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Prigioniera di me stessa
Prigioniera di me stessa
Prigioniera di me stessa
E-book425 pagine6 ore

Prigioniera di me stessa

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Info su questo ebook

Ella vive la sua vita chiusa in un bozzolo di insicurezze per tenere lontano dal suo passato occhi indiscreti che potrebbero giudicarla dagli errori commessi. Ma ciò che la rende forte, ben presto diventerà la sua trappola,e le sue paure riemergeranno quando il prepotente e affascinante Chris la costringerà ad uscire da quel guscio. Le sue difese crolleranno e capirà di aver vissuto una vita di bugie e silenzi ma a rendere tutto più difficile sarà il suo rapporto burrascoso con il misterioso Kevin. La disperata ricerca di se stessa la porterà a commettere ancora scelte sbagliate e la sua trasformazione diventerà sempre più ardua.
LinguaItaliano
Data di uscita25 mag 2017
ISBN9788892662483
Prigioniera di me stessa

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    Anteprima del libro

    Prigioniera di me stessa - Anna Pulinaro

    stessa

    Anna Pulinaro

    Prigioniera di me stessa

    Youcanprint Self-Publishing

    Questo romanzo nasce dalla mia più

    fervida immaginazione, quindi riferimenti a fatti

    o persone sono puramente casuali.

    CI VUOLE CORAGGIO

    Passiamo la nostra vita a fingere che certe cose non esistano o che alcuni sentimenti non facciano parte di noi, ci convinciamo di stare nel giusto e neghiamo di essere deboli, ma arriverà il giorno in cui rimpiangeremo di non aver detto o fatto quello che realmente avremmo dovuto e, a nostro discapito, capiremo di aver perso il miglior tempo della nostra vita.

    PROLOGO

    MAMIHLAPINATAPAI

    I silenzi non sono altro che la metamorfosi delle parole, ma pur essendo tali fanno molto rumore. Essi hanno il potere di farti sorridere, possono farti piangere e gioire, ma più semplicemente ti fanno parlare e non hanno bisogno di lessico poiché tutto ciò che traspare da un silenzio, rende ogni cosa ascoltabile.

    Non puoi nascondere le tue emozioni dietro di esso perché ogni volta che mi guardi, sento quanto tu mi desideri e vorresti semplicemente che io facessi la mia mossa, come aspetto ogni istante che sia tu a farla, questo gioco continua ad annullarci entrambi e il desiderio si trasforma in qualcosa di assolutamente proibito agli occhi degli altri.

    Ma la passione che c’è racchiusa in noi si propagherà come un fuoco e nulla la spegnerà, sarà puro e passionale desiderio; quello che ardentemente mi consuma ogni volta che ti sono accanto.

    CAPITOLO 1

    UNO SPAVENTOSO INCONTRO

    Vi è mai capitato di svegliarvi in piena notte e iniziare a sentire rumori di ogni genere?

    Bè, a me capita spesso, forse sarà per il mio vivere poco tranquillo, fatto sta che non riesco a darmi una spiegazione del perché ogni volta che mi trovo nella medesima situazione, il mio cuore sembra

    esplodermi dal petto; anzi detto tra noi credo che voglia scappare dal mio sterno perché prova la mia stessa fifa.

    Intendiamoci, so che di notte tutto è più amplificato e so anche che il più delle volte è frutto della mia immaginazione, ma credetemi se vi dico che in questo momento ho gli occhi sbarrati e il lenzuolo tirato fino alla testa, e non sono poi tanto convinta che c’entri la mia immaginazione, il rumore che sento mi sta facendo letteralmente morire di paura. Sono certa che ci sia qualcuno in casa, ma sono pietrificata e non oso sbirciare oltre il lenzuolo, la cosa peggiore è che sento dei passi avvicinarsi.

    Stringo gli occhi e comincio a pregare, lo so non è una scelta giusta, ma credo che funzioni perché d’un tratto tutto sembra svanire nel nulla. Allora apro gli occhi e trovo il coraggio di guardare, ma è buio quindi mi risulta difficile vedere oltre il palmo del mio naso. Provo ad alzarmi, ma proprio in quel momento sento tirarmi le lenzuola di dosso e le mie grida riecheggiano nella stanza semivuota.

    Mi rannicchio sul letto con le braccia strette al corpo per

    proteggermi e sento battere i miei denti così forte che il suono quasi mi stordisce, poi avverto una risata rimbombarmi nelle orecchie, mi sembra proprio di riconoscerla! Guardo attentamente nel buio e intravedo una sagoma illuminata dalla piccola luce che ha in mano, piegata in due dalle risate. Prendo il mio cellulare e accendo la torcia.

    «Brutto figlio di…» mi blocco prima di finire la frase perché come per magia torna la luce nella stanza.

    «Hai avuto paura vero?»

    6

    Non riesco a credere ai miei occhi, è quell’idiota del fratello di mio cognato? In quel momento tutta la paura che avevo accumulato si trasforma in ira.

    «Paura? Ora ti faccio vedere io cos’ho provato!» Mi guardo intorno e vedo solo scatoloni con un mucchio di cose da mettere a posto, poi i miei occhi vengono attirati da un secchio con la vernice.

    «Non avrai intenzione di tirarmi quello vero?» Chiede l’imbecille intuendo le mie intenzioni.

    «Non solo quello! Ti sembra normale intrufolarti in casa di notte per spaventarmi in questo modo?» Guardo le mie mani stringere il secchio pieno di vernice e ci ripenso; non ho certo intenzione di passare la notte a pulire.

    «Come al solito devo ricordarti che Marco mi ha dato le chiavi, questo significa che non mi sono affatto intrufolato. Per quanto riguarda al fatto che ti abbia spaventato è vero, non ho saputo resistere, appena ho visto la tua diciamo macchina nel viale ho pensato che sarebbe stato divertente.»

    Che presuntuoso pezzo di melma umana, ma che faccia di bronzo ha?

    Mi stavo pentendo di non avergli tirato quella vernice.

    «Tu hai qualche problema mentale credimi!»

    «Dai Ella, non vorrai negare che è stato esilarante sentirti gridare in quel modo.»

    «Vaffanculo Chris!» Gli urlo con tutto il mio odio, ma lui se la ride come un cretino.

    «Oh bene, mi stavo chiedendo quando avresti sciolto la tua lingua biforcuta.» Stringo i denti per non insultarlo ancora; ma perché capitano tutti a me?

    «Cosa diavolo vuoi, perché sei qui?» Chiedo esasperata, lui si guarda intorno, si toglie la giacca e solo allora mi accorgo che ha un borsone ai suoi piedi.

    «Sono qui per dormire, che domande mi fai?» I miei occhi

    diventano come quelli dei cartoni animati giapponesi; enormi e totalmente fuori dalle orbite.

    «Come sarebbe a dire che devi dormire, non vedi che ci sono già io?»

    In quel momento smette di ridere e si avvicina al mio letto.

    7

    «Bè se ci stringiamo ci stiamo bene in due, non ti pare?» Mi si blocca il respiro e credo di morire.

    «Ma ti sei drogato? Oh sì ho capito, hai inalato troppi fumi tossici mentre salvavi qualcuno ed ora il tuo cervello è in tilt» dico sventolandogli la mano all’altezza del viso per farlo allontanare dal letto.

    «Sappi che puoi sbraitare quanto vuoi, io da qui non mi muovo, ho detto a Marco che sarei venuto e se non ti piace la mia compagnia puoi sempre andartene.»

    La mia rabbia sta raggiungendo livelli altissimi, guardo l’ora e vedo che sono le tre di notte.

    «Tu sei pazzo se pensi che mi metta alla guida a quest’ora di notte, e poi sono arrivata prima di te, quindi vattene!» Ribadisco la mia posizione e mi metto sotto le lenzuola, mentre lui mi fissa con il suo solito ghigno divertito.

    «Come vuoi ma non dire che non ti avevo avvisata.» Con un colpo si calcia via le scarpe e inizia a sbottonarsi la camicia.

    «Non provarci eh!» Grido, ma lui non mi ascolta e si sbottona i jeans. Inorridita mi copro gli occhi e scappo via cedendogli la stanza.

    8

    UN AMARO RISVEGLIO

    Si dice che il mattino ha l’oro in bocca, ma dopo una nottataccia come la mia, in bocca sentivo solo l’amarezza di non aver dormito un granché a causa dell’intrusione di Chris, sapere che dormiva nella stanza accanto alla mia mi ha resa irrequieta, per non parlare del fatto che l’ho sentito parlare fino a notte fonda al cellulare. Eppure a vederlo ora sembrava che avesse riposato molto bene, al contrario di me che mi aggiro in casa come uno zombie.

    «Ho portato caffè e brioche!» Esordisce mia sorella entrando improvvisamente.

    «Buongiorno bellissima!» La saluta lui andandole incontro per scoccarle un bacio sulla guancia. Mi viene da vomitare.

    «Buongiorno sorellina, wow, che faccia; hai dormito male?» Non le rispondo nemmeno, ma lui come al solito prende la parola.

    «Tua sorella stanotte ha avuto un incontro ravvicinato con gli alieni, volevano rapirla per fare esperimenti e capire se per caso ci fossero altri esseri come lei.»

    Dio quanto lo odio con quel sarcasmo da due soldi.

    «Piantala idiota prima che ti rovesci quel caffè in testa.» Giorgia mi guarda sbigottita.

    «Ok ragazzi, vi prego cercate di stare calmi perché abbiamo ancora pochi giorni per sistemare questo appartamento, quindi vi sarei grata se sotterraste l’ascia di guerra.» Dopo la ramanzina della saggia Giorgia, lui mi fa una smorfia infantile ed io gli rispondo con un dito medio che mi dà molta soddisfazione.

    La giornata si mostra alquanto faticosa, ma quasi a fine serata abbiamo sistemato l’ottanta per cento della casa. Tra qualche settimana la mia sorellona si sposerà, quindi tutti quanti le abbiamo promesso che l’avremmo aiutata, ed eccoci coinvolti in questa grande sfida.

    Tutto sembra procedere bene, ma a un certo punto sento Giorgia ridere, mi affaccio in cucina ma non c’è, così provo in giardino. Vedo lei insieme a Chris, parlano intimamente e dal modo in cui gli sorride, si capisce che tra loro ci sia qualcosa. Non sono affari miei, ma 9

    proprio non lo tollero quel bellimbusto, e cosa peggiore lei sembra pendere dalle sue labbra.

    «Io ho sistemato tutto, vado via» dico irrompendo nel loro momento vomitevole.

    «Dove devi andare?» domanda mia sorella prima che lasci il

    giardino.

    «Cosa ti importa, non ho dieci anni mammina» rispondo

    canzonatoria voltandole le spalle.

    «Ti vedi ancora con quel tipo?» insiste ancora prima che possa varcare la soglia della cucina per sgattaiolare via, ma infastidita da quella domanda mi giro, visibilmente arrabbiata.

    «Perché non pensi un po’ agli affari tuoi? Hai più bisogno tu di consigli a quanto vedo.» Nel terminare la frase lancio un’occhiataccia a Chris che sembra non voler cogliere la provocazione.

    «Non tornare tardi almeno!» La sento gridare mentre lascio

    definitivamente questa casa.

    Entro in macchina pronta per andare da lui, ma non parte, andiamo bella la incito girando nuovamente la chiave nel contatto, ma non ne vuole proprio sapere. Senza scoraggiarmi apro il cofano e ci guardo dentro senza sapere che fare, mi giro verso casa di Marco e vedo che le luci si spengono. Accidenti! impreco tra me, ora sarò costretta a sorbirmi la stupidità di quel cretino.

    «Ehi cosa è successo?» domanda ovviamente Giorgia vedendomi in panne.

    «Questo catorcio non ha intenzione di muoversi!» Dico furente, e già intravedo il ghigno divertito sulla faccia del pagliaccio.

    «Puoi lasciarla qui, ti diamo noi un passaggio.» Mi propone mia sorella, ma la cosa mi stupisce perché ha usato il plurale.

    «Non hai la tua macchina?» domando con la speranza di aver capito male.

    «No stamattina mi ha dato un passaggio papà, la mia è in revisione.»

    Che disdetta, sfigata fino al midollo. Il pensiero di andare con loro però non mi alletta di certo, così rifiuto l’invito.

    «Lascia stare ora provo a far ripartire il cadavere» rispondo in modo alquanto acido e mi infilo con la testa nel cofano.

    10

    «Cosa speri di trovare lì dentro? Sembri che cerchi di giocare all’allegro chirurgo; mi raccomando sta attenta a non toccare i punti vitali del cadavere, potrebbe anche tirarti dentro e strangolarti con qualche cavo elettrico.»

    Idiota, di restarsene zitto non ne ha intenzione? Mi alzo per contrattaccare con una freccia al veleno, ma non appena mi volto rischio di cadere nel cofano perché è a un millimetro da me.

    «Se ora non te ne vai sai dove te lo ficco un cavo elettrico?» sbraito inviperita, ma mi ride in faccia senza ritegno, fregandosene di quello che ho detto, poi si rivolge a mia sorella.

    «Tesoro potresti andare a prendermi la torcia nel ripostiglio, così vedo cosa è successo a questa scatoletta?»

    Sto per strozzarmi, lui fa il mieloso con mia sorella? Davvero vomitevole, e lei? Cavolo, obbedisce come un cagnolino.

    «Spostati che controllo.» Mi dice con un tono che non ha niente a che fare con il miele.

    «Non ci penso nemmeno, non ti ho chiesto proprio niente!»

    Rispondo parandomi dinanzi alla macchina.

    «Come vuoi.» Replica risoluto e di colpo mi alza letteralmente, spostandomi sul lato.

    «Come ti permetti deficiente!» Urlo tirandolo per un braccio, ma lui mi spinge verso il paraurti costringendomi a sedere sulla macchina.

    «La vuoi smettere di fare i tuoi soliti capricci? Sei davvero così…

    insopportabile che mi vien voglia di sculacciarti!» Arrossisco come un peperone e provo immediatamente a togliermi da quella posizione, ma non ci riesco perché è proteso verso di me ed io, per non sfiorargli il viso, indietreggio con la schiena rischiando di finire seriamente nel cofano.

    «Sei un bifolco prepotente e uno stronzo, togliti subito dalla mia vista prima che ti do un calcio nei tuoi gioielli!» Ma imperterrito continua a rimanere in quella posizione per me scomoda.

    «Perché sei così prevenuta? Hai forse paura che in giro si sappia che ti ho aiutata?» Per un attimo vengo sopraffatta dal suo bellissimo profumo e mi ritrovo a fissarlo come una ebete, finché non vedo avvicinare la sua mano al mio viso.

    11

    «Non ci provare brutto pervertito che non sei altro, credi che io sia una sprovveduta come mia sorella? So bene cosa cercano quelli come te!» Dico spingendolo via liberandomi della sua vicinanza.

    «Ah sì? E sentiamo, donna di mondo, cosa cercherebbero gli uomini come me?» Inizio a ridere per quella domanda idiota.

    «Oh andiamo Chris! Tu hai una calamita per le gonnelle e vorresti farmi credere che hai occhi solo per mia sorella? Bè io non ci credo.»

    Ma invece di soddisfare la mia curiosità si limita a guardarmi con quel solito sorriso arrogante, poi come se nulla fosse si volta e torna a guardare nel cofano. Praticamente ho ragione, con il suo silenzio mi ha confermato quanto sia un donnaiolo.

    «E comunque sappi che ci tengo a precisare che sono molto

    meticoloso nella scelta delle gonnelle, e tu non sei proprio il mio tipo.»

    Ma che coglione pezzo di melma che non sei altro! «Ed io tengo a precisarti che quelli come te sono come il sale nel budino.» Sparo la prima cosa che mi viene in mente e lui si gira con un’espressione abbastanza confusa.

    «Cosa c’entra ora il sale e il budino?»

    Chiudo gli occhi a fessura per trattenermi da un insulto molto colorito, ma mi riesce veramente difficile.

    «Sei inutile Chris! Lo capisci? I-N-U-T-I-L-E!» Urlo scandendo bene la parola.

    «Questo è sempre da vedersi, attendo con ansia il giorno che avrai bisogno di me e allora vedremo quanto ti sarò utile.»

    «Allora credo che diventerai vecchio e decrepito, perché quel giorno non arriverà mai!» Dico con estrema soddisfazione e convinzione, poi improvvisamente mi dà le spalle.

    «Bene, questo significa che te la caverai da sola anche adesso che hai un insetto enorme tra i capelli.»

    «Cosa?» Grido disperata cercando di dimenarmi per liberarmi

    dall’insetto, mentre lui se la ride di gusto.

    Maledetto Chris, la mia vendetta sarà servita fredda, quel giorno verrà pianificato scrupolosamente e quando avrà abbassato la guardia mi vendicherò. Almeno spero; oddio odio gli insetti.

    12

    CAPITOLO 2

    UN GIORNO INDIMENTICABILE

    In casa nostra c’è un via vai di persone, chi se ne sta seduto a chiacchierare, chi invece vaga in giro in cerca di chissà che cosa.

    Sembrano tutti matti e mia madre in cucina prepara l’ennesimo caffè per il fiume di persone che continua ad arrivare. La fisso e mi viene da ridere; ha i bigodini in testa e sembra che abbia un nido per uccelli… davvero buffa. Mia sorella Giorgia invece si sta truccando, indossa un vestito color smeraldo uguale al mio poiché siamo le damigelle d’onore, ma a lei si intona perfettamente ai suoi occhi nocciola sfumati di verde, nel salone c’è la mia sorellona Rosy.

    È il giorno del suo matrimonio, dopo dieci anni di fidanzamento con Marco, finalmente sta per coronare il suo sogno, ed è semplicemente stupenda; il suo abito stile impero le sta d’incanto, anche se lei avrebbe preferito tutt’altro modello, ma viste le sue condizioni, ciò non le è stato possibile.

    Già… mia sorella maggiore era incappata in un incidente di

    percorso, così aveva detto ai miei genitori, ma per sua fortuna la reazione dei miei è stata molto diversa da come me la sarei aspettata, erano addirittura entusiasti di questa gravidanza. Più la osservo e più non capisco perché si dia tanto da fare con il trucco, per me non ne ha affatto bisogno, con i suoi trentadue anni farebbe invidia a chiunque; ne dimostra molti di meno, ha il viso liscio e privo di imperfezioni assomiglia molto alla mamma in questo, mentre

    l’altezza l’ha ereditata da nostro padre. Che invidia; certo io non posso lamentarmi, credo di stare bene nel mio metro e

    sessantacinque, ma si sa che non si è mai soddisfatti.

    I suoi capelli lunghi e neri come il velluto le scendono sulle spalle, è molto felice ed io amo guardarla mentre fa le foto.

    13

    «Cosa fai ancora in vestaglia!» Esclama improvvisamente scoprendomi a osservarla.

    «Non agitarti sorellona, ti verranno le rughe d’espressione, e poi…

    data la situazione credo che ci vorrà ancora un bel po’ prima di andare in chiesa.»

    Ecco questa sono io, la più piccola delle tre anche se la nostra età varia di poco, mi precede Giorgia che ha ventotto anni, due in meno di me, che sono decisamente la più indisciplinata, ma anche la più simpatica.

    «Sai che non è così, ho già fatto le foto con papà, ma non ho ancora visto le mie damigelle pronte, mi spieghi come posso essere serena?»

    Le sorrido senza rispondere, non voglio irritarla nel giorno più memorabile della sua vita, così mi defilo di corsa in camera mia e indosso il mio vestito, un’occhiata allo specchio, giusto il tempo di vedere che effetto fa su di me, mi giro e rigiro constatando che mi sta benissimo pur non essendo mia consuetudine vestirmi in modo così femminile; metto le scarpe e torno nel salone.

    «Eccomi, hai visto che non era il caso di agitarsi troppo?» Annuncio a Rosy, lei mi guarda e finalmente il suo viso si illumina.

    «Sei bellissima…»

    Le sorrido incerta, dice che sono bellissima, ma lei è sicuramente unica, mi avvicino e mi prende entrambe le mani, la fisso negli occhi e mi accorgo che sta per piangere.

    «Ti prego non farlo, non puoi piangere adesso, il… il trucco si rovinerà, così dovranno ricominciare tutto il restauro da capo.» D’un tratto scoppia a ridere, sono riuscita ancora una volta a farla sorridere, poi il fotografo la chiama e lei si allontana facendomi l’occhiolino, ritorno in cucina per vedere come procedono i preparativi. Giorgia è pronta e la vedo chiacchierare con alcuni parenti, mi limito a starmene lontana a osservarli. Non amo molto averli per casa, tutti a fare domande, a guardarmi dalla testa ai piedi intenti a cercare un qualsiasi difetto… che ipocriti.

    Purtroppo non ho un buon rapporto con i miei parenti, forse perché da quando ci siamo trasferiti in California nessuno si è fatto mai sentire, certo non pretendevo che prendessero un aereo per venire qui, 14

    ma ciò non li giustifica per non aver nemmeno mai fatto una telefonata, ma d'altronde mia madre, essendo una italiana doc, non aveva rinunciato a invitarli ed ora sono costretta a passare un’estenuante giornata in loro stretto contatto.

    No, decisamente non fa per me, e devo escogitare qualsiasi cosa pur di evitarli. D’un tratto mentre sono assorta nei miei pensieri, sento due mani stringermi i fianchi e un soffio caldo alitarmi sul collo.

    «Sei bellissima…» Riconosco il suo profumo ancor prima di

    percepire la sua voce.

    «Chris, idiota, com’è possibile che non riesci a distinguere me da mia sorella!» Borbotto furiosa.

    Chris, il fratello di Marco, è dannatamente bello e sicuro di sé, ma consapevolmente presuntuoso, donnaiolo e più delle volte stronzo, ma purtroppo sta per diventare un membro della nostra famiglia, e questo lo rende ancora più caparbio nel corteggiare Giorgia. Ormai non tenta nemmeno di nasconderlo, anche i miei genitori lo sanno e stranamente lo apprezzano, io decisamente no.

    Per me è irritante e a volte sembra che ci provi anche con me, ho già un ragazzo, e anche se i miei non lo approvano me ne sono fatta una ragione. Invece a Giorgia piace la sua compagnia e non riesce a vedere il suo lato negativo, temo che presto la farà soffrire, la cosa che mi fa rabbia è che non sono ancora riuscita a capire a che gioco stia giocando, a volte sembra quasi che stia per dichiararsi a Giorgia, ma quando lei non c’è, si comporta in modo ambiguo con me, ecco perché ci punzecchiamo sempre, e sono sempre pronta a tirargli in faccia la sua sfacciataggine.

    «Ella! Sempre gentile a quanto vedo.» Risponde tipicamente

    sarcastico.

    «E tu sempre confuso a quanto pare.» Ribatto pungente più che mai.

    «Confuso? Non direi, a quanto pare oggi indossate lo stesso vestito, e poi… viste da dietro siete identiche.» Sul finire la frase è un po’

    troppo sensuale, inspiegabilmente arrossisco, ma subito reagisco emettendo una risatina acida seguita da una smorfia.

    15

    «Sei il solito pervertito, perché non vai a fare compagnia a chi gradisce la tua presenza, io ho ben altro da fare.» Tento di liquidarlo con un gesto della mano.

    «Wow, sono stupito, oggi ti sei limitata con gli insulti. Grazie, ma…

    proprio non capisco tu cosa abbia di meglio da fare, te ne stai qui a osservare gli invitati, perché non ti butti nella mischia?» La sua riflessione mi fa innervosire, cosa diamine gli interessa a lui di cosa faccio io? L’istinto mi dice di mollargli un pugno sul suo bel muso che tanto vanta, faccio dei respiri profondi per calmarmi, non voglio creare nessun casino oggi… dannazione perché mia sorella ha scelto suo fratello.

    «Ascolta Chris, cerchiamo di fare in modo che questa giornata finisca nel migliore dei modi, ok? Ti sarei grata se facessi finta che io non ci sono… e non ti ci abituare troppo ai miei complimenti soft.»

    Mi allontano velocemente per non dargli il tempo di ribadire, lasciandolo interdetto.

    Mi rifugio in camera mia e chiamo Kevin, non attendo molto, e al secondo squillo lui risponde.

    «Ciao bellezza come te la passi?» Il suo tono mi arriva così seducente che mi sciolgo all’istante.

    «Decisamente male senza di te, ho voglia di scappare subito da tutti questi lustrini e togliermi questo vestito.» Rispondo irritata visto che non posso stare con lui.

    «Bè, se è per il vestito mi piacerebbe che tu lo lasciassi togliere a me, sto già gustando il piacere di farlo…»

    La storia tra me e Kevin dura da un paio di anni, ma la nostra relazione è mal vista da tutti i componenti della mia famiglia, non li biasimo, non pretendo che lui piaccia a tutti. Ammetto che abbiamo qualche problema, quale coppia non li ha, ma adoro stare con lui, sembra l’unico che mi capisca e accetti per come sono, non gli interessa il mio passato.

    «Ti prego non dire così altrimenti mollo tutti qui e corro da te.» Dico disperata e sento la sua risata.

    Che sensualità.

    16

    «Piccola sta calma altrimenti rischi di rovinare la grande festa, ho un’idea.» Mi dice con voce fin troppo roca.

    «Non tenermi sulle spine e dimmi cosa stai escogitando.» Sono ansiosa lui è un tipo molto misterioso, quanto vorrei stare fra le sue braccia, magari fare l’amore tutto il giorno.

    «Fammi sapere quando sta per finire la festa, vengo a prenderti con la moto mia principessa e magari questa giornata avrà un risvolto decisamente migliore.»

    Adoro andare in moto, soprattutto nelle sere d’estate, e questa sera sarebbe fantastica.

    «Mi piace il tuo programma mio prode cavaliere, ma ho bisogno che tu mi porti qualcosa di ricambio, non posso salire sulla moto con questo vestito.»

    «A questo ci penserò io, tu rilassati e non cercare casini, ci sentiamo dopo.» Riaggancia e resto a fissare il display, questa telefonata mi ha reso ancora più irrequieta, come farò per tutto il resto della giornata?

    Mi stendo sul letto e fisso il soffitto.

    «Ella dove sei, dobbiamo finire le foto.» La voce di Giorgia mi fa sobbalzare, mi alzo di scatto, aggiusto il vestito ed esco dalla mia camera.

    ***

    La cerimonia è stata molto emozionante, tutto è andato come aveva stabilito Rosy, senza intoppi e stranamente mi è piaciuta, mio padre si è lasciato andare in chiesa e ha fatto piangere anche me. Adoro mio padre, ho un buon rapporto con lui, anche se da quando è entrato Kevin nella mia vita abbiamo avuto molti scontri, ma mi ama, so che vuole il meglio per me, mentre con mia madre ho sempre avuto uno strano conflitto, forse siamo fin troppo simili e questo ci porta a tenerci distanti anche nelle confidenze. Nonostante questo è una parte importante della mia vita, le voglio bene e non potrei fare a meno di lei. Spero solo che un giorno accettino le mie scelte.

    17

    CHRIS

    Arrivati alla villa dove è stato organizzato il rinfresco, tutti gli ospiti si catapultano sul banchetto nuziale, mentre io mi limito a prendere alcuni rustici e mi allontano in un angolo dove posso accomodarmi in un giardino incantato a bordo di una piscina stupenda. E guarda la divina provvidenza cosa mi offre?

    «Viene voglia di fare un tuffo, non è vero?» Dico sorpreso nel trovarla proprio dove ho scelto di rifugiarmi io.

    «Cosa ci fai qui Chris?» Non mi guarda nemmeno, ma

    dall’espressione posso capire che non gradisce la mia presenza.

    Come al solito aggiungerei.

    «È il matrimonio di mio fratello ricordi?» Mi fulmina con un’

    occhiataccia carica di rabbia.

    «Come potrei dimenticarlo… sai credo che tu sia stato adottato.»

    Scoppio a ridere, e questo la irrita ancora di più. «Sei proprio divertente, sentiamo cosa ti fa dedurre che io e Marco non siamo fratelli?» Mi fissa con gli occhi a fessura, mi diverte prenderla in giro, anche se so che ben presto mi restituirà la provocazione.

    «Tanto per cominciare lui non è una testa di cazzo.»

    Beccati questa penso sempre divertito.

    «Nemmeno io lo sono.» Rispondo convinto e impassibile mentre addento una pizzetta con disinvoltura.

    «Oh… lascia stare, sei il solito egocentrico puttaniere convinto che tutte le donne ti cadano ai piedi, ma sei solo un povero illuso.» Si alza di scatto e nel farlo dimentica di avere il piatto sulle gambe, così rovescia tutto a terra.

    «Merda!» Esclama folle di rabbia, mi alzo e la prendo per il gomito.

    «Ella perché sei così agitata, prova a rilassarti e goditi la festa, che problema hai?» Si divincola bruscamente e mi prende per la cravatta.

    «Tu sei il mio problema, io odio la tua presenza, odio come guardi mia sorella, e odio quando ti rivolgi a me, tu per me non esisti, fattene una ragione… e lascia in pace Giorgia.»

    18

    Mi tiene stretto e il suo viso è così vicino al mio, trema di rabbia e nonostante mi abbia sputato in faccia il suo odio, la guardo ammirato e il suo viso arrabbiato mi fa impazzire. Allungo la mano sulla sua, liberandomi dolcemente dalla presa, e prima che possa ritrarsi le prendo la mano.

    «Sei così notevole Ella, ma sappi che tra l’odio e l’amore c’è un binomio che non si può negare… e per quanto riguarda Giorgia, smettila di farle da baby-sitter, è adulta e consapevole di ciò che vuole, al contrario di te che non ho ancora ben capito a cosa aspiri, te ne vai in giro con quel tipo che proprio non ti si addice.» Mi zittisco per qualche istante il suo respiro diventa profondo, alzo l’altra mano e mentre indugio, pensando se sia il caso o meno di avvicinarla al suo viso, mi respinge con tutta la sua forza.

    «Non osare toccarmi, tu… tu mi hai fatto veramente incazzare, non provare più ad avvicinarti a me perché la prossima volta che lo farai, non esiterò a darti un pugno in faccia.» È veramente infuriata, ma dannatamente bella, e odio il fatto che stia con uno come Kevin, mi turba quel suo rapporto malato.

    «Mi dispiace averti fatta… arrabbiare, ma credo che questa sarà una giornata molto lunga.»

    La sua espressione è esilarante, si allontana colpendomi

    volontariamente con la spalla. Per sua fortuna è il matrimonio di mio fratello, ma se fossimo stati in un’altra situazione, non gliela avrei fatta passare liscia.

    ELLA

    La festa prosegue con successo e mi tengo a debita distanza da Chris, ma non sono riuscita a evitare di guardarlo mentre faceva il cascamorto con Giorgia, quella ragazza ha urgentemente bisogno di consigli, ma non qui purtroppo.

    «Tesoro… mi concederesti questo ballo?» La voce del mio papà mi tranquillizza, mi volto e vedo i suoi occhi felici, gli prendo la mano e 19

    mi faccio trascinare al centro della sala lasciandomi trasportare dalle note di Unchained Melody.

    Che sensazione meravigliosa, ballare con papà mi piace molto, mi emoziono, mi stringo a lui e assaporo la certezza del suo amore, appoggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi.

    «Tutto bene Ella?» Mi domanda d’un tratto.

    «Meravigliosamente.» Rispondo guardandolo negli occhi, lui mi sorride.

    «Sai vero che ti voglio bene?»

    Mi corruccio per quel tono incerto. «Ma certo che lo so papà, perché me lo chiedi?» Lo sguardo di mio padre si rabbuia.

    «Voglio che tu sappia che i nostri diverbi non hanno nulla a che fare con l’amore che ho per te.» Ora mi sento in colpa, so che si riferisce alle liti avute a causa di Kevin.

    «Papà… non c’è bisogno che ti giustifichi con me, nessuno mi impedirà mai di amarti.» Finalmente i suoi occhi tornano a brillare, e io torno a stringermi a lui.

    «Scusi Antonio, posso rubarle la dama?»

    Chris… non posso crederci è tornato pronto a rompermi le scatole.

    «Sei cieco o cosa? Non vedi che sto ballando con mio padre?» Non posso trattenermi, la mia acidità sta per esplodere.

    «Tesoro vai pure, possiamo ballare dopo, e poi ti lascio in ottime mani.» Con un gesto galante mio padre concede la mia mano a Chris e mi dà un bacio sulla guancia.

    «Non dire una parola.» Lo intimo mentre lui attende che io mi lasci trasportare da lui e stranamente non mi risponde, ma quel sorriso che ha sul viso mi irrita.

    Mi accosto lentamente a lui, e quando gli sono vicina, mi appoggia la mano sulla schiena, ho un brivido per quel contatto inaspettato.

    «Non osare approfittare di questa situazione.» Gli lancio

    un’occhiata di fuoco, se avessi potuto, lo avrei incenerito. Continua stranamente a non rispondermi, forse ha seppellito l’ascia di guerra?

    No non è possibile, qualcosa sta escogitando, decido di starmene buona e spero che la canzone finisca presto.

    20

    «Hai visto che non c’è niente di male a stare in mia compagnia?»

    Esclama sorprendendomi.

    «Questa è solo una circostanza, sappi che non è mia intenzione ripetere questa macabra esperienza.»

    «Ella… vorrei molto che un giorno tu potessi conoscere il vero Chris, non sono il lupo cattivo che tanto ti ostini a vedere.» Ha un tono pacato e sincero, lo guardo nei suoi occhi profondi e grigi, sembra leale e non so perché sento un tonfo nello stomaco.

    «A me non interessa chi sia tu, non sono certo io che devo giudicarti, e poi… i miei sono punti di vista.» Mi sento imbarazzata e volgo il

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