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Incantevole evasione: Harmony Bianca
Incantevole evasione: Harmony Bianca
Incantevole evasione: Harmony Bianca
E-book158 pagine2 ore

Incantevole evasione: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Tutto quello che Noah Jackson ha sempre desiderato è diventare un chirurgo, ma per terminare il suo tirocinio deve prima sopportare qualche settimana di lavoro in quel posto sperduto nel nulla. Lui, abituato all'adrenalina della grande città, non riesce a credere di essere finito nella noiosa Turraburra. Per fortuna a distrarlo ci pensano le lunghe gambe dell'ostetrica Lilia Cartwright.
Lilia non ha tempo di farsi coinvolgere da un tipo come Noah. Lui è un uomo carismatico e ambizioso, ma non sa trattare con i pazienti e soprattutto non ama quella piccola città che lei ha imparato a chiamare casa. Lei e il dottor Jackson sono lontani anni luce ma le loro differenze scompaiono quando sono uno fra le braccia dell'altro.
LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2021
ISBN9788830528000
Incantevole evasione: Harmony Bianca
Autore

Fiona Lowe

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Incantevole evasione - Fiona Lowe

    978-88-3052-800-0

    1

    «Vuoi richiudere tu?»

    Noah Jackson, chirurgo strutturato presso il Melbourne Victoria Hospital, sorrise sotto la mascherina vedendo la risposta alla sua domanda brillare negli occhi del suo specializzando.

    «È come chiedermi se faccio il tifo per i Westies!» fu l'entusiastica risposta di Rick Stewart. La sua lealtà alla squadra di football australiana era leggendaria tra lo staff, che lo prendeva in giro senza pietà.

    «Per il bene della signora Levatti, dovrai chiudere meglio di come gioca la tua squadra» ribatté Noah piccato, ben conoscendo il talento del giovane chirurgo. Non gli avrebbe mai permesso di mettere un solo punto se non fosse stato competente. Rick gli ricordava se stesso quando era ancora un interno: attento, preciso e ambizioso.

    «Grazie a tutti.» Noah si allontanò dal tavolo operatorio e si levò i guanti. Con la mente era già altrove. «È stata una settimana frenetica e ho il weekend libero.»

    «Fortuna sfacciata!» borbottò Ed Yang, l'anestesista. «Io sono di turno per tutto il finesettimana.»

    «Be', è il mio primo weekend libero da più di un mese e festeggerò con una birra al Rooftop

    «Forse ci vediamo lì più tardi» annunciò Lizzy, con un guizzo negli occhi verdi che ricordò a Noah la notte passata insieme alla bella strumentista.

    «Siete tutti invitati» precisò lui. Un'avventura occasionale era tutto ciò che era disposto a concedere, a chicchessia. «Mi fermerò lì fino a tardi» aggiunse, prima di uscire dalla sala operatoria e dirigersi con passo sicuro verso gli spogliatoi. Non vedeva l'ora di godersi quel finesettimana e concedersi qualche ora di bicicletta, una cena nel suo ristorante preferito e magari un salto al cinema per quel film francese di cui tutti parlavano. Amava Melbourne in primavera e tutto ciò che la città aveva da offrire.

    «Noah.»

    La familiare voce profonda alle sue spalle lo costrinse a rallentare il passo e a voltarsi, con riluttanza, verso l'uomo distinto che il resto dello staff chiamava la volpe d'argento.

    «Hai un minuto?» domandò Daniel Serpell.

    No, avrebbe voluto rispondere, ma ovviamente non lo fece. «Certo.»

    «Ottimo lavoro con quella lacerazione epatica. Davvero notevole.»

    A Noah sarebbe piaciuto sollevare il pugno in segno di vittoria per quella lode inattesa da parte del primario. «Grazie. È stata dura, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.»

    «Nessuno qui dubita della tua abilità chirurgica, Noah.»

    Qualcosa nel modo in cui il primario si espresse mise Noah a disagio. «È una buona cosa, no?»

    «Ci sono nove aree di competenza da soddisfare per completare con successo la specializzazione in chirurgia» gli ricordò il dottor Serpell.

    Noah le conosceva a menadito ora che mancavano solo pochi mesi al suo esame finale. «Ho provveduto a tutte e nove, signore.»

    «Tu pensi di sì, ma altri non sono d'accordo» lo contraddisse il primario, estraendo dalla tasca una busta col nome di Noah vergato a grosse lettere.

    «Che cos'è?»

    «La soluzione per la competenza numero due.»

    «Non la seguo.»

    Il professore sospirò. «Noah, non posso eccepire in alcun modo sulla tua bravura come chirurgo e ti affiderei la vita della mia famiglia, se necessario. Ci sai fare con i pazienti quando sono addormentati, ma abbiamo ricevuto delle lamentele per il modo in cui ti comporti quando sono svegli.» Si schiarì la gola. «Ci sono rimostranze anche da parte dello staff.»

    Lo stomaco di Noah si strinse in una morsa dolorosa e la busta nelle sue mani divenne all'improvviso pesante. «È un avvertimento ufficiale?»

    «Niente affatto» si affrettò ad assicurare il primario in tono affabile. «Sono dalla tua parte e questa è la soluzione al tuo problema.»

    «Non sapevo nemmeno di avere un problema» ribatté lui, sulla difensiva.

    L'altro rispose sollevando un sopracciglio. «Non ce l'avrai più, dopo che avrai letto la lettera.»

    «Volete mandarmi a un corso di comunicazione?» L'idea di sedersi in cerchio con degli sconosciuti e parlare dei propri sentimenti lo faceva letteralmente inorridire.

    «È tutto specificato nella lettera. Assicurati di essere pronto a cominciare alle otto di lunedì mattina» tagliò corto il professore, posando una mano sulla sua spalla. «Passa un bel finesettimana.»

    Rimasto solo, Noah si affrettò verso il salottino dei medici per leggere in privato la lettera che gli scottava tra le mani. Strappò la busta bianca e lesse le poche righe.

    Egregio dottor Jackson,

    la sua rotazione di quattro settimane presso la clinica di Turraburra comincia lunedì 17 agosto alle 8 antimeridiane. Le sarà fornito un alloggio, se lo desidera, presso il complesso di Nautalis Parade. Le chiavi le verranno consegnate dall'agenzia immobiliare di cui trova l'indirizzo in calce. Le alleghiamo una cartina stradale e informazioni turistiche che speriamo possano esserle utili.

    Buona permanenza a Turraburra, lo zaffiro del sud.

    Nancy Beveridge, direttrice delle risorse umane.

    Impossibile! Noah trasalì violentemente. Non stava accadendo a lui. Non potevano fargli questo! All'improvviso l'idea di un corso di comunicazione gli sembrò divertente. Rilesse la lettera, nella vana speranza di aver letto male, ma la sentenza era lì, nero su bianco e inequivocabile.

    Veniva esiliato, spedito chissà dove! E tutto sei mesi prima del suo esame finale, quando era vitale per lui restare al Victoria, fare pratica chirurgica e studiare. L'ultimo posto in cui poteva permettersi di stare era in una clinica sperduta ad ascoltare le lamentele di pazienti le cui croniche patologie non potevano essere rimosse chirurgicamente.

    Il solo pensiero di fungere da medico generico gli procurò un brivido di disgusto. C'erano delle ragioni se aveva sudato le proverbiali sette camicie e si era specializzato in chirurgia; una di queste era proprio evitare la pratica generica. Non provava alcun desiderio di creare dei legami coi pazienti, conoscere le loro famiglie o i loro animali domestici.

    Era ingiusto. Perché lo punivano? A nessuno degli altri strutturati era stato chiesto un tale sacrificio. La logica si fece strada attraverso la sua incredulità. Il primario gli aveva chiesto di tenere delle lezioni per i nuovi interni da lì a due settimane, perciò Turraburra non poteva trovarsi troppo lontano da Melbourne. Forse lo stavano solo mandando in uno sconosciuto sobborgo della città, non in un posto che non potesse essere raggiunto con un po' di strada in più ogni giorno.

    Sentendo tornare l'ottimismo, Noah sfogliò la cartina allegata alla lettera e la sua imprecazione sferzò l'aria. Lo stavano mandando ai confini del nulla.

    Lilia Cartwright, mai Lil e sempre Lily per gli amici, si fermò sul molo inondato dal primo sole mattutino. Fissò lo sguardo sull'orizzonte, accogliendo con gioia la carezza pungente dell'aria salmastra sulle guance. «Un nuovo giorno, Chippy» esclamò, rivolgendo un sorriso al levriero pezzato che la guardò coi suoi grandi occhi espressivi.

    «Su, amico mio, mettici un po' di entusiasmo. Dopo la passeggiata ti aspetta un'intera giornata di ozio e carezze.»

    Chippy tirò il guinzaglio come faceva ogni mattina, ansioso di tornare al riparo di quattro mura. Lily adorava stare all'aperto, ma capiva fin troppo bene il bisogno di sicurezza del suo cane, i cui primi due anni di vita, prima che lei l'adottasse, erano stati un inferno.

    Voltando le spalle alla distesa turchese dell'oceano, riprese a camminare in direzione della clinica medica di Turraburra. Situato al centro di una piccola foresta, l'edificio in ardesia era stato eretto centotrenta anni addietro per fungere da casa del dottore locale. Adesso, interamente ristrutturato e ampliato, era un moderno ambulatorio. Lily amava particolarmente l'annesso padiglione che ospitava la clinica di maternità e ostetricia. Sebbene facesse parte del complesso medico, aveva un ingresso separato, così che le sue pazienti incinte non fossero costrette ad aspettare in una sala d'attesa gremita di pazienti malati e potenzialmente contagiosi.

    Uno dei giorni più belli della vita di Lily era stato quello in cui l'unità di Ostetricia di Melbourne aveva accettato la sua richiesta di includere Turraburra nel programma di assistenza alle donne in zone rurali e isolate. La clinica era una sua creatura e aveva investito tempo e cura nella scelta dei colori e dell'arredamento, affinché l'atmosfera fosse quella di una casa privata, più che di una clinica ostetrica.

    A prima vista, la sala parto sembrava la camera di un albergo di lusso, con un letto ampio, poltrone, televisore, minibar e un bagno spazioso. Tuttavia, era munita delle attrezzature necessarie, come l'ecografo e le bombole di ossigeno e ossido di diazoto. Le gravidanze a rischio venivano tutte trasferite all'ospedale di Melbourne, dove erano meglio equipaggiati per far fronte alle possibili complicazioni. Le gestanti che non presentavano rischi, invece, potevano partorire qui, vicino alle loro case e famiglie.

    Poiché Turraburra era una piccola comunità, da quando lei era tornata a casa tre anni prima e aveva assunto il ruolo di ostetrica della cittadina aveva visto nascere moltissimi bambini e partecipato ai loro compleanni. Era bello vedere crescere quei frugoletti che aveva aiutato a mettere al mondo: era un po' come avere una famiglia tutta sua.

    Entrando in clinica, Lily salutò automaticamente Karen, prima di rendersi conto che la segretaria non era dietro alla sua scrivania come al solito. L'assenza di Karen le ricordò che quello era il primo giorno di lavoro del nuovo dottore. Purtroppo, da quando l'amato dottor Jameson era andato in pensione due anni prima, i medici generici si erano avvicendati senza posa. All'inizio, tutti si erano dati da fare per accogliere il nuovo medico con gli onori del caso, nella speranza che sarebbe diventato una figura fissa a Turraburra, ma questi se n'era andato dopo solo tre mesi. Erano seguiti altri sette medici in due anni e tutto lo staff, inclusa Lily, si era abituato al continuo cambiamento e affrontava la cosa con cauta indifferenza. Avevano ormai da tempo perso le speranze che questo decidesse di restare e i grandi gesti di benvenuto erano stati accantonati.

    Perciò Turraburra, come molti altri piccoli centri dell'Australia, non aveva un medico generico permanente, ma solo una serie di specializzandi e studenti di medicina che assolvevano lì la rotazione obbligatoria in una zona rurale per poi tornare a Melbourne o Sydney. L'idea che l'Australia e il suo bush fossero un concetto indissolubile era solo un mito: la maggior parte degli australiani desiderava vivere il più vicino possibile alle grandi città e alle opportunità che queste offrivano.

    Lily non era tra questi. Amava Turraburra e solo un evento catastrofico l'avrebbe indotta a tornare a vivere a Melbourne. Portava ancora le cicatrici del suo ultimo tentativo.

    Alcuni dei dottori che arrivavano lì erano brillanti e la comunità li implorava di restare più a lungo, mentre ad altri veniva detto addio con un sospiro di sollievo. Lily era stata così impegnata quel finesettimana da dimenticarsi di aprire la mail con le informazioni sul dottore numero nove.

    Chippy tirò il guinzaglio e lei lo sganciò dal collare decorato nei colori dell'argento e dell'indaco che una delle sue pazienti aveva confezionato per lui. Era un collare elegante, che ricordava un motivo ornamentale della Russia imperiale e metteva in evidenza il collo lungo ed elegante del levriero. Con molto più entusiasmo di quello mostrato durante la passeggiata, Chippy corse verso la sua cesta in sala d'attesa e vi si raggomitolò con uno sbuffo felice.

    Era il cane da compagnia della clinica e tutti i pazienti, nessuno escluso, lo adoravano, riempiendolo di carezze e coccole. Lily sperava che quell'affetto potesse far dimenticare al cane le sofferenze dei suoi primi due anni nelle mani di un allevatore senza scrupoli.

    Stava raccogliendo la posta in ufficio quando l'atmosfera serena della clinica fu spezzata da una voce maschile chiaramente irritata. «Che cosa diavolo ci fa quell'animale, qui?»

    Lily trasalì, certa che Chippy stesse tremando nella sua cesta al suono ostile

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