In altre parole: Dizionario minimo di diversità

Di Fabrizio Acanfora

Curare il linguaggio, dedicare attenzione alle parole quando si tratta di inclusione è fondamentale, perché è attraverso le parole che costruiamo la realtà intorno a noi e diamo forma al nostro mondo interiore. Lo scopo di questo dizionario emotivo non è infatti spiegare il significato letterale di alcuni termini, ma di mostrare le conseguenze che il linguaggio ha sulla visione della diversità. Termini come esclusione o normalità, vocaboli come identità, orgoglio o consapevolezza, sono comuni a tutti gli esseri umani e importanti per chi appartiene a una qualsiasi minoranza. Partendo dalla neurodiversità, di cui l’autore, autistico, è conoscitore e divulgatore, si esplorano le parole che costellano tutte le altre forme di diversità: culturali, religiose, sessuali e di genere, legate alla differente funzionalità fisica. Si propone così uno stimolo all’apertura, alla comprensione delle diversità e di quanto esse siano indispensabili in una società evoluta, laddove la vera uguaglianza può avvenire esclusivamente attraverso il riconoscimento, la valorizzazione e la convivenza delle differenze e delle caratteristiche uniche di ciascun individuo.

• Lingua: Italiano
• Editore: effequ
• Data di uscita: 24 mar 2021
• ISBN: 9791280263155

Anteprima del libro

ANSIA

Non mi abbandona da quando piccolo. Lo ricordo perfettamente ancora oggi, il cuore che sembrava volermi sfondare il petto, l’aria che mancava e l’adrenalina lanciava scariche che partivano dalla pancia e paralizzavano i pensieri. L’ansia ha cominciato a mangiarsi la mia anima quando sono stato catapultato fuori dall’infanzia, e tante cose concesse a quel bambino biondo diventarono improvvisamente stranezze, problemi, difetti. Il ragazzino ha qualcosa che non va. Non ha amici, passa le giornate in camera a leggere, o appiccicato a quel maledetto pianoforte. E perché non ha una ragazza come i suoi coetanei? Non è normale, no.

E no, che non fossi normale l’avevo capito bene da solo. E più mi rendevo conto che tra me e il mondo si alzava un muro, più l’ansia aumentava. L’ansia stringeva la pancia ogni mattina appena aprivo gli occhi sulla realtà; bastava il pensiero della scuola, luogo di confronto impari, sottomissione e tortura. E anche quando dopo pranzo provavo a rilassarmi sul letto, perché ormai lo stomaco bruciava costantemente come se avessi inghiottito un lanciafiamme, l’ansia mi immobilizzava nella sua morsa invisibile. L’ansia galoppa mentre salgo sul palcoscenico per un concerto o prima di una conferenza. Ma quell’ansia è normale, mi aiuta a concentrarmi anche se spesso penso che sia esagerata, che non va bene sedermi al clavicembalo e pensare che sto sfiorando