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Antonio Monetti in: "L'anima della notte"
Antonio Monetti in: "L'anima della notte"
Antonio Monetti in: "L'anima della notte"
E-book45 pagine31 minuti

Antonio Monetti in: "L'anima della notte"

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Info su questo ebook

Antonio Monetti indaga su degli omicidi e strane trasformazioni delle persone a Padova. Entrambe le vicende sembrano essere collegate da un filo conduttore fino a giungere ad una terribile verità.
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2019
ISBN9788831654333
Antonio Monetti in: "L'anima della notte"

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    Anteprima del libro

    Antonio Monetti in - Alvise Paccagnella

    L'ANIMA DELLA NOTTE

    Padova, Veneto, ore undici di sera, aprile 2017.

    Nella via della casa di Antonio arriva un camion dei traslochi e parcheggia davanti ad un condominio.

    Dietro di esso si apre la portiera ed esce un ragazzo sui trent'anni.

    Lui cammina e si ferma davanti al palazzo.

    Gabriele: finalmente. Casa nuova.

    IL GIORNO DOPO.

    Mi svegliai presto, attorno alle sei e mezza, pronti per una nuova giornata.

    Antonio: ci vuole una bella colazione adesso.

    Scesi le scale e andai in cucina.

    Presi una ciambellina e un cappuccino.

    Antonio: è un cult che i poliziotti mangino ciambelle.

    Una volta uscito di casa, notai un camion davanti al condominio adiacente alla mia casa.

    Antonio: qualcuno ha traslocato? Un giorno vado a presentarmi con il nuovo o i nuovi arrivati.

    Chissà chi ci sarà?

    Poi arrivai in questura.

    Antonio: non c’è quasi nessuno. Strano, in tanti avrebbero fatto il turno di notte.

    Pazienza.

    Andai nel mio ufficio a completare un po’ di pratiche lasciate da ieri.

    Antonio: omicidio Lorenzetti...quanto avrei voluto riempire di botte l’assassino.

    E’ successo una settimana fa.

    L’uomo ha ucciso la moglie per il fatto di averlo tradito, cosa mai successa...solo che lui si dimostrò una persona molto gelosa...anche troppo.

    Avrei preso la sua testa e l’avrei sbattuta sul muro innumerevoli volte.

    Meno male che ci sono stati Andre e il commissario a tenermi o lui adesso sarebbe all’obitorio e non in carcere.

    Sappi che gli ho fatto la promessa di non farsi rivedere una seconda volta.

    Caro lettore, scusami per questo momento, ma a ripensarci sono ancora fuori di me dalla rabbia.

    Un’oretta dopo, completai il mio lavoro burocratico.

    Guardai il mio orologio sul polso sinistro.

    Antonio: sono le otto, direi che ci starebbe un bel caffè.

    Uscii dal mio ufficio e davanti alla macchinetta trovai il commissario.

    Da lì cominciammo a parlare.

    Antonio: sì, nuovi vicini...da quando l'inquilina è venuta a mancare l'anno scorso, la casa è sempre stata libera.

    Commissario: vuole un permesso per uscire prima per conoscerli?

    Antonio: no, ci tenevo a dirglielo per fare...

    Commissario: perché non posso lasciarla andare via.

    Lo guardai.

    Antonio: commissario, dica un po’...che le prende?

    Commissario: si guardi intorno, Monetti...non c'è nessuno, sono andati tutti via. Quando c’è da bighellonare tutti sono in prima fila, eh?

    Antonio: a me non sembra, e se per caso le persone dovessero avere degli impegni extra-lavorativi, non è colpa loro. Quando fa così alla mattina presto, non la sopporto. Dopo si lamenta se sono sarcastico, per forza...è la mia risposta alla scontrosità. Buon

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