mi commuovevo anche davanti ai film e ai libri che tutti definirebbero sciocchezze. Concludo dicendo al lettore che non sapevo nemmeno io perché gli avevo raccontato quelle cose, non seguendo, come mi sarebbe capitato spesso, i testi dei diciamo capitoli. Certo non sarebbe bastato quel diario a contenere tutto quello che avevo da dirgli. Ciao Lettore

    Se non avessi scritto queste cose non mi sarei mai ricordata di come stavo… come mi sentivo.

    Evito di dire cose brutte, che facevano, su agnellini, porcellini (li ho sempre magnati però!) e gattini, non voglio che nessuno si immagini le scene, però mi sembrava giusto nominarli.

    2. l ADOLESCENZA

    Ho continuato a giocare coi ragazzi in strada per un altro po’, a suon di Another brick in the wall & Galactica sparate a palla! Da Filippo che aveva la sua camera con la finestra che si affacciava sulla strada. EPICO! (questo termine l’ho copiato da Big). Poi ascoltavo in continuazione la radio locale che trasmetteva musica WOW! Led Zeppelin, Deep Purple, Genesis, i Doors….avevo mollato tutta la musica italiana tranne un po’ di Bennato e todo Vasco Rossi. Facevo richieste e dediche, gli scrivevo e avevo anche conosciuto Sebastiano, uno speaker. Ovviamente mi ero innamorata di lui, ma aveva la ragazza, molto simpatica. Iniziavano anche a trasmettere i primi video musicali in TV. Li guardavo a cottimo, una canzone diceva: Video killed the radio stars! Forse un po’, ma the radio with the stars survived, altroché! IMMANCABILE in bagno e in macchina per me. IO ODIO IL SILENZIO.

    Non fanno più dediche alla radio...non si usa più.

    Torno per la seconda e ultima volta sul mio diario, dal mio Lettore. Non ho aggiunto niente sulla famiglia. Neanche sulle mie conoscenze. Né sull’amica più cara. I ragazzi che conosco: mi scuso col Lettore perché era da tanto tempo che non gli scrivevo e che le cose erano totalmente cambiate, l’unica rimasta uguale era la mia stranezza. Amo la musica e in particolare il reggae n’roll dei Police sai ne vado matta. Vorrei dirti tante di quelle cose. Se hai notato io non mi rivolgo al diario quando scrivo, ma al futuro lettore, perché credo abbia più senso amico mio. Mi dispiace soltanto una cosa, che non ci conosceremo mai a fondo e abbastanza per dirci tutto ciò che c’è da dire, mi dispiace molto. Hai notato che ho cambiato scrittura? (completamente diversa!) Mi sembra da più grande capisci? Non sei d’accordo? Oh! Mi trattengo a scrivere tutte queste sciocchezze, ma sai ho solo l’imbarazzo della scelta per dirti cose più importanti, e il pensiero di non poterti dire tutto mi fa star male. Vorrei darti una mia fotografia, ma non ne ho di recenti. Ho 13 anni adesso e i ricordi dell’anno scorso sembrano secoli infiniti. Mi fermo qui, perché ho molte cose da dirti e non so quale scegliere. Ciao! Ti saluto con tanto tanto tanto affetto affettuoso.

    Le mie telefonate e la mia corrispondenza: Ricevo molte lettere da TCS, cioè da Tele Costa Smeralda. Sai ho scritto parecchie volte ad una trasmissione molto simpatica In diretta con voi. Parla di tutto, tratta di tutto, mi tiene compagnia e mi fa sentire felice. Poi ricevo molte lettere da Alessandro il mio caro Alex, un carissimo amico dell’infanzia (quello che Spiava con me la sorella) che purtroppo si è dovuto trasferire ma qualche volta ci vediamo. Ne abbiamo combinate di tutti i colori, ci siamo picchiati, odiati, ma ci vogliamo un gran bene in fondo. Un’altra volta ti racconterò una delle tante avventure simpatiche e divertenti che abbiamo avuto. Bye Bye!

    Sulle mie riflessioni che avevo scritto l’anno prima dico: Sono tutte sciocchezze quelle che scrivo nel mio diario, oppure no, so soltanto che mi sento una ragazzina strana diversa dagli altri. Dicono che sia l’età, ma ne conosco tanti della mia età che non presentano i miei problemi. Ciao chiamami Dani, ma non sarò la tua birra, come dice quella pubblicità che c’è alla televisione. A volte sono allegra, a volte triste, non mi capisco nemmeno io.

    Agli Incontri di villeggiatura, che finiva dicendo al lettore: Ci sono cose più importanti, non sei d’accordo? ho aggiunto: No, e nemmeno io adesso, sai ne ho fatto tanti al mare, e ho bei ricordi. Solo uno bruttissimo che spesso mi ritorna alla mente, un ragazzo violento che ho conosciuto durante una gita scolastica. Ha ucciso il fratello piccolo, ha violentato e ucciso una ragazza, secondo come gli gira farà lo stesso a me, mi voleva buttare a mare, se fossi stata sua sorella mi avrebbe già ucciso, e non mi trattengo oltre in particolari, ti dico soltanto che non sono balle queste che mi ha detto, perché se avessi visto il suo sguardo, bè insomma ci siamo capiti. Mi ha minacciato, verrà al mio paese, non so cosa mi farà, tutto ciò me l’hanno raccontato anche i suoi amici, i quali mi offrivano sigarette non normali in cambio di... bè, lo puoi capire da te. Comunque io rifiutavo e rispondevo con una sicurezza che sorprendeva perfino me stessa. Tutto questo in poche parole, perché l’ho raccontato tante di quelle volte questo fatto che mi sono stufata e non ti racconto tutti i particolari è meglio. Ciao, mi fa male la mano e scrivo male. Ti voglio bene senza conoscerti, non è buffo? No, tu sei un tipo, un personaggio ideato da me, l’ideale per una ragazza come me, e ti chiamerò, indovina un po’? IDEALE è il tuo nome. Ciao bel simpaticone, non più lettore.

    Ai Piccoli Grandi segreti ho aggiunto solo "Caro Ideale, non son più tornata in quel posto, non ho segreti

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