Genoma Mortale
Di Alejo Viar
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Un cadavere a Manhattan non è nulla di eccezionale, ma si che le autorità cerchino di coprire il crimine. Per scoprire la verità, l'investigatore privato Michael Lorrey dovrà svelare la rete di menzogne che soffocano la città. Dai bassifondi alle sfere più alte, passando per coloro che stanno distruggendo la propria vita...
Un assassino spietato, una storia d'amore commovente, un gioco di ambizioni e oscuri interessi scuri dove nulla è come sembra.
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Anteprima del libro
Genoma Mortale - Alejo Viar
Alle mie madri
E a tutti gli amici che hanno collaborato, in speciale
Beata, Ivone, Asier, Alayn, Julio e Jorge
Un cadavere a Manhattan non è nulla di eccezionale, ma si che le autorità cerchino di coprire il crimine. Per scoprire la verità, l'investigatore privato Michael Lorrey dovrà svelare la rete di menzogne che soffocano la città. Dai bassifondi alle sfere più alte, passando per coloro che stanno distruggendo la propria vita...
Un assassino spietato, una storia d'amore commovente, un gioco di ambizioni e oscuri interessi scuri dove nulla è come sembra.
—PROLOGO
––––––––
THAILANDIA, Settembre 1998
––––––––
Quando all’alba suonò il telefono, James Hatherley non poteva supporre che quello sarebbe stato uno dei giorni più strani della sua corta carriera nel corpo diplomatico.
–Hatherley.
–Ciao, James! Ti ho svegliato?
–No, William! Sono abituato a rimanere sveglio in attesa delle chiamate alle cinque del mattino.
–Mi spiace molto, però il segretario dell’ambasciatore ha insistito. Devi venire immediatamente. Qui c’è un caos. Neppure te lo immagini.
–Cosa è successo?
–Non me lo hanno spiegato molto bene, ma sembra che ci sia stata una rapina in una fabbrica del parco tecnologico.
–Ho un alibi e mia moglie lo confermerà.
–James, questo è molto grave. La moglie dell'ambasciatore è un azionista della società ed è isterica. Non vuole che la polizia locale entri nell'edificio se non c'è qualcuno dell'ambasciata presente. Vogliono che tu vada.
–Perché?
–Non lo so, James. Tutti qui sono nervosi e nessuno spiega niente, ma il segretario è stato molto chiaro. Devi arrivare subito!
Appese a malincuore e si sedette cercando di non svegliare sua moglie. Avrebbe voluto non doversi fare la doccia, ma la notte torrida era troppo evidente in lui. Quando uscì dal bagno, lo aspettava una tazza di caffè.
–Perché ti sei alzata?
–Il mio uomo non guiderà finché non starà sveglio.
–Non serviva, tesoro. Torna a letto e riposa.
–Perché ti fanno questo, amore mio?
–È il lavoro, lo sai. In un mese mi trasferiranno e potremo dimenticare questo orribile posto.
–Certo. Ti preparo qualcosa da mangiare?
–Promettimi che tornerai a dormire e dammi un bacio.
–Sì, amore mio.
Venti minuti dopo, arrivò all'ambasciata britannica a Bangkok. Il suo superiore e amico William Newcomb era nel parcheggio accompagnato da due membri della polizia segreta tailandese, insieme al loro inconfondibile veicolo.
–Ciao, James! Questi signori ti porteranno sul luogo del fatto.
–Cosa sta succedendo, Will?
–Apparentemente sono entrati a rubare in una fabbrica di microprocessori. La moglie dell'ambasciatore è molto preoccupata. Non vuole che la polizia faccia le foto delle macchine. Pensa che le venderà alla concorrenza.
–È la più grossa sciocchezza che abbia mai sentito in vita mia! –rispose Hatherley di malumore–. I suoi impiegati si saranno già venduti anche i progetti dell’ultima vite.
I poliziotti si ritirarono discretamente nel notare l’arrabbiatura del nuovo arrivato.
–James, ormai la conosci. Ha messo sotto scacco tutti. Dicono che ha svegliato anche un ministro.
–E a me! Che si suppone dovrei fare?
–Si tratta solo di essere presente e supervisionare l’ispezione. Il tenente Song si occuperà di far fare tutto come vuoi tu.
–Quello che non so, è come voglio che si faccia. Parlerà la nostra benedetta lingua, vero?
I due poliziotti si avvicinarono sorridendo e ripetendo una reverenza con la testa, lo invitarono a salire sul veicolo.
Ci volle quasi un'ora per arrivare. Era un capannone bianco, molto moderno, circondato da grandi giardini. «Qui regalano il terreno» pensò Hatherley, sorpreso dalla dimensione dell’edificio. Almeno dodici autopattuglie erano allineate all'ingresso, ma nessuna era entrata. Quando il suo veicolo, guidato dal tenente Song, si avvicinò all'entrata, la barriera fu sollevata per permettere loro di passare, e tutti gli altri accesero le luci e le sirene, formando una fila multicolore dietro di lui. Non poté fare a meno di sorridere, aveva visto quella stessa scena in un film.
–Signor Hatherley –disse il tenente dopo aver spento il motore–, dovremo aspettare e dare tempo alla polizia scientifica di fare il suo lavoro. Non ci metteranno molto e non faranno fotografie fino a quando lei non sarà presente. Dopo potremo procedere alla nostra ispezione.
–Sa cosa è successo?
–La informerò non appena mi sarà possibile. Devo parlare con il gerente e aspetto una chiamata dall’ospedale. Ci sono due vigilanti feriti. Al momento non so nient’altro, signore.
–Posso aspettare in giardino?
–Temo che lavoreranno anche all’esterno, deve rimanere in auto. Mi spiace per il disturbo che le causiamo, signore.
–Almeno posso fumare?
–Certamente, signore.
Mentre si accendeva una sigaretta, osservò i due poliziotti che andavano alla porta d'ingresso, dove apparve l'uomo più grosso che aveva visto nel paese. «Il direttore», dedusse. Pensò alla moglie per rendere l'attesa più sopportabile. Voleva tornare a casa e trovarla ancora a letto. Al ritorno avrebbe comprato una buona colazione per lei e...
–Signor Hatherley, possiamo cominciare –Il tenente era ritornato.
–Già!? –chiese sorpreso, non aveva neppure finito di fumare–. Come è possibile?
–Siamo molto efficaci, signore.
–Lo vedo.
–Se mi accompagna avrò il piacere di presentarle il direttore, il signor Keow.
Questo era fermo sull’entrata, verso dove si dirigevano.
–Signor Hatherley, le presento il signor Keow –James gli tese la mano, pensando che sembrava un lottatore di sumo. In cambio ottenne solamente un sorriso e una riverenza–. Mi spiace dirle che non parla la sua lingua, ma sarò felice di trasmetterle quello che mi ha raccontato.
–Il direttore di un’impresa con capitale britannico non parla inglese, non è un po’ strano?
–Non lo so, signore. Mi racconta che alle due del mattino hanno attaccato il vigilante del perimetro. Lo hanno drogato. Hanno quindi disattivato il sistema di allarme. Sono preoccupati perché sembra che sapessero in anticipo dove era la scatola delle connessioni.
–E dove sta?
–Nascosta nel giardino della parte posteriore. Possiamo andare a vederla, se lo desidera.
–Non capisco molto dell’argomento, non credo sia necessario.
–Comprendo, signore. Poi hanno forzato la porta, cosa per niente facile.
–Perché?
–È blindata e ha le serrature più sicure che esistono.
–E come l’hanno forzata?
–Non siamo sicuri, la cosa strana è che non l’hanno danneggiata. È stato un lavoro molto pulito. Dopo hanno sorpreso il vigilante dell’interno e hanno drogato anche lui.
–Come lo hanno drogato?
–Non lo sappiamo. Stanno facendo delle analisi per scoprirlo. Ma era un farmaco molto potente perché sono ancora sotto il suo effetto.
–Come stanno?
–Beh –Per qualche motivo dubitò per la prima volta nella sua risposta–... incoscienti.
–Allora, nessuno ha parlato ancora con loro.
–No, certo.
–Capisco. E cosa hanno rubato?
–Beh, almeno questa è una buona notizia. Non sono riusciti a portare via nulla.
–Perché?
–Perché il denaro che c’è qui si trova in una cassetta di sicurezza. Crediamo che non potendola aprire si siano spaventati e siano fuggiti senza portarsi via nulla.
–È molto denaro?
–No, molto poco in realtà. Solo per pagare qualche fornitore locale. Tutte le transazioni importanti si realizzano per banca.
–Posso vedere la cassetta di sicurezza?
Il tenente parlò in tailandese con il direttore, che rimaneva fermo come una statua. Non lasciava neppure intravedere che stesse respirando.
–Ci segua per favore, signor Hatherley.
Lo condussero attraverso diversi corridoi. Ai lati c’erano porte in vetro che lasciavano vedere diverse stanze. In alcune di esse c'erano computer, in altre grandi tavoli da disegno e in molte, macchinari impossibili da identificare per qualcuno estraneo al posto. La pulizia di tutto era straordinaria. «Asettica come una sala operatoria», pensò Hatherley. Raggiunsero un piccolo ufficio. Lì, su un tavolo, c’era una scatola metallica di circa sessanta centimetri di altezza.
–Posso toccarla o dovete prendere le impronte?
–Può esaminarla se lo desidera, signore.
Non aveva bisogno di esaminarla, ma di soppesarla, cosa che fece.
–E qui c’è tutto il denaro dell’azienda.
–Non si utilizza molto liquido, gliel’ho già detto, signore.
–Quanto potrebbe esserci qui dentro?
Il tenente chiese al direttore, che rispose con quello che a Hatherley sembrò un grugnito.
–L’equivalente di circa millecinquecento dollari–tradusse Song.
–Chi ha avvisato la polizia?
–Il signor Keow.
–A che ora?
–Dieci minuti prima delle quattro.
–E chi avvisò il signor Keow?
–Non lo so signore –Questa volta non chiese nulla al manager.
–Capisco. Signor Song, non capisco molto bene perché mi trovo qui, ma già ne so