Feriti da Felicità
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Anteprima del libro
Feriti da Felicità - Emanuele Grilli - Vita Solaro
Emanuele Grilli - Vita Solaro
Feriti da Felicità
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Indice dei contenuti
Note
FERITI DA FELICITA'
CAPITOLO I
Giovedì 27 aprile
MATILDE
Mati, Matilde all’anagrafe, scende le scale velocemente. Ha la borsetta a tracolla e la borsa della spesa vuota. Spesso la dimentica a casa. Oggi no, è stata diligente e precisa, una donna organizzata. Esce dal portone. L’aria primaverile le sale su per le narici, odore di fiori, dolce e mieloso. Rallenta il passo per godere di quel tepore. Odia l’inverno, il freddo, la pioggia, le calze, i maglioni, i cappotti, le sciarpe e gli ombrelli. D’inverno si contrae, sente i crampi di dolore sui muscoli della schiena. In primavera sboccia, si rilassa e una sensazione di leggerezza attraversa il suo animo. La sua teoria è che preferisce il caldo perché è al caldo che è nata, in un’afosa giornata dei primi di agosto. Il suo primo impatto col mondo è avvenuto al caldo, un imprinting indelebile della sua memoria primordiale.
Una macchina si ferma all’incrocio sopra le strisce pedonali, un uomo e una donna si danno un bacio dentro l’abitacolo, un bacio fugace sulle labbra, il saluto veloce di due fidanzati. La donna scende dall’auto, è giovane, venti, venticinque anni al massimo, Matilde ne incrocia lo sguardo. Un sorriso di felicità inonda i suoi occhi, è innamorata. Pensa a sé stessa qualche anno fa, quando ancora la giovinezza era realtà. Un tenace desiderio di futuro. Prova tenerezza per la ragazza e per sé stessa giovane. Adesso, alla soglia dei quarant’anni, è diverso, ha perso l’innocenza che caratterizza i sogni, di molte cose può dire che non è la prima volta. Il tempo stagna sulle sue ossa e i ricordi sono diventati archivi preziosi e ingombranti, polverosi come libri da preservare all’oblio in una vecchia biblioteca. Ecco si sente carica di ricordi, come se portasse una valigia pesante di cui non vuole sbarazzarsi. Se le chiedessero di tornare indietro nel tempo risponderebbe: No, grazie, Troppo faticoso, non vi darò neanche un minuto del tempo trascorso
. A volte pensa che tutto ciò dipende dal fatto di non avere rimpianti, neanche uno, solo qualche rimorso ed è quasi inconsistente, leggero come una piuma pronta a volar via alla primo soffio di brezza.
Arriva lenta all’incrocio mentre l’autovettura si mette in moto, guarda dentro l’abitacolo per sincerarsi che l’uomo si è accorto di lei sopra le strisce pedonali. E’ bello, moro, capelli lunghi e mossi, occhi scuri, sensuale come pochi. Le sorride facendole segno di passare. Sorride anche lei, chinando la testa in segno di ringraziamento. Attraversa. Lo ritrova dall’altra parte della carreggiata, altre strisce pedonali, altri sorrisi ricambiati. Gli uomini sono tremendi
- pensa– Ha appena salutato la sua donna e già fa il seduttore con un'altra
.
Prosegue a passi veloci sino al supermercato, la lista della spesa in mano: ecco le uova, la carne, i surgelati, il parmigiano, i tovaglioli …… Riempie il carrello e si avvia alla cassa a pagare, la fila. Soliti gesti quotidiani, soliti pensieri di fuga verso luoghi assolati, spiagge bianche, natura. Ama sentire la sabbia sotto i piedi, vivere in pareo. Ancora una decina d’anni e venderà tutto: la casa, il centro estetico, la macchina. Tutto, vuole invecchiare sotto il sole cocente di un paese tropicale, lontana da tutto e da tutti: la madre, la sorella, la zia zitella, il fidanzato di una vita che non ha mai voluto sposare. Povero Giampiero, sempre lì a sopportare le sue paturnie, noioso come la pioggia in una lunga e buia giornata invernale.
L’uomo sta lì fuori, parcheggiato in doppia fila all’uscita dal supermercato. Apre la portiera, Vuoi un passaggio?
- le chiede con il sorriso malizioso di mezz’ora prima. Matilde si guarda intorno, ha paura di essere vista, riconosciuta da qualche amica della madre in cerca di pettegolezzi. No, non c’è nessuno, sale posando la busta della spesa tra le gambe, davanti a sé.
Come ti chiami?
le chiede.
Eva, come quella della mela e tu?
Allora facciamo che io sono Adamo, ti va bene?
Benissimo
Mette in moto e si avvia verso il lungomare di Ostia, oltre gli stabilimenti ancora chiusi, tra le stradine sterrate costeggiate dalla macchia mediterranea. Lì fanno, l’amore. Mati si sdraia sul cofano, con la camicia sbottonata, lui le scosta gli slip e sente la sua lingua. E’ piena di desiderio, vuole averlo dentro di sé. Appena lo sente un brivido le percorre la schiena ed ha un sussulto.
A casa posa la busta della spesa sul tavolo della cucina. I surgelati si sono completamente scongelati, ma è felice. Ha aggiunto un altro ricordo al suo archivio polveroso.
LORENZO
Lorenzo si alza presto. Stamattina deve andare al lavoro per parlare col direttore del giornale e commentare il suo articolo, il direttore scrive male e parla peggio, ma è il Patron
e lui deve assecondarlo.
Lorenzo ha 46 anni, tanti sogni nel cassetto, troppi. Single, una vita passata inutilmente a cercare la donna che lo renda felice. Non c'è mai stata, né mai ci sarà. Ha afferrato col tempo questa triste verità fingendo di non averla incontrata.
Sua madre lo ha reso insicuro e cattivo, suo padre ambiguo e poco chiaro.
Lorenzo è timido con le donne, vorrebbe avvicinarsi a loro ma l'intimità lo spaventa.
Grazie mamma.
Ogni mattina si reca alla redazione del giornale in cui lavora. Scrive articoli, scrive bene ma nessuno glielo dice. Il capo si offenderebbe. Nessuno è a conoscenza che Lorenzo corregge gli articoli di fondo del direttore.
Stamattina Lorenzo sente qualcosa di diverso dentro si sé, sognante e sbadato entra in ufficio ed urta la procace collega, Fiammetta.
Guarda dove vai, cazzo! Sei sempre il solito distratto Sassaroli!
Lei lo guarda come se fosse una merda di cane. La stronza, 40 anni di merda e fa i pompini al direttore.
Lorenzo vorrebbe scusarsi infatti apre la bocca.
-Sei sempre stata una stronza, e adesso stai invecchiando male. Pensi di essere brillante ma sei solo una scialba e noiosa donna della borghesia che lavora perché si scopa il capo. Fossi in te mi affretterei a trovare qualcuno che ti sopporti, altrimenti invecchierai sola e infelice come già sei. Vaffanculo!
Fiammetta lo guarda come se fosse un alieno, Lorenzo non gli aveva mai parlato così. Corre in bagno e si chiude dentro a piangere. Il collega gli ha sbattuto in faccia una spietata verità che già conosceva.
Lorenzo rimane basito, non si capacita di quello che ha detto ma si sente meglio, Fiammetta è sempre stata antipatica con lui, che se ne era invaghito. Già, Lorenzo si invaghisce delle donne sole e cattive come sua madre, spera di pareggiare il conto, spera di poter avere l'amore che non ha avuto. Spera….
Gli prende una improvvisa voglia di uscire, è una bella giornata primaverile e lo coglie un desiderio agrodolce di abbandonarsi al tepore del sole, andrà a passeggio fino al supermercato a fare la spesa, ormai è deciso.
Sassaroli, venga in ufficio
- la voce virile ed impostata del direttore lo richiama alla realtà. Che uomo il Direttore, un uomo tutto di un pezzo, un vincente, uno che parla chiaro.
"Non perdiamo tempo, signor direttore. Le dico sulla porta quello che penso dell'articolo, sarebbe meglio che si