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Il Signore venuto dal cielo
Il Signore venuto dal cielo
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E-book437 pagine7 ore

Il Signore venuto dal cielo

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Info su questo ebook

Siamo nel 2200, in un pianeta Terra totalmente innovativo e futuristico. Due scienziati, il capitano Marc Boeriger e l'ammiraglio Irina Million, s'incontrano per caso in un corso di Fisica Quantistica nell'accademia militare di Berlino e da quel momento le loro vite convergeranno in un grande progetto che potrebbe sconvolgere la sorte del mondo intero. L'inesauribile impulso umano di conoscere l'universo e di scandagliare ciò che ancora non è noto spingerà i protagonisti di quest'avventura verso mondi distanti, per scavare nelle origini del mondo e di Dio stesso.
"Il Signore venuto da cielo" è un'esemplare costruzione di una civiltà umana, politica, sociale e religiosa, che si sofferma sul senso della vita e dei sentimenti con una scrittura fluida e organica, che porterà il lettore verso l'evoluzione di una fantastica storia.
LinguaItaliano
Data di uscita5 apr 2016
ISBN9788892589407
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    Anteprima del libro

    Il Signore venuto dal cielo - Marco Borio

    Marco Borio

    Il Signore venuto dal cielo

    UUID: d4b2e9fe-200f-11e6-972b-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Il Signore venuto dal cielo.

    Marco Borio.

    Antefatto

    In principio

    Dio creò il cielo e la terra.

    Il mondo era vuoto e deserto,

    le tenebre coprivano gli abissi

    e un vento impetuoso soffiava

    su tutte le acque.

    Dio disse:

    vi sia la luce !

    E apparve la luce.

    ………..

    Dio disse:

    "Facciamo l’uomo:

    sia simile a noi, sia la nostra immagine.

    Dominerà sui pesci del mare,

    sugli uccelli del cielo,

    sul bestiame,

    sugli animali selvatici

    e su quelli che strisciano al suolo".

    Dio creò l’uomo simile a sé,

    lo creò a immagine di Dio,

    maschio e femmina li creò.

    Li benedisse con queste parole:

    "siate fecondi, diventate numerosi,

    popolate la terra.

    …………….

    E gli ordinò:

    "puoi mangiare il frutto di qualsiasi albero del giardino,

    ma non quello dell’albero che infonde la conoscenza di tutto.

    Se ne mangerai sarai destinato a morire!"

    Genesi, Inno al creatore. vv. 1-3 / 26-28 /

    Creazione dell’uomo. vv. 16-17

    Capitolo 1

    La skybike sfrecciava veloce per i cieli sopra Cape Canaveral Europe, sede centrale del programma spaziale per l’esplorazione interstellare.

    La campagna francese circostante era più rigogliosa e verdeggiante che mai, e a Marc non sembrava ancora vero di essere stato scelto fra tanti candidati.

    L’accademia militare dell’esercito e dell’aeronautica spaziale mondiale dalla quale proveniva, aveva messo a disposizione oltre 10.000 candidati per far parte del programma spaziale denominato New Land volto alla ricerca e alla perlustrazione di un altro pianeta della nostra galassia con possibilità di sviluppo ed espansione della civiltà umana. Il potentissimo radiotelescopio Hubble 10, amplificato nel suo potere risolutivo dal nuovo sofisticatissimo computer Misti 2210 messo a punto proprio in quell’anno dallo staff internazionale operante sulla base spaziale in orbita ormai dal 2020, aveva potuto individuare un intero sistema solare simile al nostro attorno alla stella Proxima Centauri a soli 4,28 anni luce dalla Terra. Il sistema solare appariva composto di 13 pianeti di piccola e media grandezza, uno dei quali orbitava intorno alla stella alla distanza di circa 140.000.000 di chilometri.

    Ovviamente tale scoperta aprì una nuova era nella ricerca spaziale e negli studi volti a costruire motori per astronavi in grado di viaggiare a velocità superiori a quella della luce. Anche se Proxima Centauri era la stella più vicina alla Terra dopo il Sole, un viaggio di più di quattro anni solo per raggiungerla sarebbe stato comunque sconveniente e troppo rischioso, ma la scoperta dei nuovi propulsori a reazione di materia-antimateria cambiò le normali leggi fisiche fino ad allora conosciute e consentì al primo veicolo spaziale sperimentale di viaggiare a una velocità 6 volte superiore a quella della luce. Solamente con il primo motore sperimentale, quindi, il viaggio di andata verso il nuovo pianeta sarebbe durato poco più di 8 mesi e inoltre esistevano tutti i presupposti per poter ancora aumentare la velocità di crociera fino a circa 20 volte quella della luce. Così tutte le basi spaziali aeronautiche del pianeta Terra si erano dedicate all’addestramento di personale qualificato in grado di pilotare e di ricondurre a casa un velivolo spaziale di quelle caratteristiche, anche se le simulazioni erano solo approssimative in quanto non si conosceva ancora l’effetto che avrebbe avuto il superamento della velocità della luce su di un essere umano.

    Marc Boeriger era il primo ad aver ottenuto la nomina di Capitano Comandante di vascello interstellare in quanto grazie alla sua passione per lo spazio era entrato all’accademia militare di Berlino con il preciso intento di seguire quella carriera quando aveva solo 17 anni e mezzo e di viaggi interstellari se ne sentiva solo parlare lontanamente. Ora aveva i suoi 37 anni e quindi vent’anni di sacrifici, di studi e di allenamenti alle proprie spalle, volti tutti verso un unico scopo. Finalmente c’era riuscito, era stato convocato quella mattina stessa dall’Ammiraglio Von Krauser e destinato alla base spaziale di Parigi per costituire l’equipaggio dell’Espérance 1, la prima e unica nave interstellare costruita sul pianeta Terra dalle nazioni unificate di tutto il mondo.

    Dopo la lunga e interminabile guerra fredda durata 40 anni fra gli Stati Uniti, la Cina e i paesi arabi per la conquista degli ultimi pozzi di petrolio esistenti sul pianeta, l’Europa ne era invece uscita vincitrice senza neppure aver partecipato più di tanto alle ostilità. Gli atti terroristici, gli embarghi economici e tutte le altre follie politiche messe in pratica da quegli stati, non avevano fatto altro che indebolirli drasticamente, sia sul piano economico, sia su quello politico e militare, cosicché l’Europa, unita all’Africa e all’Oceania, era riuscita a diventare una potenza economica sempre più grande, anche grazie agli studi portati avanti al CERN di Ginevra che avevano dato i loro frutti. Lo sfruttamento dell’antimateria come fonte di energia, aveva consentito a quei paesi non belligeranti di ottenere un buon livello di civilizzazione e di cultura fra tutti quei popoli, di aver sconfitto la fame nel terzo mondo e di avere risorse umane e naturali da sfruttare al meglio. Così, mentre gli Stati Uniti, la Cina e il Medio Oriente continuavano a farsi lo sgambetto gli uni agli altri, questi ultimi tre continenti riuscirono a divenire l’unico vero punto di riferimento per una soluzione a livello mondiale. Quando gli stati belligeranti si resero conto di aver inseguito per troppo tempo una chimera, avevano ormai perso circa l’80% delle loro risorse economiche e quasi altrettanto in vite umane. Quindi, giunti finalmente a una resa forzata, si assoggettarono tutti alle Nazioni Unificate Del Mondo (N.U.D.M.), e come capitale del mondo intero venne scelta Ginevra, per il contributo dato alla scienza. Dal 2060 al 2100 il pianeta Terra aveva conosciuto quarant’anni di disastri, guerre, malattie e problemi irrisolti. Le religioni continuavano a infervorare gli animi e all’estremismo Islamico si era aggiunto l’estremismo cattolico, quello protestante, quello anglicano e quello ebraico. Ognuno voleva rivendicare i propri diritti su qualcosa. Chi su di un territorio, chi su di una ideologia, chi su di una fede e non si rendevano conto che il mondo intero stava andando alla rovina.

    Poi, il 20 maggio del 2104, dopo una lunghissima trattativa, vennero annessi al N.U.D.M. anche gli Stati Uniti d’America, l’impero Cinese e tutti gli Emirati Arabi del Medio Oriente, cosicché iniziò una nuova era. Da quell’anno, tutti gli sforzi delle migliori menti dell’umanità furono volti alla creazione di nuove invenzioni in grado di apportare benefici a tutti. Così grazie al Prof. Charls Rubstein venne prodotto il primo motore a reazione di antimateria, grazie al quale si poterono ottenere veicoli stradali prima e aeronautici poi assolutamente non inquinanti e con illimitata autonomia. Inoltre l’enorme potenza erogata da quella reazione consentì di costruire macchine volanti in grado di percorrere distanze enormi in pochissimo tempo. Per esempio, la Skycar N°1 era in grado di volare da Parigi a Sidney in Australia in soli 17 minuti e il tutto era di dimensioni assolutamente contenute, quasi quanto una piccola utilitaria del ventunesimo secolo. Inoltre, le scoperte e le invenzioni non si limitarono alle esigenze terrestri, ma il programma spaziale iniziato appunto nel ventunesimo secolo dalla NASA in collaborazione con le allora Nazioni Unite, venne ripreso, dopo che era stato abbandonato dagli USA per mancanza di risorse e venne ultimato con la costruzione definitiva della Base Spaziale Orbitante nel 2120, esattamente cento anni dopo la sua prima messa in orbita. In quella base, vivevano e lavoravano 3700 studiosi di tutto il mondo con le loro famiglie e nelle notti serene, quel nuovo satellite brillava alto in cielo come una Luna tecnologica, contendendo al vecchio satellite il posto di astro degli innamorati. Solo nel 2210 però grazie all’aggiornamento del software del computer Misti, addetto al controllo e allo studio della cartografia stellare del telescopio elettronico Hubble, si riuscì a individuare con precisione il sistema di pianeti orbitante intorno a Proxima Centauri e solo da quell’anno la ricerca nei confronti dei motori spaziali prese un nuovo decisivo impulso. Fino ad allora, infatti, erano già stati individuati molti pianeti orbitanti intorno a stelle lontane, ma nessuno pareva avere le caratteristiche necessarie allo sviluppo della vita biologica. Inoltre quasi tutti erano troppo lontani ed erano solo stati intravisti furtivamente grazie all’interferenza di qualche stella pulsar o grazie a situazioni analoghe difficilmente ripetibili. Per cui non si avevano ancora certezze e tentare un viaggio così lungo senza essere sicuri di trovare qualcosa spaventava un po’ tutti. Ora invece, con l’ausilio di quel vecchio radiotelescopio potenziato da quel programma di altissima risoluzione, si era finalmente certi dell’esistenza di quei pianeti e non solo. Si era anche potuto calcolarne la massa, la loro distanza dalla stella di riferimento e si era quasi certi del fatto che su di uno di quei pianeti potesse esserci un’atmosfera simile alla nostra. Così le ricerche portarono alla costruzione del primo prototipo di astronave interstellare nell’anno 2213 con un motore che consentiva a quel velivolo di superare di trenta volte la velocità della luce.

    A quel tempo Marc aveva 37 anni, era già Capitano di vascello dell’aeronautica spaziale ed era già in possesso della specializzazione con indirizzo ai voli interstellari. Tuttavia proprio quella specializzazione non gli consentì di effettuare altri avanzamenti di carriera in quanto lo studio puro, se non applicato ad attività pratiche, era considerato tempo perso e non rientrava a far parte dei meriti alla carriera di un ufficiale. Inoltre quegli studi erano molto impegnativi e per concentrarsi solo su quello, Marc aveva accettato incarichi minori nel contesto della Base di Berlino, per cui la sua carriera si era in un certo senso incagliata.

    Entrato all’accademia militare a soli 17 anni nel 2193, aveva da subito iniziato a interessarsi alla fisica quantistica per capire il funzionamento dei motori ad energia materia antimateria delle navi spaziali e dopo 8 anni, era già laureato in quella materia tanto incomprensibile e aveva anche già ottenuto il grado di Tenente. Fino a quel momento era quasi sempre stato preso in giro da tutti i suoi compagni di accademia, perché alla scuola di Berlino era l’unico a frequentare quel corso. Lui credeva fermamente in un prossimo sviluppo in quel senso, ma lo scetticismo dei molti portava la maggior parte dei cadetti a scegliere indirizzi più sicuri, quali l’ingegneria genetica, le scienze dei nuovi materiali e altre attività già in svolgimento a bordo della base spaziale. Nel 2201 però si iscrisse allo stesso corso anche un nuovo cadetto. Marc si stupì nel vedere che il suo nuovo compagno di classe era in realtà una ragazza.

    Irina Million, anche lei credeva che in futuro si sarebbe potuto viaggiare attraverso le stelle ed era fermamente convinta di poter trovare altre forme di vita al fine di dimostrare, una volta per tutte, che tutte le religioni ancora presenti sulla Terra erano solamente il frutto della fantasia umana. Infatti, tutte quante si basavano sul principio che Dio avesse fatto tutto l’universo solo ed esclusivamente per l’essere umano, mentre lei pensava che non fosse così. Se nell’universo ci fossero state altre forme di vita umanoidi, allora non avrebbe più avuto senso credere di avere Dio dalla propria parte, in quanto lo stesso Dio sarebbe potuto stare anche dalla parte di quegli esseri viventi alieni. Marc invece era molto più pragmatico. A lui non interessava affatto la religione. Era un ateo convinto e riteneva che tutto l’universo si basasse solo ed esclusivamente sulle leggi della fisica e che non esistesse alcun Dio, né alcun essere superiore a dettare quelle leggi. Comunque i due si ritrovarono entrambi a far parte dello stesso programma e a condividere la stessa passione per i voli interstellari, anche se per motivi diversi. Marc infatti era portato a pensare che i voli interstellari fossero solo un modo come un altro per ampliare i domini della razza umana e creare un nuovo mondo sul quale instaurare una nuova civiltà. Con il fisico asciutto, la statura imponente, gli occhi azzurri come il cielo del mattino e i capelli biondi, ereditati dai propri genitori, tutti e due di origini tedesche, Marc era in un certo senso una sorta di leader della razza ariana. Se a quel tempo ci fosse stato ancora Hitler, l’avrebbe certo reclutato nel suo esercito e ne avrebbe fatto il simbolo della sua ideologia. Irina invece era di origine francese, ma solo dalla parte del padre, perché per l’altra metà era di origine italiana. I suoi capelli erano neri, lisci, fini come la seta e lunghi tanto da sfiorare i suoi glutei rotondi e sodi come due mezze angurie. Il fisico era atletico e la statura era anche abbastanza alta nonostante le chiare origini mediterranee. I suoi occhi erano di un verde acqua intenso e il suo sorriso era alquanto accattivante. Marc non riusciva a capire cosa ci facesse una così bella ragazza alle lezioni di fisica quantistica del prof. Dominic Ivanov, ma per il momento era assolutamente contento del fatto di poter condividere quelle lunghe, interminabili ore con una così lieta presenza. Non furono necessarie molte lezioni perché i due facessero amicizia. D'altronde erano i soli a frequentare quel corso e l’interesse reciproco li spinse a domandarsi quali fossero i motivi di tale scelta l’uno nei confronti dell’altra. Così, incominciarono a vedersi anche dopo le normali ore di lezione e di addestramento, anche se le occasioni per stare un po’ da soli a parlare delle loro aspirazioni per il futuro non erano poi così numerose. Oltre alle ore di lezione con il prof. Ivanov infatti, entrambi dovevano ottemperare anche a innumerevoli altre attività nel contesto dell’accademia e così spesso si ritrovavano alla fine della giornata talmente esausti da non aver affatto voglia di uscire e di frequentarsi. Tuttavia, con il passare del tempo, le occasioni per vedersi al di fuori della base militare aumentarono sempre di più e così i due poterono incominciare a conoscersi meglio.

    -Qual è il motivo che ti ha spinta a frequentare il mio stesso corso, Irina? - le domandò Marc durante una delle loro uscite.

    -Vedi,- rispose lei, -io credo che nello spazio possano esistere altre forme di vita oltre alla nostra e questa è un’occasione meravigliosa per poter dimostrare al mondo intero che quanto sostengo è la verità, non ti sembra?-

    -Dai, non scherzare, non dirmi che hai fatto tutta quella fatica per entrare a far parte dell’accademia e che sopporti tutti questi sacrifici solo per dimostrare che esistono gli extraterrestri? Ma da dove vieni? Dal 1970? Quando tutti erano impazziti per gli avvistamenti degli UFO? Cosa ti importa di dimostrare al mondo intero che esistono gli alieni? E poi, se anche esistessero, non credi che a quest’ora avrebbero già dovuto farci visita in maniera più esplicita che non semplicemente lasciandoci degli improbabili cerchi nei campi di grano? Insomma, cosa te ne frega di tutta questa storia?-

    -Non puoi capire-, disse lei, -il fatto che esistano altri esseri viventi nell’universo, potrebbe essere un modo inequivocabile per sfatare definitivamente tutti i credo e tutte le fedi religiose del mondo, perché sarebbe la dimostrazione del fatto che Dio non ha creato tutto solo per noi.-

    -Scusa, ma tu credi ancora in Dio?-

    -Certamente, altrimenti non riuscirei a dare una spiegazione ad alcunché di ciò che mi circonda.-

    -Senti, senti, senti, non avrei mai più creduto di avere come compagna di classe una fanatica religiosa!-

    -Non ti permettere di chiamarmi fanatica, la mia è solo una semplice deduzione logica e non potrai mai dimostrarmi che io sia in errore.-

    -E chi lo dice scusa? Perché dovrei credere in un Dio che non si fa vedere, peggio ancora degli alieni? E, scusa, sai, ma non iniziare con quelle stronzate tipo New Age

    nel dire che Dio è tutto intorno a noi, che tu ne percepisci la presenza; che anche se non lo vedi, sai che c’è eccetera, eccetera.-

    -Scusa, ma allora tu come ti spieghi tutto ciò che ti circonda? Come fai a spiegarmi la forza della materia e quella dell’antimateria? Quale spiegazione ti dai al fatto che l’universo sia infinito? Quale ruolo pensi di avere tu in tutto ciò?-

    -Mah, io non lo so. So solo che tutta la materia e l’antimateria si comportano secondo leggi fisiche prestabilite dalla loro stessa natura e che io sono fatto di materia, come tutto il resto, per cui il mio ruolo nel contesto dell’universo non mi riguarda e non mi interessa affatto. Mi basta pensare che forse, se tutto va bene, potrò viaggiare attraverso una piccola porzione di questo spazio infinito e dare il mio contributo all’umanità nello scoprire un nuovo mondo da conquistare. Tutto il resto, per me, sono solo stronzate.-

    -Come sei materiale e superficiale. Ti credevo più profondo e più attento a certi argomenti!-

    -Non si tratta di superficialità. Io semplicemente non mi perdo in elucubrazioni inutili e mi attengo alle mie regole ottenendo efficienza e praticità.-

    -Sì, ma non ti sei mai chiesto perché noi oggi viviamo nel 2201?-

    -In che senso scusa?-

    -Nel senso della data. Da che cosa deriva secondo te?-

    -Si, guarda che lo so, lo festeggio anch’io il Natale tutti gli anni, anche se ormai è una festa che in un certo senso mi fa un po’ schifo.-

    -Certo che ti fa schifo, perché ormai si è persa la tradizione e si è dimenticato il vero motivo per cui si fa festa. In realtà il Natale ancora oggi, dopo 2201 anni, dovrebbe ricordarci la nascita di Gesù Cristo, il figlio di Dio o chiunque egli sia stato.-

    -Già, chissà come mai, nonostante ormai le religioni siano una cosa così superata, la tradizione di festeggiare quel Cristo è rimasta invariata?-

    -Beh, se ti ricordi, durante il periodo della guerra fredda fra i tre blocchi, i festeggiamenti di quella ricorrenza non erano così diffusi. Erano la povertà e il disagio generale ad aver fatto venir meno la voglia di festeggiare, ora invece che c’è benessere per tutti, si è ripreso a festeggiare il Natale, ma solo per motivi commerciali. Tant’è vero che il giorno di festeggiamento è stato spostato al mese di giugno, solo perché in quel periodo non c’erano altre festività e quindi la gente poteva permettersi di spendere di più.-

    -Ah si? Pensavo che avessero spostato il giorno al 15 di giugno perché avevano fatto qualche calcolo strano nel ridatare il vero giorno di nascita di Gesù Cristo.-

    -No, non è affatto vero, tutte le date sono state cambiate dopo il concilio interconfessionale del 2105 per garantire a tutte le religioni una certa rispettabilità delle loro tradizioni e per assicurare alle industrie del consumo un’equa spartizione delle festività durante l’anno al fine di avere sempre qualche ricorrenza da festeggiare e quindi qualche denaro da far spendere alla gente. In realtà mentre si pensava di unificare tutte le religioni, non si pensò affatto a cercare di capire quale confessione poteva essere quella giusta, ma si fece di tutto un gran calderone creando così la nuova Chiesa Interconfessionale all’interno della quale convivono preti cattolici, rabbini ebrei, pastori protestanti e musulmani, tutti uniti da un fallimentare patto di non belligeranza, al fine solo di mantenere ognuno le proprie posizioni.

    In realtà invece esisono ancora numerose famiglie di persone credenti in una o in quell’altra fede e molte volte ci si fa ancora la guerra per motivi religiosi.-

    -Ma va!- Disse lui con superiorità. -Ormai le questioni di fede sono state risolte e più nessuno ci pensa a lottare solo per motivi religiosi.-

    Irina si voltò dall’altra parte e rimase per alcuni istanti senza dare risposta a Marc, il tempo di lasciar scendere una lacrima dai suoi grandi occhi e di poterla asciugare per voltarsi e dire: Io se fossi in te non ne sarei così sicura!

    Poi si alzò dal tavolino di quel pub di Berlino e se ne andò via a piedi senza dire altro al suo interlocutore. La sera stava scendendo lenta in quella giornata primaverile e una leggera brezza tiepida accarezzava i suoi lunghi capelli.

    Marc rimase ancora un po’ a bere la sua ultima birra prima di andare a casa a riposare. L’indomani sarebbe stata un’altra giornata di duro lavoro alla base.

    Capitolo 2

    Il giorno seguente Marc rivide Irina alla solita lezione di fisica del prof. Ivanov e così ebbe modo di riavvicinarsi a lei e domandarle scusa per l’atteggiamento del giorno prima.

    -Ciao Irina, senti, io ti devo delle scuse per come mi sono comportato ieri, perché forse ho affrontato l’argomento in modo troppo superficiale, senza rendermi conto del fatto che avrei potuto ferirti in qualche modo. D'altronde scusa, ma io pensavo che tu scherzassi quando mi hai parlato di tutte quelle storie sulle religioni. Noi in fondo siamo militari e scienziati e non ho mai conosciuto un cadetto così attento alle questioni religiose.-

    -Innanzitutto non sono un cadetto, ma, anche se non te l’ho mai voluto far pesare, io sono un Ammiraglio dell’aeronautica spaziale e quindi tu mi devi rispetto già solo per il mio grado. Poi se veramente ti interessa, un giorno ti potrò raccontare la storia della mia vita e allora forse capirai perché sono tanto interessata alle questioni religiose. Certo, la tua maggiore conoscenza nel campo della fisica quantistica ti dà un vantaggio su di me. Io in effetti mi sono sempre solo occupata dei voli di andata e ritorno dalla Terra alla base spaziale e di motori Iper Luce e di fisica quantistica ne capisco ancora molto, forse troppo poco. In un certo senso la mia carriera l’ho fatta con un lavoro simile a quello di un tassista, ma ora voglio espandere le mie conoscenze e sfruttare tutti i miei anni di esperienza come pilota e come Comandante di nave spaziale per essere la prima a raggiungere New Land. Comunque le tue scuse, se sono sincere, sono accettate. D’altro canto, anche tu non mi conoscevi e non potevi certo sapere alcune cose della mia vita.-

    Irina Million, infatti, era di origini franco- italiche e più precisamente di padre francese, nativo di Nice e di madre italiana, nativa di un piccolo paesino nella provincia di Cuneo, chiamato Rocchetta Belbo. I suoi genitori si erano conosciuti nel 2158, all’età di 20 anni, sposati nel 2159 e nel 2160 avevano già dato alla luce una figlia di nome Annette. Dopo due anni nacque il loro secondogenito Charl e solo dopo altri 11 anni nacque Irina, ossia nel 2173. La loro famiglia viveva a Nice. Il padre era professore di teologia all’Università Umanistica di Lione e la madre era architetto arredatrice addetta allo studio degli ambienti per gli alloggi della base spaziale. La sorella Annette era laureata in ingegneria genetica, ma non lavorava perché ormai i detentori di quella laurea erano talmente tanti da non esserci più richiesta. Così lei passava le sue giornate al mare a dipingere dei quadri inguardabili di un genere astratto e confuso al punto che, chiunque li avesse visti, sarebbe scappato inorridito. Tuttavia lei pensava di avere talento per l’arte e continuava a imbrattare tele con l’assurda fantasia che un giorno o l’altro qualcuno l’avrebbe capita. Charl, invece, era un avvocato di successo e viveva in un super attico affacciato sulla Promenade des Anglais. Irina era l’unica ad aver scelto la carriera militare e ad aver accettato quel lavoro che la portava spesso e volentieri lontano da casa. In realtà la distanza non era molta, perché la Base Spaziale Orbitante si trovava solo a 200 Km sopra alle loro teste e, con i mezzi ormai presenti sulla Terra, coprire quelle distanze era un attimo. Nonostante tutto, il fatto di dover uscire dall’atmosfera terrestre era ancora un problema per i normali velivoli civili e quindi, chi voleva avventurarsi nello spazio, doveva ancora necessariamente farsi trasportare dalle navette di linea, gestite dai piloti dell’aeronautica militare. Così anche lei, all’età di 16 anni, entrò a far parte dell’accademia militare e alla fine del quinquennio di addestramento, era già Tenente di vascello.

    L’aviazione civile, infatti, non esisteva più in quanto ogni famiglia poteva possedere un velivolo proprio e quindi gli spostamenti terrestri non erano più un problema. Per quanto concerneva la base spaziale, invece, dal momento che su di essa venivano fatti ancora esperimenti riguardanti la costruzione di nuove armi tecnologiche, la gestione degli spostamenti di personale addetto e dei loro famigliari doveva ancora essere controllata da un organismo militare istituito dal N.U.D.M. per garantire la stabilità e il rispetto delle leggi nel mondo intero.

    Sul pianeta infatti non esistevano quasi più la violenza e le guerre, perché ogni cittadino del N.U.D.M. godeva di benefici e di una vita agiata garantita dallo stato di benessere generale, così gli atti di violenza erano limitati a qualche squilibrato che non accettava di godersi semplicemente la vita. In realtà, però, c’erano ancora molte differenze fra gli abitanti del pianeta e, anche se il N.U.D.M. aveva cercato di unificare tutti sotto una sola legge e sotto un’unica lingua neutra chiamata il Terridioma, alcuni individui avevano continuato a parlare le proprie lingue d’origine e a professare la propria fede religiosa con un certo fanatismo.

    Come già detto, nel 2105, grazie al Concilio Interconfessionale fra le chiese e le religioni di tutto il mondo, anche la religione fu unificata, ma, non trovando un vero e proprio accordo, nacque la Chiesa Mondiale con caratteristiche comuni un po’ a tutte le religioni, ma senza una vera e propria individualità. In effetti, anche ai livelli più alti delle gerarchie ecclesiastiche sia cattoliche che islamiche, non c’erano più un gran fervore e una fede incrollabile, per cui, i capi delle varie istituzioni religiose, si erano in un certo senso messi d’accordo sul trovare una fede che potesse soddisfare tutti. La figura di Gesù Cristo era rimasta, non più come figlio di Dio, bensì come Profeta voluto da Dio per redimere gli uomini. Maometto a sua volta era ancora considerato un grande profeta al pari di Gesù e la sua data di nascita veniva ancora festeggiata come il secondo Natale. I papi non esistevano più e la Chiesa Mondiale era gestita da un Consiglio Superiore formato dalle più alte figure delle varie confessioni. In fondo, ognuno continuava a pensarla un po’ come voleva per quanto riguardava la propria fede e quindi continuavano a esistere sia i musulmani che gli ebrei che i cattolici che i protestanti o gli ortodossi vecchio stampo. Certamente ormai la religione era quasi da tutti considerata solo più un fatto personale, ma alcuni non la pensavano così e continuavano a credere che bisognasse convertire tutti alla propria fede.

    Nella città di Nice, la maggioranza degli abitanti era di origine islamica, perché durante gli anni della guerra fredda fra i blocchi, milioni di musulmani provenienti dal Medio Oriente erano riusciti a immigrare in Francia e in Italia con molta facilità, cosicché dopo essersi integrati perfettamente nel contesto di quel paese, avevano continuato a professare la loro religione anche in uno stato diverso dal loro ed erano riusciti a convertire numerose persone alla loro fede.

    Tuttavia, quando nacque la Chiesa Mondiale, la religione più professata al momento era proprio quella cattolica e quindi i cristiani in un certo senso la fecero un po’ da padroni nel fondare le basi di quella nuova istituzione. I veri fondamentalisti islamici infatti, si erano quasi tutti fatti saltare per aria in stupidi attentati terroristici che avevano messo in ginocchio il continente americano, ma al contempo avevano reso ridicola quella stessa religione. Così i musulmani più istruiti e non estremisti si erano assoggettati alle regole dettate dalla maggioranza e avevano accettato alla fine di entrare a far parte della Chiesa Mondiale, perché quello era l’unico modo per mantenere ancora in vita la loro religione.

    Irina e i suoi famigliari quindi, essendo nizzardi professavano in cuor loro la religione islamica e continuavano a seguire le antiche usanze e le leggi dettate dal Corano. Il padre di Irina era un teologo, ma nonostante il suo titolo di studio non aveva la mente molto aperta. Egli conosceva a menadito quasi tutti i testi sacri, compresi i documenti Apocrifi delle varie religioni, ma non aveva mai smesso di credere in un unico Dio Allah, perché secondo lui l’unico vero testo sacro era proprio il Corano. Tuttavia non poteva certo farne menzione durante le sue lezioni, perché altrimenti i rettori dell’università dove insegnava gli avrebbero di certo tolto la cattedra e lo avrebbero rimpiazzato con qualcuno più imparziale. Quindi Marius, (così si chiamava il padre di Irina), si limitava a professare la propria fede all’interno della sua famiglia e aveva istruito sua moglie, le sue due figlie e il suo unico figlio a seguire scrupolosamente gli insegnamenti del Corano.

    Un giorno però, un gruppo di attivisti della Chiesa Mondiale di origine cattolica venne a conoscenza del fatto che il professor Marius Million in realtà cercava di convincere i suoi studenti dell’università di Lione del fatto che la vera e unica fede religiosa fosse quella islamica, così cercarono di infiltrarsi nel contesto della sua famiglia per valutare se quanto era stato affermato fosse la verità o meno.

    Un giovane di nome Luis Abbaud cercò di entrare in confidenza con Irina grazie al fatto che frequentava anche lui l’accademia militare e iniziò una relazione sentimentale con quest’ultima. I due erano giovani, avevano solo 18-19 anni e all’inizio lei credeva di aver trovato l’uomo della sua vita. Quando dopo poco tempo lui decise di chiederle di sposarlo, lei dovette in un certo senso rivelare che la sua fede religiosa era quella islamica tradizionale e non quella mistura propinata dalla Chiesa Mondiale, così Luis ebbe la conferma che il padre di Irina era un musulmano praticante. Dal momento che Luis era stato mandato appositamente dal gruppo di attivisti, non poté fare a meno di rivelare la sua scoperta agli altri componenti dell’associazione e così la maggioranza decise che era ora di dare un esempio a tutti i praticanti delle antiche religioni, affinché la smettessero di continuare a seguire i loro riti religiosi e incominciassero a seguire le leggi della Chiesa Mondiale. Quindi organizzarono una spedizione punitiva e una domenica mattina, quando tutta la famiglia Million si riuniva per il pranzo, gettarono una bomba al plasma all’interno della loro abitazione. L’ordigno non doveva essere molto potente e non avrebbe dovuto uccidere alcun individuo, ma solo intimidire e avvertire quelle persone affinché decidessero di cambiare atteggiamento. Invece la bomba si rivelò più potente del previsto e riuscì a far crollare la volta in mattoni della vecchia casa di campagna dove Marius Million soleva riunire la sua famiglia per il week end. Le vittime furono quattro: il padre, la madre, il fratello e la sorella di Irina. Tutti morti e come unica spiegazione, un messaggio di rivendicazione scritto con una bomboletta spray sulla parete posteriore dell’abitazione prima di farla saltare per aria, che recitava:

    "Sporchi fanatici islamici!"

    Irina per fortuna non si trovava nell’abitazione al momento dell’esplosione, perché era scesa in cantina a prendere un barattolo di frutta cotta sciroppata messa via con tanta cura l’estate precedente da sua madre, la quale adorava praticare certi lavori di casa del passato, come raccogliere la frutta dalle piante del proprio orto e farla cuocere per conservarla nei barattoli di vetro.

    Mentre si trovava in cantina Irina fu scossa da un boato assordante e sentì le pareti della casa vacillare, tanto da credere di essere all’epicentro di un terremoto.

    Uscita in fretta da quel locale ricavato nella roccia sottostante l’abitazione, si rese conto solo in un secondo momento di non essere vittima di un terremoto, ma di essere l’unica superstite di un attentato terroristico.

    La notizia all’inizio fece un certo scalpore nella città di Nice e soprattutto nella campagna circostante in direzione di Grenoble, nel paesino di Saint Janet, dove si trovava l’abitazione dei Million. Tuttavia, dopo poco tempo, le massime autorità della Chiesa Mondiale riuscirono a mettere a tacere certe voci sul fatto che esistessero alcuni estremisti appartenenti alla loro istituzione. D'altronde il fatto stesso di essere usciti da tanti anni di guerre e di lotte di potere, era dovuto innanzitutto al fatto di aver abbandonato quel tipo di atteggiamento e di essere scesi a compromessi con tutti proprio per accontentare tutte le religioni. Quindi quel fatto increscioso, così fu definito dalle autorità, finì nel dimenticatoio e dopo poco tempo più nessuno si ricordava della famiglia Million. Tutti tranne lei. Irina si rese conto di aver commesso un grave errore a parlare a Luis della sua fede religiosa e soprattutto di aver mal riposto in quell’uomo tutte le sue speranze per il futuro. Al funerale dei suoi parenti, non parteciparono altri che lei e la sua amica del cuore, il cadetto Annalisa Rizzo, anche lei di origine italiana e al suo stesso anno di corso all’accademia. Di Luis se ne persero le tracce in quanto fu trasferito dalla base di Nice a quella di Città del Capo in sud Africa. A Irina ormai non importava più nulla. Aveva perso la sua famiglia e ora era sola al mondo, un mondo civile e ben regolamentato, il quale era stato in grado di toglierle tutti i suoi cari solo perché erano praticanti di una certa fede. Anche la sua stessa fede iniziò a vacillare, proprio come aveva sentito vacillare le pareti di quella casa di campagna e da quel momento in poi decise di impegnare tutta la sua vita per dimostrare che le religioni non erano altro che un pretesto per farsi del male e per giustificare certi comportamenti insulsi dell’essere umano.

    Marc allora le disse:

    - Perché non ricominciamo tutto da capo e non impariamo un po’ a conoscerci meglio? -

    -Certo, Capitano, ma forse in un altro momento. Come vedi, ora, è appena entrato il professore e ci aspettano altre quattro ore di lezione.-

    -Ammiraglio-, le disse lui con un sorriso, -sarò lieto di approfondire la sua conoscenza in qualsiasi momento lei lo desideri e in qualsiasi luogo lei ritenga opportuno.- In realtà lui non provava alcun interesse per quella donna, perlomeno non sul piano fisico né su quello sentimentale. Tanto più adesso che aveva saputo che si trattava di un suo superiore e che forse, anche se li portava bene, era qualche anno più vecchia di lui. A Marc non importava altro che di raggiungere il suo scopo, ossia diventare il primo Comandante della nave spaziale che avrebbe solcato lo spazio alla ricerca di New Land e quella donna, ora, poteva rivelarsi un potenziale nemico.

    Certamente Irina era una donna attraente, ma Marc era un uomo piuttosto freddo e non si lasciava quasi mai andare alle tentazioni carnali, tanto meno a quelle affettive. Era solito fare sesso all’incirca una, massimo due volte al mese e sempre con donne diverse perché non desiderava avere coinvolgimenti emotivi, ma semplicemente liberarsi del proprio liquido seminale in un modo più comodo di quello dell’autoerotismo. Non si era mai innamorato di nessuna perché non ne aveva mai avuto il tempo né sentito il bisogno e non si sarebbe certo innamorato di Irina, anche se al momento non poteva fare a meno di frequentarla. Tanto valeva imparare a conoscerla un po’ di più, così forse avrebbe potuto scoprire qualche scheletro nel suo armadio da tirare fuori nel caso in cui l’avessero assegnata al progetto New Land con mansioni superiori alle sue.

    Irina invece era una donna molto passionale e sentiva il bisogno di innamorarsi ancora, ma la

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