7 Donne di Velluto
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Anteprima del libro
7 Donne di Velluto - Dominique Dasty
ANNA
La freschezza e l’armonia di Anna infondono calore all’esistenza.
L’ultima fila di pioppi lasciava intravvedere la stretta sterrata che correva lungo il fiume.
L’auto caracollava lentamente da alcuni minuti sul sentiero che, attraversando la piantagione di alberi, collegava la strada provinciale con l’argine del lungo fiume.
Poco più di un viottolo, scorciatoia creata nel tempo dalle auto dei pescatori che, a rischio di sospensioni e assali rotti, raggiungevano i cespugli e i salici dove affondare canne da pesca e bottiglie nel fresco dell’acqua.
Prima di abbordare la sterrata Giorgio sterzò lentamente verso l’interno degli alberi, percorse qualche metro sull’erba che nascondeva rami secchi e qualche buca, si fermò e, dato uno sguardo attorno, spense il motore.
"Pensi sia abbastanza tranquillo qui? – domandò alla donna seduta al suo fianco.
Lei era rimasta in silenzio da quando avevano attraversato il ponte sul Tanaro che, superato il fiume, divideva la città dalla prima periferia. Non poteva fare a meno di considerare quanto una città di provincia potesse offrire in poche centinaia di metri.
Era passata poco più di mezz'ora da quando avevano lasciato alle loro spalle il centro di Alba, percorso Piazza Savona e la strada che costeggia la Stazione Ferroviaria, per avviarsi verso la periferia. Poche centinaia di metri ed ecco il ponte. Oltre il ponte subito la periferia con le diramazioni verso Torino e Bra alla sinistra e Asti alla destra. Giorgio optò per quella direzione, percorse lentamente la statale fino a trovare una stradina che dirigeva verso il fiume sotto il Paese di Barbaresco.
Anna aveva prestato attenzione alla campagna nei colori della fine dell’estate per poi preoccuparsi di quella stradina che non l’aveva rassicurata molto.
Si – rispose – credo possa andare bene, anche perché ci vorrebbe un fuoristrada anziché un’auto normale per venire in un posto simile
disse con un mezzo sorriso.
Lui si guardò ancora intorno per qualche istante poi a sua volta sorrise guardandola negli occhi.
Non è la prima volta che ci vengo. Quando non ho voglia di andare molto lontano per pescare vengo da queste parti quindi conosco il posto. Vieni, facciamo quattro passi verso il fiume.
Scesero dalla macchina prestando attenzione ai rami e alle zolle smosse del terreno e si incamminarono verso la riva riparandosi il volto dai rami dei salici che andavano incontrando.
Non credi che possa incontrarci qualcuno?
domandò la donna come colta da un’improvvisa preoccupazione.
Possibile – rispose lui con tono conciliante – ma improbabile a quest’ora. È ancora presto per i pescatori. Qui non vengono fino a sera e altri non ho mai visto addentrarsi
.
Abbandonarono la stradina per scendere verso l’acqua. Il fiume in quella zona, durante la stagione calda lasciava delle secche fra i salici. Pietre che si mescolavano alla sabbia e qualche tronco portato dalle piene dell’inverno e dell’autunno.
Trovarono un posto all’ombra, sotto alcuni salici dove potevano vedere fino all’altra riva e restare comunque appartati tranquillamente per un’oretta. Giusto il tempo per quattro chiacchiere.
Mi sono voluta concedere un momento per me oggi
disse lei interrompendo il silenzio che fino a quel momento aveva come sottofondo lo scorrere dell’acqua del fiume sottostante – e così con l’occasione di dover andare a comprare il regalo per il compleanno di mio marito e la tua disponibilità, ne ho approfittato".
Lui restò qualche istante in silenzio e poi con un sorriso Il compleanno di tuo marito è fra una decina di giorni e lui è ancora via per lavoro, o sbaglio?
No, non sbagli. Ma avevo piacere di un consiglio e poi….
– s’interruppe.
E poi?
la sollecitò Giorgio
…. e poi avevo piacere di stare un po’ con te a far quattro chiacchiere senza tutta la gente che non si fa i fatti propri
– concluse in un fiato la donna.
Per un istante sembrò alquanto incerta, quasi confusa nell’aver espresso il suo pensiero senza aver soppesato quanto stava dicendo. Aveva l’impressione di aver detto più di quanto avesse voluto e lasciato spazio a interpretazioni che non era certa volesse.
Non era proprio così. Lo sapeva bene. Era quello che desiderava da tempo ma non si era mai creata l’occasione e poi lui non aveva mai mostrato particolare interesse verso di lei se non quello di conoscenza, forse anche di amicizia ma nulla di più.
Rapporti fra famiglie che abitano a pochi metri l’una dall’altra. Magari con un po’ di confidenza in più rispetto alle altre ma tutto lì.
Il fatto era che lui la intrigava, non si era mai posta il problema di cosa e perché, ammesso ci fosse stato bisogno di capire. La intrigava e basta.
Giorgio aveva poco più di trent’anni, un paio più di lei. Oltre il lavoro curava alcuni hobby che lo impegnavano molto e possedeva una capacità comunicativa non indifferente. Certo, forse perchè sposato, non voltava lo sguardo quando vedeva una bella donna e sapeva essere garbato, delicato, nell’esprimere apprezzamenti, quanto riservato e attento nelle sue abitudini e nei rapporti con gli altri.
Forse la indispettiva il fatto che non avesse mai fatto mostra di interesse nei suoi confronti. Aveva addotto ragioni varie, non ultima quella del rapporto di conoscenza e frequentazione reciproca ma….. il ma era che lei si sentiva in qualche modo attratta.
Lui continuò ad osservare alcuni rami che l’acqua cullava nel suo scorrere poi si rivolse verso la donna –Anche a me fa piacere stare un po’ con te. Se siamo qui è perché ne abbiamo piacere tutti e due non credi?
Mentre parlava la guardava negli occhi, ne colse la sorpresa per la risposta diretta. Lei per un istante ebbe l’impressione che il suo viso avvampasse. L’aveva sorpresa davvero.