Il manufatto vampirico

Di Vianka Van Bokkem

Spostai un pesante baule che era nello scantinato della casa in cui io e mia madre ci eravamo appena trasferiti. Con non poca sorpresa, vidi che sotto vi era uno strano disegno. Era un cerchio con tre triangoli al suo interno.

Ogni triangolo aveva un angelo che reggeva una croce. La cosa più strana di tutte, però, era il colore, un rosso scuro che puzzava come il sangue.

Non ci pensai due volte e lo cancellai con la scopa, strofinando finchè non fu scomparso completamente.

Quello che non avrei mai potuto immaginare, però, era che così facendo avevo risvegliato qualcosa, qualcosa che era rimasto intrappolato da quel disegno e che grazie me, era di nuovo libero di uccidere.

• Lingua: Italiano
• Editore: Domus Supernaturalis
• Data di uscita: 11 dic 2015
• ISBN: 9781498960830

Anteprima del libro

Capitolo 1

ATENE, GEORGIA

A causa dei geni della mia famiglia, io sono in grado di vedere I veri sentimenti delle persone. Ad esempio, l’altro giorno stavo bevendo una cioccolata calda e sedute al tavolo accanto al mio c’erano due donne.

Entrambe sorridevano l’un l’altra, ma una di queste non era affatto una buona amica.

Riuscivo chiaramente a vedere il suo vero volto, pieno di invidia e di rabbia.

E’ davvero dura vivere in un mondo in cui le persone hanno imparato a mentire alla perfezione a chiunque, tranne che a me e alla mia famiglia.

Mia madre aveva deciso di trasferirsi da New York in un posto chiamato Atene, in Georgia, per motivi di lavoro.

Aveva comprato una bellissima casa che, secondo lei, era molto economica perché alcune persone in città pensavano che fosse infestata.

Siccome mia madre ed io non credevamo nei fantasmi era un ottimo affare. Una delle cose che però pensavo fosse un po’ strana riguardo la casa, era questo scantinato incompleto, lasciato a metà forse durante i lavori.

Mia madre ed io cominciammo il lungo e faticoso viaggio verso la Georgia, e proprio quando stavo cominciando a sentirmi disperata, vidi la casa apparire lentamente tra gli alti alberi.

Era già notte e soltanto una luce illuminava la porta principale della casa. Ad un certo punto vidi l’ombra di una persona spiarci dal secondo piano.

Mamma, c’è qualcuno in casa!

Cosa? Come fai a dirlo Libby?

Ho visto qualcuno che ci guardava dal secondo piano, mamma!

Tesoro, penso che tu sia solo stanca per il lungo viaggio, comunque nella borsetta ho una revolver calibro 38, se questo può farti sentire più tranquilla.

Forse hai ragione, mamma. Chi potrebbe mai volerci spaventare, comunque?

La mamma e io decidemmo di lasciare i bagagli così com’erano almeno fino al giorno dopo. Lei prese la camera da letto principale al primo piano e lasciò scegliere a me una qualunque tra le altre quattro camere del secondo piano.

Cominciai quindi ad accendere le luci in ogni stanza e quando raggiunsi la terza ebbi quasi un infarto quando mi sembrò di