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Sapientia - La grammatica latina
Sapientia - La grammatica latina
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E-book280 pagine2 ore

Sapientia - La grammatica latina

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Info su questo ebook

La presente opera ha la finalità di fare acquisire allo studente le regole della grammatica latina in modo semplice ed efficace. Questo primo volume contiene delle nozioni storiche sull'evoluzione della lingua latina, le regole della fonetica, le prime tre declinazioni, le tabelle dei modi e dei tempi etc...
LinguaItaliano
Data di uscita4 apr 2024
ISBN9791222737249
Sapientia - La grammatica latina

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    Sapientia - La grammatica latina - Vito Lipari

    Indice

    Indice

    Pars I

    I.I L’età regia

    I.II La fondazione di Roma

    I.III L’età Repubblicana

    I.IV L’età del Principato

    I.V L’età del Dominato

    I.VI Evoluzione della lingua latina

    Pars II

    II.I Vocaboli latini nell’italiano contemporaneo

    II.II Locuzioni e proverbi latini

    Pars III

    III.I L’alfabeto latino: vocali e semivocali

    III.II I dittonghi

    III.III Le consonanti

    III.IV Le sillabe

    Pars IV

    IV.I L’accento latino

    IV.II La quantità delle vocali

    IV.III La quantità delle sillabe

    Pars V

    V.I Le parti variabili del discorso

    V.II Le parti invariabili del discorso

    V.III Altri avverbi di luogo, di tempo, di quantità, di affermazione e negazione, di dubbio e di domanda

    V.IV I gradi degli avverbi

    V.V Le preposizioni

    V.VI Le interiezioni

    Pars VI

    VI.I La prima declinazione

    VI.II Particolarità del genere

    VI.III Particolarità del numero (pluralia tantum et singularia tantum)

    VI.IV Particolarità del caso

    Pars VII

    VII.I La seconda declinazione

    VII.II Particolarità del numero (singularia tantum et pluralia tantum)

    VII.III Particolarità del caso

    VII.IV Deus

    Pars VIII

    VIII.I Aggettivi della prima classe

    VIII.II L’aggettivo sostantivato

    VIII.III Aggettivi pronominali

    VIII.IV La concordanza

    Pars IX

    IX.I La terza declinazione

    IX.II Imparisillabi e parisillabi

    IX.III Nomi e particolarità del primo gruppo

    IX.IV Nomi e particolarità del secondo gruppo

    IX.V Nomi e particolarità del terzo gruppo

    IX.VI Particolarità dei casi

    IX.VII Particolarità del numero (singularia et pluralia tantum)

    IX.VIII Nomi irregolari

    Pars X

    X.I Le quattro coniugazioni verbali

    X.II La forma

    X.III I modi

    X.IV I tempi

    X.V Persone, numeri, radici, suffissi e desinenze

    X.VI I temi principali e formazione dei tempi

    X.VII Terminazione e desinenze

    Pars XI

    XI.I La prima coniugazione attiva: i tempi dell’indicativo

    XI.II La prima coniugazione attiva: i tempi del congiuntivo

    XI.III La prima coniugazione attiva: i tempi dell’imperativo

    XI.IV La prima coniugazione attiva: i tempi dell’infinito

    XI.V La prima coniugazione attiva: i tempi del participio

    XI.VI La prima coniugazione attiva: i tempi del gerundio

    XI.VII La prima coniugazione attiva: i tempi del supino

    Pars XII

    XII.I La seconda coniugazione attiva: i tempi dell’indicativo

    XII.II La seconda coniugazione attiva: i tempi del congiuntivo

    XII.III La seconda coniugazione attiva: i tempi dell’imperativo

    XII.IV La seconda coniugazione attiva: i tempi dell’infinito

    XII.V La seconda coniugazione attiva: i tempi del participio

    XII.VI La seconda coniugazione attiva: i tempi del gerundio

    XII.VII La seconda coniugazione attiva: i tempi del supino

    Pars XIII

    XIII.I La terza coniugazione attiva: i tempi dell’indicativo

    XIII.II La terza coniugazione attiva: i tempi del congiuntivo

    XIII.III La terza coniugazione attiva: i tempi dell’imperativo

    XIII.IV La terza coniugazione attiva: i tempi dell’infinito

    XIII.V La terza coniugazione attiva: i tempi del participio

    XIII.VI La terza coniugazione attiva: i tempi del gerundio

    XIII.VII La terza coniugazione attiva: i tempi del supino

    Pars XIV

    XIV.I La quarta coniugazione attiva: i tempi dell’indicativo

    XIV.II La quarta coniugazione attiva: i tempi del congiuntivo

    XIV.III La quarta coniugazione attiva: i tempi dell’imperativo

    XIV.IV La quarta coniugazione attiva: i tempi dell’infinito

    XIV.V La quarta coniugazione attiva: i tempi del participio

    XIV.VI La quarta coniugazione attiva: i tempi del gerundio

    XIV.VII La quarta coniugazione attiva: i tempi del supino

    XIV.VIII Le particolarità delle quattro coniugazioni attive

    Pars XV

    XV.I Il verbo sum: l’indicativo

    XV.II Il verbo sum: il congiuntivo

    XV.III Il verbo sum: l’imperativo

    XV.IV il verbo sum: l’infinito

    XV.V Il verbo sum: il participio

    XV.VI I composti del verbo sum

    XV.VII Possum, potes, potui, posse

    Part XVI

    XVI.I Il soggetto

    XVI.II Il complemento oggetto

    XVI.III Il complemento predicativo del soggetto, dell’oggetto e nome del predicato

    XVI.IV Il complemento di vocazione

    XVI.V Il complemento di specificazione

    XVI.VI Il complemento partitivo

    XVI.VII Il complemento di denominazione

    XVI.VIII Il complemento di termine

    XVI.IX Il complemento di mezzo (o strumento)

    XVI.X Il complemento di modo (o maniera)

    XVI.XI I complementi di compagnia e di unione

    XVI.XII Il complemento di argomento

    XVI.XIII I complementi di agente e di causa efficiente

    XVI.XIV Il complemento di limitazione

    XVI.XV I complementi di causa: interna, esterna, impediente, finale e in senso d’origine

    XVI.XVI I complementi d’origine e di allontanamento

    XVI.XVII Il complemento di fine

    XVI.XVIII Il complemento di materia

    XVI.XIX I complementi di estensione, di età e di qualità

    XVI.XX I complementi di luogo

    XVI.XXI I complementi di tempo

    XVI.XXII Il complemento di paragone

    XVI.XXIII I complementi di colpa e di pena

    XVI.XXIV Il complemento di stima

    XVI.XXV Il complemento di prezzo

    XVI.XXVI I complementi di abbondanza e di privazione

    XVI.XXVII Il complemento di esclusione

    XVI.XXVIII Il complemento di distanza

    XVI.XXIX I complementi di scambio (o di sostituzione) e di misura

    Pars XVII

    XVII.I La classificazione dei pronomi

    XVII.II I pronomi personali e riflessivi

    XVII.III I pronomi e gli aggettivi possessivi

    XVII.IV I pronomi e gli aggettivi dimostrativi

    XVII.V I pronomi e gli aggettivi determinativi

    XVII.VI I pronomi relativi

    XVII.VII I pronomi relativo-indefiniti

    XVII.VIII I pronomi e gli aggettivi indefiniti

    XVII.IX I pronomi e gli aggettivi interrogativi

    XVII.X I pronomi e gli aggettivi correlativi

    Pars XVIII

    XVIII.I Gli aggettivi della seconda classe

    XVIII.II Le particolarità degli aggettivi della seconda classe

    XVIII.III La declinazione del participio presente

    Bibliografia

    Biografia

    Titolo |Sapientia - La grammatica latina

    Autore |Vito Lipari

    ISBN |9791222737249

    © 2024 - Tutti i diritti riservati all'Autore

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.

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    Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Made by human

    www.esospiritualphilia.com

    Opera depositata presso il Copyright Office di Washington (U.S.A.)

    A Palma Palermo

    Pars I

    I.I L’età Regia – I.II La fondazione di Roma – I.III L’età Repubblicana – I.IV L’età del Principato – I.V L’età del Dominato – I.VI Evoluzione della lingua latina.

    I.I L’età Regia.

    L’età Regia di Roma è quel periodo storico che va dal 753 a. C., la fondazione di Roma, fino al 509 a. C., anno in cui venne deposto il re Tarquinio il Superbo e instaurata la Repubblica.

    Secondo le fonti storiche, Roma sarebbe stata governata da un sistema monarchico nei suoi primi due secoli e mezzo di vita, nello specifico da sette re. L’età Regia fu caratterizzata da i primi quattro re di origine latina e sabina, mentre gli ultimi tre di origini etrusche. Gli storici affermano che i primi quattro re di Roma siano stati eletti con un processo che prevedeva il coinvolgimento dell’interrex¹, del Senato e dei Comizi Curiati, ma anche dei sacerdoti che dovevano determinare la volontà degli dei tramite l’interpretazione degli auspici. In base alle fonti, il popolo romano aveva una parte molto importante nell’elezione dei re, ma in realtà il Senato era il vero controllore del processo di elezione. Per gli studiosi, il re di Roma sarebbe stato capo di Stato, comandante dell’esercito, pontefice massimo, legislatore e giudice supremo.

    Romolo (753 – 716 a.C.)

    Secondo le fonti romane il primo fondatore e primo re di Roma fu Romolo, il figlio di Marte e Rea Silvia che diede all’Urbe le sue primitive normative politiche. Di origini latine, figlio del dio Marte e di Rea Silvia, figlia di Numitore, re di Alba Longa, secondo la tradizione fondò Roma tracciandone il confine sacro, il pomerio, il 21 aprile 753 a.C.. In tale occasione uccise il fratello gemello Remo, reo di aver varcato in armi il sacro confine. Una volta costruita la città sul colle Palatino, egli invitò criminali, schiavi fuggiti, esiliati e altri reietti a unirsi a lui con la promessa del diritto d’asilo. Così facendo Romolo popolò cinque dei sette colli di Roma, rapendo poi le donne ai vicini Sabini della città di Cures, così da dare delle mogli ai suoi uomini. Ciò provocò una guerra tra i due popoli, che alla fine si risolse con una pace con i Sabini che poterono insediarsi sul vicino colle del Quirinale con il loro re, Tito Tazio, che condivise con Romolo il potere per cinque anni.

    Creatore del Senato, Romolo istituì l’ordinamento curiato, ovvero la divisione della popolazione in tre tribù chiamate Tities, Ramnes e Luceres, ognuna delle quali divise in dieci curie, le quali dovevano, in caso di pericolo, fornire all’esercito romano un contingente militare costituito da cento fanti e dieci cavalieri, per un totale complessivo di tremila fanti e trecento cavalieri. Inoltre istituì i Comizi curiati, ai quali spettava il compito di ratificare le leggi. Dopo aver regnato per ben quarant’anni, la leggenda narra che Romolo scomparve nel nulla durante un’eclissi di Sole accompagnata da un temporale, confermando perciò la discendenza del re dal dio Marte.

    Numa Pompilio (715 – 673 a.C.)

    Numa Pompilio, secondo re di Roma, prestò particolare attenzione agli aspetti religiosi rispetto al suo predecessore. Figlio del sabino Pompone e marito di Tazia, figlia di Tito Tazio, Numa viene infatti ricordato per essere il creatore dei diversi rituali religiosi e collegi sacerdotali, come quello dei Flamini, dei Pontefici, dei Salii e delle vergini Vestali. Egli, di origine sabina, per la tradizione e la mitologia romana, tramandataci grazie soprattutto a Tito Livio e a Plutarco, che ne scrisse anche una biografia, era noto per la sua pietà religiosa e regnò dal 715 a.C. fino alla sua morte nel 673 a.C. succedendo, come re di Roma, a Romolo. La leggenda afferma che il progetto di riforma politica e religiosa di Roma attuato da Numa fu a lui dettato dalla ninfa Egeria con la quale, ormai vedovo, soleva passeggiare nei boschi e che si innamorò di lui al punto da renderlo suo sposo.

    Plutarco racconta che Numa stabilì di unificare ed armonizzare tutti i culti e le tradizioni dei Romani e dei Sabini residenti a Roma per eliminare le divisioni e le tensioni fra questi due popoli, riducendo l’importanza delle tribù e creando nuove associazioni basate sui mestieri. A lui viene ascritta anche una riforma del calendario, basato sui cicli lunari, che passò da dieci a dodici mesi di trecentocinquantacinque giorni. Dopo quarantatré anni di regno pacifico e prospero, Numa Pompilio morì alla veneranda età di ottant’anni per cause naturali.

    Tullo Ostilio (673 – 641 a.C.)

    Il terzo re di Roma fu Tullo Ostilio. A differenza di Numa, Ostilio si interessò prevalentemente degli aspetti militari della città, in quanto soldato e appartenente a una famiglia con una lunga storia militare alle spalle, la gens Hostilia. La leggenda narra infatti che suo nonno, Osto Ostilio, abbia combattuto a fianco di Romolo contro i Sabini. Soprannominato re guerriero, Ostilio mosse guerra contro Fidene, Veio e Alba Longa. Riguardo quest’ultima, la tradizione narra che i Romani, dopo averla conquistata e distrutta, accolsero la popolazione sul Celio e le famiglie nobili nel patriziato romano. Inoltre, combatté e vinse i Sabini.

    Fu durante il suo regno che avvenne il combattimento fra Orazi e Curiazi, i rappresentanti di Roma e di Albalonga. Secondo la versione riportata da Tito Livio, Roma ed Albalonga entrarono in guerra, affrontandosi con gli eserciti schierati lungo le Fossae Cluiliae, al confine fra i loro territori. Ma le due città condividevano attraverso il mito di Romolo una sacra discendenza che rendeva empia questa guerra, perciò i rispettivi sovrani decisero di affidare a due gruppi di rappresentanti le sorti del conflitto fra le due città, evitando ulteriori spargimenti di sangue.

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