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La Fonte Inesauribile: Il misterioso processo della realizzazione spirituale
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E-book264 pagine3 ore

La Fonte Inesauribile: Il misterioso processo della realizzazione spirituale

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Info su questo ebook

A.H. Almaas, il creatore del ‘Metodo del Diamante’, in questo suo ultimo libro presenta un nuovo paradigma per comprendere la realtà: il punto di vista globale. Ci rivela, così, che la nostra vita può essere una continua rivelazione, un’avventura senza inizio e senza fine. La realtà è molto più viva e misteriosa di quanto noi possiamo immaginare. Conoscerla, allearsi con essa e permetterle di rivelarsi ai nostri occhi è la maggiore fonte di appagamento della nostra vita
 
LinguaItaliano
Data di uscita16 feb 2017
ISBN9788871835211
La Fonte Inesauribile: Il misterioso processo della realizzazione spirituale

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    Anteprima del libro

    La Fonte Inesauribile - A.H. Almaas

    Introduzione

    I GIRI DELLA RUOTA

    Se conoscete già il ‘Metodo del Diamante’ potreste chiedervi per quale motivo presento questo nuovo insegnamento. Che necessità c’era di scrivere un altro libro? Se pensate che in quelli precedenti abbia già detto tutto, avete ragione, infatti ho già detto moltissime cose. Se siete nuovi a questi insegnamenti, potreste voler sapere perché ho scritto questo libro e cosa potrebbe spingervi a leggerlo. Che cosa dovrebbe indurvi a conoscere quel che dico? Quali che siano le risposte a queste domande, eccoci qui, voi e io insieme, forse di nuovo o forse per la prima volta.

    Ci ritroviamo a fare insieme questo percorso perché il fatto che io scriva e che voi leggiate è un’espressione del nostro comune interesse e del nostro amore per la verità. Siamo la vera realtà che comunica con se stessa; fondamentalmente, siamo l’essenza della realtà che si esprime in voi, in me e in tutti gli altri. A mio modo di vedere, quando l’amore per la verità diventa totale non possiamo che seguire la realtà dove essa ci porta. La realtà stessa comincia a vivere la nostra vita nelle sue manifestazioni quotidiane, e così la nostra vita diventa una continua rivelazione della realtà, un’avventura senza inizio né fine. Questo libro è il mio tentativo di esprimere che la realtà è inesauribile, è l’incessante rivelazione dell’avventura di essere.

    Come la vita, l’insegnamento del ‘Metodo del Diamante’ è una verità vivente che, evolvendo continuamente, rivela sempre più aspetti di se stessa e della realtà. Da decenni questo insegnamento indaga la natura di ciò che siamo e di ciò che è la realtà, sviluppando numerose pratiche e rivelando innumerevoli dimensioni dell’esperienza umana. La nostra pratica centrale, l’indagine, comincia sempre dall’esplorazione di dove ci troviamo esattamente nel momento presente. Per molti di noi, ciò significa cominciare il lavoro interiore occupandosi delle strutture e delle credenze che limitano la vitalità dell’esperienza immediata. Questa indagine dell’esperienza, aperta e senza confini, conduce nel tempo a vari tipi di comprensione e di risveglio. Scopriamo l’anima, scopriamo la ‘Presenza’ nella miriade dei suoi aspetti, le infinite dimensioni della nostra natura e il non dualismo della realtà, e impariamo a vivere una vita che rifletta la saggezza contenuta in tutte queste scoperte. Il viaggio al nucleo della realtà e la sua integrazione nella vita quotidiana sono fondamentali per risvegliarci continuamente in modi sempre nuovi e inattesi.

    L’approccio evolutivo che ho presentato nei miei libri e negli insegnamenti precedenti (la visione della conoscenza in termini di gradi e livelli, processi e sviluppi, dimensioni e territori) è soltanto uno dei possibili modi di concepire il lavoro interiore. In questo libro esporrò una prospettiva più ampia e non gerarchica che include il punto di vista progressivo e molto di più. Essa contiene la totalità degli insegnamenti del ‘Metodo del Diamante’, ma li considera soltanto come una possibile modalità di realizzazione, un possibile modo per comprendere la realtà e per viverla.

    La visione non gerarchica non è assolutamente in contrasto con gli insegnamenti precedenti, ma segue semplicemente le loro naturali implicazioni. È una nuova esposizione che chiarisce alcuni aspetti dell’insegnamento non ancora trattati esplicitamente. È un paradigma completamente diverso da quello con cui abbiamo lavorato negli ultimi trent’anni ma, come abbiamo imparato dai precedenti sviluppi dell’insegnamento, questo nuovo paradigma non include soltanto ciò che l’ha preceduto, bensì ne costituisce una derivazione. Ciò significa che quanto abbiamo fatto sinora, tutto ciò che abbiamo imparato e messo in pratica, è stato necessario per fare chiarezza sulla natura della coscienza e penetrare l’essenza della realtà, aprendoci alla possibilità di risvegliarci a questa nuova visione.

    Vivere le nostre realizzazioni ed esprimerle (dopo averle scoperte ed elaborate) ci ha consentito di vedere queste nuove possibilità. In quali modi la realtà si manifesta nell’azione? Quali sono le sue espressioni? Come prende vita la realizzazione? Se l’intera realtà è viva, quale significato ha la vita umana? Qual è il significato dell’individuo?

    Benché in questo libro non discuta della realtà in termini di aspetti, veicoli o dimensioni, come ho fatto in quelli precedenti e nel lavoro di tutti questi anni, non tolgo valore a niente di tutto ciò. Aspetti, veicoli e dimensioni costituiscono quel che alcuni hanno chiamato la mappa del ‘Metodo del Diamante’. Gli insegnamenti qui presentati trascendono questa mappa e vanno al di là di tutte le precedenti articolazioni del nostro metodo. Entriamo in un territorio che non è mai stato esaminato, in una visione globale che rivela come non sia possibile redigere una mappa del ‘Metodo del Diamante’ perché è impossibile farla della realtà. La realtà non è una verità statica e monolitica che possiamo descrivere una volta per tutte, ma è molto più viva e misteriosa. Potremmo provare una certa delusione se pensavamo di avere raggiunto qualche verità eterna e definitiva sulla realtà, oppure, al contrario, l’idea che non vi sia alcuna meta o scopo da raggiungere potrebbe sembrarci una stimolante libertà. Indipendentemente dal nostro modo di sentire, riconoscere l’indeterminatezza della realtà è fondamentale per vivere la nostra comprensione e la nostra libertà.

    Benché sperimentare gli aspetti e le dimensioni della realtà sia, quindi, strumentale al risveglio, e nonostante sia impossibile aggirare il percorso di ascese e discese, con le loro diverse forme di non dualismo, rimane ancora molto da esplorare, scoprire, vivere. Il mistero della realtà ha molte più angolazioni di quanto immaginiamo, e presto ci accorgeremo che guardarla da queste nuove angolazioni ci consente di apprendere, più facilmente e velocemente, i vari aspetti dell’insegnamento. La visione del tutto nel suo insieme rende, infatti, più accessibile l’esperienza e la comprensione del normale sviluppo degli insegnamenti, relativi sia a questo particolare sentiero sia a molti metodi e prospettive non duali, tanto graduali quanto immediati.

    Un modo di considerare questi diversi paradigmi dell’insegnamento è applicare una metafora presa dal buddhismo vajrayana, che paragona il movimento attraverso i vari stadi ai giri della ruota dell’insegnamento. Ogni fase corrisponde a un giro della ruota e ogni giro costituisce un insegnamento completo in se stesso. Questa tradizione descrive tre fasi che sono paragonate ad altrettanti giri della ruota del dharma, o insegnamento, o verità. Pur prendendo a prestito questa immagine, che ritengo davvero utile, non c’è nessun collegamento diretto tra le fasi della dottrina vajrayana e quelle del ‘Metodo del Diamante’.

    Se esaminiamo lo sviluppo di questo insegnamento e il modo in cui esprime la realtà, possiamo distinguere, nel suo stato attuale, quattro grandi movimenti che mettono in moto altrettanti giri della ruota. Il primo corrisponde alla fase individuale: la scoperta, la realizzazione e lo sviluppo dell’anima, o coscienza individuale, fase in cui essa scopre l’essenza della sua Vera Natura. Nel secondo giro della ruota l’anima realizza che la sua Vera Natura non ha limiti, il che corrisponde alla realizzazione dell’unità e della non dualità della realtà. Se osserviamo gli sviluppi storici del nostro insegnamento, vediamo che abbiamo lavorato soprattutto all’interno dei primi due giri della ruota per realizzare la nostra fondamentale identità e risvegliarci all’unità dell’esistenza. Possiamo considerare il lavoro svolto finora come un insieme di movimenti tesi a comprendere la Vera Natura della realtà e a integrare questa consapevolezza nella nostra vita (l’ascesa e la discesa del nostro percorso).

    In questo libro introdurrò alcune considerazioni che riguardano il terzo e il quarto giro della ruota dell’insegnamento. Il terzo è in relazione a quello che chiamo il ‘veicolo della libertà’. Questo veicolo ci conduce al di là dell’assenza di limiti, dell’unità e della non dualità, e ci fa vedere la realtà da un’angolazione completamente diversa. È come entrare in un universo parallelo, completamente diverso dal nostro, e contemplare la realizzazione, l’illuminazione e la spiritualità da questa nuova prospettiva. Esaminiamo gli stessi fenomeni che abbiamo sempre indagato, ma da un’angolazione totalmente nuova.

    Il quarto giro della ruota si riferisce alle scoperte che nascono dalla realizzazione del ‘veicolo della libertà’. La realtà si spalanca in modi inattesi, rivelando che la realizzazione e l’illuminazione hanno molteplici significati. Non ci sono soltanto stadi diversi, come abbiamo visto nel primo e nel secondo giro della ruota, ma anche tipi diversi di realizzazione. Qui scopriamo varie prospettive e angolazioni da cui guardare ed esplorare la realtà. La visione globale sorge come una delle espansioni di coscienza associate al quarto giro.

    In questo libro esploreremo alcune delle aperture che sgorgano dagli insegnamenti del ‘veicolo della libertà’. Queste aperture si verificano durante il quarto giro una volta che si comprende la Vera Natura del ‘veicolo della libertà’. Come abbiamo visto, il primo giro comincia dalla coscienza individuale e giunge, nel secondo giro, alla natura priva di forma della realtà. Il terzo giro della ruota dell’insegnamento prende le mosse non più dall’anima ma dal ‘veicolo della libertà’, per entrare, nel quarto giro, in una realtà parallela che è illimitata e, al tempo stessa, limitata. Questo universo parallelo, o meglio, questa realtà alternativa completamente diversa da tutto ciò che conosciamo, è ciò che si inizierà a esplorare in queste pagine. Presento questo insegnamento perché è possibile per gli esseri umani sperimentare la realtà in modo completamente diverso, in un tipo di sintesi e di integrazione che dischiude nuove e profonde possibilità di vita e di realizzazione. Questo potenziale, presente in ogni essere umano, è la via della libertà.

    Una realizzazione viva apre a ulteriori comprensioni, a nuovi modi di sperimentare le cose, non perché lo vogliamo noi, ma perché è ciò che fa la realtà. Quando sperimentiamo la saggezza del quarto giro della ruota, non c’è più nessuno che voglia qualcosa: questo qualcuno è già stato sollevato dai suoi compiti nel secondo giro. Ma è ovviamente inevitabile che questo qualcuno ritorni più e più volte, indipendentemente dal giro della ruota in cui ci troviamo. Siamo come Abu Kasem, il ricco mercante di una favola persiana che, per quanto ci provi, non riesce a sbarazzarsi delle sue logore babbucce. Anzi, più tenta di sbarazzarsene e più le babbucce gli ritornano indietro. Alla fine della storia, caduto in miseria e disperato, l’aiuto gli arriva dall’esterno.

    Qualunque sia il giro della ruota in cui ci troviamo, si tratta sempre della realtà che rivela se stessa, e lo fa attraverso ognuno di noi in ogni momento. L’insegnamento del quarto giro della ruota è semplice: ognuno di noi, in ogni momento, è la realtà che manifesta se stessa. Ma spesso è difficile conoscere e percepire questa semplicissima verità nell’esperienza diretta, a causa dei nostri ostacoli mentali. Perciò, prima di arrivare alla semplicità, dobbiamo percorrere le varie esperienze spirituali: visioni e intuizioni, comprensioni ed elaborazioni, dimensioni e illuminazioni.

    Tutto quello che succede è reale fino in fondo. Non c’è qualcosa di più reale verso cui andare. Nel primo e nel secondo giro della ruota sembra ci sia un qualcosa da raggiungere, rivelazioni sempre più profonde e intuizioni sempre più sottili, ma nel terzo giro mettiamo giudizio e comprendiamo che, raggiunto il nostro obiettivo (diverso per ogni persona e per ogni tipo di insegnamento), esso si rivela illusorio. Qualunque cosa sperimentiamo è sempre lei, la realtà, e non può essere nient’altro che la realtà. Il senso di una gerarchia delle realizzazioni, presente nel primo e nel secondo giro della ruota, è scomparso, il quarto giro rivela la saggezza insita nell’assenza di una gerarchia. Qui non esistono più gradi o livelli di progresso, sequenze di sviluppo, né mete o scopi da raggiungere. C’è la pura semplicità della realtà che si esprime in qualunque modo desideri.

    Poiché questa semplicità è nello stesso tempo evidente e indescrivibile, per esprimere la saggezza del quarto giro dobbiamo giocare un po’ con le parole, usare un linguaggio che va oltre se stesso al fine di smontarlo. In questo libro cerco, quindi, di comunicare qualcosa che non si può dire né nella sua totalità, né in modo definitivo. A esso è possibile avvicinarsi solo per allusioni. Nessuna parola è in grado di descrivere la realtà, per cui ricorrerò a termini diversi per esprimere aspetti diversi del reale. Il tentativo stesso di fissare le differenti espressioni di questa comprensione fa perdere di vista il dinamismo insito nella saggezza del quarto giro della ruota. Quindi, rimanete aperti a ciò che dirò e lasciate che esploda dentro di voi, che trasformi il modo in cui percepite voi stessi e la realtà.

    Cominceremo indagando la dinamica della realizzazione, ovvero il rapporto tra la pratica individuale e il dispiegamento della realtà. Questo lavoro rivelerà varie illusioni relative alla pratica, che esamineremo in diversi modi. Per comprendere pienamente il significato della pratica e della realizzazione dobbiamo osservare questa dinamica da entrambe le prospettive: quella della pratica individuale e quella della realtà che si esprime in essa. Ciò che consente alla nostra indagine di diventare sufficientemente agile per considerare contemporaneamente entrambe le prospettive è la visione globale, la saggezza che emerge dal quarto giro della ruota. La capacità che ha la visione globale di abbracciare molteplici prospettive senza fermarsi su nessuna espande in modo esponenziale il potere e la libertà dell’indagine.

    Trovandoci sempre più a nostro agio con la visione globale, cominceremo a considerare tutto da questa prospettiva. Uno dei punti principali che esamineremo in questo libro è il rapporto tra dualità e non dualità. Osservare le implicazioni che ha la visione della non dualità ci apre a una gamma di nuove esperienze, e dedicheremo un po’ di tempo a esplorare queste nuove frontiere, analizzando la natura del tempo e dello spazio, il ruolo dell’individuo, il paradosso del non fare e il mistero della vacuità. Tutto questo, dalla prospettiva della totalità.

    In questo modo scopriremo che la realtà è molto più indeterminata, molto più misteriosa di quanto immaginavamo. Nessuna visione particolare (duale, non duale, uni-locale e così via) può catturare il suo dinamismo. Libertà è libertà della realtà di esprimere il proprio dinamismo, di manifestarsi nella forma o nell’assenza di forma, in entrambe o in nessuna delle due. Nessun aspetto o nessuna combinazione di aspetti sono in grado di esaurire il potenziale della realtà, che è un infinito mistero. La realtà si esprime attraverso la conoscenza di se stessa, e conoscerla e viverla è la pienezza della vita. La purezza della realtà si manifesta a noi, attraverso di noi e in quanto noi contemporaneamente. La nostra vita diventa la vita della Vera Natura, la purezza al centro della realtà che vive se stessa consciamente e si esprime in noi, servendosi di noi ed essendo noi. Questo è il nucleo miracoloso della libertà umana.

    Parte Prima

    LA PRATICA È LA REALIZZAZIONE

    1

    PRATICA CONTINUA

    In molte vie spirituali, incluso il ‘Metodo del Diamante’, è presente un paradosso. Facciamo pratica, ci esercitiamo, ci assumiamo la responsabilità della nostra liberazione e, nello stesso tempo, sappiamo dall’esperienza che spesso fra pratica e realizzazione non vi è un collegamento diretto. Questo paradosso ci aiuta a capire che il risveglio è sempre in qualche modo legato all’azione della grazia e che, se è vero che nostra è la responsabilità di raggiungere la libertà, a questa non possiamo pervenire senza l’intervento di Dio, dell’Essere o della natura.

    Entrambi gli elementi di questo rapporto riflettono delle verità. Comprendere questo paradosso significa vedere come pratica e realizzazione sono intrecciate e interconnesse, come interagiscono diventando un tutto dinamico. Molti hanno incontrato questa dinamica nella loro esperienza personale. Facciamo meditazione, ci confrontiamo con chi la fa, seguiamo vari tipi di pratica, eppure molte delle nostre realizzazioni più profonde non avvengono in quei momenti. Possono prodursi sotto la doccia, durante una passeggiata o bevendo un sorso di latte. Come ho accennato nell’Introduzione, esplorare il paradosso della realizzazione significa aprirsi a una nuova visione della realtà, entrando nel quarto giro della ruota del ‘Metodo del Diamante’. Per aprirci ad essa dobbiamo decostruire alcuni elementi del nostro lavoro spirituale in modo che diventino più trasparenti ai misteri della realtà.

    Che cosa intendiamo con realizzazione? In genere, questo termine indica dei progressi sul sentiero spirituale e, più specificamente, l’esperienza della realtà non duale, che corrisponde alla nostra Vera Natura, la comprensione che noi e la natura non siamo diversi, ma un’unica e identica cosa. Molti insegnamenti del ‘Metodo del Diamante’ esplorano aspetti differenti del processo di realizzazione e ci permettono di sperimentare la nostra Vera Natura, la più pura natura della realtà, essendo reali, autentici, essendo ciò che siamo e là dove siamo, o stando in uno stato di illuminazione.

    Da alcuni anni a questa parte, questo insegnamento mette in evidenza che la realizzazione non è soltanto l’approdo allo stato dell’Essere, alla nostra Vera Natura, alla pura presenza o pura consapevolezza, o vacuità. Non è soltanto il riconoscimento e l’esperienza di quanto sia profonda la nostra Vera Natura: significa anche portare questa comprensione nella vita ed esprimerla pienamente.

    Quando ci riusciamo, scopriamo che vivere la nostra realizzazione non è differente dalla realizzazione stessa. Vivere la verità non è cosa separata dall’illuminazione, dal risveglio o dall’essere. Al principio, vivere la realizzazione appare come un suo semplice ampliamento in aree sempre più vaste e situazioni sempre più numerose, mentre l’esperienza interiore si manifesta all’esterno. Poi scopriamo che non si tratta soltanto di portare la realizzazione nella nostra vita, ma che viverla significa approfondirla, svilupparla e renderla sempre più completa. Esamineremo meglio questo punto nei capitoli successivi.

    Esplorando a fondo che cosa significa vivere la nostra realizzazione scopriamo che vuol dire fare pratica in modo continuativo, lavorare ininterrottamente. Molti credono che la realizzazione rappresenti la conclusione della pratica, la fine del lavoro, pensando: Quando sarò realizzato non avrò più bisogno di praticare. Potrò semplicemente essere. Questo è il modo di vedere di chi non è ancora realizzato. Invece, dalla prospettiva della realizzazione, viverla è una pratica continua, un impegno incessante. Ciò solleva una domanda sul rapporto tra quel che facciamo lungo il sentiero dell’evoluzione interiore e l’esperienza, o l’espressione, della libertà; vale a dire, sul rapporto tra pratica e realizzazione. In questo lavoro miriamo a considerare la pratica dal punto di vista della realizzazione, e non da quello della non-realizzazione.

    Vivere la realizzazione porta a riconoscere la continuità della pratica da questa specifica prospettiva. Nello stato realizzato scopriamo che se è genuina, la pratica esprime la realizzazione anche se non siamo nello stato realizzato, ancora prima di considerarci realizzati o di comprendere o riconoscere la realizzazione. È questo il mistero al centro del rapporto tra essere nella ricerca e l’Essere che si manifesta spontaneamente dicendo: Eccomi.

    Dalla prospettiva convenzionale o della non-realizzazione, il ricercatore e la verità, benché in rapporto tra di loro, sono due entità separate. Progredendo, destrutturiamo questo rapporto e le altre illusioni che riguardano la pratica proprio perché ostacolano la realizzazione, la sua integrazione nella vita, il suo trasferimento nelle situazioni di ogni giorno. Comprendere il vero rapporto tra pratica e realizzazione ci consente di esprimere e di incarnare la totalità dello stato realizzato, orientando e potenziando la nostra pratica fin dall’inizio. Esploreremo più in profondità questo rapporto per metterne in luce tutte le potenzialità.

    Vivere la realizzazione non mette fine alla pratica, ma, al contrario, dischiude una pratica continua. Meno comprendiamo la sua natura e maggiore sarà la nostra sorpresa. Dal punto di vista dell’io individuale consideriamo la pratica come un’attività che compiamo in vista di una determinata finalità, ma nello stato realizzato scopriamo che non è così. Intendo il termine ‘pratica’ nel suo senso più autentico: essere in contatto con la realtà e svolgere il lavoro, sia che stiamo meditando,

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