Vento perenne

Di Angelo De Ceglie

FANTASCIENZA - In un'Italia futura sconvolta dalla guerra, la toccante storia di una bambina molto speciale, troppo speciale

Una nuova, terribile guerra ha devastato il mondo. Una guerra che ha ucciso più della metà della popolazione, che ha inquinato il mondo di radiazioni, e che ha condannato i sopravvissuti a una vita da malati. Ma la guerra ha anche portato qualcos'altro: tra i molti mutanti, alcuni possiedono un dono, la capacità di comunicare con la mente. Perseguitati, vivono nella clandestinità sostenendosi e aiutandosi a vicenda. Finché un giorno nella loro vita non entra Manta, una bambina molto speciale.

Angelo De Ceglie (1956-1985) è stato tra i protagonisti di una delle epoche più creative della fantascienza italiana, gli anni settanta e ottanta. Ha scritto una trentina di racconti, diversi dei quali pubblicati sulla rivista "The Time Machine", all'epoca portabandiera della letteratura fantastica in Italia, arrivando a vincere il premio Italia nel 1982 col racconto "Babele". Tra le sue opere migliori "Pianeta illusione", "E il serpe si morsicò la coda", "Oltre Plutone". De Ceglie svolgeva anche attività di editor, sia nella cura della rivista amatoriale da lui pubblicata, "Vox Futura", che nella preselezione dei racconti italiani per la rivista "Robot". Stava lavorando al suo primo romanzo quando morì in un incidente, a soli ventisette anni.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 19 mag 2015
• ISBN: 9788867757916

Anteprima del libro

a cura di World SF Italia

Angelo De Ceglie

Vento perenne

Racconto lungo

Prima edizione maggio 2015

ISBN 9788867757916

© 1984 Angelo De Ceglie. L'editore ha fatto il possibile per rintracciare eventuali eredi, e resta a disposizione degli eventuali detentori di diritti.

Edizione ebook © 2015 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

Versione: 1.0

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Indice

Il libro

L'autore

Vento perenne

12 giugno 2056, 19.00

4 maggio 2056, 17.00

4 maggio 2056, 18.30

12 giugno 2056, 19.30

4 maggio 2096, 20.30

11 maggio 2056, 16.00

25 maggio 2056

12 giugno 2056, 2.09

12 giugno 2056, 9.00

12 giugno 2056, 11.18

12 giugno 2056, 11.22

12 giugno 2056, 11.40

12 giugno 2056, 12.05

12 giugno 2056, 12.25

12 giugno 2056, 13.20

12 giugno 2056, 13.25

12 giugno 2056, 13.35

12 giugno 2056

12 giugno 2056, 20.45

12 giugno 2056, notte

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Il libro

In un'Italia futura sconvolta dalla guerra, la toccante storia di una bambina molto speciale, troppo speciale

Una nuova, terribile guerra ha devastato il mondo. Una guerra che ha ucciso più della metà della popolazione, che ha inquinato il mondo di radiazioni, e che ha condannato i sopravvissuti a una vita da malati. Ma la guerra ha anche portato qualcos'altro: tra i molti mutanti, alcuni possiedono un dono, la capacità di comunicare con la mente. Perseguitati, vivono nella clandestinità sostenendosi e aiutandosi a vicenda. Finché un giorno nella loro vita non entra Manta, una bambina molto speciale.

L'autore

Angelo De Ceglie (1956-1985) è stato tra i protagonisti di una delle epoche più creative della fantascienza italiana, gli anni settanta e ottanta. Ha scritto una trentina di racconti, diversi dei quali pubblicati sulla rivista The Time Machine, all'epoca portabandiera della letteratura fantastica in Italia, arrivando a vincere il premio Italia nel 1982 col racconto Babele. Tra le sue opere migliori Pianeta illusione, E il serpe si morsicò la coda, Oltre Plutone. De Ceglie svolgeva anche attività di editor, sia nella cura della rivista amatoriale da lui pubblicata, Vox Futura, che nella preselezione dei racconti italiani per la rivista Robot. Stava lavorando al suo primo romanzo quando morì in un incidente, a soli ventisette anni.

Dello stesso autore

Angelo De Ceglie, Babele Classici della Fantascienza Italiana ISBN: 9788867753918 Angelo De Ceglie, E il serpe si morsicò la coda Classici della Fantascienza Italiana ISBN: 9788867757268

12 giugno 2056, 19.00

Siamo venuti tutti qui a casa mia. Manca solo Giorgio, ma lui ormai non potrà più venire. E mi manca pazzescamente Manta. Entrambi hanno lasciato un buco, nella Rete.

Io siedo in poltrona a capo chino, chiusa nel mio dolore. Gli altri mi stanno intorno e mi osservano senza parlare. Non abbiamo mai bisogno di parole, noi. La nostra intimità totale è qualcosa di incomprensibile per l’altra gente, quella normale. Noi siamo dentro, l’uno all’altro.

Ora che tutto è finito, quanto è successo mi appare come una specie di sogno sfocato. Stento a crederci veramente. Il Gruppo è salvo, ma ha dovuto pagare un altissimo prezzo. Vorrei resistere, ma il flusso dei ricordi di questi frenetici e interminabili giorni riesce a sopraffarmi. Così come in un film, le immagini della memoria prendono a scorrermi davanti agli occhi…

4 maggio 2056, 17.00

Camminavo distratta per il viale semideserto, quando il richiamo mi esplose nella mente improvviso, violento. Mi fece barcollare.

Vieni! gridava. Era lancinante.

Mi guardai intorno, confusa, ma nessun altro pareva percepire quel messaggio mentale. Chi ora? Da dove veniva? Mi concentrai. Cercai di isolarmi dai rumori del mondo esterno – la festa nel palazzo di fronte con la sua musica e le risate, lo scroscio dei vetri di una finestra infranti da una raffica del vento perenne – pur mantenendo i miei sensi attivi. Misi ordine nei miei pensieri sconvolti dal richiamo, e poco a poco riuscii