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Un triste sognatore adesso felice grazie all'amore
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E-book198 pagine2 ore

Un triste sognatore adesso felice grazie all'amore

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Info su questo ebook

Un'opera dedicata a tutte le persone di questa Terra che spesso si sentono schiacciate da situazioni nelle quali non vengono giudicati i reali valori interiori.

Il fine è anche quello di spronare coloro che hanno intenzioni brutte come il suicidio a pensare che basta poco per trovare felicità anche nei momenti che sembrano più neri. Tramite le esperienze personali che mi han fatto trovare l'amore ripercorrerò momenti della mia vita spesso molto difficili ma superati grazie alla forza interiore capendo che si può essere sempre positivi anche quando il destino sembra avverso.
LinguaItaliano
EditoreGui Degas
Data di uscita5 apr 2015
ISBN9786050370010
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    Anteprima del libro

    Un triste sognatore adesso felice grazie all'amore - Gui Degas

    FINALE.

    Inizio

    di Gui Degas

    Ci sono storie che spesso passano inosservate a causa di vari motivi.

    Spesso si pensa alla normalità quasi volendola additare come difetto cercando in tutti i modi strade per emergere spesso anche cambiando i connotati della propria persona.

    Ma a volte è la normalità a fare la forza di una situazione. E anche di una persona.

    Ed è spesso che proprio dalla normalità nascono i sogni più grandi. Sogni di persone semplici. Sogni di persone che riescono a usare gli occhi del cuore.

    Questo ebook non si pone certo di rivoluzionare il mondo né tanto meno di fare passare come vittime determinate persone. Ma vuole essere anche un sostegno per tutti coloro che talvolta si sentono schiacciati da una società nella quale si chiede spesso di essere ciò che non si è o peggio ancora si pretendono comportamenti eseguiti in un certo modo senza pensare che il bello dell'essere umano è il saper riuscire a distinguersi dagli altri scovando all'interno una determinata dote.

    Fa però molte volte comodo sottovalutare il lato interno di una persona spesso non accettandola per quello che è. Ciò che conterà sempre è ciò che SIAMO. Non ciò che appariamo.

    Io sono un ragazzo come tanti, o forse come pochi. O forse sia come tanti che come pochi. Una persona semplice, ma non facile. C'è una differenza abissale tra essere una persona semplice ed essere una persona facile. Una persona facile scende tranquillamente a compromessi e viene 'comprata' per poco. Una persona semplice apprezza i lati più profondi della vita e non svende la propria dignità.

    Ho scelto anche di raccontarvi questa storia per dare consigli pratici da attuare nella vita di tutti i giorni capendo che possiamo essere veramente tutti speciali pur non avendo eventuali evidenti talenti.

    Scoprirete come io sia riuscito a superare brutte situazioni nelle quali ero spesso incapace di uscirne a causa della mia enorme timidezza che mi rendeva un ''muro'' nei confronti degli altri nonostante proprio in quei momenti si stesse più che mai sviluppando la mia interiorità.

    Mi piacerebbe che questo ebook possa essere anche un appoggio per le molte persone che hanno complessi d'inferiorità o pensano di aver qualcosa in meno rispetto ad altre.

    Piccole storie umane più o meno a lieto fine che voglio condividere in un'epoca fin troppo dominata dalle cronache di violenza o da episodi oltraggiosi al rispetto e alla civiltà.

    La vita è solo una, e per tutti. E va onorata al meglio con la positività di chi è riuscito a superare momenti brutti per creare meravigliosi attimi di gioia.

    Questo ebook potete definirlo come una raccolta di pensieri, un diario personale, una storia di esperienze varie. Di tutto e di più.

    Un racconto fatto per chi usa gli occhi del cuore.

    L'IMPORTANZA DELL'AUTOCONTROLLO, DEI SOGNI E DELLE RISATE.

    L'autocontrollo, come cita il dizionario, è il coordinamento dei propri istinti e delle proprie azioni, il controllo di sé. Dunque per ottenerlo al massimo delle proprie potenzialità è bene sapere gestire al meglio i sensi e le pulsioni in modo che esse abbiano un equilibrio costante nella nostra persona.

    E questo non vuol dire creare un impedimento alle nostre emozioni o un blocco al sapersi lasciarsi andare quando è il momento. Ma proprio capire quale azioni intraprendere nei momenti che la vita ci presenta. Da quelli più belli a quelli meno belli, da quelli nei quali sappiamo automaticamente cosa fare a quelli nei quali invece c'è bisogno di più tempo per analizzare la situazione.

    L'autocontrollo non sostituisce di certo la razionalità ma aiuta la persona a non provocare eccessi che potrebbero rivelarsi fatali sia per la persona stessa ma anche per quelle circostanti.

    Quando l'autocontrollo è assai sviluppato è come avere un vero e proprio psicologo dentro di sé che aiuta ad analizzare la situazione che si sta presentando in quell'attimo. Ma attenzione : avere autocontrollo non significa automaticamente compiere sempre e in ogni momento la scelta giusta, ma un grande pregio è dettato dal fatto che, dopo l'eventualità che qualcosa non sia andato nella strada che uno si auspichi, grazie all'autocontrollo possono nascere momenti di riflessione che, proprio come se ci fosse una persona dentro di noi che ci aiuta, rileggono e analizzano al meglio l'accaduto capendo cosa si poteva ancora fare o se magari era stato fatto tutto quello che si poteva fare e dunque se fosse inevitabile che succedesse ciò che è avvenuto.

    L'autocontrollo non elimina la depressione o lo sconforto ma riesce a lenirlo proprio grazie alle ampie possibilità di vedute che si presentano quando uno magari pensa che in una certa situazione non ci sia più nulla da fare.

    E' proprio come avere un amico dentro di sé che vuole solo il bene della propria persona, non tradendoti mai neanche nei momenti che solo all'apparenza sembrano irreversibili. Ma l'apparenza è una parola che non fa proprio parte dell'autocontrollo. Perché esso va a fondo nelle situazioni trovando sempre più situazioni.

    Fondamentali sono anche i sogni. E' il sapere riuscire a sviluppare la fantasia che abbiamo tutti dentro di noi che ci rende speciali e ci distingue dalle macchine e dai robot.

    Personalmente posso dire che i sogni mi hanno aiutato tantissimo a vedere il futuro con occhi positivi. La cosa bella dei sogni è che basta chiudere proprio gli occhi e attivare più che mai l'immaginazione che in certi momenti può veramente rendere tutto possibile.

    E' pur vero che il massimo dell'appagamento è quando un sogno, anche di piccole dimensioni, viene realizzato nella vita di tutti i giorni ma è già importante avere la capacità di valorizzare i propri sogni sapendo che essi non saranno mai fatti tanto per fare ma hanno un valore inestimabile e unico, come un tesoro interno da salvaguardare più che mai.

    A volte non bastano decine di anni per realizzarli ma è grazie ad essi che si può sempre pensare in positivo al futuro anche quando il presente sembra tutto nero. Un sogno è un piccolo seme che non vede l'ora di diventare un grandissimo e meraviglioso fiore, sta a noi dare nei momenti giusti l'acqua vitale per coltivarlo sempre al meglio.

    Naturalmente è fondamentale che ci sia la luce, quella che abbiamo dentro di noi. Quella che ci porta a sorridere al mondo in ogni momento. Quella che ci fa ridere per esternare sempre la nostra gioia.

    Ci sono chiaramente momenti nei quali è giusto essere seri o comunque trattenere il tutto (l'importante è non ridere a mo di scherno o di mancanza di rispetto!) ma non c'è cosa più bella che lasciarsi andare ad una bella e fragorosa risata.

    Che sia per una barzelletta, un film, una visione positiva ma anche pensando alla propria vita! Io ho imparato proprio anche grazie alle tante sventure a ridere di più anche di me stesso, dei miei difetti, delle mie imperfezioni.

    E questo lo reputo utile proprio per prendere in certe occasioni la vita con più leggerezza capendo che è una e per tutti! E va onorata al meglio e per il meglio sfruttando al massimo le capacità che uno ha.

    GLI INSEGNAMENTI DI MIO NONNO.

    Ernesto per me è stato più di un nonno. Era al contempo un padre, un amico e naturalmente un nonno.

    Riusciva a incarnare alla perfezione queste tre fondamentali caratteristiche in quanto con estrema naturalezza continuava ad avere quell'istinto paterno che mai ha perso neanche col passare dell'età.

    Era anche un amico. Non a caso gli si poteva confidare tutto riuscendo a carpire suoi fondamentali consigli avendo grande capacità di ascolto, ma era amico anche nel modo più gioioso possibile in quanto ascoltava musica e condivideva passioni e gesti semplici.

    Un amico che non tradirebbe mai nessuno. Un nonno più che completo. Non avendo avuto la presenza costante di un padre né tanto meno dei veri amici lui era tutto per me.

    Di mio nonno ho anche ancora ben impresse in mente le storie che mi raccontava riguardo la sua vita. E mi colpiva come fosse riuscito a superare indenne la tanta cattiveria della gente circostante che lo umiliava in vari casi per un semplice motivo ricorrente : essere troppo buono.

    Ed è proprio questa grande capacità che permette a una persona di uscirne vincente pur passandone di ogni.

    Purtroppo ci sono anche situazioni nelle quali uscirne vincenti è quasi impossibili e una mattina del 2005, subito dopo un ricovero di giorni precedenti, seppi la notizia del suo decesso a causa di un aneurisma alla orta addominale.

    I suoi ultimi anni di vita furono comunque tormentati a causa di quello che era purtroppo il suo unico vizio che pagò a caro prezzo : il fumo.

    Pensare alla frase che il ''tempo rimargina le ferite'' fu quanto di più banale potesse darmi sollievo in quel momento. Il pianto esteriore lasciò presto spazio a quello interiore che molto spesso è molto più distruttivo in quanto ''invisibile'' e difficile da fermare.

    Le lacrime a volte possono essere uno sfogo atto anche a uscire da determinate situazioni, quelle interne son molto più difficili da estirpare e quando talvolta manca una persona a fianco o la voglia di esternare i propri sentimenti tutto ciò si può trasformare in un macigno assai assai pesante.

    Il tempo però può essere ugualmente un fraterno alleato in quanto generatore di nuove esperienze, cambiamenti, situazioni varie che possono dare nuovi stimoli. E dunque posso dire grazie proprio al tempo e soprattutto alla mia forza di non essere sprofondato quando i momenti di debolezza sembravano sopraffarmi.

    E quella che sembrava una debolezza si è trasformata in una forza. Quella che sembrava un'eterna infelicità si è trasformata una gioia.

    Forza e gioia nell'avere dentro di me i suoi insegnamenti di persona vera. Di avere dentro di me quella capacità di vedere sempre la vita col sorriso qualunque cosa accada nel circostante.

    Quella forza e quella gioia di donare sorrisi anche a gli altri, soprattutto a coloro che sanno che un sano sorriso vale più di mille oggetti di valore.

    UN'INFANZIA IN BALIA DELLA CATTIVERIA.

    Parlare di fortuna, sfortuna, utilizzare ''se e ma'', dare colpe a destra e manca o rimpiangere in futuro certe situazioni passate ha per conto mio poco senso.

    La vita è quella che uno vive. Fatta di scelte ma anche casualità. Fatta del proprio carattere immerso tra altri caratteri per generare un connubio sociale sicuramente fondamentale nel cammino terreno che l'uomo vive.

    Siamo esseri umani e di conseguenza abbiamo bisogno del contatto con l'altro non per una necessità fisiologica come può essere il cibo. Il contatto con le altre persone ci arricchisce, ci rende attivi, ci fa innamorare, sorridere e far passare fasi fondamentali della vita.

    Spesso però il buon senso e la comune accettazione reciproca lascia spazio alla cattiveria. Quella che genera una situazione nella quale una persona che è semplicemente sé stessa non viene accettata a causa di cosiddette regole non scritte che fan parte di quello che è un vero e proprio branco.

    E tra branco e società ci passa una differenza abissale. I tempi della scuola mi han fatto capire moltissime cose. Fui catapultato in un mondo che non ho mai reputato mio. Un settore sopravvalutato che non dà veramente spazio a chi sa che è dalla vita che si impara A VIVERE.

    Spesso mi sarebbe piaciuto pensare come sarebbe la scuola con una materia chiamata VITA. Ma non avrebbe senso, perché la vita non può essere reclusa a libri e nozioni. Vita è ciò che uno impara dalle esperienze di tutti i giorni.

    Ma siccome anche la stessa scuola, fino a prova contraria, fa parte della stessa vita da essa ho capito molte cose. Un gruppo comprendente un numero superiore di persone rispetto ad un altro può permettersi di infangare, calpestare, ledere qualsivoglia dignità a chi magari ha dalla parte ''un numero inferiore''.

    Atti che possono essere di violenza fisica come anche psicologica. E quest'ultimo è il mio caso. Ho potuto constatare proprio come la cattiveria (che va dal bullismo agli sfottò agli insulti e altri vari atteggiamenti sempre derivati dalla radice ''io sono meglio di te'') non venga assolutamente fermata o contestata. Anzi.

    Da chi si dovrebbe occupare di insegnare disciplina viene addirittura esaltata. Non ne parliamo quando la persona che commette simili vergognosi atteggiamenti ha dalla sua parte status vari che lo fanno passare immune da qualsiasi sol rimprovero. Ho assistito a miei occhi a studenti che avevano voti altissimi in pagella ma erano delle vere carogne con coloro che reputavano deboli.

    Così come al contrario persone buone come il pane venivano sbeffeggiate e umiliate pubblicamente per il semplice motivo di avere un voto basso in pagella. Segno che purtroppo la società scolastica si basa su numeri e non su essenze.

    Personalmente qualche voto buono lo prendevo anche io. Altre volte mi dicevano la frase fatta ''è intelligente ma non si applica'' perché probabilmente non riuscivo a ricordare correttamente tutti i nomi delle vie di Kathmandu.

    Ero timido all'eccesso e chiuso in me stesso come mai lo son stato nella vita. Persino la mia voce si modificava quando venivo interrogato. L'unico grande rimpianto che ho tuttora è quello probabilmente di non avere denunciato situazioni viste di ricatti, sabotaggi e altre tristi e svilenti pratiche che vedevano sempre passare per vittorioso l'alunno ''forte'' nei confronti di quello ''debole''.

    Trovo quindi tanto ipocrita arrivare solo DOPO a condannare atti di bullismo o nonnismo quando prima si fa sempre più fatica a estirpare il marcio dalla radice. Viviamo in un'epoca nella quale è la notizia a fare notizia. Non è una ripetizione ma una verità.

    Ogni tanto sarebbe utile sentirsi meno ''spettatori di telegiornali'' ma agire concretamente prima che qualcosa di veramente brutto venga notato solo perché ''fa notizia''.

    Probabilmente, tornando alle prime righe, se potessi veramente tornare indietro ed essere nel passato come sono ora non sarei più zitto e tirerei fuori la

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