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Il caso d'orsay
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E-book175 pagine2 ore

Il caso d'orsay

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Info su questo ebook

Il Caso d'Orsay è un romanzo di genere noir che si rifà ad una idea tratta dalla vita e dall' esperienza professionale dell'autore. La Direttrice di uno dei più famosi musei al mondo, il museo d'Orsay di Parigi, quotata professoressa di storia dell'arte ed esperta del movimento pittorico impressionista, si trova implicata in una losca vicenda di omicidi e di furti di pregiate tele di Monet, durante una esposizione impressionistica organizzata in California, presso la sede di una prestigiosa fondazione, in joint-venture con il museo d'Orsay, che lei appunto dirige.
Un susseguirsi di eventi e di colpi di scena si susseguono e finiscono per intrecciarsi in situazioni che alla fine, portano ad una sorprendente e sconcertante verità. Ma anche alla fine, questa verità non sarà assoluta e l'autore lascerà volutamente spazio alla riflessione dei lettori, ai loro commenti e alle interpretazioni dei fatti; allo stesso lettore sarà lasciato anche il giudizio ultimo, non solo quello squisitamente giuridico ma bensì quello più alto e significativo della responsabilità morale e delle debolezze umane, in grado di determinare comportamenti ignobili e delittuosi solo per soddisfare le ambizioni e i deliri di onnipotenza dell'individuo stesso.
LinguaItaliano
Data di uscita12 nov 2013
ISBN9788868558291
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    Anteprima del libro

    Il caso d'orsay - Stefano Grossi

    ​EPILOGO

    CAPITOLO PRIMO

    I giornalisti assiepavano le gradinate del tribunale di Los Angeles in quel tardo mattino di sole di fine aprile. Un nugolo di telecamere e di microfoni erano puntati sull'avvocato O'Ryan e sul suo collega francese Flambert.

    Avvocato, ci scusi, ma è stata fissata una cauzione per la vostra assistita?

    Il giudice per il momento ha deciso di non accettare la richiesta di scarcerazione. La nostra cliente resta in prigione anche se non abbiamo perso la speranza di vedere accolta la domanda di libertà vigilata, sotto cauzione.

    Ma come pensate di agire dal momento che tutto pende a sfavore della vostra assistita? Le prove sono davanti agli occhi di tutti e sono così evidenti che....

    Lasci stare l'evidenza, sarà il processo a esaminare le prove. Per il momento il giudice ha chiesto una perizia psichiatrica e il mio collega francese ha presentato una domanda di estradizione, dal momento che la nostra cliente è francese.

    Quali possibilità ci sono che le venga concessa? Flambert, sentitosi tirare in causa, aveva risposto che l'estradizione era abbastanza improbabile: Il reato di omicidio è stato compiuto in California e quindi Madame Jolissant dovrà essere processata da una corte federale americana, almeno per questo delitto!

    La professoressa Jolissant, esperta critica d'arte, era la direttrice del d'Orsay ormai da alcuni anni e era stata proprio la sua indiscussa fama ad averla incoronata direttrice, a soli trentasei anni, del museo che raccoglieva il meglio della produzione artistica dell'Impressionismo

    Françoise era di aspetto piacevole e la sua raffinatezza la rendeva ancora più interessante; alta un metro e settantacinque, con i capelli biondi e corti, aveva due occhi verdi, vivi e solari e due stupende mani con le dita lunghe e affusolate. Il suo aspetto era fresco e il temperamento deciso e sicuro ma allo stesso tempo discreto e dolce. Quando aveva accettato l'incarico e aveva deciso di interrompere la sua brillante carriera accademica lo aveva fatto con il difficile intento di rendere il museo ancora più famoso. La sua maggior ambizione era di riuscire a esportare i suoi capolavori, in tutto il mondo, dando la possibilità a tutti, di avvicinarsi e ammirare le opere che avevano cambiato radicalmente il modo di `impressionare' una tela, aprendo la strada a tutti i movimenti pittorici del ventesimo secolo.

    Un obbiettivo di difficile attuazione! Dietro il suo aspetto gradevole e femminile si nascondeva, infatti, una determinazione assoluta che le aveva permesso di raggiungere traguardi ambiziosi e l'aveva portata molto in alto. Il suo modo di fare, aggraziato e sicuro, aveva conquistato i francesi che avevano imparato a conoscerla e a stimarla ma la sua fama aveva travalicato gli oceani e Françoise si era imposta come una vera protagonista del suo tempo, riempiendo le pagine delle riviste di mezzo mondo e non solo di quelle specializzate e di settore. Prima della sua ultima avventura statunitense, il ‘Time Magazine’ le aveva dedicato una copertina incensando le sue doti di critica e ventilando persino una sua possibile nomina a Ministro della cultura francese.

    Madame Jolissant, si era messa subito al lavoro per realizzare il suo sogno: far conoscere l'impressionismo attraverso i suoi maestri e le loro opere, organizzando mostre e convegni in ogni parte del globo ed esportando i quadri più famosi e significativi del suo museo fino in Nuova Zelanda e nell'estremo oriente. Il suo viso era familiare persino ai giapponesi che l'avevano voluta, a più riprese, nel loro Paese. Quando aveva ricevuto l'invito della prestigiosa Fondazione Grhaam, per organizzare una esposizione a Beverly-Hills, in California, Françoise aveva accettato di buon grado il nuovo impegno, chiedendo alla Fondazione di occuparsi di tutti i dettagli relativi agli spostamenti e alla permanenza delle opere d'arte oltre a indicarle, con largo anticipo, il periodo migliore per l'esposizione.

    Il mese di gennaio dell'anno precedente aveva ricevuto, a Parigi, la visita del responsabile della sicurezza americana che si sarebbe dovuto interessare di tutti gli aspetti legati al trasferimento e alla custodia delle preziose tele negli Stati Uniti.

    Piacere di conoscerla aveva detto Louis Costello, una volta entrato nello studio della professoressa Jolissant, all'interno del museo d'Orsay.

    Il piacere è tutto mio le aveva risposto con un sorriso aperto e gioviale la direttrice di quel tempio artistico. Il sorriso di Françoise aveva conquistato e allo stesso tempo tranquillizzato Costello che era rimasto subito affascinato dalla sua bellezza e dalla sua spontaneità.

    E' un onore oltre che un piacere conoscerla e mi sento lusingato di poter organizzare insieme a lei quello che, in California, ritengono un evento da non perdere. Spero solo di poter fare un buon lavoro e non farle perdere il sonno, sapendo che una trentina di tele resteranno, per molto tempo, lontane dal suo museo!

    Il modo di parlare di Louis, schietto e diretto, avevano creato nella professoressa una sorta di stupore, abituata com'era a conversare con gli Accademici di Francia o in luoghi istituzionali e ben più formali e ingessati. Costello era un uomo di quarantatre anni con un fisico esuberante e un aspetto ammiccante. Era stato, per anni, sul libro paga di una delle più importanti Agenzie governative del suo Paese e si era sempre occupato di sicurezza ai massimi livelli, ricoprendo posti delicati e assicurando una vita tranquilla a molti esponenti politici di primo piano. Poi era stato contattato dalla Fondazione Grhaam e, da quel momento in poi, si era occupato dei sistemi di allarme di tutto il comprensorio che a Bevery-Hills ospitava l'omonima pinacoteca.

    Ho letto con molta attenzione il suo curriculum e sono convinta che la sua professionalità sia in grado di garantire una sufficiente tranquillità alle preziose tele che dovranno abbandonare la loro abituale residenza parigina. Credo che lei abbia avuto modo di pensare a tutti i dettagli e che possa darmi presto dei ragguagli sugli spostamenti e la permanenza americana dei dipinti!

    In verità ho cominciato a lavorarci già da un paio di mesi e penso di essermi fatto un'idea precisa. Il mio viaggio a Parigi serve per rendermi conto degli ingombri totali e per poter visionare i vostri sistemi di sicurezza che credo assolutamente adeguati. Spero di riuscire a essere sufficientemente veloce e soprattutto discreto ma sarà indispensabile che io abbia libertà di movimento oltre ad essere aiutato dal vostro servizio di sicurezza.

    Il mio compito deve essere quello di garantirle la massima collaborazione per accelerare i tempi e fare in modo che lei possa tornare il prima possibile nel suo Paese.

    Credo che non ci vorrà molto tempo ma in tutti i casi non ho tutta questa fretta di tornare in California. Parigi, per noi americani, ha un fascino particolare e sono eccitato all'idea di poter gustare i profumi e i sapori della sua meravigliosa città. A Beverly-Hills ho un collaboratore fidato che è in grado di sostituirmi e a casa non mi aspetta nessuno! La professoressa lo aveva guardato dritto negli occhi cercando di mantenere un aspetto professionale e risoluto ma al tempo stesso femminile e piacevole. Le informazioni confidenziali che, in modo del tutto gratuito e inopportuno, aveva appena ricevuto dall'attraente e affascinante americano, l'avevano sorpresa e incuriosita.

    Non ho dubbi! La sua permanenza nella 'ville lumière' sarà piacevole ma faccia attenzione alle parigine che mi dicono essere assai pericolose quando si imbattono in un 'single' aperto e gioviale come lei. Devo suppone che questa sia la sua prima volta in Francia!

    A dire il vero sono stato a Parigi due volte, con due diversi presidenti americani ma non sono state due visite di piacere; non ho avuto nemmeno il tempo di vedere i monumenti, figurarsi i bistrot o i night club. Credo che potrò rifarmi questa volta e non voglio perdermi nulla del vostro modo di vivere; per quello che riguarda le parigine non ho paura, spero solo che siano tutte belle e simpatiche come lei!

    Il viso di Françoise si era tinto di un rosso leggero e scomodo e i suoi occhi vispi avevano cercato di andarsene in giro per l'enorme stanza, evitando accuratamente di incrociare quelli di Costello che aveva uno strano sorriso stampato sulle labbra che sapeva vagamente di sfida.

    Bene, credo che allora non resti altro da fare che presentarle il suo collega francese; si metterà a completa disposizione per ogni sua esigenza. E' sposato e ha tre figli da accudire; purtroppo per lei non credo che possa essere una gran spalla per le sue uscite serali poi aveva afferrato il telefono come per non voler dare a Costello il tempo di replica e aveva chiesto a Bertrand, di salire subito nel suo ufficio.

    CAPITOLO SECONDO

    Bertrand era un omone sulla cinquantina, robusto e con un enorme paio di baffi neri e folti. Anche lui, come il suo collega americano, aveva avuto un trascorso importante nei servizi segreti del suo Paese, prima di diventare il responsabile della sicurezza del museo parigino.

    Si accomodi pure Bertrand e lasci che le presenti il Signor Louis Costello. Volevo metterla al corrente che il d'Orsay sta organizzando una esposizione in California, per il mese di febbraio del prossimo anno e una trentina di nostri dipinti resteranno oltre oceano per circa tre mesi. Il signor Costello è venuto a Parigi per rendersi conto dei nostri sistemi di sicurezza e per organizzare con lei, i dettagli relativi agli spostamenti. La pregherei di essere collaborativo e di rendere la vita del signor Costello la più facile possibile, all'interno della nostra gabbia dorata. I due uomini si erano stretti la mano in modo deciso come si conviene a persone abituate a fare quel genere di lavoro. Dopo qualche minuto di conversazione, si erano alzati per congedarsi dalla direttrice del museo e iniziare un primo giro di perlustrazione. Costello, una volta vicino alla professoressa le aveva allungato la mano dicendo: Spero di avere ancora l'occasione di rivederla e perché no, bere con lei un flut di champagne, prima della mia partenza.

    Françoise, sempre più impacciata per le simpatiche ‘avance’ si era limitata a rispondere Durante la sua permanenza al d'Orsay, non le mancherà modo di verificare che il mio tempo lo dedico totalmente al lavoro e questo museo è diventato una vera e propria abitazione. Pur essendo anche io single, tutto il mio amore lo riverso sui dipinti e su coloro che li hanno fatti vivere, per sempre...Non dubiti, ci vedremo spesso, qui dentro, anche se non abbiamo l'abitudine di brindare a champagne, con i nostri ospiti!

    La signora Jolissant, con poche ma incisive parole aveva disegnato la sua vita che scorreva tranquilla tra le mura del suo museo. Anche lei come Louis non aveva una famiglia ma era del tutto appagata dal suo mondo fatto di tele e oli, di spatole e pennelli, di libri e di disegni. Tra l'altro era anche accreditata come pittrice e passava molto del suo tempo libero a dipingere, cercando di copiare l'arte e le tecniche degli impressionisti. Costello era uscito, dal suo primo incontro con la signora Jolissant, meravigliato e favorevolmente sorpreso di essersi trovato di fronte una donna simpatica e aperta. Conosceva il suo volto per averlo visto molte volte sulle copertine delle riviste ma non avrebbe mai immaginato di non trovare in lei, la benché minima traccia del recente passato di Professore d'Arte moderna, alla Sorbonna.

    I modi semplici e informali di Françoise l'avevano messo a suo agio e non essere riuscito a far durare di più il loro primo incontro l'aveva infastidito.

    Al contrario, la professoressa era rimasta scioccata dalla conversazione e aveva cercato in tutti i modi di interrompere l'incontro consegnando Costello nelle mani di Bertrand.

    Françoise non era abituata alle avance di un uomo che conosceva appena e, inoltre, non gradiva parlare della sua vita privata, per altro assai sobria. Sapeva probabilmente di essere una bella donna ma nessuno di quelli che frequentava abitualmente la faceva sentire tale o cercava di avvicinarla, guardandola con occhi penetranti e interessati più alle sue sembianze che non alle sue conoscenze artistiche, più alle sue forme che non alla sua sensibilità critica e pittorica. Per questo motivo, quando la pesante porta del suo studio si era chiusa, lasciando fuori il corpo di quel `bronzo di Riace', alto un metro e ottantacinque e dai modi un po' texani, aveva avvertito il piacere di ritrovarsi sola, circondata dal silenzio ovattato e protettivo della sua stanza. Le enormi vetrate di quella che un tempo era stata la stazione di Orlèans, la mettevano in contatto con il mondo esterno e con la bruma di gennaio che si spalmava, fino a perdersi, sulla grigia ardesia dei tetti del Louvres , dall'altra parte della Senna.

    Eppure, con il trascorrere dei giorni, ogni volta che le capitava di vedersi spuntare Louis nei corridoi o in qualche sala secondaria del museo, Françoise avvertiva come un fremito; una sensazione diversa l'attraversava, senza avere peraltro la possibilità di dominarla, di respingerla.

    Costello l'aveva capito e una sera, verso le diciannove, aveva bussato alla porta del suo studio; una volta entrato le aveva chiesto senza mezzi termini: "Lei vive praticamente la sua vita in questo tempio consacrato all'arte; ciò che mi aveva detto durante il nostro primo colloquio è assolutamente vero

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