Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Una bella “parentesi” sui desideri di Messina. Vol. 3: Storia di una rivista bimestrale (scritti scelti – dicembre 1991- ottobre 1997)
Una bella “parentesi” sui desideri di Messina. Vol. 3: Storia di una rivista bimestrale (scritti scelti – dicembre 1991- ottobre 1997)
Una bella “parentesi” sui desideri di Messina. Vol. 3: Storia di una rivista bimestrale (scritti scelti – dicembre 1991- ottobre 1997)
E-book847 pagine10 ore

Una bella “parentesi” sui desideri di Messina. Vol. 3: Storia di una rivista bimestrale (scritti scelti – dicembre 1991- ottobre 1997)

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

"Ogni esperienza vissuta si trasforma in un ricordo pronto a risalire alla memoria anche senza la nostra precisa volontà.Un profumo particolare, un luogo, una situazione simile a qualcosa di già vissuto o provato, possono portare in superfice un turbine di emozioni passate". Ecco perchè proseguiamo in questo volume il racconto della nostra rivista Parentesi, riproponendo una buona parte degli articoli usciti nel corso dei suoi otto anni di vita vissuta più di trentaquattro anni fa...
LinguaItaliano
Data di uscita27 giu 2023
ISBN9791221471731
Una bella “parentesi” sui desideri di Messina. Vol. 3: Storia di una rivista bimestrale (scritti scelti – dicembre 1991- ottobre 1997)

Correlato a Una bella “parentesi” sui desideri di Messina. Vol. 3

Ebook correlati

Saggi, studio e didattica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Una bella “parentesi” sui desideri di Messina. Vol. 3

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Una bella “parentesi” sui desideri di Messina. Vol. 3 - Filippo Briguglio

    SOMMARIO DEGLI ARGOMENTI DEL 3°

    VOLUME:

    EDITORIALE: Messina, terra di storia e di cultura, di Nino Pafumi

    LO SCAFFALE DELLA FILOSOFIA: Metafisica e finitudine umana: Un interessante saggio di Antonino Laganà, di Santi Lo Giudice

    INCONTRO CON L’AUTORE: Diego Curtò, magistrato-scrittore o scrittore-magistrato?... Sotto la toga, scrittore della realtà di Mario Calamia

    INCONTRO CON LA SCIENZA : Carlo Sirtori, Un ricercatore con accanto la cultura…, di Mario Calamia

    CRITICA TEATRALE: La stagione teatrale 1991-1992- Breve guida al cartellone - spettacoli varato dall’Ente Teatro di Messina, di Nino Cacia

    MUSICA & MUSICA: Guida all’ascolto del blues; consigli per gli acquisti… di Michele Lotta,

    ARTISTI DI OGGI: Giuseppe Modica, giovane maestro di pittura: ovvero l’archeologia del futuro, di Pietro Venuto

    ARTE & STORIA: Domenico Marolì: messinese, pittore di icone e di oscenità dell’età barocca, di Fortunato Pergolizzi,

    INCONTRO CON LA POESIA: Intervista a Maria Luisa Spaziani Quando la poesia diventa modo di vita, di Teresa Lazzaro

    PERSONAGGI DEL CINEMA E DELLA MUSICA

    Yves Montand, cavaliere dell'ideale, fu la risposta al grande Humphrey Bogart, di Guido De Domenico,

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia - Messin…scena, di Salvatore Ruggiano, Editore Carbone, Messina; L’Alba di un nuovo giorno, romanzo di Gianni Baeli, V. Ursini Editore, Cz,1990; Lamento, anche per la morte del toro, di Dino Sorrentino, Consirtalia Editrice, Iglesias (Sardegna)

    POESIE & CANZONI: Vinicius De Moraes: resuscitato! Torna alla ribalta in Brasile - Da "Poesie & Canzoni di Vinicius De Moraes: Assenza, di Carmelo Ferraro,

    MOSTRE: L'inconscio come quadri infiniti: Mostra di Ranieri Wanderlingh a Castel di Tusa, Fiumara d’Arte, di Enrico Giannetto

    PERSONAGGI ILLUSTRI IN CITTÀ : Adolfo Berdar, naturalista dello Stretto, un’anima che cerca e si cerca, di Nino Pafumi,

    LA STANZA DELLA FILOSOFIA: Il male di vivere, di Trento Malatino

    LO SCAFFALE DELLA FILOSOFIA: L'ambivalenza dell'eros. Un’attenta analisi nel romanzo filosofico La notte scende spesso di Gaetano Amato, (di Santi Lo Giudice)

    FATTI ED EVENTI: Le Universiadi '97 nell’habitat cromatico di Messina, di Aldo Nigro

    LUOGHI & STORIA: L’Ospedale Psichiatrico Mandalari rivive tra vecchie foto e cari ricordi...di Silvio Papalia Jerace

    CRISI DI VOCAZIONI: ...Vado a farmi sacerdote ... di Salvuccio Borrello

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia : La rete del ..tempo di Vincenzo Mascaro, Il Vertice Libri Editrice, Palermo 1991 (di Placido Andriolo); Giornalista oggi, di Pier Augusto Macchi, Fabbri Editore (di Mario Calamia)

    ARTE & STORIA: 'Ecce Homo' di Caravaggio: autentico o no? di Fortunato Pergolizzi,

    EDITORIALE: Questa nostra Italia, di Salvuccio Borrello

    TRADIZIONI POPOLARI: Il carretto siciliano: un simbolo passato alla storia, di Salvino Greco

    MERAVIGLIE DELLO STRETTO: Il Porto di Messina - La fauna ittica e la flora delle sue tranquille acque gli hanno fatto guadagnare, insieme allo Stretto, l'appellativo di Paradiso del Naturalista, di Adolfo Berdar

    RISCOPERTE STORICHE: Cartelli sediziosi nel 1647 emergono nuove classi sociali, di Carmelo Adile

    LAVORO & TURISMO: I Giovani e il lavoro: Le nuove professioni legate al turismo. di Pina Asta

    IN BOZZE: Verso un giardino possibile, lineamenti del florovivaismo nel messinese, di Giuseppe Campione

    OCCHIO AI GIOVANI: Bugiardi Si! Ma non troppo, Mini inchiesta, di Giusy Trischitta

    ARTISTI DI OGGI: Antonio Freiles, l'alchimia del colore, di Pietro Venuto

    LO SCAFFALE DELLA FILOSOFIA: Dall'illuminista attento alla grande ragione corporea: Thérèse philosophe - romanzo opportunamente attribuito a Denis Diderot, appare per la prima volta in Italia nell'efficace traduzione, presso l'Ed. Lucarmi di Riccardo Reim, di Santi Lo Giudice,

    MUSICA & MUSICA: Quattro passi tra le note di... Bruce Springsteen, un mito che continua e la leggendaria casa discografica Memphis, di Michele Lotta

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia:

    Delirando per l’Jonio, racconto di Tonino Caminiti, Editrice Parentesi; La vigna di Renzo, di Giuseppina Silvestro, Edizioni dell’Ariete, Siracusa; Il sapore dei ricordi, di Giuseppe Scrofani, Armando Siciliano Editore, Messina 1991

    ARTE & STORIA: La casa Mondio di Contesse - Un luogo di rimembranze storiche, destinato a scomparire sotto il diluvio del cemento armato, di Fortunato Pergolizzi

    LINGUISTICA: Anglicismi, esotismi, francesismi sì, ma di preferenza la lingua italiana". Un excursus sull'influenza dell'inglese e del francese sulla nostra lingua non nei modi ed intensità invadenti, ma nei giusti rapporti con la realtà. Una maggiore sensibilità linguistica ci salverebbe da qualche esagerazione, di Carmelo Scavuzzo

    SPECIALE TAORMINA ARTE '92: XXXVIII Rassegna cinematografica internazionale, (Cinema) - Parola d’ordine: Contaminazione, di Nino Genovese; (Teatro): Ancora testi del grande Shakespeare e Strindberg: Opere nuove per splenditi ritratti d’attrice, di Nino Cacia; (Musica) Elektra di Richard Strauss e mito nordico Wagneriano, La genesi tragica della nostra storia, di Laura Donato; (Video) Ridere dopo aver molto pianto: Taormina – dal 28 al 30 agosto,1992 la Settima Edizione della Rassegna Internazionale del Video d’autore, di Enrico Giannetto,

    AVVENIMENTI: Informazione tra i banchi, dalla novità la nozione, di Nino Pafumi

    MEDICINA & SALUTE: Barraquer uno stile e una lunga tradizione. Al Centro de Oftalmologia e all’Istituto, famosi in tutto il mondo, continuano con successo interventi e ricerca scientifica, di Mario Calamia

    ARTISTI DI OGGI: Piero Guccione, la luce del Mediterraneo, di Pietro Venuto

    ARTE & STORIA: Antonello che parla alla sua Città - Nella Pietà con tre angeli Antonello ci tramanda uno scorcio della su città natale, disegnando nel fondale la storica chiesa San Francesco detta dell’Immacolata, alla Boccetta. di Fortunato Pergolizzi

    RUBRICA LIBRI IN VETRINA - RECENSIONI LIBRARIE: a cura di Mario Calamia - Serenata di periferia di Geri Villaroel, Edizioni Fratelli Laterza, Cosenza 1990 (di Orazio Cusumano); Popoli in viaggio a cura di Nicolò Leotta e Ezio Margelli, Edizioni Acra, Milano, 1992; Complicità e competizione di Rosa Giannetta Alberoni e Guido Di Fraia, Edizioni Harlequin Mondadori, Milano, 1992

    EDITORIALE: Valzer all’ italiana, di Mariano Messina

    FATTI & MISFATTI: La Provincia dei miracoli, di Adele Fortino

    SPECIALE TAORMINA ARTE (Cinema) Consuntivo della XXXVIII Rassegna Cinematografica Internazionale: Visioni a briglia sciolte, di Nino Genovese; (Teatro) Grand Jeu d’attori tra commedia e tragedia, di Nino Cacia; (Video) Taormina Arte Video, Nuove e vecchie vedute nella Settima Ed. della Rassegna Internazionale del Video d’autore: Bagliori della chiara inimmaginabilità del mondo, di Enrico Giannetto; (Musica) Elektra di Hofmannsthal e Strauss: Musica e spettacolo, oppure spettacolo con musica?, di Laura Donato

    INCONTRI AL BAR …Venga, venga a prendersi un caffè con noi…: Il semplice ritrovarsi al bar, da taluni considerato un ozio o un vizio, diventa per altri un’occasione d’incontro e di confronto, di qualsiasi cultura senza pretese o idee di protagonismo, di Antonio Giannetto,

    CIAK CINEMA: Storia di Enza, Ciak a Milazzo per un paio di settimane di riprese del secondo film di Aurelio Grimaldi, con protagonista Penelope Cruz e la giovane milazzese Sandra Sindoni, di Nino Cacia

    PERSONAGGI DELLA CULTURA MESSINESI: Giuseppe Raneri: un figlio del terremoto testimone della fede, dell'entusiasmo, del fervore ideale di una generazione. Fu amico di Salvatore Quasimodo, Giorgio La Pira, Salvatore Pugliatti…, di Giuseppe Miligi

    AVVENIMENTI & FORMAZIONE : Piccola editoria italiana tra vanità e mercato…, di Luigi Bruschetta,

    MUSICA& MUSICA: Intervista a David Honeyboy Edwards..., di Nino Fazio

    FESTIVAL DI VENEZIA: Note sulla XLIX Mostra Internazionale del Cinema - Grande protagonista il cinema tedesco, di Matilde Giannetto; Itinerario trasversale fra i film della XLIX Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: Del cinema come assenza; Negli abissi del silenzio, di Enrico Giannetto

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia: Cose nuove e cose antiche, di Elena La Fauci Di Rosa, Edizioni Esur, Ignatianum, Messina,1991; La scuola e le pari opportunità (Atti del Convegno), a cura di Velleda Bolognari, Samperi, Messina; La rete del tempo di Vincenzo Mascaro, Il Vertice Libri Editrice (di Orazio Cusumano)

    EDITORIALE: Lettera aperta al Presidente della Repubblica Oscar luigi Scalfaro, di Mariano Messina

    CRITICA TEATRALE: Primi spettacoli visti al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, di Nino Cacia

    INTERVISTA: Cambio di guardia all’Ente Teatro di Messina, intervista al neo presidente Prof. Giuseppe Vermiglio, di Laura Donato,

    LA STANZA DELLA FILOSOFIA: La verità' sta in penombra, di Giacomo Macrì

    ASSOCIAZIONI CULTURALI: Il Copernico nella memoria di un superstite - Una proposta di lettura dell'antica associazione culturale sorta nell'immediato dopoguerra a Messina da una profonda esigenza di chiarificazione morale e intellettuale. Tra gli aderenti Renato Calapso, Salvatore Pugliatti, Alfredo Barilà, Vann'Antò, di Orazio Cusumano,

    ARTE & STORIA: Eretici e santi nella Messina del '400 - Bernardino da Siena e Eustochia Calafato, campioni del pauperismo francescano, di Fortunato Pergolizzi,

    RICORDO DI PERSONAGGI MESSINESI: Enzo Musicò, passato che diventa presente, di Marco Mila

    LO SCAFFALE DELLA FILOSOFIA: L'anticristo di Nietzsche: follia o serietà' critica? - Nietzsche contra" Cristo? di Santi Lo Giudice,

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia

    Un Amore che era scritto nel cielo, di Ettore De Marco, Editrice Italia Letteraria, Milano (di Ugo Aguglia); Liriche per chi vuol commuoversi di Michele Zurlo, Edizioni, SCE , Messina 1993; Educazione, Scuola, diversità - di Francesco Gatto, Herder Editore, Roma, 1991;Terra Amara - di Giorgio Attard, Armando Siciliano Editore, Messina 1991; Il dono degli organi - di Mauro Abbate, Angel, Edizioni Tagos; Panoplia Rivista Modellismo Militaria Rivista - Storia e Hobby Roma,

    EDITORIALE: A ciascuno il suo… di Mariano Messina

    PERSONAGGI DELLA CULTURA MESSINESI: Stefano D’Arrigo, scrittore messinese un aedo del mare Peloro come vino, di Orazio Cusumano

    ZOOM NATURALISTICO: Le splendide Gole dell'Alcantara: di Adolfo Berdar

    STORIA DELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA Quando Messina era protagonista nel mondo della celluloide e Taormina regina del turismo:

    La Rassegna Cinematografica Internazionale di Messina e Taormina attraverso un sintetico excursus nella sua storia dagli inizi (1955-1956) ad oggi. Una carrellata su fatti e curiosità, una comparazione tra prima e dopo, vecchio e nuovo... Divismo, eleganza, un tuffo nel gotha della Cinematografia mondiale: dal suggestivo scenario dello storico ritrovo Irrera a mare" di Messina, al fantasmagorico palcoscenico del Teatro greco di Taormina! di Geri Villaroel

    LA STANZA DELLA FILOSOFIA: Riflessioni sull'uguaglianza: dimenticare Marx? - Marx e il marxismo reggono ancora alle incalzanti sfide di una società che vuole stabilire nuove regole e modalità del cambiamento? Trento Malatino, dal suo angolo di studioso e di cultore del fenomeno che qualcuno ritiene definitivamente chiuso, in una lucida analisi spiega i motivi che lo spingono a considerare inutile il dissolvimento della validità (Parte prima) di Trento Malatino,

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia: Vincenzo Consolo, poeta della storia, di Carmelo Aliberti, Circolo culturale Rhegium Julii, Reggio Calabria,1992; C’era la guerra, racconto di Tonino Caminiti, Editrice Parentesi,Messina,1992; Risvolti romantici di storia calabrese, di Francesco Fiumara, La Procellaria Editrice, Reggio Calabria,1992; La Porta a’ Pinti e il quartiere degli artisti, di Vittoria Corti, Giorgi&Giorgi, Firenze,1992

    EDITORIALE: Ladroni d’Italia, L’Italia s’è desta, di Mariano Messina,

    CITTÀ ALLO SPECCHIO: Messina ieri e oggi - Fatti e misfatti, ricordi e avvenimenti. Panoramica della Messina di ieri, città nobile e generosa, in contrasto all'altissimo livello di degrado dei nostri giorni, di Salvatore Messina.

    COSTUME: Il femminile di lui - Una ricerca critica appassionata sul pianeta donna, che costituisce l’essenziale per infiniti slanci, passioni e amarezze. Tra cronaca e letteratura e tra passato e presente, di Geri Villaroel

    LA STANZA DELLA FILOSOFIA: Riflessioni sull'uguaglianza: Dimenticare Marx? (seconda parte): di Trento Malatino

    SPECIALE TAORMINA ARTE ‘93: Proiezioni e suggestioni dopo la visione della XXXIX Rassegna Cinematografica - Fantasie e documenti, realtà e finzioni, passato e presente. Il tutto conglobato in una sorta di immaginario collettivo che fa parte della storia, della vita, che è cinema, di Nino Genovese; (Teatro) Taormina Arte 1993: Lezione sulla giustizia e i peccati dell’uomo, di Nino Cacia, 47; (Video) L’VIII Rassegna Internazionale del Video d’Autore: Video Viola, di Enrico Giannetto,

    CINE FESTIVAL DI VENEZIA: L’America vince a Venezia, di Matilde Giannetto;

    Venezia – la 50ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: Film Bleu, di Enrico Giannetto

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia: Savoca: Vetera et nova, di Francesco Trimarchi, Armando Siciliano Editore, Messina,1993; Stromboli, punti di vista "di Massimo Pirri, Armando Siciliano Editore, Messina, 1993; Economia montana e forestale, di Luigi Bevacqua, Edizioni Edas, Messina; Acqua e molini in Montalbano Elicona, di Gaetano Pantano, Edizioni Ambienti e Tecnica

    FILOSOFIA DELLA POLITICA: Riflessioni sulla Storia della prima Repubblica, di Salvatore Natoli

    EDITORIALE: Seconda Repubblica, anno primo, di Mariano Messina

    PSICOLOGIA: La cibernetica scolastica - Il 1° Congresso internazionale nella Città dello Stretto… di Mario Calamia,

    OCCHIO AI GIOVANI: …Cerco un posto tutto l’anno - Essere giovani a Messina, cosa fanno e come e dove si incontrano i ragazzi?…di Elena Pustorino

    MUSICA & MUSICA: King Biscuit time: Una blues band divenuta in breve tempo una interessante realtà nello scenario musicale dello Stretto, di Michele Lotta

    ARTE ALLO SPECCHIO: Mimmo Irrera, ritrattista di Tiziana B. di Filippo Briguglio

    PERSONAGGI DELLA CULTURA MESSINESE : Maria Costa, un'isola dentro un’isola, rimembranze di un mondo semplice… di Teresa Lazzaro

    ARTE & STORIA: Il San Giovanni Battista, del duomo di Messina, affumicato - La statua, improntata al classicismo dell'età rinascimentale è l'espressione più alta della maturità artistica di Antonello Gagini, di Fortunato Pergolizzi,

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia: Sta arrivando l’alba, di Alessandro Micali, Armando Siciliano editore, Messina, 1993; Album Poesie scelte, di Nino Ferraù, Edizioni G.B.M., Messina, 1993; Fra’ Gerasimo (ossessioni e fobie) di Totino Caminiti, Armando Siciliano Editore, Messina,1993

    EDITORIALE: Elezioni amministrative:... Aspettando…ieri! di Mariano Messina

    ARTISTI ILLUSTRI DEL MESSINESE: Il prezzo del sole – Possente il segno dell’arte in Nino Ucchino, scultore in S. Teresa Riva, di Geri Villaroel,

    LO SCAFFALE DELLA FILOSOFIA: Nietzsche e lo scetticismo come espressione di saggezza o come spiritualità narcotizzata? di Santi Lo Giudice,

    ASTERISCO: Esplodeva 112 anni fa la famosa polemica Rapisardi-Carducci (1881) di Francesco Fiumara

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia:

    Cunchiglie ‘e madreperla di Silvana Russo Marcuccilli, La Procellaria Editrice, R.C. 1994; Momenti poetici e L’Andare della vita" entrambi di Peppino Scrofani, per la Naxos Editrice, 1994

    ARTISTI SCOMPARSI: Ciao Massino! Ricordo di Massimo Troisi, di Nino Genovese

    MUSICISTI MESSINESI: Nat Minutoli, Un sax nella notte, di Michele Lotta

    MOSTRE: Domenico Musicò: Nella sua pittura l’armonia è bellezza, di Mariagrazia Calamia

    LUOGHI DA VEDERE: A Taormina…guardando qua e là! - La chiesa di San Pancrazio e l’albergo Timeo, angoli di storia e di ricordi della perla dello Jonio, di Paola Scifo

    PRISMA: Idrovolanti, il perché di nuovo un ritorno al passato. Il racconto di un ingegnere aeronautico di Alenia, di Enrico Ferrone

    SPECIALE TAORMINA ARTE: (Cinema) Lunghissimo, cortissimo: di tutto, di più – La Rassegna Cinematografica Internazionale di Messina e Taormina è giunta al suo quarantesimo anno di vita, il quarto dell’era Ghezzi, di Nino Genovese; (Teatro) La magia di Eduardo e l’altro ancora, di Enrico e Matilde Giannetto; (Cinema) Il cuore del Tao: Taormina – Ha inizio il Festival del Cinema, Matilde Giannetto

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia:

    U Baruni re canalazzi, di Nino Prestipino Giarritta, Cultura Duemila Editrice, RG.1992;...... I Nebrodi nel mito e nella storia, di Michele Spadaro, Edizioni Edas, Messina, 1993; Santa Eustochia Calafato, il suo cammino verso l’onore degli altari (1434 – 1988) di p. Francesco Campanale

    EDITORIALE: Quel pasticciaccio brutto, di Mariano Messina

    CRITICA D’ARTE: L’asino di Ucchino, di Paola Scifo

    CRITICA D’ARTE: Commento su "L’Asino di Ucchino, di Vittorio Sgarbi

    ASTERISCO: Fotografia di un epoca – Messina e il suo passato nelle raffinate e solide tradizioni commerciali della città che fu. Dalla rilettura dei tempi fiorenti lo stimolo ad ambire una città diversa per non dovere scrivere, un giorno, la cronaca finale di uno sviluppo impossibile, di Stellano Quacquaro

    IN PRIMO PIANO: Usura a Messina – le radici e la lotta, di Nando Centorrino

    CONSIDERAZIONE: Mi hai rubato il posto …Lo scrittore giornalista messinese Geri Villaroel traccia una sintetica analisi, rifacendosi a Platone, a Campanella, ed altri, sulla artificiosa e sofisticata filosofia della cosiddetta seconda repubblica (n.d.r.)di Gerì Villaroel

    OCCHIO AI GIOVANI: Risvegli – La letteratura horror è una letteratura di serie B? In che misura i giovani la tengono in considerazione? di Elena Pustorino

    AVVENIMENTI: La rivoluzione di velluto – Taormina, l’aria che si respira nella Perla dello Jonio, da quasi un anno, è intrisa da una forte voglia di riscatto che si legge sulla faccia della maggior parte dei taorminesi: riscatto da anni di immobilismo, di crisi, di favoritismi, diventati routine… di Paola Scifo

    ARTISTI ALLA RIBALTA: Salvatore De Luca, pittore, di Peppino Scrofani,

    RECENSIONI LIBRARIE : a cura di Mario Calamia Volevo dirti che...; di Salvatore Dotto, Edizioni Samperi, Messina (di Paola Scifo) ;Minimassime di Carlo Liberto, Editrice Edas, Messina, di(M.C.)

    IN PRIMO PIANO: Jorge Amado, Il calore e il colore del Brasile – Intervista esclusiva al grande scrittore brasiliano in occasione della sua venuta in città’ per la 2° Salone dell’Editoria Mediterranea di Messina per la presentazione del libro di Georges Moustaki, di Carmelo Ferraro

    CONVEGNI: Una Scommessa con la cultura – La Fondazione Bonino-Pulejo continua la sua attività di promozione culturale con incontri ad alto livello. Il recente convegno di studio su Karl Raymond Popper ha visto relatori docenti universitari quali Dario Antiseri e Luciano Pellicani della Luiss, Da Empoli della Sapienza, Negri della Tor Vergata di Roma e Girolamo Cotroneo dell’Ateneo messinese. La pubblicazione degli atti. " di Ernesto Consolo

    INTERVISTA: Magistratura o magistratura? Nel primo caso, al suo interno, c’è chi chiede ai cittadini, diversi dai pentiti collaborazione seria per abbattere il muro dell’omertà e dell’affarismo. Ne parliamo in un’intervista con il dott. Franco Langher, sostituto procuratore della DDA di Messina, di Ernesto Consolo

    ATTUALITA’ e FORMAZIONE: Giornalismo scolastico – Promosso dal Comune di Patti, il corso, il primo in Italia, funge da aggiornamento culturale e professionale per i docenti partecipanti. Numerose le adesioni, di Mariagrazia Calamia

    VIAGGI & FORMAZIONE: Quando viaggiare diventa cultura: L’Irlanda, terra delle fate, in un itinerario interessante e piacevole. A Dublino, nella suggestiva capitale, in primo piano il Museo degli scrittori e, per chi ha spirito bucolico, dal Ring of Kerry un bagno montano, di Marina Romeo

    ITINERARI TURISTICI IN PROVINCIA: Un paese incastonato nel verde, Gualtieri Sicaminò – Remote le sue origini che sfumano nella leggenda. Vivace il suo folklore per la festa del Patrono: suggestivo lo scenario tra il verde delle colline, di Maria Vadalà

    LA STANZA DELLA FILOSOFIA: Il denaro al primo posto – La virtù fa da cenerentola. A confronto con i valori la Dea Moneta ha la meglio. Miliardi per piedi, gambe, capitani d’industria e cani da guardia. Un’analisi che mette in chiaro l’inquietante problema. di Santi Lo Giudice

    MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA: Nuvole su Venezia: Riflessioni, critiche, poesie ed immagini dalla 52ª Mostra del Cinema di Venezia, di Matilde Giannetto; Nel mondo della luce, al di là delle nuvole: Tutte le immagini finiscono aldilà delle nuvole per poi raggiungere il mondo vero, quello della luce, cui il cinema cerca di appartenere, di Enrico Giannetto

    RECENSIONI LIBRARIE a cura di Mario Calamia:

    Nietzschiana di Santi Giudice, Alfa Editrice, (recensione di Geraldo Valenti); Attività corale a Messina nel ventesimo secolo di Eugenio Arena, Filarmonica Laudamo, Messina (recensione di Filippo Panarello)

    FONTI ENERGETICHE: Le fonti alternative di energia: l’energia eolica, di Gaia Mairo

    SCUOLA & FORMAZIONE: La scuola e l’Asis: Un gruppo di uomini della scuola e di tecnici della comunicazione immediata ha di recente dato vita all’Associazione Stampa Italiana Scolastica (ASIS), la prima a livello nazionale. Gli obiettivi e i programmi, di Maria Grazia Calamia e Ester Fragata

    CURIOSITÀ CULTURALI: Giallo archeologico: il tesoro di Priamo, sarà l’oro di tutte le Russie? Di Letteria Curcuruto,

    LA STANZA DELLA FILOSOFIA: Nell’Italia dei veleni, dove va il liberalismo degli intellettuali? Considerazioni semiserie. di Santi Lo Giudice

    MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA: L’invenzione del cinema di Berlino, di Matilde Giannetto; Ritratto australiano, di Enrico Giannetto; La notte dei leoni, di Apollonia Calogero; Cinema e divi, di Antonino Giannetto

    ARTE & FANTASIA: Arte e fantasia del mostruoso presso gli antichi- L’antichissimo protagonista dell’arte di tutto il mondo ha sempre attratto la fantasia degli artisti e atterrito l’animo umano, di Letteria Curcuruto,

    EDITORIALE: Eppure è Natale... di Geri Villaroel

    ARTE & STORIA: La facciata del duomo di Messina restaurata 1990-1995, di Fortunato Pergolizzi

    BANCHE & FUTURO: Quale futuro per la Sicilcassa? di Mario Siracusano

    Note al n° 32: La medicina si può considerarsi scienza? di Trento Malatino.

    ANTOLOGIA DEGLI ARTICOLI DELLA RIVISTA SELEZIONATI IN ORDINE DI USCITA DEI SINGOLI NUMERI.

    EDITORIALE

    MESSINA,

    TERRA DI STORIA E DI CULTURA

    di Nino Pafumi

    Messina vanta una tradizione di riviste di cultura ed oggi è presente anche con Parentesi, che chiude con questo numero il sedicesimo e il terzo anno di attività. A questo punto dovrebbe essere lecito riaprire l’incipit di Parentesi la cui identità della rivista si colloca […] nel qui e ora che muove ogni discorso. Discorso che non può tenersi che attraverso mezzi e tecniche disponibili. Il nostro è il tempo dell’immagine, del video, della eikone che invita al silenzio e alla riflessione. L’immagine, come Schopenhauer diceva della musica, supera ogni barriera linguistica: ‘l’arabo, il siro’ la percepisce, la legge nel suo linguaggio. Ma l’immagine modifica, esige una parola diversa, non più descrittiva in concorrenza con l’immagine stessa, ma complementare, ‘revisionista’ poiché sempre tale è il discorso dell’uomo, quindi secca ed incisiva, precisa e non ambigua, che certamente può qualche volta suggestionare ma confondere mai. La ‘video art’ inglese ci ha insegnato la necessità di un discorso sperimentale e creativo sin dagli anni Settanta. Parentithèmi (da cui Parénthesis) è inserire, interporre qualcosa che chiarifichi o completi. I numeri sin qui usciti osiamo sperare che non ne abbiano tradito l’identità. Che è l’identità di un inciso che chiarifichi o completi il testo della realtà quotidiana, un ‘avvertimento’ direbbe Ceronetti.

    Passando dai mezzi all’argomento, la nostra identità nasce ed è al servizio della terra, della città e degli uomini tra cui viviamo ed operiamo. Una terra che da millenni è al centro della Storia, una città che è vento, luce e architettura della Natura. L’acquario dello Stretto e le terre che lo costringono sono quanto di più ciclopico e pieno di grazia l’uomo possa contemplare. «Io sono lo zar di tutte le Russie e voi (messinesi) siete gli zar del Paradiso» soleva ripetere sulla nostra riva Nicola II, ultimo zar. Un vento (che fa tanto ‘vecchia Messina’) che cancella e unifica, una luce che è un gesto imperiale del Sole, un’architettura in precario condominio con la Natura alla quale deve devotamente ubbidire.

    Se in altri posti l’integrazione dell’architettura nella Natura è raffinatezza di stile qui è una necessità. E da millenni, su questo scenario di luce e di mare, gli uomini ritessono la stessa storia sul filo rosso della tragedia ricorrente. Qui, a contatto con la tradizione che testimonia di Fenici, Mediterranei dell’Egeo, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Svevi, Catalani, Spagnoli e tanti altri, le ideologie passano, il destino resta. Ogni ideologia ci può trovare pensosi e disposti ad accettarne e riconoscere i meriti e i confini, ma nessuna può condizionare con il suo ‘fondamentalismo’ il destino di ogni uomo. L’uomo vale più di ogni ideologia così come la città vale più dei meriti e delle colpe degli uomini. Queste le nostre convinzioni che non ci identificano né coi vincitori né coi vinti. ‘I vincitori non vivranno se non rispetteranno gli Dei dei vinti’ (Eschilo). E gli Dei personificano le speranze degli uomini, le speranze di tutti sono la nostra speranza, della città. Chiamiamo tutti gli uomini di buona volontà ad aiutarci a dare un’immagine ed una identità più chiara alla nostra terra. Su queste sponde, in questa terra gli uomini si sono ritrovati fratelli, in qualche angolo ci dovrebbe essere una lapide che ricorda il pericoloso e duro impegno della Marina russa per questa città e un’altra che ricorda il soggiorno di Nietzsche, di un Nietzsche senza veleni e in pace con gli Dei. Chiediamo ancora per la città la solidarietà e l’amicizia di tutti, per testimoniare ancora che qui e ora Messina è presente, questa terra ancora vive, gli uomini possono ancora ritornare a riconoscersi di ‘razza umana’ al di là di ogni ideologia, al di là di ogni interesse, al di là del colore, delle idee e della diversità di pelle. Tutti contro il buio e la paura e la prepotenza, qualsiasi prepotenza.»

    _____________________________

    - Anno III n°16, novembre-dicembre 1991,pag.3

    LO SCAFFALE DELLA FILOSOFIA

    METAFISICA E FINITUDINE UMANA

    Un interessante saggio di Antonino Laganà

    di Santi Lo Giudice

    Ermeneutica, o arte dell’interpretare, è un termine di origine greca, che rinvia a Hermes, il dio che riporta ai mortali i messaggi degli dèi e agli dèi le suppliche dei mortali. Seguendo questa narrazione Heidegger dice che ermeneuein è quell’esporre che reca un annuncio in quanto è in grado di ascoltare un messaggio, mentre Károly Kerényi sostiene che la radice greca del termine herm è connessa alla radice serm da cui sermo, discorso. Etimologicamente, dunque, la radice della parola ermeneutica rinvia a parola, discorso, linguaggio.

    Nel mondo classico, compreso il Medioevo e il Rinascimento, esiste per l’uomo una realtà che si dà al pensiero e che viene enunciata dal linguaggio. Nel mondo moderno si assiste a un’inversione del rapporto: non spetta più alla realtà, ma al pensiero che se la rappresenta (cogito cartesiano), il primato nel rapporto realtà-pensiero. Nel mondo contemporaneo, addirittura, il rapporto realtà-pensiero è soppiantato dalla parola, la quale cessa di essere un mero strumento del manifestarsi della realtà o del pensiero e si pone come orizzonte, a partire dal quale è possibile il dantesi del dato, ossia il darsi delle cose all’uomo (e l’uomo più le cose a sé stesso).

    L’ottica del modo contemporaneo si fonda principalmente sul pensiero di Heidegger, il quale, nell’affermare che non c’è cosa dove la parola manca, che solo quando c’è la parola la cosa è , non ha visto nel linguaggio solo una facoltà umana accanto ad altre facoltà, piuttosto ha visto in esso la casa dell’Essere istituita e disposta dall’Essere. Ma cosa accade nella dimora dell’essenza dell’uomo, ossia quali sono gli itinerari ermeneutici che offre il rapporto parola-cosa? È possibile il darsi della cosa al di là delle parole? È possibile il darsi dell’oggettività di un testo al di là delle diverse letture? È possibile il darsi di una verità al di là delle molteplici interpretazioni? Parlare di al di là, per Heidegger, è parlare di Metafisica.

    Questa parola, coniata da Androni co di Rodi per designare i libri aristotelici da lui catalogati dopo (metà) quelli di fisica (tà physikà), col passare del tempo perde il significato meramente topologico ed assume quello di un ordine immutabile ed eterno al di là (tà metà) della mera physis (o mondo sensibile), la quale è possibile leggere e interpretare grazie all’ordine immutabile.

    Ma a chi è dato conoscere che quell’ordine sia l’Ordine se non all’io esecutivo dell’uomo che così conviene intorno i significati delle cose? Non si può riferire intorno a quell’ordine se non riproponendo quello che Nietzsche afferma di Dio: Ahimè, fratello, il dio che io creai era opera e illusione d’uomo, come tutti gli dèi!. Di qui non si dà cosa al di là delle parole, non si dà testo al di là delle diverse letture, non si dà verità al di là delle molteplici interpretazioni. Così anima mia – dice Zarathustra – io ti restituii la libertà su tutte le cose, tanto che chiunque abbia la pretesa di porre una parola a misura di tutte le cose vive ciò che per l’ermeneutica è la violenza della metafisica.

    Tale violenza, ai giorni nostri, è smascherata, tra l’altro, dalla scuola ermeneutica (Gadamer, Ricoeur, Vattimo), attraverso la riformulazione del concetto di verità, pensata non più come dominio Sull’Essere, ma come trasparire dell’Essere tramite il gioco delle interpretazioni, quel gioco di comunicazione e metacomunicazione – dice Vattimo – in cui le ‘cose’ si costituiscono e, insieme, anche sempre si destituiscono; ma è smascherata anche da chi dice che se le interpretazioni non hanno in vista una verità, o un’illuminazione da cui partire e a cui tendere, non riescono a costituirsi neppure come interpretazioni. A questa prospettiva teoretica appartengono le tematiche di Idea della metafisica (Gangemi, Roma-Reggio Calabria, 1990) di Antonino Laganà.

    Il lavoro, pervaso da un sottile rigore logico nelle analisi dei temi di fondo che hanno caratterizzato la filosofia dell’interpretazione, individua, nel pensiero che vuole indebolire la violenza celata nell’atteggiamento metafisico che pone un Ordine dell’essere al di là del gioco dell’interpretazione, la cuspide della violenza, della hybris, dell’arroganza dell’interpretazione che assolutizza sé stessa nel momento in cui nega la possibilità di una luce veritativa. Produce, in altri termini, per Laganà, meno effetti devastanti la fede nel ‘‘Grande Anarca" che quella nella ecumenicità del valore-tensione legato al potere dettato dal gioco dell’interpretazione.

    Pur concordando con Heidegger che il linguaggio è la casa dell’Essere diverso è l’atteggiamento dei due indirizzi nei confronti degli accadimenti che si registrano in questa casa: l’inabissarsi della parola nel senza-fondo del silenzio per Vattimo e il pensiero ermeneutico, l’illuminazione e l’annuncio dell’Essere per Laganà. Se l’Essere tace, agli uomini non resta come luogo d’incontro che il frammento, la parola come oggetto interpretativo. A ciò si oppone Laganà il quale dice che senza uno sfondo veritativo, senza la perìlampsis (illuminazione o folgorazione caratterizzata da una istantaneità che, azzerando qualsiasi distanza spazio-temporale, con ciò preclude a limine ogni possibilità di interpretazione), sebbene inattingibile nella sua totalità perché al di là di tutte le interpretazioni in quanto è la condizione di esse, anche l’interpretazione perde la sua ragione d’essere essendo priva di costituirsi come interpretazione. Di qui o l’ermeneutica esce allo scoperto e ha il coraggio di manifestarsi come verodipendente, come ‘‘un’opzione metafisica, oppure, dice Laganà, abbandonata a sé stessa o ignara della sua genesi si assolutizza in ciascuno dei suoi livelli producendo una molteplicità di assoluti in contraddizione tra loro, inevitabilmente apre le porte alla violenza. Di fronte al silenzio dell’Essere, all’assenza di uno sfondo veritativo, tutto è giusto, buono, bello, tutto trova giustificazione nel tutto, perché tutto trova legittimazione nel gioco interpretativo voluto dall’io esecutivo. Quale la differenza tra il silenzio dell’Essere o della verità e la inattingibilità dell’Essere (perìlampsis) o della verità"? Sotto sotto, credo, che la prima ipotesi sia sorretta dal convincimento dell’accettazione della condizione della finitudine umana, mentre la seconda dalla non accettazione di questa condizione di mortalità. Ovviamente non nel senso che Laganà nutra perplessità sul fatto che l’uomo è destinato a morire, ma nel senso che non crede, a prescindere dall’evento-mortalità, che possa darsi alcuna comprensione dell’uomo e alcuna parola appropriata.

    _________________________

    - Anno III n°16, novembre-dicembre 1991, pagg.6-7

    INCONTRO CON L’AUTORE

    SOTTO LA TOGA, SCRITTORE DELLA REALTÀ

    Diego Curtò, magistrato-scrittore o scrittore-magistrato? L’autore de La pelle del giudice, messinese, vive a Milano. Il suo valore letterario emerge dai suoi racconti. A tredici anni la prima novella, a sedici una tragedia in versi: Cleopatra. L’Intervista a Parentesi.

    di Mario Calamia

    Oriana Fallaci, scrittrice prestata al giornalismo sostiene che scrivere è il mestiere più faticoso, più doloroso, più tormentoso del mondo. E più è difficile, più è bello. Essere scrittore, quindi, ha un senso. Doppio, quando si è impegnati su due fronti, in ciascuno dei quali si ritrova la propria vocazione. Diego Curtò, magistrato e scrittore, rappresenta l’uomo di legge e di lettere. Una personalità poliedrica, interessante, tutta a sé, intessuta nel fare, nel dover fare, nel saper fare.

    - Curtò più magistrato, o meglio presidente del Tribunale di Milano, o più. Scrittore? Forse o senza forse è giusto affermare: magistrato e scrittore nello stesso tempo?

    «La contemporaneità dei ruoli – sostiene Curtò stesso – mi ha giovato come scrittore e come giudice perché da giudice mi sono avvalso delle intuizioni e delle capacità introspettive e di raccordo dello scrittore, mentre come scrittore ho recuperato i requisiti di investigazione della realtà, di verifica razionale, di giudizio e confronto che sono propri dell’attività giudiziaria. Il professor Alessandro Galante Garrone, in una sua lettera inviata all’editore e pubblicata all’inizio del volume La pelle del giudice", un’opera letteraria, matura, ispessita dalla profonda umanità, dentro alla quale, il Curtò estrinseca le sue qualità di osservatore acuto e di scrittore fine e sottile, meritevole del moltiplicarsi dei successi, mostra la sua gratitudine per l’autore.

    Caro Editore, - si legge nella missiva del 31 dicembre 1987 rivolgendosi a Vanni Scheiwiller di Milano – La pelle del giudice è un libro che mi scosse nel profondo, per la sua originalità, la sua forza, la sua tensione morale. Ricordo che. Dopo averlo letto, pensai di scrivere all’autore per dirgli quanto gli fossi grato. La penna acuta di Giorgio Zampa, critico letterario, offre la rara opportunità di un approccio veloce e approfondito con Diego Curtò superando l’interrogativo: giudice-scrittore o scrittore-giudice?

    È il caso di ripetere con Ralph Wualdo Emerson, filosofo e poeta statunitense, Ciò che tu sei rimbomba così forte, che mi impedisce di udire ciò che tu dici.

    La fecondità di Diego Curtò non si esaurisce. Ha scritto molto e continua a farlo con la passione di sempre. Cominciò a tredici anni con una novella pubblicata sulla Gazzetta di Messina. A sedici, una tragedia in versi: Cleopatra pubblicata dall’editore Gastaldi di Milano e poi, una produzione senza fine.

    D’accordo con Pascal: Nulla di grande si compie senza una passione.

    - Presidente Curtò, giudice di mattina e scrittore di pomeriggio?

    «Contrariamente a quanto credevo scegliendo giurisprudenza, non ho dovuto sacrificare completamente gli studi umanistici e la letteratura. Il sacrificio parziale peraltro mi è stato compensato dalla notevole esperienza di vicende umane, di sentimenti, di conflitti anche interiori tra persone, che ho potuto acquisire facendo il giudice.

    Molti miei racconti, infatti, hanno trovato spunto e ispirazione da casi trattati nella mia carriera. Per esempio: Il posto giusto. Lauretta, Donna del sud. Per non parlare de La pelle del giudice».

     — I suoi romanzi raccontano la vita, i desideri e le aspirazioni dell’uomo comune e le discrasie con la realtà. È vero?

    «Verissimo. I miei personaggi vogliono vivere a dispetto delle malattie, delle avversità, delle delusioni e vorrebbero che la vita fosse giusta per tutti così come la morte».

    La filosofia di Diego Curtò è questa: La vita deve essere vissuta, sta a noi renderla degna. La sua poetica? Le risorse della fantasia, l’esplorazione delle zone d’ombra dell’esistenza per una maggiore appropriazione della realtà da parte dei personaggi che s’inventano meraviglie e occasioni oltre l’apparenza, ai quali il suo autore trasferisce tutta la ricchezza della sua interiorità, la sua penna forbita, la profondità del suo pensiero, portando in superficie quanto di più recondito ci sia nell’animo umano.

    Uno scrittore che raccoglie numerosi riconoscimenti, all’attenzione dalla critica più severa, in un esame superato.

    ___________________________

    - Anno III n°16 novembre dicembre 1991, pag.8

    INCONTRI CON LA SCIENZA

    CARLO SIRTORI: UN RICERCATORE

    CON ACCANTO LA CULTURA

    Lo scienziato, autore del libro Supersalute e Leonardismo scientifico spiega il perché dell’aggiornamento della vita e della cultura. Molte le citazioni con uno scopo preciso: proporne l’attualità, l’applicazione, un aiuto a comprendere meglio i fenomeni della vita stessa.

    di Mario Calamia

    Chi è Carlo Sirtori? Per la scienza medico-biologica è un uomo di casa. Lo abbiamo avvicinato nell’aula magna dell’Università messinese subito dopo il suo intervento in occasione del recente insediamento del Comitato scientifico dell’Università europea della terza età fondata da Carmelo Garofalo, un giornalista con sulle spalle sessanta anni di attività professionale accompagnata da una gran voglia di continuare a dedicarsi alla cultura, il professor Sirtori fa parte assieme ad altri scienziati del massimo organismo che, annualmente, determina l’indirizzo socio-culturale dell’importante sodalizio.

    Abbiamo colto un Sirtori misurato nel suo dire ricco di citazioni e di riferimenti a uomini illustri. Il prof. Sirtori non rivela la sua età. Si è impegnato in una ricerca su sé stesso che gli impedisce di renderla di pubblico dominio. Afferma: quello che conta è l’età biologica. Ai più curiosi, dunque, non rimane che aspettare la pubblicazione dei risultati. Infatti, tra qualche settimana, due al massimo, avremo il suo libro Supersalute e Leonardismo scientifico la cui tematica è legata al problema età in connessione al concetto di salute e di cultura. Un titolo a prima vista incomprensibile, sul quale l’autore si sofferma nel corso dell’intervista e su cui, in maniera articolata e convincente, spiega le ragioni della sua scelta. L’intervento di Sirtori in piena assemblea ha suonato come anticipazione cosi come averne parlato per primo con Parentesi.

    - Professor Sirtori. In fondo, qual è la ragione che lo ha spinto a scrivere questo libro?

    «Posso risponderle come ho detto nella mia prefazione. Considero doveroso aggiornare la mia vita, la mia attività professionale, la lunga attività di ricerca, il desiderio di portare un contributo concreto alla scienza medico biologica istologica. Sono ancora in viaggio e sono pronto a ripartire».

    - Leonardismo, da Leonardo da Vinci, che rapporto c’è?

    «Vaughan Hart alludendo allo scienziato italiano dice: La natura era per lui fonte inesauribile di eccitamento e di ispirazione, l’invenzione non era che una parte del fermento necessario a comprendere la natura, e la scoperta una conseguenza immediata della sua attività. Suo merito fu di trasferire l’empirismo dello studio dell’artista al laboratorio dello scienziato, insegnandogli che le leggi di natura si manifestano esattamente, e non vagamente, nel dettaglio dei più piccoli movimenti».

    Da qui la spinta ricevuta da indurre Sirtori a mettere mani e mente al suo libro nel quale spiega le virtù che si richiedono al ricercatore, o eventualmente i difetti. Per lo scienziato Sirtori una componente della ricerca di vitale importanza – come lui stesso afferma – è il riconoscere un problema nobile che lo diventa quando genera uno schema concettuale che può influenzare un’epoca. Rapporto immediato tra risultato della ricerca e qualità di vita. Fleming, Cicerone. Sofocle, Mazzini ricorrono spesso nel pensiero di Sirtori che mette in relazione salute e cultura. Intatti, la buona salute, quella che lui chiama Supersalute e che definisce un potenziamento mentale, psichico, fisico, è, in una parola, Leonardismo. Se cultura è un manto che presto si accorcia perché il tempo gli gira attorno con le force essa necessita per poter parlare di buona cultura di un continuo aggiornamento. Infine, se a buona salute corrisponde Supersalute, a cultura equivale aggiornamento. Potremo continuare a non sapere l’età del professor Sirtori. A questo punto non la chiederemo più se in cambio potremo dire di aver ricevuto la chiave di lettura per una sempre più meno approssimativa interpretazione del fenomeno vita nell’accezione scientifica, se ad essa avremo dato quel giusto senso, se avremo scoperto, aiutati dallo stesso Sirtori, il suo reciproco rapporto con la cultura. Sirtori è maestro nelle due direzioni.

    ____________________________________

    - Anno III n°16, novembre- dicembre 1991,pag.9

    CRITICA TEATRALE

    LA STAGIONE TEATRALE 1991-1992

    Breve Guida al cartellone-spettacoli varato

    dall’Ente Teatro di Messina

    di Nino Cacia

    Finalmente un cartellone stagionale di prosa come Dio comanda. Volendo dire che ciò avviene se c’è capacità di compiere scelte di qualità nel solco d’una provata esperienza (se si vive nel teatro e di esso ci si nutre), poiché abbiamo a Messina, per la prima volta e al primo anno di nascita, un Ente Teatro in fase gestionale autonoma che comprende le strutture pubbliche di spettacolo del Vittorio Emanuele e Teatro in Fiera; e in più un direttore artistico, nella persona dell’attore meridionale Mariano Rigillo. È un esordio confortante per un futuro tranquillo, rilevato da più parti, per il pubblico, le aspirazioni culturali della Città, l’attenzione più ravvicinata d’una critica.

    Scorriamo perciò rapidamente la programmazione, nell’imminenza della sua apertura con uno spettacolo inedito per la Sicilia, quel Circo invisibile, creato dal tandem Victoria Chaplin/ Jean-Baptiste Thierrée, in cui lavora il figlio equilibrista di questi; portatore del paradigma, tra magici e gioiosi estri impasti circensi e humus poetici, che la vita in fondo è gioco purché si sia fraterni e coscienti nel saperlo fare seriamente. Nel gruppo di nuovo teatro e del teatro sperimentativo sono collocati lavori di merito esclusivo: ad esempio Rasoi di Enzo Moscato (Premio recentissimo / Associazioni Critici Nazionali di Teatro), regia di Martone e Servillo, panorama visivo testimoniale d’una napoletanità a più voci deformata da vecchia comicità popolare ma mai perduta per tradizione devota (è certo un’opera da non perdere).

    Dell’austriaco Thomas Bernardi giunge, a cura di C. Cecchi, Ritter Dene Voss, con Marisa Gonfalone e Anna Bonaiuto, proveniente dal cantiere europeo del libero scambio (si tratta d’un teatro d’Autore), per ora intraducibile nel titolo- omaggio di Bernardt ai suoi tre primi interpreti tedeschi (la vicenda ruota attorno a tre fratelli aristocratici). Giuseppe Manfridi continua sull’onda dei primi successi testuali a produrre teatro fresco, tecnicamente puntuale: è la volta di Ti amo, Maria, regia di Sciaccaluga, con Carlo Delle Piane, che miete repliche da oltre un biennio.

    Giovani testi sono: I cavalieri di Re Arthur di Alessandro Fo, con Rosa Di Lucia (adattamento e regia Andrée Ruth Shammah), che gira dal ‘90, sulle avventure di Perceval e Tristano alla ricerca del Santo Graal, Amleto in salsa piccante di Nicolaj, regia A. Corsir.

    Accanto ai classici, commemorativi e di riedizione, come La moglie saggia di Goldoni, regia di Patroni Griffi per l’interpretazione di Annamaria Guarnieri, Ilaria Occhini, Luciano Virgilio e L’impresario delle Smirne diretto da Missiroli (con Rigillo attore, M. Ubaldi e le musiche di Trovajoli) troviamo Nostra Dea di Bontempelli, una Medea di Seneca (il cui distacco dal modello euripideo è l’uccisione dei figli sulla scena), un Tartufo molieriano con l’ancor arzilla Paola Borboni diretta da Guicciardini, Candida di George Bernard Shaw, con la Pitagora, l’Agamennone di Alfieri con stavolta la Adriana Innocenti regista, oltreché interprete con Nuti e la Negroni.

    Il Novecento è rappresentato da Le voci di dentro, testo eduardiano con cui si cimenta quel sensibile epigono di teatro napoletano che è Carlo Giuffré; Spirito allegro, d’un frizzante, intramontabile Noel Coward, con la coppia Ugo Pagliai-Paola Gassman; la favola amara sul Potere II Drago di Evgene Schwarz, regia di De Simone (prodotta a Messina Anni 70 dal Gruppo Teatro Struttura, in cui militai come consulente). E soprattutto, in chiusura e bellezza, il Come tu mi vuoi di Pirandello (chi si ricorda del grande film della Garbo con Eric von Stroheim?), portato nientemeno che dal Piccolo di Milano per la regia di G. Strehler, con Andrea Jonasson.

    Ho sotto gli occhi l’estratto dell’emendamento Ordile approvato dall’Assemblea Siciliana (maggio ’91), le dichiarazioni del Presidente Cambria di sentirsi felice per la città’’, le decisioni sulla programmazione per il decollo dell’Ente Teatro Messina, di cui questa è il primo frutto. L’art. 8 della Legge stanzia 2.900 milioni per l’esercizio finanziario ’91 e altri 5.000 per il ‘92 portando il contributo annuo nel ’93 a 13 miliardi. Non è roba da poco, cioè bisognerà tenere occhi bene aperti sulla gestione dei nostri teatri perché produca in organicità e singolarità. Proprio com’ebbe a dire pure, alla data cui mi riferisco, il Vicepresidente Mazzeo sulla coerenza dell’intero comparto teatrale siciliano coi criteri ispiratori della normativa nazionale di settore, bisognosa di regolatori amministrativi e organizzativi specifici perché l’impegno finanziario determini risultati apprezzabili di produttività ed efficienza, scadenze alle quali dovrà farsi trovare pronto l’Ente Teatro’’.

    Da queste basi di partenza non possiamo dunque che formulare anche noi un fervido ad maiora!

    _________________________________

    - Anno III n°16 novembre – dicembre 1991,pagg.10-11

    MUSICA & MUSICA

    GUIDA ALL’ASCOLTO DEL BLUES:

    Consigli per gli acquisti

    di Michele Lotta

    E quattro! La collaborazione fra Antenna Sera e Parentesi approda al suo quarto appuntamento. Siamo ben lieti della simpatia con la quale avete risposto all’iniziative di inserire, tra queste pagine, una rubrica fissa dedicata a fatti e personaggi del fantastico mondo della musica. Musica di qualità, non certo prodotto consumistico usa e getta, musica che fa del disco un vero oggetto da collezione. È così che, raccogliendo diversi inviti da parte vostra, abbiamo pensato di occupare questo spazio con la proposta di quattro nuove uscite discografiche al fine di fornire le nostre indicazioni a chi volesse avvicinare un prodotto musicale non particolarmente diffuso dai consueti canali della informazione.

    Per iniziare abbiamo scelto la colonna sonora del film The Commitments, ultimo lavoro del regista Alan Parker. Ambientata nella parte operaia di Belfast, la pellicola narra le vicende di un gruppo di giovanissimi uniti dalla grande passione per il Rithme & Blues. La band alla quale danno vita riesce a riscuotere sempre maggiori consensi, passando dai garages a locali di maggiore richiamo. Ma proprio quando il sogno del successo stà per coronarsi, tra i ragazzi nascono tutta una serie di incomprensioni che ben presto conducono alla scissione del gruppo. Dodici ragazzi che si muovono nello scenario di un’Irlanda inquieta e proletaria e che cercano nella musica il loro riscatto. Grande fotografia e musica nera sono in definitiva gli ingredienti che faranno di questo film l’ennesimo successo per il regista inglese e la riscoperta dei classici del R&B grazie ad una colonna sonora che attinge a composizioni di Wilson Pickett, Otis Redding, Al Green, riproposte con grinta sfolgorante dagli stessi protagonisti. Da Mustang Sally a Take me to the River, da Mr. Pitiful ad In the Midnight hour, ovvero un viaggio tra le pagine più significative della black music degli anni ’60.

    La seconda proposta riguarda uno dei personaggi più amati di tutta la storia del rock: Van Morrison. Irlandese, già estremamente popolare negli anni ‘60 con i Them, Morrison The Man’’ ha scritto tantissime pagine indimenticabili nella sua, ormai trentennale, carriera. Il suo primo hit fu Gloria (divenuto addirittura l’inno del decennio) pezzo ispirato dal Rock & Roll americano che in quegli anni approdava in Europa. Assieme a Beatles e Rolling Stones fu espressione della gioventù più ribelle, quella destinata a fare epoca, e pose le basi per tutta una schiera di epigoni che avrebbero infiammato i cuori di moltissimi giovani in ogni parte del globo. Negli anni la musica di Morrison, attraverso una serie di mutazioni, è diventata una miscela di jazz, blues, musica celtica, sempre personalissima, unica direi, come nel nuovo disco che si intitola Hymns to The Silence, tra i dischi migliori di quest’anno. Il lavoro è doppio (anche nella versione CD) e si compone di ventuno brani per oltre novanta minuti di musica che non stancano di certo l’ascoltatore che viene anzi catturato dalla magia di suoni astrali’, magnetici, in grado di sottolineare i momenti più intimi della vita quotidiana. Provare per credere.

    Live at The Apollo è il titolo dell’ultimo disco dal vivo di un chitarrista nero venuto dal Mississippi il cui nome è B.B. King.

    Figura leggendaria del blues, ha esercitato un’influenza incalcolabile nell’evoluzione della chitarra elettrica creando uno stile unico, per semplicità e raffinatezza. Il "Re del blues’’, acclamato da milioni di fans di mezzo secolo più giovani di lui, continua in pieni anni novanta a riempire gli stadi di tutto il mondo confermandosi il numero uno. Live At The Apollo è stato registrato proprio quest’anno al celebre Apollo Theatre di New York con l’apporto della Philip Morris Superband di Gene Harris, ovvero con una grande orchestra in grado di offrire un tappeto di fiati su cui Mr. King riesce ad intessere le sue trame vocali e chitarristiche divenute ormai mito. Il disco si apre con il fatidico Ladies and Gentlemen Mr. B ... B ... Kiiiinngg, ed è subito blues con When The Loves Come To Town, il pezzo della band irlandese degli U2 che ha sicuramente creato ulteriore motivo d’interesse presso il pubblico più giovane.

    A seguire Sweat Sixteen e The Trill Is Gone, due classici di B.B. King, in cui Lucilie si anima e, da semplice inerte chitarra, diviene voce della spirito. Ain’t Nobody Biznes, All Over Again, Guess Who, sono le altre perle della serata. Se non volete rimanere intrappolati dalla dipendenza dal blues, restate lontani da questa musica ...

    La quarta ed ultima proposta è relativa al nuovo disco di Tom Petty and The Heartbreakers che ha per titolo IntoThe Great Wide Open. L’album, prodotto da Jeff Lynne (un nome noto negli ambienti del rock americano), è costituito da dodici brani nella perfetta tradizione musicale del biondo chitarrista di Miami. Un rock ancora una volta genuino, senza additivi aggiunti, puro e cristallino come si addice ai grandi. È un’America legata alla tradizione country rock quella che sostiene personaggi come Tom Petty e tutti quei musicisti che in tanti anni di attività sono riusciti a crearsi un’ampia fetta di mercato, anche in Europa, con un lavoro costante ed umile al tempo stesso non ricorrendo, come spesso accade, ad artifici scenografici che hanno visto in passato stelle di grande fulgore spegnersi implacabilmente nello spazio di poche stagioni.

    Suoni prodotti da impasti chitarristici con i quali prendono forma le ballate guidate dalla voce nasale del leader e punteggiate dalla chitarra del fido Mike Campbell. Tra le cose più interessanti di questo disco segnaliamo Learning To Fly , un motivo destinato a rimanere in mente, The Dark Of The Sun, All The Wrong Reason, nel quale torna a farsi vivo uno dei miti del rock americano, Roger McGuinn, e Too Good To Be True dal sapore psichedelico. Tom Petty non smentisce in questo nuovo lavoro le qualità di intrattenitore e dolce menestrello della parte rock nella quale ognuno può riconoscersi. Consigliatissimo.

    _______________________

    - Anno III n°16 novembre – dicembre 1991,pagg.14-15

    ARTISTI DI OGGI

    GIUSEPPE MODICA,

    ovvero

    L’Archeologia del futuro

    di Pietro Venuto

    La stanza appesa all’arbitro/dei colori, alle udienze dell’acre / non gli pareva telaio di parvenze / ma il centro del dominio circolare. (Lucio Piccolo, La torre). Anche per Modica ‘‘Le stanze inquiete" (titolo della bellissima mostra ospitata negli splendidi locali della Tour Fromage di Aosta) sono il fulcro, l’epicentro del suo moto di terra, mare e cielo che continuamente scuote la quiete irreale di un mondo svincolato dal dominio del tempo.

    Giuseppe Modica, giovane maestro della pittura italiana, ha saputo dimostrare, impiegando i mezzi classici della sua professione, come sia possibile fare, con una ricchezza di soluzioni e una perfetta padronanza dei mezzi tecnici, un’arte unica e perfettamente riconoscibile.

    Nato a Mazara del Vallo il 16 novembre 1953, ha compiuto gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ha vissuto fino ad alcuni anni fa. Oggi risiede a Roma, a pochi passi dal Colosseo. Monumento che appare spesso nelle opere di questo ultimo periodo, immerso in un’atmosfera carica di magia e di attesa che sembra preludere alla sua improvvisa rianimazione con i gladiatori e la folla, pronti ad entrare in scena.

    Intanto restano, come essenze citoplasmatiche migranti e impalpabili, spiriti dell’opera dentro di essa. Non si vedono, gli uomini, quasi mai (tranne qualche rara apparizione come statue corrose dall’acido del tempo o come manichini messi in posa sotto un sole innaturale per richiamare a sé la ruina che ha già colpito gli edifici e le loro terrazze.

    E da queste, affacciandosi, si vedono, in lontananza, masse ieratiche di materia, lunare? Meteoritica? O ciò che resterà del pianeta Terra? Trasmutazioni di oggetti di ceramica Siculiana, di vegetazioni mediterranee e dei loro frutti: marionette adagiate sul palcoscenico paleolitico dal quale sembra, per osmosi naturale, abbiano assorbito la materia e il suo peso specifico.

    ‘‘È difficile sottrarsi al fascino di Giuseppe Modica – ha scritto Vittorio Sgarbi – un pittore che, da qualche anno appare con intelligente moderazione, così da determinare ammirazione e aspettativa, e cioè le disposizioni che meglio convengono all’opera di un’artista", lo, da Modica, sono stato affascinato molto tempo fa, nel 1982, quando fece la sua apparizione in una mostra collettiva nei locali della Fiera di Messina.

    Da quel giorno il nostro giovane artista è cresciuto progressivamente, senza farsi ammaliare dalle mode e dal mercato, dai falsi mentori e dai mercanti succhia quadri. È cresciuto nell’ampio spazio della sua memoria, della sua cultura e dell’immaginazione; alimentato, tra l’altro, dall’inquietudine esistenziale tipica dei nostri giorni, dalla forte emotività, dall’acuta sensibilità e da un genio creativo che immerge, profondamente, le sue radici nelle stratificate e nutrienti (per chi ovviamente sa masticarle, digerirle e assimilarle) esperienze del passato.

    Per Modica, Leonardo Sciascia ha scritto che ... i tempi slittano, si intersecano, trovano rispondenze, trasparenze, fusioni. Grande sensibilità, grande perizia. È detto da lui, che era così misurato nei giudizi, è oro colato.

    La poetica della sua pittura è dominata, dunque, da una tecnica cristallina, ma non è – come giustamente nota Janus nel suo intervento in catalogo edito dalla Fabbri – esercizio retorico ma dialogo con il mondo. Forse un po’ diverso da quello che i nostri sensi riescono a percepire, ma proprio per questo più stimolante e attraente. I suoi monumenti arcani all’umanità corrosi dal vento inquinato, da Sali e dalle acque acidule, non sono messi in posa per far mostra solo di sé, ma servono a indicare alla società che la strada del suo sviluppo è piena d’insidie. E l’umanità per conservarsi deve tutelare e salvaguardare il suo ambiente naturale. E tutto questo da Modica vien fatto con una operazione di pura pittura che si appoggia ad uno spazio particolare (la Sicilia) e a un tempo particolare (la memoria) Maurizio Fagiolo dell’Arco.

    Nell’abbecedario del nostro artista, l’Universo è ‘‘oltre la finestra e lo Zen è ‘‘in profondità verso l’essenzialità. Ed è lì che bisogna cercare la mappa della nostra vita, il gene e l’energia dell’eternità. Se questa c’è.

    ___________________________

    - Anno III n°16 novembre – dicembre 1991,pag.17

    ARTE & STORIA

    DOMENICO MAROLI’,

    MESSINESE,

    pittore di icone e di oscenità

    dell’età barocca

    di Fortunato Pergolizzi

    Nella Messina barocca, alla vigilia della rivolta contro la Spagna di Carlo II, operava il pittore Domenico Marolì, maestro eccellente nel dipingere pale d’altare ma anche, assecondando il gusto della borghesia del tempo, compositore di licenziosi quadretti d’alcova con Venere protagonista di complicati giuochi amorosi.

    Tali dipinti, che gli procuravano lauti guadagni, riflettevano i valori timbrici che si possono riscontrare nelle tele che ancora oggi sono custodite presso il Museo Regionale di Messina, reliquario della città perduta, e mostrano l’estro elegante che caratterizza lo stile della pienezza espressiva acquisita dall’artista, da quando, diciannovenne, iniziava la sua attività nella bottega del Barbalonga, seguace del Domenichino.

    Ebbe come compagni di apprendistato Agostino Scilla e Onofrio Gabrieli, che gli furono camerati in quanto militarono nelle schiere dei malvizzi durante la rivolta, che aveva inizio il 13 aprile del 1672, con l’inconsulta reazione dello stratigoto dell’Hojo, il quale faceva bruciare dalla plebe affamata, le case dei senatori Carlo Laganà, alla Giudecca e di don Paolo Moleti, Pietro Marino, Carlo De Gregorio e Giuseppe Balsamo.

    Un incendio che si doveva alimentare sino al 1678. Quando con la pace di Nimega, la Francia di Luigi XIV, abbandonava alla vendetta dei boia del regime spagnolo, il viceré de Benavides e il sanguinario Quintana, la città di Messina, decretandone una inarrestabile decadenza, ancora oggi palpabile.

    Il Marolì, concluso l’apprendistato, intuiva i limiti di una esperienza che oscillava tra la formazione di bottega e l’ammirazione per il Caravaggio, per cui decideva di partire dalla sua città, per studiare direttamente le opere dei grandi maestri rinascimentali con l’intento di superare gli angusti limiti provinciali, alla ricerca della personale identità artistica.

    Concludeva il suo peregrinare per l’Italia, a Venezia e successivamente, nel 1660, a Bologna, dove maturavano le scelte stilistiche che gli erano più congeniali, rivolte principalmente ai ritmi mediati della pittura del Veronese, opulenta e descrittiva e all’aulico naturalismo poetico del Bassano, che lo sentiva affine e ne divenne emulo, al punto da suscitare l’ammirazione del Boschini.

    Il soggiorno bolognese dev’essere stato proficuo per il Marolì se gli procurava la gelosia di mestiere dei pittori locali, i cui comportamenti ostili lo indussero a riprendere la via di ritorno, verso la non dimenticata Messina, raggiunta dopo una serie di peripezie, poiché

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1