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Elisa e Isabella
Elisa e Isabella
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E-book367 pagine4 ore

Elisa e Isabella

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Info su questo ebook

Elisa e Isabella una coppia come tante, una famiglia come tante che però, ogni giorno rinnovano l'amore, che provano l'una per l'altra. Un amore così forte, che ha imparato ad utilizzare gli eventi nella loro vita, come carburante per rafforzare il loro amore. Intanto, il cadavere di un giovane studente universitario, viene ritrovato sulle rive del Tevere. Elisa e i suoi colleghi dovranno scoprire, chi lo ha ucciso e per quale motivo.
LinguaItaliano
Data di uscita3 dic 2021
ISBN9791220372930
Elisa e Isabella

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    Anteprima del libro

    Elisa e Isabella - Patrizia Saturni

    1.

    Elisa e Isabella stavano dormendo profondamente, quando l'allarme della sveglia ruppe il silenzio che regnava nella stanza.

    Isabella si allontanò da Elisa e dandole le spalle si lasciò andare ad un sospiro.

    Elisa tastò il comodino con la mano e raggiunta la sveglia la spense. Fece un mezzo giro su se stessa. Allungò le braccia sopra la testa e si stirò. Sbadigliò e lentamente aprì gli occhi. Il tempo di svegliarsi del tutto e si voltò. Sorrise nel vedere che Isabella dormiva ancora. Protese la mano verso di lei. L'appoggiò sulla natica di Isabella e prese a muoverla delicatamente ma, con una certa insistenza. Isabella mugugnò qualcosa d'incomprensibile.

    «Ci vediamo nella doccia...» le disse Elisa allontanando la mano da lei.

    «Mm...» rispose Isabella.

    Elisa si alzò dal letto. Andò in bagno. Aprì il vetro del box doccia. Allungò la mano all'interno e aprì il miscelatore dell'acqua. Nell'attesa, raggiunse il mobile del bagno. Aprì il secondo cassetto. Prese un mollettone per capelli. Afferrò con le mani i capelli e dopo averli fatti girare sue se stessi, un paio di volte, se li portò sulla testa e li bloccò con il mollettone per capelli. Fece ritorno al box doccia. Controllò la temperatura dell'acqua. Perfetta. Elisa entrò nel box doccia. Prese la spugna di cotone dal gancio. La fece ammorbidire sotto il getto dell'acqua. Prese il bagnoschiuma. Ne versò un po' all'interno della spugna di cotone. Ripose il flacone di bagnoschiuma sul ripiano e prese a massaggiarsi la base del collo e le spalle.

    In quel momento, Isabella la raggiunse all'interno del box doccia. I capelli bloccati sulla testa con un mollettone per capelli. Chiuse il vetro della doccia dietro di se. Si avvicinò a Elisa da dietro. Allungò le mani verso di lei. Le fece scivolare lungo il torso di Elisa fino a raggiungerle i fianchi. Si protese verso di lei. Appoggiò le labbra sul collo di Elisa e la baciò. Elisa sorrise. Fece un mezzo giro su se stessa e si fermò a guardarla negli occhi. Persa dentro di lei.

    «Buongiorno...» la salutò e dopo essersi lasciata andare ad un sospiro, si protese verso di lei. Appoggiò le labbra sulle sue e la baciò accesa di desiderio.

    Isabella aprì la bocca nella sua e la raggiunse con la lingua. Elisa fece scivolare le mani lungo il corpo di Isabella e dopo averle raggiunto i fianchi l'attirò a se, facendo aderire il corpo di Isabella al suo. Isabella smise di baciarla e tornò a guardarla negli occhi.

    «Non ti ci provare!» l'ammonì Isabella, sorridendo.

    «Di che cosa stai parlando?» rispose Elisa fingendosi confusa ricambiando però, il suo sorriso.

    «Lo so, che cosa stai cercando di fare...»

    «Ah si...?» rispose Elisa con un sorriso malizioso sulle labbra.

    «Si. Ieri... mi hai fatto arrivare a lavoro in ritardo...» le ricordò Isabella annuendo, sorridendo divertita.

    «Veramente... ieri, tutti siamo arrivati in ritardo...» puntualizzò Elisa sorridendo sempre più divertita.

    «Appunto! Dammi la spugna e girati!»

    Elisa le diede la spugna di cotone e si girò, dandole le spalle.

    «In mia difesa... stavo solo lasciandoti un promemoria, di quello che ci aspetta questa sera...» disse Elisa le mani dietro di se e sulle cosce di Isabella.

    «Tranquilla... in sedici anni che stiamo insieme, ho ben chiaro, quello che ci aspetta questa sera... Comincerei a preoccuparmi... se così non fosse» rispose Isabella annuendo, passandole la spugna delicatamente sulle spalle e sulla schiena sorridendo eccitata, pregustando già quel loro incontro a fine giornata.

    Elisa fece un mezzo giro su se stessa e tornò a guardarla negli occhi.

    «Lo sai, che fare l'amore con te, è l'unico modo che ho di ricaricarmi a fine giornata... Forse... avresti fatto meglio a trovarti qualcun'altra...» scherzò Elisa stringendola se.

    «No... non voglio nessun'altra e comunque, anche per me è lo stesso...» rispose Isabella scuotendo leggermente la testa poi, si protese verso di lei e la baciò accesa di desiderio.

    Elisa ricambiò il suo bacio andandole incontro con la lingua. Le loro mani intanto, che si cercavano. Bramandosi. Desiderandosi. Elisa le aveva raggiunto il clitoride con il dito ma, prima che lei avesse il tempo di fare qualsiasi cosa, la mano di Isabella la bloccò.

    Isabella smise di baciarla. Sorrise e si fermò a guardarla negli occhi. Le diede un bacio sulle labbra. Le restituì la spugna di cotone. Fece un mezzo giro su se stessa e si fermò davanti a lei, dandole le spalle.

    Elisa sorrise divertita. Prese il bagnoschiuma. Ne versò un po' all'interno della spugna di cotone. Ripose il flacone di bagnoschiuma sul ripiano e prese a massaggiarle delicatamente le spalle e la schiena.

    «Ah... non mi hai ancora detto, se ti piace la fragranza di questo nuovo bagnoschiuma?» le chiese Elisa.

    «Si... molto. Muschio bianco?»

    «Si» confermò Elisa annuendo. «Io lo adoro e... se per te va bene, vorrei continuare a prendere questa nuova fragranza...»

    «Si… anche per me va bene... Mi piace... il profumo che lascia sulla tua pelle...» confessò Isabella e girando su se stessa, tornò a guardarla negli occhi.

    «Mai quanto il profumo... che lascia su di te...» disse Elisa e sorridendo le raggiunse le labbra e la baciò con profondo trasporto.

    Dopo essersi fatte la doccia, Elisa e Isabella fecero ritorno nella loro camera da letto. Il tempo di vestirsi e Isabella andò ad aprire la finestra e le persiane. Elisa invece, recuperò tutti i panni sporchi, lasciati in giro per la stanza e andò ad appoggiarli su una delle due poltrone, che si trovavano nella stanza. Rifecero il letto poi, Elisa recuperò tutti i panni sporchi dalla poltrona e la raggiunse.

    Isabella aprì la porta e lasciò la stanza, seguita da Elisa. E mentre Isabella raggiungeva la camera da letto di Alessandro e Leonardo, Elisa andò verso le scale, dove si trovava la cesta di vimini dei panni sporchi. Vi gettò dentro tutta la loro roba e tornando indietro sui suoi passi, andò ad aprire la porta della camera da letto di Emma. Entrò nella stanza e trovò Emma e la sua amica Martina, che dormivano ancora profondamente.

    Elisa raggiunse la finestra. L'aprì. Aprì le persiane e richiuse la finestra.

    «Buongiorno dormiglione» disse Elisa fermandosi davanti al letto di Emma.

    Emma lentamente aprì gli occhi e nel vederla sorrise.

    «Buongiorno mamma» rispose Emma stirandosi.

    «Dormito bene?»

    Emma annuì.

    Martina, che dormiva accanto a Emma, si girò dall'altro lato.

    «Buongiorno Martina» le disse Elisa sorridendo.

    «Siamo certe... che sia già giorno?» chiese Martina sorridendo.

    «Si Martina... Il sole è già pronto ad accogliervi a braccia aperte» rispose Elisa annuendo.

    «Io però... non ho sentito il gallo del nonno» disse Emma sedendosi sul letto.

    «Se è per quello nemmeno io, speriamo solo... che non se lo sia mangiato una volpe oppure, una faina...»

    «Ma no mamma... povero Luigi...» protestò Emma.

    «Vieni qui... che voglio riempirti di baci» le disse Elisa aprendo le braccia davanti a lei.

    Emma sorrise e camminando sopra il letto, facendo attenzione a non pestare Martina, la raggiunse. Le circondò il collo con le braccia. Elisa la prese incollo e dopo averla abbracciata la baciò sulla testa, sul collo e su buona parte del volto.

    «Basta... basta mamma... mi fai il solletico...» le disse Emma sorridendo sempre più divertita.

    «Va bene... non posso consumarti tutta, dovrò trattenermi, se voglio baciarti più tardi...» mormorò Elisa fingendosi rattristata. «Vai a fare la pipì...» aggiunse facendola scendere.

    Emma appoggiati i piedi a terra corse in bagno.

    «Martina... non starai mica pensando di bagnare il letto, spero?» la prese in giro Elisa andando verso la poltrona, dove Emma aveva lasciato i suoi vestiti la sera prima.

    «No Elisa...» rispose Martina e dopo essersi alzata dal letto anche lei corse in bagno.

    Elisa controllò i vestiti di Emma. Notò, che la gonna era sporca e così, la lasciò sulla poltrona. Raggiunse l'armadio. Lo aprì. E rimase a guardare i vestiti appesi.

    «Emma... che cosa preferisci indossare? La gonna che avevi ieri... è sporca» le disse Elisa.

    Emma la raggiunse correndo. Si fermò accanto a lei e diede un’occhiata all'interno dell'armadio.

    «La gonna rossa» rispose Emma.

    Elisa prese la gonna, che Emma le aveva indicato con il dito e dopo avergliela data raggiunse la cassettiera. Aprì il primo cassetto. Prese un paio di mutande e le calze di lana lunghe. Chiuse il cassetto. Andò da Emma, che era tornata a sedersi sul letto. L'aiutò a mettersi in piedi. Le tolse il pigiama. Le mise le mutande, la gonna ed il lupetto nero e dopo averla fatta sedere sul letto, Elisa si inginocchiò davanti a lei e le mise le calze di lana lunghe.

    «Martina... ti prego... non dirmi, che ti sei addormentata sulla tazza del bagno?» scherzò Elisa aiutando Emma a scendere dal letto.

    Emma sorrise e andò a sedersi sulla poltrona. Recuperò le scarpe e le indossò.

    «Eccomi!» rispose Martina uscendo dal bagno sorridendo divertita.

    «Ti sei lavata il viso?» le chiese Elisa.

    Martina annuì e la raggiunse sul letto.

    Emma andò da loro e diede a Elisa i vestiti e lo zainetto di Martina.

    «Grazie...» le disse Elisa poi, aprì lo zainetto di Martina. Prese la busta con all'interno il cambio di quel giorno e l'aiutò a vestirsi.

    Emma invece, recuperò tutti i suoi panni sporchi, lasciati in giro per la stanza e dopo aver aperto la porta uscì dalla camera da letto.

    Quando anche Martina fu pronta, Elisa rifece il letto di Emma. Ripose il pigiama sotto il cuscino. Andò ad aprire la finestra e dopo aver controllato il bagno, spense la luce e anche lei lasciò la stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

    Una volta sul pianerottolo, Elisa vide uscire dalla stanza di fronte Alessandro e Leonardo, vestiti di tutto punto e pronti per affrontare quella nuova giornata, anche loro avevano tra le braccia i loro panni sporchi.

    «Buongiorno mamma...» la salutò Alessandro e dopo averla raggiunta la strinse alla vita e la baciò

    «Buongiorno tesoro...» rispose Elisa ricambiando il suo abbraccio ed il suo bacio.

    «Buongiorno mamma...» gli fece eco Leonardo andando a salutarla.

    «Buongiorno anche a te tesoro... dormito bene?» chiese Elisa ricambiando il suo saluto, guardando prima uno e poi, l'altro.

    Alessandro e Leonardo annuirono.

    Isabella lasciata la stanza dei bambini si chiuse la porta alle spalle.

    Emma gettati i panni sporchi nella cesta di vimini andò a salutare Isabella.

    «Buongiorno mamma...» le disse abbracciandola e baciandola.

    «Buongiorno Emma... dormito bene?» chiese Isabella.

    Emma annuì.

    Alessandro e Leonardo andarono a gettare i panni sporchi nella cesta di vimini e dopo aver salutato Martina, si avviarono giù per le scale.

    «Buongiorno Isabella...» la salutò Martina.

    «Buongiorno anche a te Martina... dormito bene?»

    «Si... come un ghiro... grazie» rispose Martina e raggiunta Emma la seguì giù per le scale.

    «Buongiorno signora...» la salutò Elisa sorridendo, ferma davanti a Isabella.

    «Buongiorno anche a lei signora...» rispose Isabella ridendo divertita e dopo averle raggiunto le labbra, la baciò con profondo trasporto.

    Stavano ancora baciandosi, quando vennero interrotte dalla voce di Emma.

    «Mamma!»

    «Si Emma?» rispose Isabella staccandosi da Elisa.

    «È finito... il latte di mandorle?»

    «No... è nel mobile con il latte di cocco!» rispose Isabella e tornando a guardare Elisa aggiunse. «E' lei... lo scaricatore di porto?» chiese, cercando di mantenersi seria.

    «Si signora... sono proprio io» rispose Elisa sorridendo.

    «Bene... allora, quella cesta va portata di sotto» le disse e dopo averle dato una leggera pacca su una natica, sorridendo si avviò giù per le scale.

    «Si signora...» rispose Elisa e dopo aver afferrato la cesta di vimini per i manici, anche lei scese le scale.

    E mentre Elisa raggiungeva la stanza della lavanderia per caricare una nuova lavatrice, Isabella andò in cucina. I bambini intanto, avevano iniziato ad apparecchiare il tavolo della sala da pranzo.

    «Chi vuole... la pancetta insieme alle uova?» chiese Isabella tirando fuori dal frigorifero la confezione di uova.

    Alessandro, Leonardo e Martina confermarono la pancetta.

    «A me mamma, il prosciutto cotto... grazie» rispose Emma, mentre aiutava Martina e i fratelli ad apparecchiare la tavola.

    Isabella tirò fuori il burro, la pancetta e la confezione con il prosciutto cotto e appoggiò tutto sul piano della cucina. Prese una larga padella e cominciò a preparare la colazione.

    Elisa passò tra la cucina e la sala da pranzo con una cesta piena di panni, che erano stati lavati durante la notte.

    «Elisa... pancetta oppure, prosciutto cotto?» le chiese Isabella.

    «Prosciutto cotto... grazie» rispose Elisa e raggiunta la porta a vetri del giardino l'aprì e andò a stendere i panni sui fili, che si trovavano fuori.

    E mentre la pancetta si cuoceva, Isabella prese una terrina di coccio. Recuperò un'altra padella. Vi mise un po' di burro al suo interno. Aprì la confezione delle uova e dopo aver rotto i gusci, fece cadere tutte le uova all'interno della terrina di coccio. Prese i gusci delle uova e li gettò nel bidoncino dell'organico. La confezione di cartone delle uova invece, la lasciò sul piano della cucina. Il padre di Elisa infatti, l'avrebbe recuperata più tardi per riempirla con altre uova, deposte dalle galline, che aveva nel suo orto.

    Via, via che la pancetta era pronta Isabella la recuperava e dopo averla appoggiata su un piatto piano, ne metteva delle nuove fette a cuocere. Nel frattempo, il burro nell'altra padella si era sciolto. Vi gettò le uova, che aveva nella terrina di coccio e prese a girarle e rigirarle con un mestolo di legno piatto.

    Elisa finito di stendere i panni in giardino, chiuse la porta a vetri e raggiunse Isabella in cucina. Andò a caricare la macchina del caffè, che Isabella aveva precedentemente acceso.

    «Mamma... il prosciutto?» chiese Emma raggiungendola.

    Isabella le diede due piatti con sopra la confezione del prosciutto cotto.

    «Grazie...» le disse Emma e con i piatti in mano lasciò la cucina per fare ritorno nella sala da pranzo.

    Elisa preparati due caffè appoggiò le tazzine sui piattini, sopra il vassoio. Prese la zuccheriera e ve l'appoggiò sopra. Recuperò dal mobile alcune confezioni di panna da caffè monouso e le mise sul vassoio. Stava per portare il tutto nella sala da pranzo, quando Isabella la bloccò.

    «Potresti portare... questa di la?» le chiese Isabella con in mano il piatto pieno di fette di pancetta, pronta per essere servita.

    «E tu... che mi dai in cambio?» scherzò Elisa fermandosi dietro di lei.

    «Tu... che cosa vorresti?» le chiese Isabella sorridendo divertita sapendo anche troppo bene, che cosa le sarebbe costato quel servizio extra.

    Elisa le presentò il conto con le sue labbra. Isabella abbassato il fuoco sotto le uova, sorrise, si allungò verso di lei e la baciò sulle labbra. Elisa però, dischiuse la bocca nella sua. Isabella allora, le andò incontro con la lingua. Soddisfatta di quella loro transazione.

    Il tempo di baciarsi e Isabella fece ritorno dietro ai fornelli, mentre Elisa portò il vassoio con i caffè ed il piatto con la pancetta nella sala da pranzo.

    E, mentre Isabella finiva di preparare le uova, Elisa distribuì le fette di pancetta sui loro piatti. Emma prese delle fette di prosciutto cotto e dopo averle adagiate sul piatto diede il rimanente della confezione a Elisa.

    «Grazie tesoro...» rispose Elisa andando a sedersi a capo tavola.

    Emma annuì, sorridendo.

    Isabella li raggiunse di li a poco con le uova strapazzate. Fece il giro di tutti i piatti, lasciando un po di uova strapazzate su ciascun piatto e dopo aver riempito anche il suo andò a sedersi, a capotavola di fronte a Elisa.

    Silenzio.

    «Ora si... che si ragiona!» esclamò Alessandro sorridendo. Sazio. E soddisfatto alzò il braccio. Lo allungò di lato. Alzò la mano stretta a pugno e mostrò loro i muscoli del braccio.

    «Sei certo... di non volerci mettere su, anche un po' di spinaci, come Braccio di Ferro?» scherzò Elisa sorridendo.

    «No grazie... Preferisco vivere» rispose Alessandro scuotendo leggermente la testa, ricambiando il suo sorriso.

    «Però... il tortino di spinaci, ricotta e formaggi che ha fatto la nonna Monica, mi era sembrato ti fosse piaciuto...» gli disse Isabella sorpresa.

    «Si... in quel modo mi piacciono e anche, quando li fai tu... passati in padella con il burro e parmigiano...» rispose Alessandro annuendo.

    «Ho capito... sono quelli lessi e con un po' di olio e limone, che fa la nonna Clara, che non ti piacciono» disse Isabella accennando un sorriso.

    Alessandro annuì.

    «Tranquillo... non sei il solo» aggiunse Elisa sorridendo.

    Isabella la fulminò con un’occhiata contrariata.

    «E dai... anche tu, potendo scegliere, preferisci quelli di mia madre a quelli di tua madre» le disse Elisa continuando a sorridere.

    Isabella arrossì e ricambiando il suo sorriso annuì.

    « È... che alla nonna Clara, proprio non piace cucinare... meno male, che hanno una cuoca oppure, il nonno sarebbe già morto di fame da un bel po'...» aggiunse Emma sorridendo.

    I presenti annuirono d'accordo con lei, sorridendo altrettanto divertiti.

    «Oggi... dove vi portano di bello?» chiese Elisa cambiando argomento, rivolgendo un’occhiata ai bambini.

    «A cercare i funghi...» rispose Leonardo.

    «Mi raccomando... non mettetevi in bocca, niente di quello che trovate nel bosco, almeno che prima non sia stato controllato da Antonio o Miriam, ci siamo capiti... soprattutto tu Leo...» disse Elisa fermandosi a guardare Leonardo.

    I bambini annuirono.

    «Hai paura... che moriamo avvelenati?» le chiese Leonardo con uno strano sorriso sulle labbra.

    «Si e... visto che io e tua madre, ci abbiamo messo tanto impegno per mettervi al mondo, ci piacerebbe avervi con noi per molti, molti anni ancora... non è vero Isabella?»

    «Oh si... tutti e tre!» confermò Isabella annuendo, ricambiando il suo sorriso.

    «Quindi... vedete voi...»

    «Mio nonno... mi ha regalato un libro sui funghi...» le disse Martina.

    «Ci sono anche le immagini?» le chiese Elisa.

    «Si... per ogni tipo di fungo, c'è una fotografia e... accanto ad alcuni, ci sono le immagini di funghi velenosi, che assomigliano a quelli buoni...» rispose Martina annuendo.

    «Però... sembra fatto proprio bene... Quando ti è possibile, potresti scrivermi... il titolo del libro e l'autore?» le chiese Elisa.

    «Si... Se non sbaglio, l'autore è uno ma, è stato scritto, in collaborazione con molti altri esperti, nel campo dei funghi...» rispose Martina.

    «E... in fondo al libro, ci sono anche alcune ricette per cucinarli...» aggiunse Emma annuendo, avendo avuto modo di vedere il libro.

    Martina annuì per confermare.

    «Lo sapevi mamma... che i funghi non vanno lavati con l'acqua, prima di essere cucinati?» aggiunse Alessandro.

    «Si... Il nonno... me lo ha insegnato, quando ero ancora piccola» confermò Elisa annuendo. «E... mi ha anche insegnato, come farli essiccare...»

    «Si... con il filo e l'ago... » aggiunse Emma.

    «Le collane di funghi...» disse Leonardo sorridendo divertito.

    «Proprio quelle...» confermò Elisa ricambiando il suo sorriso.

    In quel momento, sentirono un rumore provenire dalla porta d'ingresso.

    «Finite di bere le vostre bevande... andate a lavarvi i denti e poi, prendete le vostre cartelle» disse Elisa ai bambini.

    E mentre i bambini finivano di bere ciascuno la propria bevanda, Sandro, il padre di Elisa li raggiunse nella sala da pranzo. Elisa si alzò dalla sedia e gli andò incontro.

    «Buongiorno papà...» lo salutò, stringendolo in un abbraccio e baciandolo.

    «Buongiorno Elisa» rispose il padre ricambiando il suo abbraccio e bacio.

    «Siediti... vado a farti il caffè» gli disse Elisa.

    Sandro andò a salutare Isabella poi, si sedette al tavolo.

    I bambini salutarono il nonno poi, corsero nel bagno a lavarsi i denti, prima di andare in salotto, dove il giorno prima avevano lasciato le loro cartelle della scuola.

    «Isabella... caffè oppure, cappuccino?» le chiese Elisa.

    «Cappuccino... grazie» rispose Isabella.

    Elisa preparò un caffè e due cappuccini e fece ritorno nella sala da pranzo. Distribuì la tazzina di caffè e le tazze di cappuccino e andò a sedersi accanto al padre.

    «Com'è... che questa mattina, Luigi non si è fatto sentire?» gli chiese Elisa.

    «Anche lui sta invecchiando... Oggi, vado a prendere un altro gallo... Oramai, nel pollaio ci sono troppe galline per un gallo solo...» rispose il padre sorridendo.

    «Povero Luigi... speriamo solo, che non prenda troppo male la cosa» disse Elisa sorridendo altrettanto divertita.

    «Secondo me, tirerà un sospiro di sollievo...» la rassicurò il padre annuendo.

    I bambini recuperate le loro cartelle della scuola fecero ritorno nella sala da pranzo.

    «Ah... Sandro, questo pomeriggio, i bambini andranno a prenderli i miei genitori, all'uscita di scuola» gli fece sapere Isabella.

    «Va bene... Come sta tuo padre?»

    «Adesso... molto meglio... grazie. Sta seguendo una terapia shiatsu e sembra... che stia funzionando» rispose Isabella annuendo.

    «Meno male...» le disse Sandro rincuorato.

    «Papà... per domenica... è tutto confermato?» gli chiese Elisa.

    «Si... La mattina andiamo a fare un po' di castagne e poi, si va tutti a mangiare... alla trattoria dello zio Giacinto...» confermò il padre annuendo.

    «Perfetto! Non vedo l'ora di rivedere i nonni...» aggiunse Elisa ritrovando il sorriso.

    «Lo stesso vale per loro...» le disse il padre ricambiando il suo sorriso poi, non volendo fare tardi, si alzò dalla sedia. «E' meglio... che noi andiamo...» disse ai bambini tornando a guardarli.

    Elisa e Isabella si alzarono dalla sedia e salutarono i bambini.

    «Buona giornata e buon divertimento a tutti» augurò loro Isabella.

    «Buona giornata e fate i bravi... se potete, va bene?» aggiunse Elisa sorridendo.

    I bambini annuirono, sorridendo altrettanto divertiti.

    «Martina... hai chiamato tua madre?» le chiese Isabella.

    «No... me ne sono dimenticata...»

    Elisa recuperò il cellulare dalla tasca interna della giacca. Cercò nella rubrica il numero di telefono della madre di Martina e appena lo trovò, effettuò la chiamata.

    «Buongiorno Laura...»

    «Buongiorno Elisa...»

    «Aspetta, che te la passo...»

    «Grazie...»

    Elisa diede il cellulare a Martina.

    Appena Martina ebbe terminato la telefonata con sua madre, Sandro e i bambini lasciarono la casa per andare a scuola.

    Elisa e Isabella invece, iniziarono a sparecchiare il tavolino della sala da pranzo. Appoggiarono i piatti, i bicchieri, le posate e le bevande nel carrello poi, Elisa facendolo muovere sulle ruote, lo portò in cucina. E mentre Isabella riponeva i contenitori delle bevande nel frigorifero, Elisa immerse tutti i piatti sporchi nel lavandino pieno d'acqua. Aprì la lavastoviglie e iniziò a caricarla. Isabella prese una spugna e dopo averla bagnata fece ritorno nella sala da pranzo. Tolse tutte le tovagliette americane di stoffa e dopo averle piegate passò la spugna sul tavolo.

    Elisa caricata la lavastoviglie, inserì un tab di sapone e gli diede la via. Pulì il lavandino e dopo averlo asciugato lasciò la cucina e si diresse verso lo studio.

    Una volta nello studio, Elisa raggiunse la parete dietro la scrivania. Spostò il quadro, fermato sui cardini, che erano stati applicati di lato. Allungò la mano verso la cassaforte a muro. Digitò i numeri e quando scattò la serratura l'aprì. Recuperò la pistola d'ordinanza. Il distintivo. Si assicurò, che la pistola avesse la sicura inserita e la ripose nella fondina, sotto la giacca. Il distintivo invece, lo mise nella tasca interna della giacca. Richiuse la cassaforte e lasciò lo studio. Andò in bagno. Si lavò i denti e quando ebbe finito lasciò la stanza.

    Trovò Isabella, che l'aspettava davanti alla porta d'ingresso con la borsa ed il soprabito appoggiato sul braccio e la ventiquattrore nell'altra mano. Elisa recuperò le chiavi di casa e dell'auto. Afferrò il soprabito e la seguì fuori casa.

    «Non dimenticarti, che alle undici... devi essere in tribunale» le ricordò Isabella, mentre Elisa chiudeva la porta d'ingresso a doppia mandata.

    «E chi se lo dimentica...» rispose Elisa prima di sbuffare.

    Isabella sorrise.

    «Soprattutto, la tua amica... Secondo me, la Russo mi odia proprio!» aggiunse Elisa fermandosi a guardarla.

    «Non essere ridicola... Cinzia ti ammira ma... è pur sempre, parte della difesa. Fa parte del suo lavoro difendere gli imputati, non

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