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Antonio Bonfadini: Un Santo ferrarese donato a Cotignola
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Antonio Bonfadini: Un Santo ferrarese donato a Cotignola
E-book73 pagine48 minuti

Antonio Bonfadini: Un Santo ferrarese donato a Cotignola

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Antonio Bonfadini, “santo ferrarese” del secolo XV, viene rapportato e quasi amalgamato da Gianna Vancini con il vasto movimento dell’Osservanza francescana che ha contrassegnato profondamente la Chiesa nell’Italia del Quattrocento. È merito dell’autrice averci tratteggiato in questo studio, con abile mano e con spirito gentile, la figura del Beato Antonio Bonfadini da Ferrara «santo ferrarese donato a Cotignola». E così, la collocazione del Nostro si fa puntuale, secondo le classiche coordinate agiografiche spaziali e temporali: per lo spazio è la Ferrara estense, cui si affianca Cotignola - estense dalla fine del Quattrocento - città privilegiata e quasi unica per il culto al nostro Beato. (Don Enrico Peverada)
LinguaItaliano
Data di uscita16 mar 2020
ISBN9788835386315
Antonio Bonfadini: Un Santo ferrarese donato a Cotignola

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    Anteprima del libro

    Antonio Bonfadini - Gianna Vancini

    Intro

    Antonio Bonfadini, santo ferrarese del secolo XV, viene rapportato e quasi amalgamato da Gianna Vancini con il vasto movimento dell’Osservanza francescana che ha contrassegnato profondamente la Chiesa nell’Italia del Quattrocento. È merito dell’autrice averci tratteggiato in questo studio, con abile mano e con spirito gentile, la figura del Beato Antonio Bonfadini da Ferrara «santo ferrarese donato a Cotignola». E così, la collocazione del Nostro si fa puntuale, secondo le classiche coordinate agiografiche spaziali e temporali: per lo spazio è la Ferrara estense, cui si affianca Cotignola - estense dalla fine del Quattrocento - città privilegiata e quasi unica per il culto al nostro Beato. (Don Enrico Peverada)

    PREFAZIONE

    Antonio Bonfadini, santo ferrarese del secolo XV, viene rapportato e quasi amalgamato da Gianna Vancini e più che giustamente con il vasto movimento dell’Osservanza francescana che ha contrassegnato profondamente la Chiesa nell’Italia del Quattrocento. Il movimento annovera campioni di santità, in quanto araldi del Vangelo, nello spirito del Poverello di Assisi. Una vera turba magna di Frati Minori, dei quali vale la pena elencare i nomi più illustri, anche se più che noti: San Bernardino da Siena, San Giacomo della Marca, San Giovanni da Capestrano, Beato Antonio da Sarteano, Beato Roberto Caracciolo da Lecce, Beato Bernardino Tomitano da Feltre. Quasi tutti i nominati furono in rapporto con Ferrara, alcuni anche a motivo del ministero della predicazione che vi svolsero. Per non dire di San Bernardino che, sugli anni Trenta del secolo, fu candidato all’episcopato della Città, sotto l’ala protettiva degli Estensi. Il Bonfadini il Beato Antonio da Ferrara -, Frate Minore, resta decisamente il minore nella schiera dei personaggi sopra elencati: minore, non perché se ne intenda qui esprimere un giudizio di merito, ma a motivo della penuria di documenti e di notizie certe che lo riguardano: anche se egli, morto ottuagenario nel 1482, ha percorso una buona porzione del Quattrocento religioso ferrarese.

    Molto spesso attenta alle piccole cose che qui vuol dire figure minori nella grande storia -, Gianna Vancini si è messa in sintonia con il Personaggio rimettendolo in azione e così anche riproponendocelo nella Ferrara Estense: che è la Ferrara del Concilio (1438-1439), la Ferrara del vescovo Beato Giovanni Tavelli da Tossignano (+ 1446), la Ferrara della Clarissa Santa Caterina Vegri (+ 1464). Ci si trova pertanto in un habitat, la Ferrara del Quattrocento, decisamente favorevole per chi avesse voluto scendere nell’agone della santità. Tant’è vero, che quello straordinario raccoglitore di memorie ferraresi che fu l’erudito canonico Giuseppe Antenore Scalabrini, nel redigere un elenco quasi ufficiale, a metà Settecento, dei Santi ferraresi ne segnala un buon manipolo, includendo anche personaggi non aureolati, ma comunque precisa forniti ( praediti) di virtù e cristiana pietà: il Beato Beltrame sacerdote eremita, il Beato Giacomo da Modena vescovo, il Minorita Beato Marco, il parroco di S. Stefano Domenico da Durazzo, il Francescano Mariano da Lugo, i Serviti Cesario da Ferrara e Marino Baldi, il Domenicano Girolamo Savonarola; la storiografia locale recente vi ha poi aggiunto almeno il prete Nicolò da Fiesso, il riformatore cattolico Michele Savonarola e il più tardo Francescano Beato Giacomo Ungarelli.

    È merito, dunque, della Vancini averci tratteggiato in questo studio, con abile mano e con spirito gentile, la figura del Beato Antonio Bonfadini da Ferrara «santo ferrarese donato a Cotignola». E così, la collocazione del Nostro si fa puntuale, secondo le classiche coordinate agiografiche spaziali e temporali: per lo spazio, lo ribadiamo, è la Ferrara estense, cui si affianca Cotignola estense dalla fine del Quattrocento città privilegiata e quasi unica per il culto al nostro Beato.

    Sintonia della Vancini con il Personaggio, si è detto: a significare che Essa si è posta in religioso ascolto del Santo e del culto a lui tributato. Dove e quando il rigoroso agiografo avrebbe lasciato cadere le armi per mancanza di documentazione, la Scrittrice sa cogliere l’aura rarefatta che circonda questo Francescano consentendo di coglierne un profilo, sfocato e sicuro al tempo stesso, e offrendocene una lettura edificante e anche dotta, comunque non sdolcinata. Dopo questa fatica scrittoria, il Santo forse è un po’ meno «figura, storicamente

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