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Canzoni e sonetti
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Canzoni e sonetti
E-book91 pagine26 minuti

Canzoni e sonetti

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Info su questo ebook

Con Dino Frescobaldi (1271 ca. - 1317 ca.) si chiude l'esperienza del dolce stil novo: la donna amata, pur mantenendo la propria superiorità rispetto al poeta, si fa da angelo a sdegnosa, rendendo la signoria d'amore un tormento dal quale solo la morte può offrire liberazione. Nel suo breve canzoniere, in cui frequenti sono gli echi della Vita nova, Frescobaldi inoltre dimostra a più riprese di conoscere e apprezzare fin da subito anche i primi due canti dell'Inferno, offrendo indirettamente un'importantissima testimonianza della loro probabile stesura prima dell'esilio di Dante da Firenze.
A cura di Daniele Lucchini.
LinguaItaliano
Data di uscita2 mag 2016
ISBN9781326643478
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    Anteprima del libro

    Canzoni e sonetti - Dino Frescobaldi

    Colophon

    Finisterrae 27

    Prima volta in Finisterrae: 2011

    A cura di Daniele Lucchini

    In copertina: Buonamico Buffalmacco

    Il trionfo della morte, 1355 ca. (particolare)

    © 2011 Daniele Lucchini, Mantova

    www.librifinisterrae.com

    Tutti i diritti riservati

    ISBN: 9781326643478

    Epigrafe

    I' mi son un che, quando

    Amor mi spira, noto, e a quel modo

    ch'e' ditta dentro vo significando.

    Dante Alighieri, Purgatorio, XXIV 52-54

    Prefazione

    Orlandino, detto Dino, Frescobaldi nacque a Firenze poco dopo il 1271 e morì entro il 1317. Fu figlio di Lambertuccio, ricco mercante e autore di alcuni sonetti di carattere politico, e padre di un Matteo, secondo le cronache dell'epoca, dedito al gioco e autore di componimenti d'imitazione stilnovista, morto a Firenze durante la peste del 1348.

    Frescobaldi fu dunque contemporaneo e pressoché coetaneo di Dante e proprio un episodio legato a quest'ultimo gli ha dato fama nel corso dei secoli. Nel suo Commento alla Divina Commedia infatti Boccaccio narra che, a pochi anni dall'espulsione del sommo poeta da Firenze, Frescobaldi sarebbe venuto in possesso del manoscritto dei primi sette canti dell'Inferno, ritrovati fortuitamente da Gemma Donati, moglie di Dante; resosi conto del valore dei versi, li avrebbe fatti pervenire a quest'ultimo, ospite in Lunigiana di Morello Malaspina, incoraggiandolo a proseguire l'opera. Boccaccio, pur riportando l'aneddoto, non sembra dargli particolare credito, a motivo di alcune evidenti incongruenze storiche emergenti dalla lettura dello stesso testo dantesco. Tuttavia riportiamo ugualmente il racconto a fini di conoscenza, oltre che per la freschezza del dettato.

    "Dice adunque nella prima:¹ «Io dico, seguitando». Nelle quali parole si può alcuna ammirazion prendere in quanto, senza dirlo, puote ogni uom comprendere esso aver potuto seguire la materia incominciata; e sí ancora che, per insino a qui, non ha alcun'altra volta usato questo modo di continuarsi alle cose predette. E perciò, accioché questa ammirazion si tolga via, è da sapere che Dante ebbe una sua sorella, la quale fu maritata ad un nostro cittadino chiamato Leon Poggi, il quale di lei ebbe più figliuoli, tra' quali ne fu uno di più tempo che alcun degli altri, chiamato Andrea,

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