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La poesia di Mario Gori “Non ho altro che il cuore”
La poesia di Mario Gori “Non ho altro che il cuore”
La poesia di Mario Gori “Non ho altro che il cuore”
E-book49 pagine33 minuti

La poesia di Mario Gori “Non ho altro che il cuore”

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Info su questo ebook

La poesia come riscoperta del tempo infantile,

ritrovato nella festa dei morti, nella Bolla del Luogo Santo,

e nei cuddureddi di Santa Lucia.

C'è un'identità affettiva tra chi scrive nel presente

E la produzione poetica di Mario Gori.

Un'identità che permette al racconto di condividere

Entrambi la stupenda esperienza del più lontano passato

Facendolo rivivere attraverso la memoria involontaria

E il dono profondo e reciproco dell'Anima.

L'affetto risalta nella comunanza delle stesse origini

Essendo l'autore del testo conterraneo

Di questo meraviglioso Poeta.
LinguaItaliano
Data di uscita5 gen 2024
ISBN9791222706245
La poesia di Mario Gori “Non ho altro che il cuore”

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    La poesia di Mario Gori “Non ho altro che il cuore” - Mario Salvatore Antonio Grasso

    MARIO SALVATORE ANTONIO GRASSO

    La Poesia di Mario Gori

    "Non ho altro che il cuore"

    La Poesia di Mario Gori è stupendamente elegiaca;

    riscopriamola nel mistero della sicilitudine,

    nel caldo aroma del focolare,

    con la conca guizzante di cenere,

    e l’odore vibrante e avvolgente del basilicò.

    Sullo sfondo ci osserva, l’infanzia della povertà.

    E i poveri morti che portano i balocchi,

    amano l’attesa dei bimbi,

    che si riempie del sentimento

    ipersensibile della morte;

    che diventa vita!

    Youcanprint

    Titolo | La Poesia di Mario Gori "Non ho altro che il cuore"

    Autore | Mario Salvatore Antonio Grasso

    ISBN | 9791222706245

    © 2023 - Tutti i diritti riservati all’Autore

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.

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    Via Marco Biagi 6 - 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Made by human

    All’amico

    Franco Liardo

    "Io sono un saraceno di Sicilia, da secoli scontento, un antico ramingo che ha pace, solo se va": in questa quartina del poeta Mario Gori, nato a Niscemi il 16 settembre 1926 e scomparso a Catania il 5 dicembre 1970, due enjambement dall’umile potenza espressiva svelano l’anima esiliata e sempre inquieta di ognuno di noi che in Sicilia ha vissuto la propria origine intensamente contraddittoria, prematuramente spezzata dal destino.

    I due enjambement collegano, nella pausa millenaria e compulsiva, un nome proprio e insulare con un aggettivo comune e prosaico preceduto da un sintagma sostantivato e, un nome astratto, sintomatico e alieno nella sicilianità, accoppiato a una doppia sillaba aggettivale, con funzione dinamicamente avverbiale: "Sicilia, da secoli scontento; che ha pace solo se va".

    La scontentezza è una caratteristica profondamente siciliana, ed è legata al doppio sentimento del pellegrinaggio più antico, e a un desiderio di pace impossibile nella quotidianità: può nutrirsi solamente degli attimi intermittenti e ambigui dei flussi migratori.

    Ma, l’affettività non può contrapporsi al destino, e la mano dell’uomo non può sfiorare una sola stella.

    Se "il cielo è alto, è altissimo, e la mano dell’uomo non arriva a rubare una stella", crolla definitivamente il mito romantico dell’infinito e dell’immortalità dell’anima.

    Così, non rimane che accontentarsi di un gesto esclusivamente estetico: prendere un fiore per coprire la sofferenza del cuore.

    Forse, la rima "fiore - cuore, è affine alla rima usata da Giovanni Pascoli: cuore -amore".

    In questo autoritratto del poeta si allude alla costanza ripetitiva e romanzesca della sicilianità: l’inquietudine, il vuoto dell’assenza, la mancanza di pace, simbolo tipicamente religioso; la diffidenza verso la grazia, sorella della luce stellare; la lontananza del desiderio, simile a un fiore spezzato, e mai sbocciato.

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