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I Sette della Setta dei Sette Mari: Le poderose avventure di Steev il Pirata e Riqi il Bucaniere
I Sette della Setta dei Sette Mari: Le poderose avventure di Steev il Pirata e Riqi il Bucaniere
I Sette della Setta dei Sette Mari: Le poderose avventure di Steev il Pirata e Riqi il Bucaniere
E-book187 pagine2 ore

I Sette della Setta dei Sette Mari: Le poderose avventure di Steev il Pirata e Riqi il Bucaniere

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Info su questo ebook

C'è chi dice che le leggende che parlano di Steev il Pirata e Riqi il Bucaniere siano solamente fantasie, frutto di una follia prodotta da un vecchio pazzo chiuso in una casetta di marzapane in mezzo a una foresta del Congo. Ma posso assicurarvi che ciò che qui è narrato è tutto assolutamente vero. Ve lo posso assicurare perché io ero là. Da tempo i nomi di quei due valorosi combattenti vagavano per i Sette Mari, ma di certo non pensavo che il mio destino sarebbe andato a sbattere contro di loro, spiaccicandocisi come il burro sul pane. Fu quindi un caso se finii, in un modo o nell'altro, in entrambe le loro ciurme, vivendo mirabolanti avventure e sconfiggendo terribili nemici. Se questo verbo è arrivato fino a voi, significa che i miei scritti si sono conservati nel tempo, e che qualche prode è riuscito a trascriverli. Ma, nel tempo in cui li leggerete, io sarò già morto, cullato dalle sogliole, da qualche parte nel fondo dell'oceano.
LinguaItaliano
EditoreDamster
Data di uscita25 lug 2015
ISBN9788868102432
I Sette della Setta dei Sette Mari: Le poderose avventure di Steev il Pirata e Riqi il Bucaniere

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    I Sette della Setta dei Sette Mari - Paolo Casarini

    Paolo Casarini – Davide Ferrari

    I Sette della Setta dei Sette Mari

    Le poderose avventure di Steev il Pirata e Riqi il Bucaniere

    Prima Edizione Ebook 2015 © Damster Edizioni, Modena

    ISBN: 9788868102432

    Grafica copertina elaborazione Damster

    Damster Edizioni

    Via Galeno, 90 - 41126 Modena

    http://www.damster.it  e-mail: damster@damster.it

    Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

    Paolo Casarini - Davide Ferrari

    I Sette della Setta

    dei Sette Mari

    Le poderose avventure

    di Steev il Pirata

    e Riqi il Bucaniere

    INDICE

    Introduzione

    Prologo

    Capitolo I

    Di come finii nella ciurma di Riqi il Bucaniere

    Capitolo 2

    Di come venni a conoscenza di una leggenda e di come incontrai gli altri marinai

    Capitolo 3

    Di come venne la nebbia e svenni

    Capitolo 4

    Di come incontrai tanti nuovi veri pirati

    Capitolo 5

    Di come la ciurma di Steev venne attaccata

    Capitolo 6

    Di come si rifletté sul da farsi

    Capitolo 7

    Di come incontrammo un vecchio timoniere

    Capitolo 8

    Di come finii in una festa brasiliana

    Capitolo 9

    Di come recuperai una scimmia

    Capitolo 10

    Di come raggiungemmo l’isola di Van der Waalsoo

    Capitolo 11

    Di come mettemmo in atto un assedio

    Capitolo 12

    Di come cambiai ciurma, di nuovo

    Capitolo 13

    Di come Julie raccontò della Setta dei Sette Mari

    Capitolo 14

    Di come la Tortuga divenne il principale centro piratesco

    Capitolo 15

    Di come giungemmo alla Tortuga

    Capitolo 16

    Di come trovammo informazioni

    Capitolo 17

    Di come reclutammo due buoni marinai

    Capitolo 18

    Di come io, Luke e Steev andammo alla ricerca di nuovi pirati

    Capitolo 19

    Di come arrivammo alla montagna di SpezzaOssa

    Capitolo 20

    Di come spezzammo SpezzaOssa in due

    Capitolo 21

    Di come trovammo un alleato e ci armammo

    Capitolo 22

    Di come arrivammo all’isola degli N’Goye

    Capitolo 23

    Di come interrogammo i gemelli

    Capitolo 24

    Di come ci avventurammo nella giungla

    Capitolo 25

    Di come ci rimettemmo per mare e facemmo un brutto incontro

    Capitolo 26

    Di come giungemmo in Egitto

    Capitolo 27

    Di come ingaggiammo battaglia

    Capitolo 28

    Di come tenemmo un discorso

    Capitolo 29

    Di come andammo al mercato nero

    Capitolo 30

    Di come trovammo la nave fantasma

    Capitolo 31

    Di come avvenne un oscuro, lungo e cruento scontro

    Capitolo 32

    Di come ci rimettemmo il cuore in pace

    Capitolo 33

    Di come i due gemelli tornarono per mare

    Epilogo

    Ringraziamenti

    Appendice I

    Le canzoni dei pirati

    Appendice II

    Esclamazioni  piratesche

    di Tommaso Ansaloni

    Appendice III

    Proverbi pirateschi

    Indice

    Introduzione

    di Paolo Casarini e Davide Ferrari

    Caro lettore,

    Vorremmo poterti dire che ciò che stai per leggere è frutto del nostro più duro e determinato lavoro, e che arduo è stato mettere per iscritto le nostre idee. Ma, se così facessimo, ti mentiremmo. Infatti, il manoscritto che abbiamo osato intitolare Le poderose avventure di Steev il Pirata e Riqi il Bucaniere non è di nostra produzione, ma è stato scritto da una vecchia vedetta, di cui oggi nessuno ha più memoria.

    Non molto tempo fa, abbiamo infatti trovato un gran numero di carte all’interno di un sacco della spazzatura dietro ad un McDonald, e ci siamo messi a leggerle. In questo modo, notando l’incredibile ardore che lo scrittore aveva utilizzato per descrivere la sua vicenda, abbiamo deciso di trascrivere nuovamente lo scritto come la vedetta chiedeva. Il nostro unico merito è stato quindi quello di riordinare gli appunti precedenti e di inserirli in un nuovo volume, che potesse diffondere con orgoglio quelle magnifiche avventure.

    Tutto ciò che ora possiamo augurarti è, ovviamente, una buona lettura.

    Prologo

    Ricordo poco di questa notte. In lontananza grandi turbini raggrumano le nubi in cielo e lampi veloci illuminano a tratti l’oceano buio. La carena dondola silenziosa sull’acqua, lasciando al vento il compito di trasportarla verso il nemico, che galleggia sul mare come se non avesse consistenza. Un vento gelido soffia tra di noi, portandoci a non osare aprir bocca per timor di respirare quella brezza glaciale. La nostra vista si perde nella nebbia impenetrabile che ci circonda.

    Il nemico è là fuori, da qualche parte.

    Impugno più saldamente il cannocchiale che tengo davanti all’occhio destro, aperto per scorgere ogni minimo segnale. Come siamo arrivati a questo punto? Dove sono finite le nostre avventure da uomini liberi? In questa notte, mi tornano alla mente molti ricordi.

    Capitolo I

    Di come finii nella ciurma di Riqi il Bucaniere

    Ricordo poco del giorno in cui divenni parte della ciurma di quello che si faceva chiamare Riqi il Bucaniere. Scesi dalle scale della locanda dove soggiornavo e mi avvicinai al bancone. Il tiepido sole mattutino illuminava debolmente la sala da pranzo del locale. Chiamai l’oste.  

    Costui era un uomo robusto, con una folta chioma scura sul capo.

    «Buongiorno, signore» mi disse.

    «Buondì» risposi io. «Mi chiedevo se aveste qualcosa da mangiare. Non so, un pezzo di pane e del formaggio, o una qualche vostra pietanza che mi rinvigorisca.»

    «Un momento che chiedo» disse l’uomo, voltandosi verso una piccola porta che doveva nascondere la cucina. «Dedou!» gridò. «Abbiamo ancora del pane e del formaggio?!»

    «Sì, Paulk!» urlò qualcuno in risposta.

    L’oste tornò a voltarsi verso di me. «Vi porto subito ciò che mi avete chiesto.»

    Quel formaggio sapeva di avventura, o forse era soltanto la muffa che lo ricopriva. Sta di fatto che poco dopo scorsi, seduto in uno dei tavoli più oscuri della taverna, un volto familiare che portava una grande cicatrice rossa lungo l’occhio destro. Era Mastro Mak, uno dei più esperti navigatori dei Sette Mari. Aveva viaggiato da Singapore allo stretto di Magellano, da Cuba a Torre Annunziata, e il suo nome riecheggiava con solenne riverenza nelle taverne della Tortuga.

    Lo raggiunsi.

    Le spalle di Mastro Mak occuparono prontamente la mia visuale. Egli era un uomo grande come un armadio e possente come una quercia, con la quale veniva paragonato anche per la sua larga chioma riccioluta; chiunque aveva paura della sua temibile forza.

    «Qual buon vento dei Sette Mari ti porta qui, caro Mastro?» gli chiesi.

    Lui spalancò gli occhi e allungò la mano per salutarmi. Sul tavolo giaceva il suo consueto boccale di birra. «È incredibile rincontrarti» disse. «Non pensavo ci saremmo più rivisti, mio caro…»

    Improvvisamente, la porta della taverna si spalancò. Mi voltai e dall’esterno entrò un uomo molto basso, dall’aria bellicosa, che io e il mio compagno riconoscemmo immediatamente. Era Tom Ans, un nostro vecchio compagno di avventura, un vero guerrafondaio. Un vero pirata.

    Lungo i fianchi portava appese decine di coltelli di varie dimensioni, che dondolavano ad ogni sua mossa. Da bravo tedesco qual’era si gettò subito sull’oste.

    «Per la barba di una sputacchiera ammaccata, portami del rum!»

    Mentre Tom Ans si sgolava galloni di alcolici, io e Mak gli andammo incontro per salutarlo e ci sedemmo al suo fianco.

    Appena ci riconobbe, urlò: «Per mille crafen allo scoglio!» e ci abbracciò. Quando Tom non era ubriaco (e ciò accadeva molto raramente) era un uomo molto cordiale e disponibile, per niente litigioso. Ma quando alzava troppo il gomito cambiava completamente, e i suoi coltelli si trasformavano da oggetti ornamentali a macchine da guerra.

    «Per quale barba ti trovi qui?» gli chiese Mastro Mak.

    Tom Ans si passò il dorso della mano sulle labbra. «Mi trovo in città per fare rifornimenti» ci disse. «Lavoro per la ciurma capitanata dall’uomo che si fa chiamare Riqi Il Bucaniere. Siamo sulle tracce di una nave oscura e veloce, di cui nessuno sa niente al di fuori del fatto che sia oscura e veloce.»

    Sentendo queste parole, un brivido risalì lungo la mia schiena, riportandomi nel cuore il desiderio di tornare per mare, impugnare saldamente le funi che pendevano dall’albero maestro e dondolarmi lentamente cullato dal mare. Tuttavia, mi accorsi che il brivido era dovuto a un bicchiere di rum che mi era stato lanciato addosso da un omone dalla dubbia origine che puntava a colpire un suo rivale.

    All’interno del locale scoppiò una rissa. Io e i miei due compari ci dovemmo fare strada a suon di cazzotti per uscire dalla taverna prima che le autorità locali venissero a calmare le acque.

    Quando fummo usciti, Tom ci invitò a salire a bordo della loro nave.

    «Così avrete un posto dove dormire, per la barba della mia barba!» ci disse.

    Arrivati al porto, ci trovammo dinnanzi a un enorme galeone rosso munito di gigantesche vele: con quella poderosa imbarcazione avremmo potuto superare qualsiasi tempesta, qualsiasi urto e qualsiasi battaglia; peccato solo che la nave di Riqi fosse quella di fianco. Essa era comunque un’ottima nave, di buona stazza, armata fino ai denti. Di colore bianco sporco, sopra il suo albero maestro ondeggiava una bandiera nera sulla quale era disegnato un teschio bianco che indossava una benda a coprirgli l’occhio destro. Nella parte anteriore dello scafo stava scritto Squalo Bianco.

    Tom tentò di salire sulla nave, ma mentre percorreva lo stretto ponticello scivolò accidentalmente sul legno bagnato e finì in acqua. Quando fu in grado di risalire, era completamente zuppo.

    «Venite» ci disse, strizzandosi i vestiti. «Chiederò a Riqi il permesso di farvi dormire sottocoperta. Ma occhio a Eddy.»

    Non chiesi chi fosse Eddy, e seguii Tom Ans sul ponte della nave.

    Avevo appena poggiato i miei piedi sul legno dell’imbarcazione quando un grido proveniente dalla cabina del capitano attirò la mia attenzione. Dalla cabina stessa uscì sbraitando un uomo, alto e magro, che imprecò in mille modi ogni dio del mare che gli passasse per la zucca. Non era molto alto, e,

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