Quando il cuore è in modalità... vibro
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Anteprima del libro
Quando il cuore è in modalità... vibro - Chiara Libero
Indice
Prologo
Quando il cuore è in modalità vibro
Capitoli
Epilogo
Ringraziamenti
Chiara Libero
Quando il cuore è
in modalità… vibro
Romanzo
PROLOGO
Affondo un'altra volta le dita dei piedi nella sabbia, e poi li ritiro su. Osservo la maggior parte dei granelli scivolare nuovamente nella massa, ma ciò che mi affascina davvero, sono quei pochi che restano attaccati alla mia pelle, infilati tra le fessure delle dita, nell'incavo delle unghie. Quei pochi che hanno trovato il modo di restare, di farsi notare.
Credo che i pensieri, siano un po' come i granelli di sabbia. Miliardi nella testa di ciascuno di noi. La maggior parte di essi sono solo passeggeri. Li vedi passare. Non fai in tempo ad afferrarli che già sono andati via. Spesso nemmeno li noti.
Ce ne sono alcuni, però, che si attaccano e non vogliono più mollarti. Quelli che sei costretto a portare a casa con te, anche dopo esserti ripulito per bene. Che si nascondono, piccoli e discreti tra le tue fessure, e tu nemmeno te ne accorgi.
I pensieri sono uno dei più grandi doni del nostro Creatore. Si dice che l'uomo non può volare, ma sono sciocchezze. Dio ci ha permesso di volare col pensiero. Ed è un gran dono, perché l'uomo trova l'equilibrio solo quando accetta di stare a volte coi piedi per terra, e a volte in volo col pensiero.
Le persone che stanno sempre con i piedi per terra sono infelici. E anche le persone che volano sempre col pensiero sono infelici. Il segreto sta nel saper fare entrambe le cose.
Io sono una di quelle che ha dovuto imparare a non essere orgogliosa di stare sempre coi piedi per terra, e a non vergognarsi di saper volare col pensiero. Che ha dovuto imparare a saper fare bene entrambe le cose. Imparare che la vita è fatta di realtà, ma va abbellita e stimolata dai sogni. Imparare ad accettare di essere ciò che si pensa e si prova, non ciò che si fa. E imparare che in certi momenti, si deve più vivere che pensare.
Affondo i piedi nella sabbia ancora una volta, e riguardo la scena che si ripete.
Amo questa spiaggia. Amo il rumore di questo mare. Amo la brezza e il profumo che essa mi porta.
Ho imparato ad amare i miei pensieri.
Allungo una mano nel contenitore accanto a me, e addento una fetta di mela.
Una sera, proprio su questa spiaggia, un granello di pensiero mi è rimasto addosso. E io per effetto di questo granello, ho cambiato il mio percorso. E cambiando il mio percorso, ho cambiato la mia vita...
1
Inizio a sentire un po' freddo. La sera ha portato via con sé il calore del sole, e mi ritrovo a desiderare qualcosa per coprirmi.
Com'è romantico il mare col buio...
L'anno scorso ero qui con Mario.
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Luigi è sempre premuroso con me. Luigi è sempre premuroso con tutti. Con me un po' di più però. Ci conosciamo da quando abbiamo quindici anni.
Ricordo ancora il terrore che provai, entrando in quella classe sconosciuta il primo giorno di scuola. Scuola nuova, gente nuova. Appena aperta la porta, la voce della professoressa era suonata un rimprovero. Sei in ritardo. Trovati un posto.
Ma non c'erano posti a sedere. Tutti mi guardavano come un aliena. Nessuno si muoveva. Mi guardavano e basta. Anche la professoressa. Io avrei voluto scappare dalla vergogna. Non volevo nemmeno essere lì. E avevo una macchia di cioccolato sulla maglietta causata dalle crema del cornetto mangiato di corsa sull’autobus.
Poi si alzò Luigi, dicendomi: Siedi al mio posto, mentre procuro banco e sedia
.
La professoressa fece un cenno secco di assenso, e io ubbidii timidamente. Mentre sedevo, lui mi sussurrò: Io sono Luigi. E non mordo
. Strappandomi il primo sorriso della giornata, entrò dritto nelle mie simpatie. Da allora non ci siamo più divisi. Sempre in comitiva assieme. Sempre a divertirci assieme, escluso un breve periodo recente, che a me a ragionarci adesso, è sembrato un'eternità. E anche a lui. È passato però. Devo convincermi che è passato.
Ora sono qui, con i miei amici. Siamo una comitiva di cinque single. Ognuno per motivi diversi, proprio come siamo diversi l'uno dagli altri. Ma siamo tutti uniti. Molto uniti. Almeno, quasi tutti...E amiamo venire a chiacchierare su questa spiaggia. Quasi tutti...
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Eleonora è la mia migliore amica. L'ho conosciuta lo stesso giorno in cui ho conosciuto Luigi. È stata la mia compagna di banco e di mille avventure.
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Mi riferisco a quella sua abitudine di visitare i bagni, di ogni posto dove andiamo. Lei dice che non riesce a trattenere la pipì. Io credo che sia troppo giovane per avere di questi problemi, e che quindi abbia motivi diversi. Ma non intendo approfondire quali sono...tutti abbiamo diritto ai nostri segreti.
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Eleonora a volte parla proprio senza mettere in moto il cervello. Altrimenti non avrebbe mai fatto questa domanda.
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<< Infatti non parlavo con voi due. Parlavo con queste bamboccie, che credono che essere single significhi restare a casa di mamma e papà a vita!>>
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Lui perde la sua spavalderia e mi guarda con tenerezza. <
Resto in silenzio. L'ultima grande sfida lanciata all'orgoglio di mio padre, si è conclusa da poco. Abbiamo appena ritrovato un equilibrio. Almeno in apparenza. La verità è che io non sono più la stessa. Ma questo lo so soltanto io. Agli occhi degli altri, mio padre compreso, nulla è cambiato. Ho solo fatto un colpo di testa per alcuni, e preso una decisione saggia per altri. Nessuno ha captato che rivoluzione c'è stata nella mia testa, né che la rivolta è ancora in pieno svolgimento.
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Marzia è l'unica del gruppo, che da la sensazione di... dover appartenere ad un altro gruppo. Non condivide quasi nulla con noi. Non capisco tutt'oggi perché si ostini a non cambiare comitiva. È eternamente insoddisfatta e annoiata con noi. Una palla al piede per chi vuole sorridere. Se fosse un elemento della natura, sarebbe una nuvola nera.
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Io proprio non sopporto il suo modo di fare. Mi rendo conto di essere tra tutti, la meno tollerante con lei. Ma lei non se ne accorge. E gli altri solo un po'. Ho la brutta abitudine di tenermi tutto dentro. Spesso mi ritrovo a sperare che quando usciamo, lei non ci sia.
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Antonio ha una cotta per lei, secondo me. La accontenta in tutto. E la cosa mi dà sui nervi. Non perché sia gelosa, ma non sopporto le persone capricciose e prepotenti. Abbiamo detto tutti no per questa festa, stamattina. Lei insiste, perché sa che siamo accomodanti e cediamo sempre. Stasera però io sto per mettere fine a questa consuetudine.
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Sempre la guastafeste? Io?
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Che vigliacca a tirar fuori questo argomento.
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Tolgo l'asciugamano dalle spalle e la porgo a Luigi con un sorriso. Poi afferro la mia borsa e inizio a dare a tutti un bacio.
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Per strada mi aspetto dica qualcosa, tipo hai esagerato
, ma non lo fa. Ci salutiamo e vado via.
Mi sento tremendamente abbattuta e tremendamente nervosa allo stesso tempo. Sono scattata e mi sono impuntata. Non è da me. Fa parte della nuova Claudia. Quella vecchia avrebbe reagito come gli altri.
A volte mi chiedo se ho fatto la scelta giusta lasciando Mario, pur essendo certa che la risposta è sì. Ho paura. Non di restare sola, ma di quello che sto diventando. Mi guardo negli occhi dallo specchietto retrovisore. Non so più chi sono. Mi spaventa questo. Mi spaventa da morire. Non so cosa fare per ritrovarmi, e nello stesso tempo so che non voglio ritrovarmi. L'istinto mi dice che devo lasciar posto a questa nuova Claudia, perché questa è quella vera, quella che mi renderà felice. Ma la vecchia Claudia è sempre stata amata da tutti...questa invece?
Rientrata a casa, vado subito a letto senza cenare. Voglio solo spegnermi. Ho bisogno di qualcosa, ma non capisco di cosa. Come quando hai voglia di mangiare, ma non identifichi cosa vuoi mangiare. Così mangi, ma la tua voglia non si seda.
La mia anima ha fame. Di cosa? Forse di vita. Ma che tipo di vita?
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Sicuramente una delle cose di cui ho bisogno è di essere lasciata in pace! Di non dover rendere conto di ogni respiro che faccio, e di non essere trattata ancora come se fossi un’adolescente con gli ormoni impazziti.
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<casa mia non si saltano i pasti. Quando ti sposerai e vivrai per conto tuo, sarai libera di fare ciò che vuoi.>>
Non ci credo. Me lo sta rinfacciando un'altra volta.
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Scordatelo. Non intendo scendere a cenare per nessuna ragione.
Mio padre è una di quelle persone a cui devi sempre calare la testa per sopravvivere, pur non avendo nessuna intenzione di dar seguito alle sue richieste. Quelle per cui conta che tu dica sì, non che tu poi lo faccia davvero. L'importante è che si sentano i padroni del mondo. È un atteggiamento che ho sempre avuto difficoltà ad accettare, ma a cui mi sono quasi sempre sottomessa. Lo amo come solo una figlia può amare un padre, ma ho sempre dovuto sacrificare la mia emotività per non scontrarmi a viso aperto coi suoi modi di fare.
Sento il fastidio voler sfogare in pianto, ma non esce una lacrima.
Torno col pensiero alla conversazione in spiaggia, e una luce si accende dentro me. L'ultima cosa che faccio prima di dormire è mandare un messaggio ad Eleonora.
Domani in pausa pranzo andiamo
a vedere la villa dei tuoi sogni?
C.
2
<ciao
corale dalla cucina.
Esco dal cancelletto, e apro la portiera dell'auto.
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Sento un senso di soddisfazione salire su per la gola. La vecchia Claudia oggi si sentirebbe come lei.
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Finalmente qualcuno se ne accorge, a parte me!
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Eleonora non è single per scelta. Lei ha sempre desiderato l'anima gemella, ma non l'ha trovata. Rosario, il suo ultimo ragazzo, l'ha tradita la notte del loro secondo anniversario. Non ha mai detto con chi, ma almeno ha avuto il coraggio di confessarlo. Voleva essere perdonato, ma Ele non ce l'ha fatta. I ragazzi precedenti non si erano comportati molto meglio, ma Rosario è stato il dolore più grande. Lei non si fida più di nessuno. E mettendosi al suo posto, la si può comprendere benissimo.
<
Come ti capisco.
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<in un certo senso sì? La mia era una battuta. Una persona che si sposa non è ferma in un punto. Non per niente il matrimonio si chiama il grande passo
.>>
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Bella domanda...
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3
Io ed Ele lavoriamo in un call center. Rispondiamo alle richieste di aiuto di chi ha problemi con la propria linea telefonica. Ele lavora qui da quasi due anni. Io solo da qualche mese. E grazie a lei.
Il nostro direttore, il signor Mantegna, è un tipo abbastanza strambo. Pretende che rispondiamo tutti al telefono, dicendo: Salve, mi chiamo...Sono qui per risolvere i suoi problemi di linea
.
Qualcuno lo fa. Io invece mi sono rifiutata immediatamente di dire così, anche se il direttore non l'ha mai saputo. Insomma...non siamo mica un centro dimagrante! Immagina se dall'altra parte del telefono ti trovi qualcuno con problemi di peso! Potrebbe pensare che lo prendi in giro...Così io rispondo semplicemente Salve sono Claudia. In cosa posso esserle utile?
Rispondo a una media di trenta telefonate al giorno, per sei ore lavorative. Faccio turni di sette ore che includono un'ora di pausa. Mi trovo bene qui. L'ambiente è caloroso, e i colleghi in linea di massima simpatici. L'unico neo è questo direttore e la sua propensione all’insensibilità. Ma tutto sommato, ho visto di peggio. A me piace parlare, e mi piace aiutare la gente. Questo lavoro richiede proprio questo.
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Resto allibita qualche secondo. Non ci credo. Mi perseguita anche qui. Ma quando la finirà? Quando si rassegnerà? Sono passati due mesi...
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La verità è che ho cambiato scheda. Proprio per evitare questa conversazione con lui. Mi chiamava ogni giorno, ad ogni orario.
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Te lo devo. Con lui ho sempre dovuto. Sono sempre stata in debito. Mai in credito!
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Mamma mia...chiunque altro avrebbe capito e si sarebbe fatto una risata. Perché lui è sempre così maledettamente serio? Ecco, questo è una delle cose che mi faceva soffrire di lui. Non riusciva mai a ridere degli intoppi della vita. Sempre rigido. Tutto d'un pezzo.
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Dovrei darti il nuovo numero e confessare di aver fatto fuori quello vecchio...
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Cerco con gli occhi Ele, ma è intenta a parlare al telefono. Sta ridendo. Il suo dev'essere un interlocutore piacevole. Non si è accorta di nulla. Il mio telefono suona un'altra volta. Mi batte il cuore.
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4
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Il mio bellissimo abito aderente e scoperto sulle spalle. Non volevo nemmeno la coda, ma sarebbe stato un affronto alle tradizioni di mia suocera.
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Fa cagare, penso io.
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Bau.
5
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Provo una sensazione di elettricità. Ma è niente in confronto a quello che provo quando scendendo dall'auto, vedo la villa e il giardino che la attornia.
Eleonora mi sta osservando compiaciuta. <
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La proprietaria, una signora sulla settantina, ci mostra la villa dentro e fuori. È esattamente come l'aveva descritta Eleonora. Aveva tralasciato solo due particolari. Qui si respira aria di pace e c'è un silenzio reverenziale. Il motivo è che gli ospiti attuali sono tutti studenti o lavoratori. Non ci sono quasi mai, e quando ci sono studiano o riposano.
Mi fermo a osservare le palme del giardino e i mille fiori. Che bella sensazione...mi vedo già seduta su quella panchina a leggere. E anche sdraiata sul prato la mattina presto in estate.
Capisco che il mio cuore ha già deciso, prima di ricevere il resto delle informazioni.
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Appena entriamo in auto, Ele ed io ci guardiamo.
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Ma chi se ne importa di Luigi...sarò io a vedermela tutta. Io...solo io...
6
Una delle cose che la mia rivoluzione interiore sta partorendo, è che noi essere umani di questo secolo siamo così intenti a correre, che ci dimentichiamo di sapere dove vogliamo andare. Corriamo e basta. Come i criceti sulle ruote. Possiamo anche sembrare carini a prima vista, ma restiamo comunque degli stupidi.
Il detto "l'importante è