Sono tornati i Lanzichenecchi - Sacco di Roma 2.0
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Info su questo ebook
Avevano enormi debiti da pagare, per azzerarli il loro comandante coniò uno slogan che ebbe successo: sangue e fuoco!
2014 - i Lanzikenekki sono tornati, giovani compatti e tenaci, linea di condotta ermetica, si entusiasmano quando gli afflitti da nostalgia si buttano di traverso per ostacolare ogni cambiamento.
Li comanda uno strano soldato, cuore da scoutista, viso alla Gian Burrasca,
ha coniato uno slogan affascinante: detronizzare il Senato!
Ci riferiscono Leonardo e Vanessa una coppia di lungo corso.
Testimoni degli eventi catturano le illusioni, i dubbi, le certezze, le prospettive, le speranze e le vittorie.
Hanno dato il massimo per supportare la nascita di questa opera prima.
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Anteprima del libro
Sono tornati i Lanzichenecchi - Sacco di Roma 2.0 - Edoardo Mongardino
Ringraziamenti
A cena con gli amici
La telefonata giunse mentre ero sotto la doccia, mi stavo preparando per andare in ufficio, corsi verso l'appendiabiti del soggiorno, rovistai nelle tasche della giacca, finalmente agguantai lo smartphone:
Vanessa - Quanto sei lento a rispondere, ti fai sempre aspettare!
Leonardo - Ma no ero sotto la doccia, come stai tesorino?
Fece silenzio e, alla fine, una risatina - Meno male che ti sei degnato di rispondere, avevo voglia di chiudere la chiamata sentendo quel tono da presa in giro.
- Perché mi chiami a questa ora?
- Questa sera alla TV ci sono le partite di calcio?
- No!
- Allora prenota a cena per quattro, viene Laura la mia collega con suo marito.
- Sarà fatto, dalle venti in poi?
- D'accordo! Senti e non ti incazzare, il marito di Laura vuole avere info su eventi storici, mio caro fanatico della storia, dovrai essere gentile ed esauriente, dovrai rispondere a tutti i suoi quesiti. Devo tenermi buona Laura, lo sai, è in gioco la mia carriera.
- Che palle! Non posso farmi venire un attacco di Alzaimher?
- No, no e basta!
- Che info vuole avere?
- Esattamente non ricordo però tu un anno fa avevi partecipato come relatore ad una conferenza in palazzo ducale e mi avevi strombazzato una standing ovation ricevuta dal pubblico presente.
- Dove?
- Forse erano tre anni fa e invece del ducale eri al Palazzo dell'Automobile, pur sempre di standing ovation si tratta.
- Ho capito tutto, anzi non ho capito niente, no, non sono nelle condizioni di prepararmi. Hai capito o no? La mia mente può avere dei black out e sarebbe meglio se io potessi fare un ripasso prima di rispondere a domande specifiche, oltretutto se non rispondo rischio di fare una figura di merda. E va bene, queen Vanessa, obbedisco! Ti va bene il giapponese di via Goito? C'è il dehors così potrai fumare.
- Fai tu, king Leonardo, per me qualunque decisione va bene.
- Adori le alghe verdi, l'ultima volta ti sei sciroppata sei o sette piattini di alghe, ricordi?
- King Leonardo, sui ristoranti sei il massimo, non hai rivali.
All'ora convenuta sulla porta del ristorante, Vanessa - Ciao carissima, come va? Spero vi piaccia questo ristorante, lo ha scelto Leonardo.
Laura – Ad essere sinceri di solito mangiamo sul tradizionale, io cucino nostrano però siamo aperti a nuove esperienze.
Vanessa - Non ti devi preoccupare, è collaudato. Innanzitutto al giapponese si mangia di tutto, non solo pesce crudo, l'assortimento è vario avete solo l'imbarazzo della scelta. Se posso permettermi di darti un consiglio evita l'involtino primavera, per tutto il resto non ci sono problemi. Appena il cameriere ci assegna il tavolo io e te ci sediamo una di fronte all'altra di fianco al tapis roulant così potremo passare ai nostri maritini i piattini a loro gentile richiesta.
Dopo le presentazioni si siedono e tra una 'presa' e l'altra si inizia a mangiare e a conversare.
Leonardo - Quando io e il mio amico Carlo andiamo a pranzare al ristorante giapponese, compreso questo, prima di entrare ci guardiamo negli occhi e ci chiediamo con apprensione, con noi loro lavorano in perdita? Ahahahaha, qui la formula del pasto è 'Call you can eat', siamo dispiaciuti per loro, in quanto a noi... ci difendiamo bene.
Vanessa – Io pranzo leggero e mi piace cercare ricette nuove sul web, l'altra settimana ho cucinato per la prima volta il merluzzo al curry.
- Dai racconta tutto, la prossima settimana lo cucino ad Alfredo.
- Immergi il merluzzo intero o a tranci in acqua fredda salata e lessalo per 15 minuti. Sgocciolalo e tienilo al caldo, prepara la salsa: taglia a fettine sottili la cipolla e falla appassire in un tegame con un cucchiaio d'olio d'oliva, bagnala con un mestolo di brodo, spolverizza con un cucchiaino di curry e un pizzico di zafferano, fai bollire piano per due minuti. Sbatti il tuorlo con due cucchiai di brodo, versa nel tegame, fai addensare, sale e pepe e... voilà.
Laura – Non sono una grande cuoca, preferisco cucinare dolci e torte, adesso ti descrivo una antica ricetta, quando la preparo riscuoto sempre un grande successo. La merenda sabauda, ricetta originale del '700 arriva dalla Savoia oggi francese. E' composta da biscotti savoiardi e cioccolata con aggiunta di qualche goccia di rosolio. Si accompagna col 'bicerin' e con una verticale di biscotti, un'autentica bontà, prima o poi vi invito a casa mia.
Alfredo – Scusa se rompo il ghiaccio bruscamente ma ho un'urgenza, mio figlio sta preparando la tesi di laurea, come argomento ha scelto 'i Lanzichenecchi' e sto ricercando informazioni utili per agevolarlo nella stesura, mi hanno riferito che sei una cima, sei disponibile?
Leonardo - Assolutamente si!
Alfredo - Io vi invidio però col mio lavoro è difficile uscire a cena di sera. Se non sono di turno sono allertato, ovvero devo essere reperibile e presentarmi in caso di urgenza, lavoro come anestesista al pronto soccorso. Il flusso dei ricoveri è molto variabile, si passa dal quasi ozio all'intervento veloce e ultra stressante. I codici giallo, verde e bianco non mi riguardano, quando chiamano me è codice rosso! Da quando è arrivata la prima ondata di albanesi sono aumentati i ricoveri per accoltellamenti, abbiamo dovuto organizzarci in breve tempo per non lasciare senza assistenza gli altri ricoverati con codice rosso. In quanto anestesista, quando mi chiamano vado anche sugli elisoccorsi, noi siamo la prima linea dell'intervento urgente e decisivo.
E' sicuro di avere catturato l'attenzione dei convitati e prosegue - La tipologia delle coltellate si differenzia in base alle culture di origine, mentre gli albanesi mirano al cuore, gli algerini colpiscono alle braccia per depotenziare il nemico prima di ucciderlo, i romeni mirano ai fianchi e sono i più pericolosi avendo le maggiori chance di colpire il nemico.
La conoscenza delle culture ci consente di suddividere le camere operatorie in modo da averne almeno una libera in caso di urgenza. L'anestesia al plesso branchiale è fondamentale per immobilizzare le braccia e consentire ad altro chirurgo la ricucitura dei legamenti, un lavoro lungo e di precisione eseguito senza occupare la camera operatoria del pronto soccorso. Con due iniezioni alle ascelle riusciamo a dirottarli in altra camera operatoria priva di urgenze, in questo modo gli specialisti riescono a ricucire i tendini recisi delle braccia, loro non sono in pericolo di morte e noi possiamo operare urgentemente. La nostra ricerca, non è stata cosa di poco conto, è risalita indietro nel tempo, altre generazioni ci hanno aiutato.
Leonardo - La mia grande passione è la montagna, quando ho un giorno libero ne approfitto per fare un'ascensione, quattro amici condividono la mia passione, a rotazione almeno uno lo cucco.
Il mese scorso ho guardato le condizioni meteorologiche, erano buone quindi possibile salire a piedi in vetta allo Chaberton, tremila metri. Ci sono quattro possibili percorsi, tre solo a piedi, un quarto, il più lungo oltre che a piedi è possibile percorrerlo anche in mountain bike con difficoltà, tutti i punti di partenza sono facilmente raggiungibili in auto, basta parcheggiare e si parte per l'escursione.
Ho telefonato a Gabriele, è passato a prendermi a notte fonda con la sua auto, in meno di quanto credevo siamo arrivati al parcheggio, erano le cinque del mattino quando abbiamo iniziato la scalata.
Abbiamo scelto il mio percorso preferito, la mulattiera della Cresta Nera, parte direttamente da Cesana, dietro al parcheggio e sale molto ripida fino a intersecare la ex strada militare di Fenils. Difficile e poco battuta fino all'osservatorio della Cresta Nera, poi prosegue sulla militare.
In otto ore di marcia spedita con un dislivello di 1.600 metri siamo arrivati in cima, giornata splendida senza una nuvola in cielo, siamo rimasti due ore abbondanti a torace nudo rischiando di ustionarci.
Tutti i percorsi iniziano sul territorio italiano per poi proseguire in territorio francese, sulla strada del ritorno è opportuno evitare di portare a valle oggetti ritrovati dentro e nei dintorni della batteria Chaberton, i controlli della gendarmeria francese arrivano improvvisi e le multe sono salate.
La vetta oggi è in territorio francese ma ai tempi della distruzione del forte era in territorio italiano. Vi chiederete chi ha distrutto il forte o forse preferite chiamarlo fortino? Sarò breve!
La guerra sul fronte alpino italo-francese iniziò lo stesso giorno della dichiarazione di guerra e durò due settimane sino alla firma dell’armistizio.
Il duello di artiglieria fatale allo Chaberton ebbe luogo il 21 giugno 1940. Quattro mortai 280 Schneider, piazzati a Poet Morand, località a quattro chilometri da Briancon erano stati tenuti segreti, coperti in permanenza da teli mimetici per impedirne l’individuazione da parte della ricognizione aerea, non avevano mai sparato.
Protetti dalle pendici dello Janus e del Gondran, potendo effettuare tiri a parabola, erano in grado di colpire il fortino senza essere minacciati dall’artiglieria italiana.
I mortai aprirono il fuoco e, dopo i primi tiri di aggiustamento, cominciarono a colpire le torrette, i depositi di esplosivi e la stazione d’arrivo della teleferica, sotto i micidiali colpi rimasero indenni solo la settima e l’ottava torretta, fortino distrutto, lo stesso dove io vado a piedi con i miei amici.
In vetta si beve tanta acqua e se fa freddo anche un grappino, di mangiare non se ne parla. Quando si rientra è quasi impossibile evitare di far visita a una delle trattorie di fondo valle, l'usanza di quelle montagne è un bel calice di vino con tagliere di salumi misti e formaggi stagionati.
Quando sono arrivato a casa era notte fonda, senza disturbare mi sono infilato nel letto per il meritato riposo, mi è bastato un minuto per entrare nel mondo dei sogni.
Una coppia sempre in movimento, se uno arriva nel cuore della notte, l'altra si muove con finezza.
Il giorno dopo... Vanessa - Quando mi incontro con Silvana, quasi sempre al pomeriggio, andiamo in un bar di via Mazzini famoso per la produzione di bignole allo zabaione, sono fantastiche, volevo dire spettacolari. Anche la tazza di zabaione caldo al marsala non è seconda a nessuno, l'ho promessa un sacco di volte a Leonardo ma non è mai venuto.
Silvana - Scusami una telefonata... era mio marito, mi ha chiesto