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Bentivoglio Bologna
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E-book125 pagine1 ora

Bentivoglio Bologna

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Sintesi della tesi di laurea quinquennale in Architettura discussa a Firenze nell'Anno Accademico 1983 - 1984 da Maria Vittoria Cavina Saporetti all'autorevole presenza del Professor Architetto Vittorio Franchetti Pardo, Relatore Professor Architetto Gian Franco Borsi.Prima di entrare in aula, Borsi disse alla laureanda che la cosa migliore che lui potesse fare per lei era di fingere di non conoscerla e di non essere interessato al contenuto della tesi in discussione. Dopo 35 anni, l'autrice conferma la validità di quel consiglio, ben sintetizzato nel motto BEATA SOLITUDO MEA SOLA BEATITUDO. Ma ringrazia la sua buona sorte, che l'inimicizia esistente fra i due luminari antagonisti sia stata controbilanciata dai ricordi d'infanzia che la cugina di Roma Anna Cuzzer aveva condiviso con Maria Vittoria e che riguardavano anche i gemellini Franchetti Pardo. La memoria, anche in quel caso, aiutò a scegliere la giusta prospettiva e ad affrontare con serenità la prova.

The Author said: "In 1984, when I was looking for discuss my thesis with Professor Franchetti Pardo, Professor Borsi (my History of Art's teacher) told me that the best thing he can do for me was to read his newspaper instead of showing his knowledge about my thesis. It was for me a good reason to adopt the motto BEATA SOLITUDO MEA SOLA BEATITUDO in my later career. Nevertheless, it was for the kindness of our cousin Anna Cuzzer of Rome - who told me some adventures she lived with the twins Franchetti Pardo during their childhood - if I was confident when I discussed my thesis. If You like to ask me something, please write to the e-mail info@bolognainsieme.it "
LinguaItaliano
Data di uscita16 apr 2018
ISBN9788827826461
Bentivoglio Bologna

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    Anteprima del libro

    Bentivoglio Bologna - Maria Vittoria Cavina

    spero

    Al Lettore

    I portici di Bologna ci accolgono con la stessa responsabile benevolenza della cittadinanza, sorridente ed equa nel giudicare le cose degne di memoria nelle generazioni dei secoli.

    In Piazza Verdi il portico del Teatro Comunale risuona come una tromba nel silenzio: l'Amministrazione del Teatro offre la trasmissione di brani celebri di musica classica e di Opera, attirando così l'attenzione sull'edificio costruito nell'area chiamata Il Guasto; il Teatro infatti sostituisce la Casa Grande della famiglia di Ginevra e Giovanni II Bentivoglio, distrutta dopo averne esiliato i residenti cinquecento anni fa - con spargimento di sale per comunicare il divieto a seminarvi di nuovo una simile malapianta -.

    Attraversiamo la strada, passiamo al porticato del tempio dedicato a San Giacomo Maggiore, che mostra sul fregio (ricorrente nella trabeazione) un profilo virile che si staglia su di una conchiglia: un omaggio a Cesare Ottaviano Augusto; per invitare a pensare, con devota pietas, al ruolo di Pater Patriae.

    Qui il Cesare di Roma viene ricordato come discendente di Enea, figlio di Venere, alla quale viene reso omaggio tramite il simbolo della conchiglia, memoria della sua nascita dalle acque del mare.

    L'euritmia fra proporzioni dell'antichità greco romana e temi della tradizione cristiano cattolica è la principale caratteristica dell'opera che stiamo per visitare.

    Poiché nel convento annesso a San Giacomo Maggiore vivono i frati agostiniani eremitani,

    per essere accolti fermiamoci in silenzio e, con la dovuta umiltà, offriamo la visita secondo le intenzioni di Michele Arcangelo – la cui figura dal XIV secolo dell'era cristiana protesse Bologna dall'alto della Torre Asinelli (ora la sua immagine scolpita nell'arenaria è illeggibile) -; e di Maria Madre di Dio - Avvocata Nostra -.

    PATER NOSTER QUI ES IN COELIS: SANTIFICETUR NOMEN TUUM; ADVENIAT REGNUM TUUM; FIAT VOLUNTAS TUA, SICUT IN COELO, ET IN TERRA. PANEM NOSTRUM COTIDIANUM DA NOBIS HODIE; ET DEMITTE DEBITA NOSTRA, SICUT ET NOS DIMITTIMUS DEBITORIBUS NOSTRIS; ET NE NOS INDUCAS IN TENTATIONEM; SED LIBERA NOS A MALO. AMEN

    Padre Nostro che sei in cielo, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, così in cielo ed in terra. Dacci oggi il pane nostro quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non indurci in tentazione, ma liberaci dal male. E così sia.

    AVE, MARIA, GRATIA PLENA, DOMINUS TECUM; BENEDICTA TU IN MULIERIBUS, ET BENEDICTUS FRUCTUS VENTRIS TUI IESUS.

    SANCTA MARIA, MATER DEI, ORA PRO NOBIS PECCATORIBUS, NUNC ET IN HORA MORTIS NOSTRAE. AMEN

    Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te; benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo Gesù.

    Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, ora e nell'ora della nostra morte. E così sia.

    GLORIA PATRI ET FILII ET SPIRITU SANCTI SICUT ERAT IN PRINCIPIO NUNC ET SEMPER IN SAECULA SAECULORUM . AMEN.

    Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo; com'era in principio, ora, e sempre nei secoli dei secoli. E così sia.

    SANCTE MICHAEL ARCHANGELE, DEFENDE NOS IN PROELIO.AMEN.

    San Michele Arcangelo, difendici nella lotta. E così sia.

    VENI, SANCTE SPIRITUS, REPLE TUORUM CORDA FIDELIUM, ET TUI AMORIS IN EIS IGNEM ACCENDE.

    EMITTE SPIRITUM TUUM ET CREABUNTUR.

    ET RENOVABIS FACIEM TERRAE.

    OREMUS.

    DEUS, QUI CORDA FIDELIUM SANCTI SPIRITUS ILLUSTRATIONE DOCUISTI: DA NOBIS IN EODEM SPIRITU RECTA SAPERE; ET DE EIUS SEMPER CONSOLATIONE GAUDERE. PER CHRISTUM DOMINUM NOSTRUM. AMEN.

    Vieni, Santo Spirito, colma i cuori dei tuoi fedeli; e accendi in loro la fiamma del tuo amore.

    Emana il Tuo Spirito e saranno procreatori.

    E rinnoverai la superficie della terra.

    Preghiamo.

    Dio, che insegnasti al cuore dei fedeli nel segno dello Spirito Santo: concedi a noi di conoscere rettamente nello stesso Spirito; e gioire sempre della Sua consolazione. Per il Cristo Nostro Signore.

    E così sia.

    ALBERO GENEALOGICO

    utile per visitare la cappella

    Ivano morto nel 1323

    I

    Bartolomeo morto nel 1340

    I

    Francesco sposo di Francesca Manzoli

    I

    Bertuccio sposo di Elena Malvezzi

    I

    Antoniolo sposo di Zanna Maranensi

    I

    Giovanni I ucciso nel 1402; vedovo di Elisabetta da Castel San Pietro; in seconde nozze sposo di Margherita Guidotti

    PREAFATIO

    La cappella Bentivoglio:exemplum

    della renovatio spirituale del 400

    Entriamo in quest'opera della memoria: vi si respira l'armonia, la proporzione e il senso della misura del migliore umanesimo, che è essenzialmente una renovatio storica, civile, culturale e soprattutto spirituale; una conciliazione tra studia humanitas e studia divinitas – punto di partenza di una società che sa rigenerarsi, e di un concetto di essere umano laico, fortemente intriso di religiosità -.

    Immaginiamo la Casa Grande dei Bentivoglio: un ambiente di straordinaria eleganza, segno di rango e di benessere economico, ma anche ambiente culturale vivo, luogo d'incontro e di promozione sociale per la famiglia e gli amici.

    Immaginiamo Giovanni e Ginevra intrattenersi con letterati e artisti, religiosi e laici, per studiare e analizzare con metodo filologico, fin nel più trascurabile dettaglio, la decorazione della loro cappella – votiva e palatina insieme -.

    Quale fu lo spirito del tempo, quali gli stimoli culturali che portarono a realizzare un'architettura che ancora oggi, sconosciuta ai più, sembra risentire della damnatio memoriae comminata da Papa Giulio II contro Casa Bentivoglio nel 1507?

    Metà del 400: siamo in pieno umanesimo, quel complesso movimento culturale che germoglia con la riflessione petrarchesca e che è spesso presentato come un movimento secolare, distaccato dal trascendente, come un anticipo della rivoluzione scientifica del 600 e della rivoluzione illuminista del 700, trascurandone la forte connotazione religiosa e la volontà di recupero del più autentico messaggio cristiano-cattolico.

    Gli umanisti, diceva Eugenio Garin, vogliono riplasmarsi secondo le norme dell'umanità schietta, ritornare alle origini della spiritualità ripercorrendo le vie attraverso le quali essa ha trovato piena espressione.

    Gli studiosi che partecipano al movimento culturale umanista criticano il dogmatismo della Scolastica e il modello di vita rinunciatario del monachesimo, cercano il riscatto dall'opprimente senso del peccato dei secoli precedenti in nome di una religiosità più partecipata, imperniata

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