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"Ciak si gira!"
"Ciak si gira!"
"Ciak si gira!"
E-book230 pagine2 ore

"Ciak si gira!"

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Info su questo ebook

«Ti ho sempre detto tutto... anche quando sapevo... che quello... che ti avrei detto, poteva sfociare in una discussione ma... sapevo anche... che quelle discussioni, servivano ad entrambe per creare le basi della nostra relazione...»

A tre anni dall'incontro, tra Giulia Cavalieri e Andrea Sereni (Un angelo al mio letto 2021), ritroviamo, le due protagoniste. Che cosa è successo, nella loro vita? Come procede, la loro relazione? Quali novità ci sono? Queste, alcune delle domande, che troveranno risposta, in questo nuovo romanzo ma, non solo, incontreremo nuovi personaggi e come sempre, amore e passione e, perché no, momenti di ilarità, che ci accompagneranno, in questo nuovo ed emozionante viaggio.
LinguaItaliano
Data di uscita14 lug 2023
ISBN9791221484021
"Ciak si gira!"

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    Anteprima del libro

    "Ciak si gira!" - Patrizia Saturni

    1.

    Giulia si affrettò a correre fuori dal vicolo, la mano stretta in quella di Hayley. Intanto, dietro di loro, potevano sentire l'eco delle scarpe, sulla pavimentazione stradale, dei quattro uomini, che le stavano inseguendo.

    Giulia alla vista della loro Yamaha Tracer 700 GT nera, parcheggiata ad una decina di metri davanti a loro, rincuorata, fece scivolare la mano libera, nella tasca della giacca, in pelle nera e recuperò le chiavi.

    «Ancora... non le hai buttate?!» urlò Giulia ad Hayley, in americano, mentre apriva uno dei due bauletti laterali rigidi della Yamaha.

    «No! Sono stanca di perdere, le mie adorate scarpe, ogni dannata volta... che siamo in una missione e poi... lo sai, che queste sono le mie preferite!» rispose Hayley sorridendo, i tacchi delle scarpe, stretti nell'altra mano.

    Giulia sorrise poi, afferrò una piccolo sacchetto di tela, dal bauletto laterale della Yamaha, e glielo porse.

    «Dammele!» le disse tornando a guardarla, la mano, aperta, tesa verso di lei.

    Hayley allora, le passò le scarpe.

    «Tieni... Appena li vedi arrivare... gettale, sulla pavimentazione stradale, nella loro direzione!» le disse poi, mise le scarpe di Hayley, all'interno del bauletto laterale della Yamaha e lo richiuse.

    Hayley annuì e afferrato il sacchetto di tela, lo aprì e rimase in attesa. Lo sguardo fisso, in direzione del vicolo, dal quale loro due erano appena uscite.

    Giulia afferrò il casco e dopo averlo indossato, salì sulla moto. Inserì la chiave. Accese il motore e le luci di posizione. Afferrò l'altro casco e tolto il cavalletto, rimase in attesa.

    Improvvisamente, i quattro uomini uscirono dal vicolo, pistole alla mano. Si fermarono per riprendere fiato, guardandosi intorno, per farsi un idea di dove, Giulia ed Hayley fossero finite.

    Hayley allora, sorridendo divertita, si piegò in avanti e svuotò l'intero contenuto sulla strada. Le biglie di vetro, che si trovavano all'interno del sacchetto di tela, presero a scivolare sulla pavimentazione stradale e verso i quattro uomini, che intanto, nel riconoscerle, avevano ripreso a correre verso di loro.

    Giulia le passò il casco. Hayley lo indossò e salì sulla moto, dietro di lei. Il tempo di sentire le braccia di Hayley, stringersi intorno alla sua vita e Giulia, inserì la marcia e partì.

    «Stop!» urlò Stewart Reed, il regista del film.

    Giulia fermò la moto. Inserì il cavalletto e attese, che Hayley fosse scesa dalla moto. Appoggiò la moto sul cavalletto poi, anche lei scese e si tolse il casco. Il sorriso soddisfatto, che le illuminava il volto.

    Intanto, una giovane trentenne, trafelata, si avvicinò a Giulia con lo sguardo preoccupato ed il cellulare di Giulia nella mano.

    «Giulia?» le disse.

    «Ciao Federica... tutto bene?» le chiese Giulia tornando a farsi seria, improvvisamente, preoccupata dalla sua espressione.

    «Io si ma... c'è Sara al telefono...» rispose Federica porgendole il cellulare.

    Giulia afferrato il cellulare, se lo portò all'orecchio.

    «Sara?».

    «Salve Giulia... mi dispiace disturbarti ma...» rispose Sara.

    «Tranquilla... avevo già finito...» si affrettò a rassicurarla Giulia.

    «Volevo avvisarti... che Andrea... è appena entrata in ospedale con le doglie...» le fece sapere.

    «A parte te, c'è qualcun altro con lei?» si affrettò a chiederle Giulia, in un misto di gioia e preoccupazione, mentre si avviava a raggiungere Stewart Reed e Alberto Marovia, il suo aiuto regista, in quella produzione italo americana.

    Intanto, Federica accanto a lei, che la seguiva altrettanto preoccupata.

    «Si... tua madre è con lei» rispose Sara.

    Giulia si lasciò andare ad un sospiro di sollievo.

    «Sara?».

    «Si?».

    «Sto arrivando... di a mia madre, che la chiamo, fra un paio di minuti... Il tempo di lasciare il set e sono da voi!» le disse Giulia.

    «Va bene».

    «Sara?».

    «Si?».

    «A parte per le doglie... sta bene?» le chiese Giulia, un po' in apprensione per Andrea.

    «Si... si... è tutto nei parametri» la tranquillizzò Sara.

    «Grazie» le disse Giulia prima di interrompere la telefonata e tornando a guardare la sua assistente aggiunse. «Federica?».

    «Si?».

    «Potresti andare a prendermi... un cambio e... tutte le mie cose? Ci vediamo alla macchina...» le disse, facendole notare di essere ancora con i vestiti di scena. I pantaloni in pelle nera attillati, corredati di giacca ed un top, altrettanto attillato.

    Federica annuì e si allontanò da lei.

    Giulia si affrettò a raggiungere Stewart Reed e Alberto Marovia.

    «Mi dispiace ma... devo allontanarmi dal set!» disse loro in americano.

    «Va tutto bene?» le chiese Alberto, notando la sua espressione preoccupata.

    «Andrea... sta avendo le doglie...» rispose Giulia annuendo.

    «Oh... Tranquilla... vai pure... e comunque, adesso... è il turno delle vostre controfigure... per le impennate con la moto, durante la fuga e... dei quattro uomini, che scivolano sulle biglie di vetro...» la rassicurò Stewart Reed.

    «Grazie...» rispose Giulia tirando un sospiro di sollievo e dopo averli salutati, si allontanò da loro.

    «Auguri!» le urlarono Stewart Reed e Alberto Marovia sorridendo divertiti, seguendola con lo sguardo.

    Giulia alzò la mano sopra la testa e li ringraziò, affrettandosi ad uscire dallo studio cinematografico. Il tempo di aprire la porta e si ritrovò, avvolta dai raggi del sole. Alzò la mano davanti agli occhi. Improvvisamente, accecata dalla luce diretta, che l'aveva colpita. Il tempo di riprendersi e si diresse verso il parcheggio, dove si trovava l'auto con autista, che le era stato assegnato ad inizio produzione.

    In quel momento, anche Federica, trafelata, raggiunse l'auto, portando con se tutte le sue cose.

    Nel vederla arrivare, Joseph Kelly, il suo autista, si affrettò ad aprirle la portiera dell'auto.

    «Finalmente... il grande giorno... è arrivato!» le disse lui sorridendo.

    «Si... Grazie Joseph...» rispose Giulia annuendo, ricambiando il suo sorriso e aggiunse. «Non mi sembra ancora vero!» esclamò eccitata più che mai, andando a sedersi, sul sedile posteriore dell'auto.

    Federica la raggiunse dentro l'auto, sedendosi accanto a lei.

    Joseph chiuse la portiera dell'auto. Fece il giro e raggiunto il sedile di guida, girò la chiave nel quadro e inserita la marcia partì.

    Giulia intanto, dopo essersi tolta la parrucca, prese a spogliarsi, mentre Federica le passava via, via i vari capi di abbigliamento. La camicia bianca, i jeans e le scarpe da ginnastica. Finito di rivestirsi, piegò il completo in pelle ed il top e lo appoggiò sul sedile accanto a lei.

    Federica le passò, un dischetto struccante lavabile, sul quale aveva versato, un po' di balsamo struccante.

    «Grazie...» le disse Giulia e afferrato il dischetto struccante, se lo passò sugli occhi e sul resto del volto.

    Federica con un altro dischetto struccante, imbevuto di balsamo, rimase in attesa.

    Giulia si voltò a guardarla, per assicurarsi di essersi tolta, tutto il trucco di scena.

    «Aspetta!» le disse Federica e allungata la mano verso di lei, finì di pulirle, alcune aree del volto, che erano rimaste macchiate di trucco.

    «Che farei senza di te...» le disse Giulia sorridendo, lasciandosi andare ad un sospiro.

    Federica sorrise, arrossendo un po' imbarazzata.

    Joseph indirizzò lo sguardo su di loro, dallo specchietto retrovisore, e sorrise divertito.

    Giulia recuperato il cellulare, chiamò sua madre.

    «Mamma?» esordì.

    «Ciao Giulia...» rispose la madre.

    «Come sta?» si affrettò a chiederle.

    «L'hanno appena portata... nella sala parto...» rispose la madre.

    «Noi stiamo arrivando... Papà e Simone?» le chiese.

    «Anche loro... sono in strada e... stanno venendo, in ospedale...» le fece sapere la madre e aggiunse. «Ah... meno male, che c'era il tuo amico giornalista... come si chiama...» le disse interrompendosi.

    «Vuoi dire... Alfredo Mancini?» le chiese Giulia sorpresa e confusa dalle sue parole.

    «Si. E' lui... che ci ha portate in ospedale, appena Andrea... ha iniziato ad avere le doglie...» le spiegò la madre.

    «Oh... Quando lo vedrò, dovrò ringraziarlo. Scusa ma... dov'eravate?» le chiese Giulia, sempre più sorpresa e confusa dalle sue parole.

    «Al parco... con Luna...» le spiegò la madre.

    «E Luna... Adesso dov'è?» le chiese Giulia, improvvisamente, preoccupata per il suo setter irlandese.

    «Abbiamo dovuto lasciarla a lui... L'ospedale... non ci ha permesso di portarla dentro con noi...» le spiegò la madre.

    «Capisco...» mormorò Giulia rincuorata nel sapere, che Luna era con Alfredo Mancini, il suo giornalista di fiducia, come lei lo aveva scherzosamente soprannominato, e che la seguiva da un paio d'anni, per conto di una delle riviste dello spettacolo, più famosa del paese e nella quale, lui lavorava da molti anni.

    «Siamo arrivati!» le fece sapere Joseph, fermando l'auto davanti all'entrata dell'ospedale.

    «Mamma... siamo appena arrivati!» le disse Giulia alzando lo sguardo davanti a se.

    «Perfetto! Ti aspetto...» rispose la madre, tirando un sospiro di sollievo.

    «Si...» confermò Giulia un po' preoccupata, alla vista di un gruppo di giornalisti e fotografi, che si erano accampati all'entrata dell'ospedale. Interruppe la comunicazione con sua madre e con lo sguardo, cercò Alfredo Mancini. Lo vide alla sua destra, lontano dai colleghi, appoggiato con la schiena allo sportello dell'auto. Luna al guinzaglio, seduta accanto a lui. Giulia ritrovando il sorriso, si affrettò ad aprire la portiera dell'auto.

    Joseph e Federica la seguirono fuori dall'auto.

    Nel riconoscerla, i giornalisti ed i fotografi le andarono incontro. Giulia però, si affrettò a raggiungere Alfredo Mancini, il quale, nel vederla dirigersi verso di lui, si sorprese un po' poi, sorridendo, rimase in attesa.

    «Grazie!» gli disse Giulia, gettandogli le braccia intorno al collo.

    «Per così poco...» rispose lui arrossendo un po' imbarazzato.

    Luna intanto, aveva preso a colpirle la gamba con il muso, per attirare la sua attenzione.

    Giulia si staccò da quel loro abbraccio e sorridendo, appoggiò un ginocchio a terra e la accarezzò sulla testa e sul muso. Felice di rivederla.

    «Devo andare da Andrea ma... ci rivediamo... appena mi è possibile...» le disse, prima di baciarla, dolcemente, sulla testa.

    Luna le leccò il volto. Altrettanto felice e rassicurata, nell'averla rivista.

    Intanto, Joseph, che si era fermato dietro a Giulia, indirizzò lo sguardo su Alfredo Mancini. Il sorriso impresso sulle sue labbra. Alfredo annuì e ricambiato il suo sorriso, gli passò il guinzaglio con Luna.

    «Grazie...» gli disse Joseph.

    Giulia dopo essersi rialzata in piedi, tornò a guardarlo.

    «Appena mi è possibile... ti rilascerò un intervista... in esclusiva e... con aggiunta di fotografie» gli disse Giulia grata per tutto quello, che lui aveva fatto per la sua famiglia.

    Alfredo annuì, arrossendo un po' imbarazzato.

    «Adesso... vai... Andrea ti sta aspettando...» le disse lui sorridendo.

    Giulia annuì, lo strinse nuovamente in un abbraccio e si allontanò da lui, seguita da Federica, Joseph e Luna. Intanto, intorno a loro i fotografi, che continuavano a scattarle fotografie mentre, i giornalisti le urlavano domande su domande.

    «E' nato?!».

    «E' maschio o femmina?!».

    «Come pensate di chiamarlo?!».

    «Come sta tua moglie?!».

    «Quanto pesa?!».

    «Come proseguono... le riprese del tuo nuovo film?!».

    «Sono vere le voci, che girano... che stai avendo una relazione, extra coniugale, con la tua collega... Hayley Sanders?!».

    Alfredo Mancini intanto, che la seguiva con lo sguardo, scuotendo leggermente la testa, sorridendo sempre più divertito.

    Finalmente, Giulia riuscì ad entrare all'interno dell'ospedale, seguita da Federica. Joseph invece, con Luna al guinzaglio, ritornò all'auto. Fece salire Luna sul sedile del passeggero. Chiuse la portiera e fatto il giro, tornò a sedersi sul sedile di guida e girata la chiave nel quadro, ingranò la marcia e si allontanò, alla ricerca di un posto libero, all'interno del parcheggio dell'ospedale.

    Un paio di guardie giurate, fatta passare Giulia e Federica, si posizionarono all'ingresso, pronti a bloccare, chiunque cercasse di seguirle all'interno dell'ospedale.

    Giulia si stava dirigendo verso il banco accettazione, quando venne raggiunta da Sara.

    «Giulia...» le disse.

    «Sara...» rispose Giulia rincuorata, stringendola in un abbraccio poi, tornò a guardarla e aggiunse. «Grazie...» le disse, grata per esserle andata incontro.

    «Vieni... Ti porto da lei...» rispose Sara annuendo e dopo aver salutato Federica con un cenno del capo, le accompagnò nell'area ascensori. Premette il tasto di chiamata e nell'attesa, tornò a guardarla.

    «Ti trovo bene...» le disse Sara sorridendo, felice di rivederla.

    «Si. Grazie... e tu... come stai?» le chiese Giulia.

    «Anch'io sto bene... Grazie...» rispose Sara annuendo, ricambiando il suo sorriso.

    «Andrea mi ha detto, che lo scorso fine settimana, hai fatto il tuo primo lancio con il paracadute... Com'è andata?» le chiese.

    «Bene... Inizialmente, credevo di morire dalla paura ma... una volta trovato il coraggio di lanciarmi, la paura è passata ed è stata... una delle esperienze più belle della mia vita!» rispose Sara, gli occhi che le brillavano per l'eccitazione, al ricordo di quella sua esperienza.

    Appena le porte dell'ascensore si aprirono, entrarono all'interno. Sara premette il tasto del piano, dove si trovava il reparto maternità e tornò a guardarla.

    «Quindi... pensi di continuare?» le chiese Giulia sorridendo, felice per lei, contagiata dalla sua eccitazione.

    «Oh... si... Assolutamente!» confermò Sara annuendo.

    Raggiunto il piano, le porte dell'ascensore si aprirono. Sara, Giulia e Federica uscirono dall'ascensore e si addentrarono nel reparto. Giulia nel vedere sua madre seduta, su una delle sedie del reparto, si scusò con le presenti e allontanatasi da loro, la raggiunse.

    «Mamma?!» le disse.

    Silvia si alzò dalla sedia e si affrettò a stringerla tra le sue braccia.

    «Dov'è?» le chiese Giulia tornando a guardarla.

    La madre le indicò una porta alla sua destra.

    «Vieni Giulia... prima di entrare, devi indossare la mascherina ed il camice monouso...» le spiegò Sara aprendo una porta, adiacente la sala parto.

    «Vai...» la incoraggiò sua madre, accennando un sorriso per tranquillizzarla.

    Giulia annuì e scusatasi con lei e Federica, seguì Sara nella stanza di vestimento.

    Il tempo per entrambe di prepararsi e Sara, la fece entrare nella sala parto.

    Giulia nel vedere Andrea, sdraiata sul lettino, si affrettò a raggiungerla.

    «E' già nato?!» le chiese, sorpresa di trovare la stanza, avvolta nel silenzio.

    «Magari!» esclamò Andrea ritrovando il sorriso, felice di rivederla e di saperla li con lei.

    «Come stai?» le chiese Giulia ma, prima che lei avesse il tempo di risponderle, prese a baciarla ripetutamente sulle labbra.

    Andrea sorrise, sorpresa e divertita, allo stesso tempo.

    «Se vuoi Giulia, puoi venire ad assistere alla nascita...» le disse la dottoressa Lombardi, alzando lo sguardo su di lei.

    «La ringrazio dottoressa ma... ho provato a guardare un video, su YouTube e... e... per poco... non vomitavo... non vorrei... sporcarle la sala...» rispose Giulia tornando a farsi seria e aggiunse. «Se non le dispiace, preferisco rimanere qui, a baciare mia moglie... che... in quello, me la cavo molto meglio...» le disse annuendo.

    Andrea, Sara e la dottoressa Lombardi scoppiarono a ridere divertite.

    Giulia invece, si protese verso la pancia di Andrea.

    «Lorenzo... sono arrivata... Che ne dici... se adesso, esci fuori e ti fai vedere...?» sussurrò al bambino, accennando un sorriso.

    Improvvisamente, Giulia si sentì stringere la mano. Andrea tornò ad urlare, in preda alle doglie.

    Nel frattempo, un infermiera si era avvicinata a Giulia e le appoggiò una sedia, accanto al lettino. Giulia la ringraziò e dopo aver spostato la sedia, vicino ad Andrea, ci si sedette e continuando a tenerle la mano, stretta nella sua, appoggiò quella libera sulla fronte di Andrea.

    Intanto, Sara, che doveva fare ritorno al suo reparto, salutò Andrea e Giulia e lasciò la sala parto. Entrambe la ringraziarono, dandole appuntamento, a fine turno.

    Un paio d'ore, dopo la nascita di Lorenzo, sia lui, che Andrea vennero portati nella stanza, che era stata riservata loro e mentre Andrea

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