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Terra COI fuochi
Terra COI fuochi
Terra COI fuochi
E-book80 pagine59 minuti

Terra COI fuochi

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Info su questo ebook

La storia possibile, tra cronaca e romanzo, di 'una tra le tante' vittime del massacro ambientale del meridione.

Antonio è costretto a ritornare nel piccolo paesino in provincia di Caserta (dal quale si è trasferito in Germania) per seppellire il figlio, deceduto a causa di una patologia tumorale presumibilmente contratta in seguito all'esposizione ai letali agenti inquinanti cui è stato sottoposto da piccolo.

Un viaggio tra passato e presente alla ricerca di risposte ai dolorosi interrogativi sulle responsabilità della tragedia familiare e sociale da una parte, e sul significato dei silenzi, delle mistificazioni, delle 'strategie distraenti' di quanti avrebbero dovuto raccontare la verità sullo scellerato sodalizio di fatto tra mafie locali, imprenditoria 'padana' ed istituzioni dello Stato.

La presa di coscienza che si realizza nel protagonista lo condurrà ad un bivio tra la scelta di ripartire e quella di restare.
LinguaItaliano
Data di uscita29 mar 2015
ISBN9786050368628
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    Terra COI fuochi - Leopoldo Muti

    Leopoldo Muti 

    TERRA COI FUOCHI

    Prima edizione ebook: settembre 2014©2014

    Tutti i diritti riservati.

    A mio figlio Giulio

    "Se le istituzioni non avessero voluto l’esistenza

    del clan, questo avrebbe potuto esistere?

    Senza l’appoggio dello Stato la camorra

    non sarebbe stata niente, vi sarebbero

    stati dei delinquenti di strada"

    (Un capoclan)

    CAPITOLO I

    Stamattina se lo sono venuto a prendere presto Carmine, alle otto erano già a casa e lo hanno chiuso; qualcuno che è arrivato dopo non lo ha potuto nemmeno vedere.

    Io di questo non vorrei parlare troppo, perché si sa che sono momenti brutti, però ci si deve fare forza, specialmente per la madre, e pure per la nonna che è vecchia e ha avuto un colpo che proprio non se lo aspettava, perché i dottori fino a quindici giorni fa ci avevano detto che forse ce la poteva fare, che non si doveva perdere la speranza perché alle volte può anche risolversi bene e le analisi dicevano che certi valori erano migliorati.

    Poi si è aggravato all’improvviso, e siccome non lo volevamo far morire in Germania, che questa è la terra sua, io e mia moglie Flavia abbiamo deciso di riportarcelo qua, anche perché poi a Napoli ci sta un istituto che per queste malattie è un vero centro di eccellenza, come dicono loro, e forse è pure meglio della clinica tedesca dove lo hanno sempre curato.

    Ma è andata male.

    Ad Amburgo i dottori sono bravi, quel tipo di leucemia la conoscono bene; poi figuriamoci, sono tedeschi.

    Dice che avevano avuto anche altri casi dall’Italia di linfoma di Hodgkin, proprio dalla regione nostra mi pare, ma io poi non ho chiesto più di tanto, mi sembrava brutto parlare dei fatti degli altri, specialmente quando si tratta di tragedie come queste.

    I dottori tedeschi ci hanno aiutato molto, erano attenti, si vedeva che sapevano bene quello che stavano facendo; là non è che ti trattano meglio o peggio se non sei una persona importante o se non ha chiamato nessuno per raccomandarti.

    Però è proprio che la cosa era troppo grave, la malattia si è rivelata più forte; ed è finita così.

    Quando siamo arrivati alla chiesa non c’erano moltissime persone: a me è rimasta solo mia mamma, e mia moglie Flavia i genitori non li ha più; pure i parenti sono pochi, e poi per la verità noi non avevamo detto niente a nessuno, avevamo altro a cui pensare, e di sicuro i compagni di scuola non potevano venire dalla Germania.

    Ma poi al funerale di un bambino chi ci deve stare, e chi ha voglia di andarci soprattutto?

    Il prete, che doveva dire?

    Quello che dicono tutti i preti: che queste cose noi non le possiamo veramente capire, che si devono accettare, che ci sta il disegno.

    Però forse anche il prete si è stancato di celebrare tutti questi riti funebri, perché verso la fine poi ha detto pure che Dio sa anche punire chi veramente lo merita, che chi ha fatto troppo male non è sicuro che debba essere perdonato, e che l’inferno esiste e che è sempre pronto ad accogliere chi semina dolore per tutta la vita e magari poi non fa in tempo a pentirsi.

    E ha detto che la stessa cosa vale anche per chi ha dato gli ordini e per quelli che hanno fatto finta di non vedere, e che anzi per loro è peggio; per dire che la colpa non è solo di chi ha inquinato la terra per fare i soldi, ma anche di chi i soldi glieli ha dati per farsi smaltire quei veleni, e di tutti quelli che dovevano fermare gli uni e gli altri ed invece hanno girato la testa da un’altra parte facendo finta di non vedere.

    Io ho parlato con i medici, e dubbi non è che ce ne siano molti. Quel tipo di malattia è abbastanza rara dappertutto, ma nei posti dove ci sono notevoli inquinamenti nelle terre hanno visto che i casi aumentano, ed aumentano anche molte altre malattie rare e meno rare.

    Qui lo dicono i numeri che si ammalano troppe più persone che nel resto d’Italia; e quelli, i numeri, bugie non ne sanno dire.

    Però, l’ho detto prima, tutto sommato non ho nemmeno tanta voglia di parlare adesso: perché non è una cosa facile da vivere, che mentre hai un bambino non lo vedi più, e ti domandi dove sia andato, e se succederà veramente che un giorno lo rivedrai un’altra volta, come dice il prete che ne è così sicuro.

    CAPITOLO 2

    Dopo il funerale, non so perché, mi è venuto di pensare che in fondo è una cosa normale, non c’è proprio niente di strano.

    E’ una di quelle cose che sai, certo, ma che realizzi in pieno solo quando ci passi, quando la vivi veramente e vedi che tutto è uguale, i negozi sono aperti, la gente cammina per la

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