Una scuola di qualità
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Un testo che si inserisce nel profondo processo di trasformazione che la scuola italiana sta vivendo e che offre non solo riflessioni su come rendere le nostre scuole dei veri laboratori di qualità ma che, e forse soprattutto, offre un modello di intervento completo, documentato, pronto per essere utilizzato dalle scuole che vogliono mettere in atto serie politiche di qualità scolastica. I principi della Qualità Totale sono discussi e resi evidenti con molti esempi, strumenti, modalità operative. Tutto per offrire la possibilità a chiunque di agire in modo responsabile per il bene della scuola, attuando serie politiche scolastiche. La scuola italiana cambia verso e questo testo offre il vento per spiegare le vele e solcare nuovi mari.
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Anteprima del libro
Una scuola di qualità - Andrea Ceriani
Andrea Ceriani
Patrizia Giaveri
Una scuola di qualità
Persone – Processi – Ruoli
Growth Path
KKIEN Publishing International è un marchio di KKIEN Enterprise srl
info@kkienpublishing.it
www.kkienpublishing.it
Prima edizione digitale: 2015
In copertina: immagine dell’asilo nido di Guastalla (RE), progettato e realizzato con materiali ecosostenibili, in legno e vetro, per sostituire due dei nidi danneggiati dal terremoto del 2012.
ISBN 9788899214678
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Indice
Parte prima
Scuola come organizzazione che produce qualità
1. Costruire mappe
2. Accogliendo e rispettando la diversità
3. Articolazione e struttura del testo
Un modello per la qualità a scuola
1. Recuperare la dimensione pedagogica
1.1. La costruzione di un linguaggio comune
1.2. Strategie per la qualità totale
1.3. Da dove cominciare a fare qualità
?
1.4. Un discorso
pedagogico sulla qualità?
2. Un modello d’intervento
2.1. Primo sottosistema: chiarire scopi e mission
2.1.1. Definire il cliente
2.1.2. Creare una mission e una vision condivisa
2.1.3. Fedeltà allo scopo
2.1.4. Miglioramento continuo
2.2. Secondo sottosistema: una struttura per la qualità
2.2.1. Il pensiero sistemico: System thinking a scuola
2.2.2. Integrazione delle parti
del sistema
2.2.3. Verso un’organizzazione razionale
2.2.4. Una struttura di gestione integrata
2.2.5. Focus sui processi della scuola
2.2.6. Variazioni nel setting educativo
2.2.7. Orientamento ai dati
2.3. Terzo sottosistema: relazioni e connessioni
2.3.1. Mobilitare tutto il personale verso gli scopi del sistema
2.3.2. Incoraggiare l’interdipendenza del personale
2.3.3. Creare una cultura dei valori condivisa
2.3.4. Motivazione
2.3.5. Riconoscere gli errori del sistema
2.3.6. Costruire delle comunità di apprendimento
2.3.7. Importanza di comunicazione e feed back
Parte seconda
I ruoli della qualità nella scuola
1. Implementazione guidata del Sistema Gestione Qualità
1.1. Una sguardo alla norma
1.2. I macroprocessi scolastici
1.3. Il sistema di documentazione
2. Consapevolezza della scelta: il ruolo della Direzione
2.1. Gli otto principi della qualità
2.2. Pianificazione del SGQ
3. Nuove figure nella scuola: il Responsabile Sistema Gestione Qualità, il Gruppo Qualità, gli Auditor interni, i Responsabili di Macroprocesso
3.1. Il Responsabile Sistema Gestione Qualità
3.2. Il Gruppo Qualità
3.3. Gli Auditor interni
3.4. I Responsabili di Macroprocesso
3.5. Facciamo due conti
4. Come integrare il Sistema Gestione Qualità nella vita scolastica: condivisione del Sistema Gestione Qualità per il miglioramento
4.1. Le linee guida del miur
4.2. Il miglioramento continuo nell’ambito del Sistema di Gestione per la Qualità secondo la norma
4.3. Comunicazione, coinvolgimento e condivisione
4.4. Il ciclo di Deming nei processi della scuola: alcuni esempi
5. Misurare la qualità nella scuola: indicatori e Customer satisfaction
5.1. Cosa misurare e come
5.2. Misurare attraverso gli indicatori
5.3. Misurare attraverso la Customer satisfaction
5.4. Cosa fare dopo la misurazione
6. Il Riesame della Direzione: momento cruciale per incrementare il miglioramento
6.1. Quando effettuare il riesame
6.2. Elementi in ingresso per il riesame
6.3. Strumenti per il miglioramento: l’analisi swot
6.4. Elementi in uscita dal riesame
7. L’audit di certificazione: la fine di un percorso e l’inizio di un altro
7.1. Ancora dalle linee guida del miur
7.2. A chi rivolgersi: la scelta dell’organismo
7.3. L’iter di certificazione
7.4. La certificazione di qualità vista dalla parte di un’insegnante…
Bibliografia
Gli autori
Parte prima
Scuola come organizzazione che produce qualità
In tutte le organizzazioni che producono servizi, compresa ovviamente la scuola, la ricerca di nuove soluzioni che portino a scelte innovative in merito all’implementazione di efficienza ed efficacia, rivela al suo interno una sfida non facile da affrontare: in primo luogo notiamo come molti degli sforzi condotti dalle scuole per sviluppare questi temi vengono spesso e largamente distorti riportando gli impegni prodotti verso un banale, fallimentare ed inevitabilmente imperfetto progetto meritocratico; in secondo luogo, la rilevanza del tema ha spesso coperto e trascurato la soluzione di importanti problemi per risolvere i quali, in realtà, la scuola è assai mal equipaggiata.
Molto spesso il dibattito sull’efficacia scolastica genera accaloramenti ideologici; un’inefficace e poco soddisfacente relazione con la realtà quotidiana; spinge ad occuparsi di luoghi politici
in forma ora ingenua ora opportunistica, con la complicità di un modello scolastico, oseremmo chiamarlo atavico, così timoroso dei giovani così come esigente per il loro futuro.
L’accaloramento ideologico e l’ossessione corrente verso nuove e sofisticate modalità di misurazione del valore aggiunto delle azioni organizzative tradiscono, invero, una comprensione miope di quello che, da sempre, assumeva il significato di scuola efficace
; porta ad una consapevolezza inaccettabilmente smorzata dell’interazione tra cause, e le loro correlazioni; conduce ad un atteggiamento che non distingue più le differenze tra cause e obiettivi.
Pur in presenza di nuove possibilità per l’analisi, non viene prestata sufficiente cura o attenzione all’adeguatezza e alla legittimità dell’oggetto di misurazione, si alimentano le paure che l'emancipazione potenziale della scuola dovuta ad una sua maggiore efficacia sia minacciata da una crescente idolatria di misurazione.
Dovendo riferire della relazione ambivalente tra la ricerca d’efficacia e la realtà della pratica quotidiana, bisogna subito riconoscere che l’isolamento di variabili è particolarmente suscettibile alle distorsioni e divisione tipiche di alcune comprensioni atomistiche del mondo sociale che, alla fin fine, nulla ci dice sulle interazioni, le interconnessioni e le contraddizioni della realtà vissuta. Allo stesso modo, le grandi dichiarazioni che dominano il lessico dell’efficacia della scuola tendono a dare una falsa promessa di guida pratica; l’ostentata fiducia e presunzione dei loro atti di tono modernista agisce come un rifiuto di fatto, e un congedo, dello storico e del locale, della complessità e della particolarità.
Se questo è vero, la difficoltà sembra addirittura maggiore se ci rapportiamo al livello di prassi nel gruppo classe.
L’apparente indifferenza al sociale e al contesto politico nei quali è localizzato, per altro inevitabilmente, il loro lavoro di operatori scolastici, alimenta alcune preoccupazioni sull’ingenuità politica e sull’opportunismo del movimento
che guarda all’efficacia della scuola. Piuttosto che puntare ad alti livelli di performances, l’avvento di un mercato guidato dal modello scolastico, ha prodotto un restringimento e una diminuzione delle aspirazioni e degli obiettivi per scuole e studenti, tensioni interne e maggiori conflitti, un aumento sostanziale di scuole che vedono di buon occhio l’esclusione di studenti che non raggiungono adeguati risultati scolastici o che non acquisiscono caratteristiche desiderabili sul mercato del lavoro.
Il rifiuto nel considerare seriamente il problema del contesto sociale e politico ha un numero di conseguenze molto pericolose. Fra le più comunemente incontrate vi è l’allontanamento dell’efficienza dall’efficacia senza alcun riconoscimento delle differenze tra le due, o le conseguenze della loro equivalenza di fatto. Le scuole possono essere efficienti, ma inefficaci, prudenti o parsimoniose riguardo alle risorse, ma fallire nel realizzare quello che desidererebbero. Possono essere anche efficienti ed efficaci ma non eccellenti in senso comparato. Tutto questo ci dà modo di ricordare che ci sono, in primo luogo, distinzioni significativamente diverse che devono essere fatte e, in secondo luogo, l’efficacia può richiedere di più piuttosto che semplicemente risorse finanziarie. Infine vi è un terzo punto che raramente viene affrontato, ma che è ugualmente significativo. Efficacia ed efficienza non sono nozioni neutrali, ed occorre riflettere con attenzione sulla loro essenza morale così come sulla loro dimensione valoriale.
I riferimenti alla natura non-neutrale dell’efficienza ci consentono di sottolineare un’ulteriore dimensione della natura politica dell’efficacia scolastica. La preoccupazione di portare efficacia nella scuola ignora la domanda di cui si interessa chi modella la natura e il processo del lavoro. Non c'è nessun riconoscimento, spesso, della natura problematica del curriculum o della possibilità che l’istruzione possa essere organizzata negli interessi dei gruppi etnici dominanti, o della classe dominante. Né c’è alcun riconoscimento, in altre parole, del ruolo non-istruttivo dell’istruzione come agente di selezione sociale.
Il mascheramento di quello che è nei fatti un processo profondamente politico è spesso accompagnato da una manipolazione che, seguendo le suggestioni di Foucault, definiamo come tecnologia politica
- un processo che prende quello che essenzialmente è un problema politico, lo rimuove dal luogo della dissertazione politica, lo riformula in un linguaggio quasi-tecnico e lo consegna a specialisti nell’area.
Questa forma di marginalizzazione morale e politica e di disorientamento applicata con particolare forza alla nozione dell’efficacia stessa ed alla comparsa di una lingua particolarmente asettica e priva di suono
, ha circoscritto e distorto i modi con i quali attualmente comprendiamo ed agiamo nel mondo dell’istruzione pubblica.
1. Costruire mappe
Mappare è una metafora conveniente da applicare alle varie tecniche adottate per implementare un sistema di gestione qualità, non solo perché conduce al significato rilevante del dettaglio e delle principali caratteristiche della topografia istituzionale
di una scuola, ma anche perché collegano il miglioramento scolastico con la metafora ricorrente del viaggio. Comunque, l’operazione di mappare è importante per affermare come le mappe non sono prodotti finiti da immagazzinare, ma piuttosto da usare: sono strumenti provvisori nel duplice senso che hanno 1) un continuo bisogno di revisione, e 2) sono usati meglio se utilizzati come punti di riferimento per lo sviluppo.
Poiché il viaggio verso il continuo miglioramento scolastico è per sua natura esplorativo e collettivo, è assolutamente vitale che le varie acquisizioni siano riportate estesamente e discusse il più profondamente possibile. Il miglioramento della scuola non è, dopo tutto, qualcosa prodotto da esperti esterni o visionari interni, per il personale interno scolastico. Le mappe prodotte per iniziare a impostare la qualità totale a scuola hanno bisogno di essere usate e interpretate ed hanno il loro più alto significato se intese come parte di un’impresa condivisa che viene continuamente reimpostata e rivista. Non solo il viaggio è necessariamente un processo in corso, anche le mappe evolvono. Il loro status è sempre provvisorio; le loro prospettive sono insieme parziali e plurali. Progettare è un processo dinamico che ha bisogno di essere riesaminato e ridisegnato lungo il viaggio. Il processo di progettazione e le mappe stesse sono dei significativi elementi del dialogo professionale che informa e guida il viaggio della scuola verso il proprio miglioramento.
2. Accogliendo e rispettando la diversità
Se il progettare è parte di un processo dinamico e plurale è importante che i mezzi per disegnare le mappe siano articolati e diversificati di modo che riescano ad abilitare le scuole nel disegnare mappe sufficientemente informative per i loro scopi attuali e di sviluppo
Fare bene e con cura questa operazione è estremamente importante. Infatti, in diverse occasioni durante le azioni di mappatura dei processi scolastici, abbiamo trovato insegnanti che dicevano di non riconoscere la scuola della quale il collega stava parlando. In altre occasioni, colleghi che dividevano la stessa prospettiva hanno scoperto che credevano nella stessa cosa, ma per ragioni molto diverse; in altri casi ipotesi condivise conducevano a prospettive marcatamente divergenti.
In questa fase non c’è da sorprendersi se le percezioni degli insegnanti rivelano realtà multiple, occorre fare però attenzione a che l’estensione e la profondità delle diversità condivise e con cui è stata articolata la/e mappa/e non vadano troppo in collisione.
Questa dinamica, per altro, testimonia la natura produttiva degli strumenti di ricerca impiegati e la suggestione del loro potere come agenti di comunicazione, non solo al livello superficiale di scambio di informazioni, ma al più profondo e più significativo livello di credenze e valori. A questo livello, il personale scolastico era pronto per cominciare a scavare nella natura dell’ovvio, e da quel punto in avanti nella natura di quello che è potenzialmente problematico ed emozionante.
Durante l’attività di mappatura dei processi scolastici, avendo chiesto e ricevuto direttamente una risposta ad una serie di domande pertinenti alla qualità e l’integrità del miglioramento della scuola, il gruppo di lavoro iniziava una nuova consapevolezza: potevano rispondere dando credito all’esistenza di un problema ed agendo di conseguenza, o potevano ammettere che loro non erano a conoscenza del problema e prendere decisioni per scoprirne il perché. Quello che non potevano fare era dire I colleghi hanno torto
, e continuare come se nessuno avesse fatto una domanda o fornito una risposta. Le percezioni false riscontrate, qualsiasi sia la loro fonte, hanno bisogno di essere indirizzate senza biasimo. Le tecniche di rilevamento comportano un imperativo che richiede, non solo una risposta ma un particolare genere di risposta. Coloro che pongono domande non sono legati solo dall’autenticità della loro autorità di ascoltare, ma ascoltare con cura e rispettare i modi che ammettono e dimostrano la legittimità di punti d’osservazione diversi dal loro.
3. Articolazione e struttura del testo
Il volume vuole dare voce anche ad un diffuso movimento che nel mondo scolastico ormai da diverso tempo si è fatto strada e che vede nei termini miglioramento, progresso, innovazione, sviluppo, valorizzazione, alcune delle parole chiave. La ricerca per il miglioramento scolastico offre un utile approccio per la costruzione di scuole efficienti, dato che risulta orientato all’azione e allo sviluppo.
Vogliamo quindi sviluppare il concetto di progetto pedagogico di scuola
, cioè di una condizione funzionale che attribuisce alle scuole un ruolo attivo, responsabile e creativo, ponendo le condizioni perché il personale scolastico assuma una collocazione professionale piena e le configurazioni specifiche e tipiche della singola situazione scolastica vengano affrontate nella loro peculiarità e non rinviate a misure impersonalmente esterne. Si tratta, in sostanza, di un’efficace sottolineatura delle componenti di autonomia, che prevedono:
Un continuo miglioramento dell’abilità di interpretazione delle informazioni;
Una capacità incrementale di comunicazione con la dinamica sociale nel suo complesso;
Una maggiore e migliore offerta di strumentazioni che aiutino la digestione delle direttive nazionali;
Un aiuto alla traduzione in linguaggio pedagogico operativo degli stimoli e delle proposte che arrivano alla scuola;
Un’indicazione più precisa e mirata delle strategie per porre in atto la proposta di idee nuove.
Le riflessioni, quindi, si muovono nell’orizzonte del miglioramento scolastico, assumendolo come orientamento all’azione delle scuole per renderle maggiormente efficienti. Per ottenere questo risultato, il progetto si è concentrato su alcuni fattori di processo, che più avanti saranno illustrati, che hanno fornito i mezzi per poter incidere nei fattori organizzativi e per rendere il sistema più dinamico.
Eco, infine, quelle che potrebbero rivelarsi utili chiavi di lettura al volume:
La scuola come centro del cambiamento: ogni intervento, sia di riforma esterna che interna, deve considerare la specificità di ogni singola scuola, rinunciando definitivamente a credere che tutte le scuole siano uguali;
Sistematicità per il cambiamento: il miglioramento, la qualità scolastica devono essere attentamente programmati e gestiti;
Maggiore efficacia nel raggiungere gli obiettivi educativi: nelle varie fasi del progetto ci siamo resi sempre più conto di come tutti gli sforzi di implementazione del sistema qualità dovessero mirare al raggiungimento di obiettivi educativi per i propri studenti, i loro principali clienti.
Indagare sul miglioramento scolastico contribuisce a definire il territorio della scuola; la realizzazione di manuali di qualità e delle procedure sarà un’operazione di aumento della conoscenza organizzativa e gestionale; la scuola deve essere compresa per ciò che è, attraverso i suoi processi, veri specchi della sua natura organizzata.
Un modello per la qualità a scuola
1. Recuperare la dimensione pedagogica
Dall’inizio degli anni ‘90 tutta l’economia occidentale, a causa dell’avvento delle grandi trasformazioni avvenute nella vita sociale, economica e politica, ha