Biomeccanica osteopatica: Leggi e princìpi
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Anteprima del libro
Biomeccanica osteopatica - Giovanni Trimboli
INTRODUZIONE
La Biomeccanica è la scienza che studia le forze interne ed esterne che agiscono sul corpo e gli effetti da esse prodotti.
Etimologia: ← composta da bio e meccanica > bio = ciò che concerne la vita e meccanica dal lat. tardo mechanĭca, dal gr. mēkhanikḗ (tékhnē) ‘arte della macchina’ disciplina che studia le leggi meccaniche che regolano gli organismi viventi e che applica le nozioni della meccanica alla biologia e alla medicina.
Cinematica: studia il movimento di un corpo descrivendo i vari tipi di moti, senza considerare i fenomeni che li provocano.
Statica: si occupa dell’equilibrio dei corpi e delle forze che intervengono per mantenere tale stato.
Dinamica: è quella parte della meccanica che studia il movimento, tenendo in considerazione le forze che lo producono.
I moti sono descritti all’interno di un sistema di riferimento, costituito da tre assi perpendicolari tra loro con un punto iniziale in comune.
Si definisce un corpo in moto, se varia la sua posizione in funzione del tempo, mentre si trova in uno stato di quiete se non varia la sua posizione in funzione del tempo.
In rapporto allo spazio si definiscono:
moti rettilinei, dove vi è una progressione di un corpo in linea retta,
moti angolari, che sono in genere di norma nella locomozione umana, dipendenti da un sistema di leve.
LEGGI DELLA DINAMICA (Leggi Di Newton)
I° Principio - (Principio d'inerzia o di Galileo) già formulato da Leonardo da Vinci:
Ogni corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, fino a quando non interviene una forza all'esterno a modificare tale stato.
Consideriamo un piano perfettamente orizzontale ed un corpo di forma sferica, come ad esempio una pallina.
Se imprimiamo una forza sulla pallina tale da metterla in moto sul piano orizzontale questa continuerà da sola il suo moto rettilineo (secondo la direzione lungo cui è stata impressa la forza) finché rallentando gradualmente non si ferma.
Cosa sta succedendo?
Molto semplicemente, mentre la pallina si muove, su di essa agiscono delle forze dissipative che si oppongono al suo moto; queste forze sono gli attriti.
II° Principio
Ogni forza, misurata staticamente, applicata ad un corpo libero di muoversi, determina in questo una accelerazione nella direzione e verso della forza ed è proporzionale all'intensità della forza stessa.
Provate a pensare di imprimere su due oggetti diversi, come ad esempio una pallina da tennis ed una palla di ferro, la stessa forza: l'effetto nei due casi cambia sensibilmente e si nota facilmente che l'oggetto che ha massa minore acquista accelerazione maggiore e viceversa.
Dal punto di vista matematico si esprime tramite l'equazione
F = m x a
dove F è la forza (espressa in Newton), m è la massa inerziale (in Kg) e a è l'accelerazione (m/s2) - 1 N = 1 Kg x 1 m/s2.
III° Principio (o principio di azione e reazione)
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria indipendentemente da qualsiasi Interazione.
Per esempio, quando un nuotatore spinge contro l'acqua, questa provoca una forza reattiva necessaria a spingere il nuotatore in avanti.
E' fondamentale da sottolineare che ogni volta che si ha a che fare con una forza si ha l'interazione tra due oggetti, da questa regola non si sfugge.
Secondo il principio di azione e reazione la forza che un corpo imprime su di un altro ha esattamente la stessa intensità di quella che il secondo esercita sul primo.
Il terzo principio sulla dinamica enunciato da Newton:
ad ogni azione corrisponde un'azione uguale e contraria
, oltre a definire la forza di inerzia, stabilisce che un corpo appoggiato su di un solido non sprofonda verso il centro della terra in quanto il solido stesso applica al corpo una forza uguale e contraria a quella della sua forza peso.
Ciò significa che ogni corpo che poggi su di un solido è costantemente sottoposto a due forze: la forza di gravità (legata al suo peso) e la controspinta, uguale e contraria, applicata dal solido R.
Entrambe le forze sono applicate e distribuite su tutta la superficie di appoggio.
L'analisi dell'equilibrio di un corpo è possibile o considerando la forza globale G applicata al baricentro a cui reagisce una controspinta uguale e contraria R (R = G), oppure, scendendo ad un livello maggiore di dettaglio, considerando per ogni centimetro quadrato la componente g, parte di G, che agisce sul solido di appoggio.
Il solido reagisce a sua volta con una componente r uguale e contraria a g (r = -g).
G è uguale alla somma di tutti i g (G = -g) ed R è uguale alla somma di tutte le r (R = -r).
PIANI DEL CORPO UMANO
La fisiologia associa al corpo umano tre piani, detti piani principali, che hanno un’importanza fondamentale nella descrizione del movimento articolare.
La posizione di riferimento del corpo (posizione anatomica) che si usa per definire questi piani è quella eretta con gli arti inferiori uniti.
I piani principali normalmente definiti sono tre:
Il piano sagittale, definito come il piano di simmetria del corpo (dx e sx).
Il piano frontale o coronale, definito come il piano perpendicolare a quello sagittale che passa per il centro di massa del corpo nella sua posizione di riferimento (avanti/dietro).
Il piano orizzontale, o trasverso, definito come il piano ortogonale agli altri due e passante per il centro di massa del corpo (alto/basso).
Assi del corpo umano
Assi anatomici
Possono essere paragonati a degli spiedini che attraversano il corpo.
Queste linee immaginarie vengono utilizzate per tracciare l'asse sul quale si svolgono i movimenti di rotazione.
Un po' come succede per i cardini di una porta.
La porta si muove in un piano attorno ad un asse.
Il piano (la porta) è determinato dall'orientamento del perno nel cardine (assi).
Assi principali
Longitudinale (verticale). E' perpendicolare alla base di appoggio, quando il corpo è in posizione eretta.
Trasversale (orizzontale): è diretto da sinistra a destra ed è perpendicolare all'asse sagittale.
Sagittale (anteroposteriore): è diretto dalla superficie posteriore alla superficie anteriore del corpo o viceversa.
Questo asse è perpendicolare agli altri due assi.
The three body planes and axes. | Download Scientific DiagramIl piano sagittale (anteroposteriore) è una superficie verticale che passa attraverso il corpo dalla parte anteriore alla posteriore, dividendolo in parte sinistra e parte destra; questo piano è intersecato dall'asse trasversale.
Il piano frontale (laterolaterale) è una superficie verticale che passa attraverso il corpo da sinistra a destra, dividendolo in parte anteriore e posteriore. E' intersecato dall'asse sagittale (o mediale).
Il piano orizzontale (o trasverso o trasversale) passa attraverso il corpo in una linea parallela al suolo, dividendolo in parte superiore e inferiore.
E' intersecato dall'asse longitudinale.
Direzioni e lati
Il lato davanti al corpo si chiama anteriore o ventrale. Il lato dietro al corpo si chiama posteriore o dorsale.
La parte alta del corpo si chiama superiore o craniale. La parte inferiore del corpo si chiama inferiore o caudale.
Per gli arti superiori o inferiori questi termini vengono sostituiti con prossimale e distale (vicino e lontano dal tronco).
Mediale e laterale sono termini usati per descrivere parti del corpo che si trovano verso il centro e lateralmente al corpo.
E’ importante notare che la descrizione delle direzioni e dei lati del corpo è fatta relativamente alle relazioni che queste parti hanno fra di loro.
DIREZIONI DI MOVIMENTO
FLESSIONE: movimento per cui un segmento tende a formare con un altro un angolo sempre più acuto.
FLESSIONE:ESTENSIONE: movimento per cui un segmento tende a disporsi sullo stesso piano dell'altro
ESTENSIONE:ABDUZIONE: allontanamento dal piano mediale del corpo
ABDUZIONE:ADDUZIONE: avvicinamento al piano mediale del corpo
ADDUZIONE:ROTAZIONE: movimento compiuto da un segmento intorno al proprio asse principale
ROTAZIONE:CIRCONDUZIONE: movimento per cui un segmento descrive un cono ad apice corrispondente al capo articolare
CIRCONDUZIONE:I movimenti che avvengono lungo il piano coronale o frontale sono quelli di inclinazione laterale del busto – side bending.
Nel piano sagittale i movimenti possibili del tronco sono quelli di flessione ed estensione.
Movimenti su questo piano sono quelli di rotazione.
Il sistema scheletrico ed i muscoli, su cui si originano e si inseriscono, possono essere considerati come una serie di leve meccaniche ossia dei segmenti rigidi che ruotano intorno ad un punto fisso (Fulcro).
Oltre al Fulcro, in ogni sistema di leve del corpo umano bisogna considerare la Potenza (forza muscolare) e la Resistenza (forza peso).
La Potenza è situata nel punto di applicazione del muscolo sull'osso da spostare.
La Resistenza è nel punto su cui si scarica la forza da vincere.
Il Fulcro è situato nell'articolazione e rimane fermo rispetto alla Potenza e alla Resistenza.
La distanza tra il Fulcro e il punto di applicazione della Resistenza viene chiamato Braccio della resistenza.
La distanza tra il fulcro e il punto di applicazione della Potenza viene detto Braccio della potenza.
LE LEVE del CORPO UMANO
I muscoli scheletrici (che rappresentano l'elemento attivo del movimento), inserendosi sulle ossa (che rappresentano l'elemento passivo del movimento), per mezzo della contrazione muscolare determinano il movimento.
Questo è possibile grazie anche alle articolazioni (che rappresentano l'elemento di congiunzione e perno delle ossa).
Tutto l'apparato locomotore è basato su un sistema di leve.
Questa situazione determina che, tutte le volte che c'è movimento, si produce una leva che può essere di primo, di secondo o di terzo tipo.
FULCRO
asse di rotazione (di solito l'articolazione, ma può anche essere un punto di appoggio o di presa);
POTENZA
punto in cui viene applicata la forza (di solito l'origine o l'inserzione muscolare, non il ventre muscolare);
RESISTENZA
punto in cui viene generata la resistenza stessa (un peso, lo spostamento di un segmento corporeo, la gravità, ecc.).
ARTICOLAZIONI
Le articolazioni sono strutture anatomiche, talora complesse, che mettono in reciproco contatto due o più ossa.
Per evitare fenomeni degenerativi dovuti all'usura, nella maggior parte dei casi si tratta di un contatto non diretto, ma mediato da tessuto fibroso o cartilagineo e/o da liquido.
Le articolazioni del corpo umano sono assai numerose, se ne contano in media 360, e strutturalmente molto dissimili le une dalle altre.
Questa diversificazione rispecchia il tipo di funzione richiesta a quella determinata giuntura.
Nel loro insieme, il compito delle articolazioni è di tenere uniti i vari segmenti ossei, in modo tale che lo scheletro possa espletare la sua funzione di sostegno, mobilità e protezione.
Le articolazioni si suddividono, dal punto di vista strutturale, in:
articolazioni fibrose: le ossa sono unite da tessuto fibroso (es. Cranio);
articolazioni cartilaginee: le ossa sono legate da cartilagine (es. vertebre);
articolazioni sinoviali: le ossa sono separate da una cavità, oltre che essere legate per mezzo di strutture che descriveremo meglio in seguito (es. scapoloomerale).
Le articolazioni si suddividono, dal punto di vista funzionale, in:
articolazioni immobili o sinartrosi: legano strettamente i capi ossei, come una cerniera lampo chiusa, tanto da impedirne i movimenti.
Articolazioni ipomobili o anfiartrosi: legano due superfici articolari, ricoperte da cartilagine, tramite legamenti interossei; tra le due superfici è interposto un disco fibrocartilagineo che permette soltanto movimenti limitati. Nelle vertebre, per esempio, superfici ossee pianeggianti sono unite da un disco interosseo cartilagineo che funge da ammortizzatore.
Articolazioni mobili o diartrosi: permettono un ampio range di movimento, in una o più direzioni dello spazio (ginocchio, spalla, dita...)
LA STRUTTURA GOVERNA LA FUNZIONE
EVOLUZIONE: Nel corso del tempo il corpo umano si è sviluppato, permettendoci il passaggio dalla quadrupedia ad una vita in ORTOSTATISMO.
OBIETTIVI: LIBERARE LE MANI, LIBERARE LO SGUARDO, SVILUPPARE IL LINGUAGGIO.
CONTINUA RICERCA DI EQUILIBRIO
Per far questo il corpo ha dovuto svilupparsi, evolversi e adattarsi alle modifiche che derivano dalla stazione bipodalica.
Queste modifiche si sono instaurate anche a livello genetico nel corso dei secoli:
EVOLUZIONE UMANA: nel corso dei secoli la specie umana si è modificata per diventare ciò che siamo oggi (ontogenesi)
EVOLUZIONE DELL’UOMO: nell’arco della sua stessa vita ogni uomo ha una sua evoluzione personale e dei cambiamenti derivanti dalla sua propria postura e routine quotidiana (filogenesi)
LA POSTURA = RISULTATO FINALE
La POSTURA di ciascun uomo è in continuo cambiamento.
Le variazioni avvengono principalmente per 2 motivi:
Predisposizione genetica
Posizioni, movimenti, atteggiamenti, gesti, attività fisiche, lavoro, traumi... tutto ciò che l’uomo compie o subisce porta a modificarsi.
PRINCIPI: 3 sono i principi che il nostro corpo tende sempre a rispettare:
EQUILIBRIO
ECONOMIA
COMFORT
EQUILIBRIO: Il corpo tende all’equilibrio e all’armonia a 360°: organi, strutture, sistemi, apparati > Omeostasi