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Nemici
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E-book113 pagine1 ora

Nemici

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Siamo a New York nel 1930. Due gangster, acerrimi nemici si trovano ad affrontare un ostacolo oltre ogni immaginazione e devono lottare assieme per salvare la vita della persona che entrambi amano. Un'avventura oltre la vita.
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2016
ISBN9788822872135
Nemici

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    Anteprima del libro

    Nemici - Robert Steiner

    Sommario

    PROLOGO

    Nei secoli, gli uomini hanno sempre stretto accordi segreti, costituito confraternite o società occulte, poiché fa parte della natura umana consociarsi a chi ha idee simili. Ma tutte queste alleanze impallidiscono se confrontate al numero di patti segreti fatti dai singoli individui nell’intimità della propria mente e della propria anima.

    Infatti, se l’orecchio umano fosse in grado di percepire i pensieri, udrebbe una parola ripetuta ovunque e costantemente: accetto. Ma chi la dice? E perché?

    Siamo a Cleveland, piccola cittadina del nord-est dell'Ohio, sulla costa sud del lago Erie. Nata col nome Cleaveland dal nome del Generale fondatore, Moses Cleaveland, essa viene incorporata il 23 dicembre 1814, iniziando una rapida crescita a seguito del completamento dei canali dell'Ohio e dell'Erie nel 1832. Ben presto, questo minuscolo villaggio americano diviene chiave per i collegamenti con l'Oceano Atlantico tramite il fiume Mississippi.

    Ed è proprio in un’insospettabile cittadina come questa che nasce un ragazzo d’astrazione più che modesta, il quale un giorno si trova a stringere un patto segreto negli antri oscuri della propria mente.

    Accetto!, pensa.

    A qualche centinaio di kilometri e a qualche anno di distanza, un altro giovane, nato e cresciuto in povertà a Brooklyn, si trova a stringere il medesimo patto.

    Accetto!, mormora.

    E se l’orecchio dell’interlocutore fosse sufficientemente attento, scorgerebbe una lieve brezza sussurrare loro la risposta: abbiano inizio i giochi!

    MIKE E FINO

    Proiettiamoci ora avanti nel tempo. Siamo a New York, la Grande Mela, morsa da una forte recessione, anzi, la più tremenda di sempre: la Grande Depressione del 1929. È proprio durante questo fatidico anno che avviene il crollo della Borsa di Wall Street, che scatena una grave crisi economica a livello mondiale, portando al calo generalizzato della domanda e della produzione. Una a una, le piccole banche cadono come frutti marci, quando i risparmiatori, terrorizzati dalle prospettive economiche del Paese, ritirano ogni loro avere. Le aziende chiudono, la disoccupazione sale del 600%, si centuplica il numero dei poveri e la popolazione è furiosa e disperata. Per la prima volta, nella sua breve storia, l’America e gli americani patiscono la fame. Lì dove non si suicida, la gente semplice e allo stremo si da alla microcriminalità, unico mezzo di sostentamento.

    Nel freddo pungente d’una sera d’inverno, si odono degli spari provenire dall’emporio del signor Robinson, sulla 72a strada dell’Upper East Side. Esce Fino portando in mano una sacca col magro bottino di quest’ennesima rapina.

    Con la rivoltella ancora fumante, il ragazzo grida all’interno del negozio, mentre sgambetta all’indietro. E non ti sognare di chiedere aiuto, hai capito? Questa è una pistola vera e ha un carattere di merda! La vuoi sentire di nuovo? Te la faccio risentire?

    Se non fosse per la stazza pesante e goffa del giovane, Fino sembrerebbe un degno figlio della povertà americana. L’abito all’ultimo grido di vent’anni prima, gli cade addosso come il tipico pigiamone del papà addosso alla figlia di cinque anni. A rendergli giustizia, solo i capelli ben tagliati e forse frutto di qualche estorsione al barbiere di turno. All’altra estremità di quello strano fisico tarchiato, le scarpe, apparentemente nuove, che col bianco e nero stranamente lucidi, stonano sotto quel vestito color vinaccio sottratto a chissà chi.

    Nell’indietreggiare, Fino s’imbatte in Mike.

    Mike!, ansima il giovane.

    Fino. È la terza volta che sconfini questo mese., dice con estrema calma Mike, che pare ormai abituato a questi incontri notturni. Poco intimidito dal freddo, il giovane pare avere più gusto nel furto. Il suo abito gessato bianco e nero s’abbinerebbe meglio con le scarpe di Fino. Snello ed elegante, Mike poco somiglia ai delinquenti di strada, quasi come fosse in prestito alla malavita. Accomunato con Fino dalla giovane età, Mike pare portarsi meglio i suoi ventott’anni appena compiuti. Secondo gli standard moderni, si tratterebbe di semplici ragazzi, ma nel ’29 una simile età era notevolmente più vissuta e avanzata e tra i piccoli criminali dell’epoca, chi la raggiungeva si poteva dire fortunato.

    La fabbrica di mutande è nel mio quartiere!, dice Mike adocchiando la sacca semivuota in mano al contendente. Con un gesto fulmineo, infatti, Mike la strappa di mano a Fino.

    Ah, davvero?, replica l’altro. E chi ha sconfinato il mese scorso fregandomi l’emporio di pantaloni? Con aria di sfida, Fino si riprende la sacca.

    Ignaro di cosa stia avvenendo per strada, il signor Robinson esce correndo e sbracciando dal suo emporio. Aiutoooo! Polizia! Aiut… L’uomo rimane pietrificato nel trovare davanti all’uscio entrambi i giovani, che ben conosce per le frequenti visite serali. Le braccia già alzate gli rimangono bloccate in aria, sebbene non vi sia alcuna pistola puntatagli contro.

    Dal canto loro, Mike e Fino non sembrano per nulla turbati dall’uscita dell’uomo e continuano a battibeccare.

    Tu hai tolto i pantaloni a me e io levo le mutande a te! Siamo pari!, grida Fino, che poco ha della classe e calma di Mike.

    T’ho tolto i pantaloni perché ti eri fregato le mie giarrettiere!, replica con estrema calma Mike.

    Che schifo!, pensa ad alta voce Robinson.

    I ragazzi si voltano a guardarlo e l’uomo si rende conto d’aver esternato i suoi pensieri.

    Zitto!, gli intima Fino, che poi si volta nuovamente verso Mike. Se pantaloni, nylon e mutande, sono tuoi, i gelati se li pappano quelli di Lecco, il cinese se lo frigge Mao il Pechinese e con l'oculista se la vede Andrea il Guercio, a me che rimane, eh? Io non sento puzza di un pizzo da un pezzo!

    Mike si volta verso il negoziante. Questo è pazzo!

    Robinson replica sottovoce. Beh, mi sa che un po’ tutti e due…

    Mike e Fino l’inceneriscono con lo sguardo e gli puntano addosso le rivoltelle. Zitto!

    Fino guarda Mike. Che fai, mi prendi in giro?

    No, ti prendo l’incasso. Ancora una volta, Mike strappa la sacca dalle mani di Fino.

    Per nulla intimorito, Fino schiocca le dita e come blatte, i suoi uomini appaiono da ogni angolo della strada. E adesso che fai? Strappa la sacca di mano a Mike.

    Mike schiocca le dita e tutt’intorno appaiono anche i suoi scagnozzi, che pareggiano i conti. Adesso ti prendo a calci! Mike si riprende la sacca.

    Giunge in quel momento da dietro l’angolo, un giovane di non più di 13 anni vestito da boy scout. Resosi conto della scena, lo sguardo del ragazzino tradisce tutta la sua paura. Volta gli occhi e incontra quelli terrorizzati del signor Robinson.

    Signor Robinson!

    Pussa via, bruco!, ringhia Mike.

    Spaventato, il ragazzino corre via.

    Ok, te la sei cercata. Adesso mi tocca piallarti!, grida Fino con tutta la sua burbera arroganza.

    Mike indica la pistola in mano a Fino e dice, solo pugni, niente armi.

    Fino ci pensa un attimo, poi butta a terra la pistola. Vabbé, tanto era a salve.

    Sentendo questa frase, Robinson ha come uno scatto di vita. Aiuto! Aiutoooo!, inizia a gridare.

    Mike gli punta in faccia la rivoltella. La mia no. Cuccia!

    Robinson s’acquieta. Mike appoggia a terra la sacca e vi posa affianco la pistola, poi si toglie la giacca. Con calma e senza togliere

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