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Pick Il Circolo
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E-book99 pagine1 ora

Pick Il Circolo

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Info su questo ebook

“Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi” dicevano le nostre nonne.
Mentre Paolo cerca di lasciarsi alle spalle un triste autunno uggioso, in un parco milanese vengono rinvenuti due cadaveri di donna, con evidenti segni di asportazione d’organi.
Coinvolto in una sorta di Circolo Pickwick del crimine, armato solo della sua esperienza e del suo intuito, Paolo riuscirà a svelare il meccanismo di una truffa, imprevedibile quanto diabolica.
LinguaItaliano
Data di uscita21 nov 2014
ISBN9786050337860
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    Anteprima del libro

    Pick Il Circolo - Roberto Genovese

    Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi dicevano le nostre nonne.

    Mentre Paolo cerca di lasciarsi alle spalle un triste autunno uggioso, in un parco milanese vengono rinvenuti due cadaveri di donna, con evidenti segni di asportazione d’organi.

    Coinvolto in una sorta di Circolo Pickwick del crimine, armato solo della sua esperienza e del suo intuito, Paolo riuscirà a svelare il meccanismo di una truffa, imprevedibile quanto diabolica.

    ROBERTO GENOVESE

    PICK

    IL CIRCOLO

    Roberto Genovese è nato a Napoli nel 1949, Consulente Immobiliare,

    vive e lavora a Milano dal 1980.

    Ha pubblicato con gli stessi personaggi:

    L’Eresiarca (2008)

    La convention del ragno (2013)

    I miei ringraziamenti più sinceri vanno al mio amico Antonio che

    mi ha aiutato ed incoraggiato.

    Ogni riferimento a personaggi cose o situazioni è puramente casuale e la storia è frutto della fantasia dell’autore.

    PROLOGO

    Il vocio tipico delle prime ore della mattina si era spento.

    I colleghi erano quasi tutti via per appuntamenti o per la ricerca in zona, di immobili da vendere o da locare. Sull’agenzia era calato un tranquillo silenzio rotto solo da qualche sporadico squillo di telefono e dalla voce di Emma: la sua assistente. Ormai la maggior parte dei contatti telefonici avveniva tramite cellulare e le chiamate sui numeri fissi del centralino erano diventate veramente poche. Paolo era il broker di un’agenzia immobiliare, affiliata ad uno dei più prestigiosi network mondiali di origine nordamericana. A volte ripensava a come era diverso ora il lavoro, rispetto agli inizi della sua carriera. Allora la preoccupazione principale era quella di non perdere la chiamata, infatti con i vecchi apparecchi era impossibile conoscere il numero dell’utente e quindi: rintracciarlo. Pertanto, il compito principale della segretaria o assistente di ufficio, come la chiamavano, era quello di avventarsi sul telefono ad ogni squillo. Ora il centralino automatico smistava le chiamate direttamente agli interessati, sulle loro caselle o addirittura sui loro cellulari.

    Girò la sedia volgendola verso l’ampia finestra che era alle sue spalle. L’autunno, ormai inoltrato, stava cominciando ad incupire le giornate, il cielo era di un grigio chiaro uniforme e una pioggerellina sottilissima, ma persistente, inumidiva tutto, velando ogni cosa con una patina lucida che rifletteva il colore del cielo… grigio su grigio!

    La sua mente andò con nostalgia alla vacanza che lui e Simona si erano appena concessi. Simona Altieri, ispettore della polizia di stato, era la sua compagna, ormai da quasi tre anni. Si erano conosciuti in occasione della morte di una cliente dell’agenzia. Nel maggio precedente poi, durante la convention del gruppo al quale Paolo era affiliato, era stato scoperto il corpo senza vita di un collega di Roma, ucciso nella sua camera d’albergo. Il commissario Durso, capo di Simona, aveva chiesto a Paolo, che oltre tutto per primo aveva rinvenuto il cadavere, di dargli una mano a capire i meccanismi del sistema immobiliare, nella ventilata ipotesi che il delitto fosse maturato in quell’ambiente. Le implicazioni erano ben altre, ma Paolo era riuscito lo stesso a dare un significativo apporto alla conclusione delle indagini, con il suo intuito, ma anche correndo qualche rischio personale.

    Durso aveva proposto ed ottenuto una ricompensa per Paolo ed una promozione per Simona, ma cosa più importante per loro, aveva concesso un breve periodo di ferie alla sua sottoposta «per ricaricare la batterie», le aveva detto.

    Erano partiti per Antigua. Paolo vi era già stato qualche anno prima per lavoro ed aveva sull’isola ancora alcuni amici, colleghi e titolari di agenzie immobiliari, con i quali all’epoca aveva intrattenuto rapporti di lavoro.

    Uno di questi li aveva aiutati a trovare una sistemazione in un prestigioso villaggio, a prezzi non eccessivi. Erano stati quindici giorni di relax e di divertimento. Appena giunti all’aeroporto, avevano noleggiato un SUV per poter girare liberamente l’isola: la pubblicità diceva che Antigua aveva 365 spiagge, una per ogni giorno dell’anno, ed era vero!

    Simona si era subito insediata al posto di guida, attratta dalla novità del cambio automatico, ma soprattutto incuriosita dal modo di marciare a sinistra. Antigua era stata una colonia inglese, ora indipendente, ma ancora facente parte del Commonwealth. La donna si era immediatamente abituata alle manovre all’inglese, come diceva lei, dando ragione a chi dice che è più facile abituarsi a quel modello di marcia che riabituarsi alla guida a destra. Avevano girato tutti gli angoli dell’isola, di mattina andavano in spiaggia, mentre in pomeriggio e di sera avevano partecipato a numerosi ricevimenti all’aperto. Erano stati fortunati a trovare un clima quasi primaverile e gli effetti, anche su di loro, si erano fatti sentire. Infine, però, era arrivato il giorno della partenza ed il loro ritorno a Milano era stato un po’ duro. In aereo avevano già fatto una sorta di training autogeno per superare il trauma da rientro.

    Si erano più volte ripetuti di essere stati molto fortunati ad aver potuto fare una vacanza fuori stagione per cui non dovevano assolutamente lamentarsi di nulla, anche se, nonostante i buoni propositi, appena usciti dal terminal Malpensa, si erano scambiati una significativa occhiata, alzando gli occhi al cielo: grigio come spesso accadeva.

    Avevano dovuto, da subito, ricominciare a lavorare, senza poter adeguatamente smaltire neppure il jet lag perché il periodo, a Milano, era particolarmente caldo per entrambi. I mesi che precedono il Natale e la fine dell’anno sono i migliori per il mercato immobiliare, poiché gli acquirenti cercano di concludere tutto prima che inizino le ferie. Anche per Simona e per i suoi colleghi era un periodo particolare, poiché iniziavano le fiere, le bancarelle di Natale, i piccoli furti e le grandi depressioni, che portano spesso le persone ad insani gesti ed alla violenza.

    JOLE

    L’aereo stava entrando tra le nuvole e già si intravedeva il tempo grigio tipico di quel periodo dell’anno in Lombardia, ma lei si sentiva felice come una liceale al ballo di fine anno.

    Jole e Gianfranco, suo marito, non avevano parenti vivi, non avevano avuto figli e sino ad allora si erano bastati, facendosi compagnia in tutti i sensi. Poi era arrivato lui: il carcinoma, che se l’era portato via in soli sei mesi. Erano stati mesi durante i quali entrambi avevano fatto una vera e propria discesa all’inferno, dalla quale era risalita però solo lei.

    Vedere una persona tanto cara perdere le forze, il controllo delle funzioni, anche quelle più normali, era stato nulla rispetto alla fase che aveva funestato gli ultimi giorni di vita, con il corpo, ormai in preda ad una decomposizione interna.

    Poi… la fine che, si vergognava a dirlo: quasi desiderata.

    Da quel momento aveva imparato il vero significato della parola solitudine.

    Aveva vissuto i successivi due anni in una sorta di trance, facendo quasi ogni giorno la spola tra la casa ed il cimitero. Vi sostava per ore, a volte

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