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Antonio Monetti in: "Poveglia!"
Antonio Monetti in: "Poveglia!"
Antonio Monetti in: "Poveglia!"
E-book45 pagine32 minuti

Antonio Monetti in: "Poveglia!"

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Info su questo ebook

Antonio Monetti è sulle tracce di un trafficante di droga e le indagini lo portano a Venezia in compagnia del commissario della questura di Padova. Domenico, il criminale, organizza un incontro con un fornitore e il poliziotto è intento a bloccare la trattativa nella speranza di arrestare i colpevoli.

Lo scambio viene fermato, ma il trafficante scappa all'arresto rifugiandosi nella tetra isola di Poveglia.

Cosa si cela in quel luogo abbandonato nella Laguna Veneta?
LinguaItaliano
Data di uscita29 apr 2019
ISBN9788831618090
Antonio Monetti in: "Poveglia!"

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    Anteprima del libro

    Antonio Monetti in - Alvise Paccagnella

    Tavola dei Contenuti (TOC)

    Start

    POVEGLIA!

    Venezia, ore otto di mattina.

    Io e il commissario stavamo camminando per le calli della città.

    Commissario: tra quanto arriviamo? Questi vicoletti non finiscono più.

    Antonio: non si chiamano vicoletti, commissario, ma calli.

    Commissario: come quelli che avrò sui piedi dopo aver fatto questa sgroppata.

    Antonio: andiamo, sia uomo. Ci sono persone che soffrono per mali peggiori.

    Dopo aver superato un ponticello, arrivammo in una piazza.

    Antonio: allora...per di qua! Venga con me, commissario.

    Camminai verso destra e il commissario mi seguì.

    Commissario: è sicuro della strada che ha preso, Monetti?

    Antonio: certamente. Dica un po’, secondo lei mi diverto a farla girare a zonzo per questa città?

    Lo guardai.

    Antonio: e poi, visto che sto soffrendo in questo modo, non voglio certo averla sulla coscienza.

    Commissario: esatto. Un po' di rispetto per l'età.

    Antonio: comunque, scherzi a parte, questa è la strada giusta.

    Commissario: beh, non ho certamente dubbi sul suo senso di orientamento. Farebbe concorrenza pure agli indiani d'America.

    Antonio: se è per questo per sentire l'arrivo di un treno in lontananza metto ancora l'orecchio sui binari.

    Il commissario si mise a ridere.

    Commissario: di certo l'ho portata con me anche per il suo senso dell'umorismo. Se fosse venuto Scocco al suo posto, a quest'ora mi sarei già buttato nel canal grande.

    Antonio ma no, Commissario, anche Andre è simpatico e fa delle belle battute.

    Commissario: ma non come le sue…

    Dopo un attimo di silenzio.

    Commissario perlomeno è meno sarcastico di lei, Monetti.

    Antonio: bah, di questo me ne importa poco, onestamente. L'importante è che la faccia ridere.

    Dando totalmente affidamento alla mia memoria, passo passo cercai di ricordarmi la strada.

    Antonio: ora su per questo ponte.

    Commissario: le sarebbe piaciuto fare la guida in qualche città?

    Antonio: a dire la verità no, anche perché le lingue non sono mai state nelle mie corde.

    Commissario: avrebbe potuto chiedere ripetizioni a sua sorella visto che fa il linguistico.

    Antonio: sa che non sarebbe stata una brutta idea? Però già con l'inglese me la cavo molto bene e ho studiato per autodidatta.

    Commissario: stare spesso a stretto contatto con persone che parlano inglese e madrelingue è come se glielo avessero insegnato senza volerlo.

    Antonio: con quella lingua puoi andare dappertutto. Le uniche volte che ebbi probelmi furono quando andai in Spagna, Portogallo ed ex-colonie di questi paesi.

    Commissario: qualcuno lo conosce e lo parla pure, ma non sono abili come altre persone in Europa, almeno.

    Antonio: poco importa, anche lo spagnolo è parlato in scala mondiale.

    Dopo aver superato altre calli.

    Commissario: Monetti, dica un po', quanto è che manca? Mi

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