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La Dottoressa Margaret a Delhi
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E-book556 pagine8 ore

La Dottoressa Margaret a Delhi

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Info su questo ebook

La Dottoressa Margaret Wallace dopo la drammatica esperienza durante la Guerra di Crimea giunge infine a Delhi dove trova lavoro come medico nell'ospedale della città e come traduttrice di testi medici presso il Delhi College.

I pericoli per lei sono sempre in agguato e dovrà sempre stare all'erta perché anche in questo episodio non mancherà chi vorrà nuocerle, sia professionalmente che personalmente. Fortunatamente per lei a fronte di queste persone ve ne saranno altre che la aiuteranno ad affrontare i pericoli.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita19 lug 2017
ISBN9781547509034
La Dottoressa Margaret a Delhi

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    Anteprima del libro

    La Dottoressa Margaret a Delhi - Waheed Rabbani

    Questa è una storia di finzione. Nomi, personaggi, luoghi, e avvenimenti sono frutto della  fantasia dell'autore o, nel caso facciano riferimento a fatti o personaggi reali, sono utilizzati al solo scopo di dare maggior credibilità alla storia. Qualunque altra attinenza con persone reali, vive o morte, fatti, o luoghi è puramente casuale. 

    ––––––––

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro potrà essre riprodotta, archiviata su qualsivoglia supporto, o transmessa, in alcuna forma or attraverso qualunque media senza una preventiva autorizzazione scritta dell'autore, nemmeno essere messe altrimenti in circolazione sia pure con rilegatura o copertina differenti rispetto alla presente edizione. In mancanza della predetta autorizzzazione sarà impossibile proporre la presente pubblicazione a distributori differenti. Fanno eccezione coloro i quali recensiranno il testo i quali potranno citare i passaggi che riterranno più opportuni nei propri articoli.

    ––––––––

    [Nota: Al termine del libro troverete un glossario nel quale sono contenute le spiegazioni di tutti i termini non inglesi]

    DEDICA

    ––––––––

    Per mia moglie, Alexandra, senza il cui amore, aiuto e continuo supporto quest'opera non sarebbe mai stata realizzata.

    ––––––––

    Inoltre

    In affettuoso ricordo dei miei adorati genitori, che sfortunatamente non hanno potuto vedere questo libro stampato.

    INDICE

    INDICE. iv

    RINGRAZIAMENTI. vi

    ALBERO GENEALOGICO: delle famiglie Wallace, Barinowsky and Sharif viii

    Prologo. 1

    Capitolo Uno. 3

    Visitatori da Grimsby, Canada. 3

    Capitolo Due. 9

    Arrivo a Calcutta. 9

    Capitolo Tre. 35

    Risalendo il Fiume Gange 35

    Capitolo Quattro 52

    Futtehgurh, infine! 52

    MAPPA: La strada di Margaret da Calcutta a Delhi 70

    Capitolo Cinque. 71

    Vita a Futtehgurh. 71

    Capitolo Sei. 89

    Un visitore e a cavallo. 89

    Capitolo Sette. 104

    Una nascita e piani per Delhi 104

    Capitolo Otto 116

    Futtehgurh alla stazione di posta. 116

    Capitolo Nove. 135

    Dak bungalow a Delhi 135

    Capitolo Dieci. 152

    Vita a Delhi. 152

    Capitolo Undici. 160

    Una visita a Palazzo Zenana. 160

    Capitolo Dodici. 174

    Nancy e Albert Arrivano a Delhi, 174

    e un Appartamento a Daryaganj 174

    Capitolo Tredici. 190

    Il Delhi College 190

    Capitolo Quattordici. 205

    Margaret si trasferisce a Daryaganj 205

    Capitolo Quindici. 218

    Ballo di Natale a Metcalf House. 218

    Capitolo Sedici. 235

    Annessione di Oudh. 235

    Capitolo Diciassette. 254

    La malattia di Begum Zinat Mahal 254

    Capitolo Diciotto. 274

    Piccolo Giorno del Giudizio 274

    Capitolo Diciannove 289

    Fuga Da Delhi 289

    Epilogo. 297

    La casa di Walli e Alexandra 297

    Glossario 298

    Note biografiche dell'Autore 300

    Note ai Lettori. 300

    RINGRAZIAMENTI

    ––––––––

    Sono estremamente riconoscente verso tutti i miei professori del Corso di Scrittura Creativa presso la McMaster University, i quali mi hanno insegnato ogni cosa riguardo allo scrivere racconti. Gli sono grato per il loro costante incoraggiamento e per i continui suggerimenti che mi hanno fornito durante l'intero sviluppo del romanzo. Sono inoltre in debito di riconoscenza con i miei colleghi dei circoli di scrittura: quello presso la McMaster; l'HisFicCritique Group (moderato da Anne Whitfield); l'Historical-Fiction-Writers-Critique Group (moderato da Mirella Patzer); e il CAA-Virtual Branch (moderato da Anne Osborne). Grazie a voi tutti per i vostri splendidi commenti che mi sono stati di inestimabile aiuto nella stesura del romanzo.

    Sono estremamente riconoscente alle mie abili editor, Victoria Bell e Judyth Hill,  non solo per la loro superba attività di editing ma anche per i molti preziosi suggerimenti

    Ho trovato la raccolta di testi storici della Biblioteca della McMaster University una inesauribile fonte di materiale da consultazione e sono estremamente grato ai bibliotecari per la sollecita attenzione alle mie molte richieste di prestiti interbibliotecari. Sono pieno di gratitudine verso Mr. James Capodagli, Direttore, della Health Information Center Library - SUNY Upstate Medical University, per le informazioni sui primi anni (1853 – 1857) del Geneva Medical College. Ho inoltre un debito di gratitudine nei confronti di Ms. Lisa Grimm, Assistente Archivista presso il Drexel University College of Medicine, per le utilissime informazioni e per l'aiuto ricevuto durante la consultazione del loro archivio digitale durante le ricerche sul Female Medical College all'epoca della sua fondazione nel 1850.

    Sebbene questa sia un'opera di fantasia, le seguenti fonti, scelte fra le molte da me consultate, sono state di particolare utilità durante le ricerche, nel dar vita al contesto storico del romanzo.

    Bayley, Emily. The Golden Calm: An English Lady’s Life in Moghul Delhi, London, 1980.

    Dalrymple, William. City of Djinns: A Year in Delhi, Penguin Books, New York, 2003

    Dalrymple, William. The Last Mughal, Alfred Knopf, New York, 2007

    Kaye, Sir John William. A History of the Sepoy War in India, 1857-1858. W. H. Allen, London, 1880.

    Lowrie, John. Two Years In Upper India, Robert Carter and Brothers, New York, 1850.

    Parkes, Frances. Wanderings of a Pilgrim In Search of the Picturesque, Pelham Richardson, London, 1850.

    Pernau, Margaret (ed.). Delhi College, Oxford University Press, New Delhi, 2006.

    Spear, Percival. The Twilight of the Moghuls, Cambridge, 1951.

    Sen, Surendra Nath. Eighteen Fifty-Seven. Ministry of Information and Broadcasting, Government of India, 1957. 

    Walsh, John Johnston. A memorial of the Futtehgurh mission and her martyred missionaries: with some remarks on the mutiny in India, J. Nesbit and Co., London, 1859.

    Wilson, Leighton and Lowrie, John. The Great Revolt In India: Its Effect Upon The Missions Of The Presbyterian Board, New York, Board of Foreign Missions, 1857.

    Le traduzioni dall'Urdu all'Inglese dei distici di Bhadur Shah Zafar (all'iniz di Prologo ed Epilogo) sono opera mia.

    Sono infinitamente grato per il suo amore, aiuto e supporto a mia moglie, Alexandra, per avermi permesso di concentrare tutta la mia attenzione e il mio impegno nel dar vita a questo romanzo.

    ALBERO GENEALOGICO delle famiglie Wallace, Barinowsky e Sharif

    Prologo

    [Aik shakh-e-gul pe baith ke bulbul he shadman]

    Seduto su un ramo di fiori, l'usignolo canta,

    [Kanthee bicha diye mere dil-e-lalazar mein]

    Spine sono disseminate nei prati del mio cuore

    —Bhadur Shah Zafar, Delhi (1775 – 1862)

    ––––––––

    SEMBRAVA COME SE  fossi tornato a Delhi, con un nuovo incarico del Johns Hopkins Hospital. Tuttavia, questa volta dietro insistenza di mia zia e mio zio, alloggiavo con loro presso la nostra antica villa di famiglia, Sharif Mahal, a Daryaganj.

    Era una notte soffocante e non riuscivo a dormire, perciò decisi di uscire per una passeggiata di mezzanotte. ;La luna piena splendeva nel cielo limpido, illuminando il vicolo nebbioso che, dalla villa portava verso il Fiume Jamuna, come un sentiero verso una destinazione ignota.

    Maestose dimore proiettavano ombre gigantesche sopra gli impressionanti giardini che giacevano su entrambi i lati della strada. Qualcosa però appariva strano, perchè le case avevano in qualche modo riacquistato nuovamente il loro precedente splendore, lo stesso che sfoggiavano durante l'era dell'Impero Moghul. Non facendoci caso scivolai oltre agevolmente. Trovata la Porta Daryaganj della cinta muraria cittadina aperta, vi corsi attraverso e fui meravigliato di vedere l'acqua scorrere nel ramo del Fiume Jamuna che si era prosciugato molto tempo fa.

    Non c'era nessuno nei dintorni. Risalii verso il molo e rimasi vicino alla sponda del fiume a guardare le onde leggere lambire gli scalini in pietra. La luna si rifletteva nell'acqua, come se stesse facendovi il bagno, spargendo raggi lunari. Improvvisamente, udii dei passi, come se qualcuno, no, due persone stessero correndo. Vidi una donna, inconfondibilmente Europea dato il suo vestito Vittoriano e i lunghi capelli biondi mossi dal vento dietro di lei, uscire di corsa dalla Porta Daryaganj. Il mio cuore perse un battito quando la riconobbi come la stessa donna che popolava i miei sogni. Vicino a lei c'era una donna più scusa, probabilmente Indiana, eccetto che indossava abiti di foggia Occidentale e uno scialle sopra la testa e le spalle, probabilmente la sua cameriera, no, la sua bambinaia, perchè trasportava un bambino dai capelli biondi nelle braccia.

    Feci cenno alle due donne di fermarsi, perchè volevo chieder loro, se potessi esser loro di qualche aiuto. Tuttavia, loro mi ignorarono, come se loro non mi vedessero e continuarono a camminare lungo la sponda del fiume. Presto scomparvero in lontananza.

    Mi chiesi se dovessi seguire le donne ma sentivo passi cadenzati, come se un gruppo di soldati stesse correndo all'unisono, velocemente. Un reparto emerse attraverso la porta. Il loro capo, un ufficiale Europeo correva davanti a loro, con un revolver in mano. Era seguito da sei soldati indigeni che trasportavano fucili con baionette innestate. Indietreggiai dietro un albero, per timore che mi vedessero e mi sparassero. Trottarono nella direzione nella quale era sparite le donne.

    Preoccupato da quel avevo osservato, tremai. Stavo tentando di controllarmi, quando vidi una figura solitaria emergere dalla porta cittadina. Era un giovane uomo Indiano, vestito nello stile di Delhi: un'ampia camicia fino alle ginocchia, panciotto nero e un cappello a forma di barca di colore bianco. Quando mi avvicinai, pensai di riconoscerlo ma ancora mi scervellavo per capire dove l'avessi visto. Quindi capii, era la persona ritratta nel dipinto appeso nel negozio di gioielli di mio zio a Connaught Place ma sembrava più giovane. Era ... gridai, Nonno Sharif!

    All'udire il suo nome, sembrò sorpreso e si fece più vicino. "Hey ... nipote ... sei tu ... Wallidad?"

    ", Nonno. Sono io." Ci abbracciammo e lacrime di gioia scesero lungo le mie guance.

    Ci separammo ma continuò a tenermi per le spalle e mi fissò coi suoi occhi impetuosi. Dove sono andate quelle donne? Non sono venute da questa parte?

    Sopraffatto dall'emozione non riuscii a parlare.

    Dimmelo. Dobbiamo aiutare la Dottoressa Margaret.

    Quando tentai di parlare, senza poter formulare le parole, scosse le mie spalle.

    *****

    Walli, dear, svegliati. Stai sonnecchiando ancora? Era mia moglie, Alexandra, che stava strizzando la mia spalla mentre stava di fianco alla mia poltrona.

    Oh! Scusami, tesoro. Sembra che abbia fatto un altro sonnellino. Che ore sono? Presi la tazza di caffè che mi porgeva.

    Alexandra ed io avevamo terminato il nostro percorso di golf, al Twin Oakes Golf and Country club di Baltimora e mentre riposavo in una comoda poltrona sul patio all'esterno del circolo, lei era andata alla toilette e tornò con drinks dalla caffetteria.

    Era circa l'una. I nostri amici termineranno il loro percorso presto. Si sedette su una poltrona vicina. Si muovono bene, anche alla loro età.

    Grazie, cara. Spero di poter camminare altrettanto bene, nella mia vecchiaia. Sorseggiai il mio caffè e stirai le mie gambe. Era un bel giorno d'estate, Avevo caldo ma ristorato dal mio mio piccolo riposino.

    Guardali là. Alexandra indicò in direzione dei quattro giocatori.

    Guardai verso il green e vidi i nostri ospiti provenienti da Grimsby, Canada, che camminavano verso di noi, coi loro portamazze al seguito.

    Capitolo Uno

    Visitatori da Grimsby, Canada

    ––––––––

    Luglio, 1967: Baltimora, Maryland 

    AVVIAI LA MIA BUICK station wagon e guidai verso l'uscita del circolo di golf; Alexandra sedeva vicino a me. I nostri ospiti arrivati da Grimsby—Jane e Bill Wallace e Karolina e Greg Barinowsky—erano seduti nei due sedili nel retro dell'automobile. Ho invidiato la libertà della quale godevano I nostri amici; stavano trascorrendo gli anni del loro pensionamento ed erano diretti in Florida dove avrebbero trascorso una vacanza. Essendo Domenica, ero felice di avere del tempo libero dai miei impegni all'ospedale e ho immaginato che mia moglie fosse a sua volta libera dai suoi impegni di avvocato. Avevamo da poco finito un percorso di golf e, vistoch e fin lì era stato un allegro pomeriggio, dal silenzio che era calato in quel momento sembrò che ognuno di noi fosse perso nei propri pensieri, probabilmente incentrati su quanto era accaduto quella mattina nel parcheggio del circolo di golf.

    Grazie, Dottor Sharif, disse il custode, mentre abbassavo il finestrino porgendogli il tagliandino di parcheggio prestampato, assieme ad una piccola mancia. Egli alzò la sbarra e ci fece un cenno di arrivederci con la mano.

    Io risposi rivolgendogli un cenno col capo, varcando i cancelli del circolo di golf, proseguendo poi lungo la circonvallazione che ci avrebbe condotti a casa nostra. Consapevole del traffico, mi chiedevo in che modo interpretare il precedente incontro, avvenuto nel parcheggio del circolo del golf, tra Greg e il mio paziente Richard —che lavorava per la CIA—e il suo capo divisione. Ero incuriosito, proprio come lo era sicuramente stato Greg quando ci aveva informato dell'offerta della CIA di aiutarlo a far uscire sua figlia Katya dall'Unione Sovietica. Quel che aveva reso la loro proposta ancor più interessante fu che in cambio fu che loro, in cambio, gli chiesero unicamente di indicargli chi fossero quelli che commerciavano in armi prodotte in Unione Sovietica. Ci siamo chiesti — e Alexandra, in qualità di avvocato, aveva supposto — che le armi erano molto probabilimente destinate in Afghanistan per essere poi utilizzate da qualche gruppo di ribelli. Ma per combattere contro chi? Non riuscivo a credere che la vociferata invasione russa di quel paese, cui il padre di Alexandra aveva accennato, potesse essere qualcosa di reale. Lui ne aveva sentito parlare all'interno della comunità di emigrati Russi in Canada. 

    Mentre sterzavo con la Buick, per la verità piuttosto bruscamente, dall'autostrada in una strada più piccola, ricordai l'incidente capitatoci a Grimsby in cui, a seguito di un inseguimento in auto, ero riuscito a sfuggire da alcuni agenti Sovietici. Questo accadde mentre Alexandra ed io avevamo viaggiato fino alle Proprietà Wallace per consegnare il baule della loro Nonna, la Dottoressa Margaret Wallace, che io avevo riportato da Delhi. Da quanto appreso grazie ai suoi diari —rinvenuti all'interno del baule —essa aveva prestato il proprio servizio in qualità di medico per la Regina di Jhansi all'incirca all'epoca della Rivolta Indiana del 1857. La magnifica corona tempestata di diamanti della Regina era stato a sua volta ritrovato all'interno del baule. Sospettando l'intromissione di un agente dell'Ambasciata Sovietica Canadese, l'altro nipote di Margaret, Greg, aveva consegnato loro la corona, in cambio di un visto per l'Unione Sovietica e un promessa di una qualche ricompensa una volta giunto là. Tuttavia, poi, come mai i Sovietici erano tanto interessati ad avere in loro possesso anche i diari di Margaret? I Wallace li avevano prestati a me perchè li leggessi e li custodissi con la promessa di scrivere una biografia della Dottoressa Margaret Wallace. 

    Allora, Walli, a che punto sei con la lettura dei diari di Margaret? mi chiese Jane, dal sedile dietro di me.

    Abbiamo appena terminato la lettura dei primi due volumi. Questi coprono i periodi della sua vita in Nord America e in Europa. Potete anche riprenderveli. Stiamo per iniziare a leggere il 3° Volume, nel quale credo abbia parlato del suo soggiorno in India.

    Sì, siamo ansiosi di leggerli e siamo ancor più ansiosi di sapere cosa abbia scritto degli anni trascorsi a Grimsby, disse Jane.

    Greg inclinò la testa entro il raggio del mio specchietto retrovisore. Walli, cosa mi dici del libro di Katya, la Storia di Lara? Quello che hai acquistao da lei a Delhi. Cosa racconta della Nonna?

    Non ho ancora avuto modo di leggerlo, Greg, gli ho solo dato una veloce occhiata. Sembra iniziare dopo l'arrivo di Margaret a San Pietroburgo.

    Posso prenderlo a prestito?

    Certamente. Lo leggerò dopo di te, dissi.

    Proprio in quel momento, il vicolo che conduceva a casa nostra comparve davanti a noi e, svoltandovi all'interno, parcheggiai sul vialetto, vicino alla luccicante Cadillac azzurra con targa dell'Ontario dei Wallace.

    *****

    Dopo esserci lavati velocemente, ci riunimmo nel nostro giardino e sedemmo sulle sedie imbottite del patio sotto ad un ombrellone. I coloratissimi fiori estivi erano in piena fioritura nei cespugli che punteggiavano il giardino. Jane disse qualcosa circa ad Alexandra circa il profumo delle rose. Io servii loro da bere: vino bianco per le signore e rosso per gli uomini. Mentre Alexandra apparecchiava la tavola disponendovi sopra gli stuzzichini, le insalate e i condimenti, I accendevo il  barbecue a gas e procedevo a grigliare bistecche e salsicce.

    Dopo aver accatastato i nostri piatti ci accomodammo attorno al tavolo. Ancora assorbiti nei nostri pensieri, ma al contempo affamati, dapprima mangiammo in silenzio, ma presto — dopo alcuni sorsi di vino — ci rilassammo e la conversazione fluì gradualmente. Vi furono complimenti generalizzati rivolti alle mie abilità al barbecue e per aver cotto le bistecche esattamente secondo le  preferenze di ognuno.

    Alexandra, la quale era sembrata per un attimo piuttosto pensierosa, disse, Jane, prima ci hai chiesto dei diari di Margaret. Sì, abbiamo appreso abbastanza circa la sua vita e quella di suo marito, Robert, a Grimsby, ma c'è carenza di informazioni su Albert Miller. Sai, la persona che è andata con loro in Crimea. Sei a conoscenza di qualche ulteriore dettaglio su di lui o su sua moglie, Nancy?

    Alla domanda di Alexandra, mi feci piccolo per la paura, perchè non pensavo fosse una buona idea discutere di Albert in quel momento. Ero certo che nè i Wallace nè iBarinowsky fossero a conoscenza di ciò che Albert aveva fatto a Margaret e Robert durante il viaggio verso la Crimea e una volta arrivati a destinazione. Però non dissi nulla e continuai a masticare.

    Jane rispose, No, non molto, Alex. Tutto ciò che sappiamo è che era un donnaiolo e che morì da qualche parte in Crimea o ... hai detto India, Greg? Sorseggiò il proprio vino e guardò verso Greg.

    Greg inghiottì il proprio abbondante boccone e annuì. Sì, è successo in India. Quantomeno, ciò è quanto ho sentito dire da uno dei suoi nipoti. Nessuno però sa dove venne ucciso Albert esattamente. Quindi si voltò verso di me e chiese, Fu probabilimente durante l'Ammutinamento, o come lo chiamate voi la guerra, Walli?

    Gli Indiani preferiscono parlarne come della loro Prima Guerra d'Independenza, sebbene la maggior parte delle persone la definisca una Ribellione, risposi. Comunque, gli Inglesi vi si riferiscono chiamando l'Ammutinamento Indiano. Notai un certo divertimento sui volti di ognuno.

    Alexandra mi giù cortello e forchetta e spinse via il suo piatto. Quindi, dimmi, Greg, Nancy andò anch'essa in India con Albert?

    Greg prese un sorso del proprio drink. Credo che ci andò. E sai cosa, sopravvisse alla guerra e tornò a Grimsby. Da ciò che ho sentito, non si risposò mai ed era solita vivere sola in una villa sulle montagne di Grimsby.

    Jane, unendosi alla conversazione, disse, Sì. Beh, conoscete suo padre, il Colonnello Mitchell, era un uomo piuttosto influente nella nostra cittadina. Non era solo il comandante del reggimento di cavalleria, aveva anche svariati incarichi in ambito politico.

    Bill, il quale era rimasto in silenzio tutto quel tempo, avendo terminat il proprio pasto, mise da parte il piatto. Io detesto quell'uomo, disse a voce alta. Fu responsabile di aver mandato Nonno Robert a combattere e a morire in Crimea.

    Jane prese velocemente la mano di Bill. Suvvia, Bill, disse con una voce calma. Non c'è bisogno di essere ancora risentiti circa quegli eventi. Sono accaduti più di un centinaio di anni fa. È vero, che noi non parliamo più ai Mitchell, ma ora con questo magnifico ritorno del baule della nostra cara Margaret, grazie ai cortesi sforzi di Alexandra eWalli, e detto questo agitò la mano verso di noi, forse è ora di fare ammenda nei confronti della famiglia di Nancy. Non lo pensi anche tu, caro?

    Fai tutto ciò che desideri. Solo non includermici, rispose Bill e sorseggiò il proprio drink.

    Oh, ho dimenticato di dirti una cosa, Bill, continuò Jane. Una delle nipoti di Nancy ha chiamato l'altro giorno. Aveva sentito parlare dell'arrivo del baule di Margaret e vuole venire a darci un'occhiata. Le ho detto che la incontreremo, quando torneremo dal nostro viaggio.

    Alexandra, probabilimente tentando di smorzare la tensione, cominciò a raccogliere i piatti vuoti. Ma è meraviglioso, Jane, che i Mitchell vi abbiano contattati. Sono certa che avrete molto di cui parlare. Però sai una cosa, mi stavo chiedendo ... forse ... potreste chiese loro se Nancy ha lasciato una diario o qualcosa del genere.

    Sì, Glielo chiederò perchè sono certa che vorranno vedere I diari di Margaret.

    Bill bevve un sorso del suo vino. Oh, li faremo aspettare. Abbiamo chiesto al Dottor Walli di scrivere la biografia di Margaret. Lasciamo che ne acquistino una copia e che si leggano quella.

    Jane diede un nuovo colpetto al braccio di Bill. Perchè no, Bill? Chieder loro se Nancy mi sembra proprio una buona idea.

    Bill disse in un tono di voce burbero, Perché mai? Cosa ne potrà venire di buono? Cosa potrebbe mai dirci il suo diario che non sappiamo già?

    Alexandra tirò fuori i piatti da dessert. Bill, potrà anche non dirci molto, tuttavia sarebbe interessante conoscere la versione della storia di Nancy.

    Fui lieto che Alexandra non avesse fornito particolari in merito a cosa fosse riferito quella storia. Sembrò essere certa che, non avendo gli altri letto i diari, non fossero a conoscenza di ciò che era accaduto in Crimea. Sentii che non era quello il momento opportuno — in quanto ciò avrebbe potuto rovinare la loro vacanza — di andare a fondo in quella discussione. Sembrò maggiormente appropriato per loro apprendere i dettagli dei fatti riguardanti la morte del loro Nonno Robert nel chiuso della loro dimora e che si addolorassero a modo loro.

    Finii rapidamente il mio pasto e chiesi se qualcuno desiderasse un'altra bistecca o un'altra salsiccia. Tutti declinarono l'offerta, dicendo che avevano mangiato troppo, tutti tranne Greg il quale disse, Il filetto è delizioso. Ne prenderò un altro pezzettino, per favore. Mi alzai, lo servii e riempii I bicchieri di tutti.

    Alexandra, con l'aiuto di Jane e Karolina, sparecchiò la tavola e portò torta di mele calda e aromatica appena sfornata e un ciotola di panna montata. Io corsi di là e portai in tavola il vassoio con il caffè filtrato e le tazze. Mentre sgranocchiavamo il saporito dolce e sorseggiavamo il caffè, I miei pensieri si rivolsero verso la figlia di Greg, Katya, che avevo incontrato a Delhi.

    Greg, quando hai visto per l'ultima volta Katya? domandai.

    Greg, sebbene sulle prime sembrasse esitante, rispose, Oh, dev'essere stato circa quarant'anni fa.Fu appena prima che Karolina ed io lasciassimo San Pietroburgo. Lanciò un'occhiata verso Karolina e continuò, Aveva circa dieci anni a quel tempo ... viveva con sua madre. Chiaramente, non le dissi che stavo partendo. Hai detto che lavorava per l'Ambasciata Sovietica a Delhi?

    Annuii. Ha contattato l'ospedale di Delhi, offrendo ciò che il loro governo, sarebbe stato felice di accettare in cambio del baule di Margaret.

    Ha detto per caso per quale motivo i Russi volevano il baule? Greg afferrò la sua tazza di caffè.

    Non credo. Il mio capo chirurgo, il Dottor Rao, ne parlò col Consiglio di Amministrazione e loro hanno rifiutato. Loro desideravano che il baule fosse restituito ai legittimi discendenti della Dottoressa Margaret. Perciò, mi sono ritrovato a trasportare il suo baule per tutto il tragitto da Delhi a Grimsby. 

    E noi te ne saremo sempre grati, Walli, disse Jane, sorseggiando il suo caffè.

    Greg, quando Katya è a far parte del Affari Esteri Russi? chiesi.

    Non lo so di preciso. Dev'essere stato quando ha terminato l'università. Gli accenni che ne faceva nelle sue lettere pesantemente sottoposte a censura era pochi e rari. Tuttavia, rimasi stupito quando mi accennasti al fatto che aveva scritto un libro! Dov'è stato pubblicato?

    Disse che lo aveva fatt tradurre, in Inglese, e che lo aveva pubblicato a Delhi. Te lo vado a prendere. Salii in fretta nel mio studio e, trovato il volume cartonato — che aveva una copertina rossa e impolverata e il titolo lettere d'oro. La Storia di Lara — lo presi, lo portai dabbasso e lo porsi a Greg.

    Egli prese in mano il libro e, rigirandoselo tra le mani, eaminandolo con uno sguardo carico di ammirazione. Sfogliò le primissime pagine e disse, Sì, Walli, avevi ragione. Comincia nella casa della sua Bisnonna a San Pietroburgo. Sembra che Lara sia infelice perchè suo marito sta partendo per un viaggio. Un inzio interessante, non lo pensi anche tu?

    Sì, decisamente, risposi. Mi spiace di essere stato tanto occupato col lavoro e di non aver avuto il tempo di leggerlo.

    Greg sorseggiò il suo caffè. Katya ha detto per caso se si tratta di una vicenda reale?

    Ci pensai per un momento tentando di ricordare cosa mi avesse detto Katya. Credo abbia detto che era basato sulla vita di sua nonna. Quando le chiesi se si trattasse di una vicenda simile a quel del  Dottor Zivago, rise e disse che era molto più reale di quel romanzo.

    Alexandra sembrò perplessa. Bill, dicci perchè Margaret scelse di andare in India, dalla Crimea? Perchè non tornò in Canada o in ... New Jersey? Non era forse originaria di là?

    Bill bevve un sorso di vino. Oh, Sono certo che i genitori di Robert volessero che lei tornassea Grimsby. Come sai i suoi due bambini erano a casa loro. I suoi genitori però erano andati in India come missionari a lavorare presso la Missione Americana a Futteh ... come si chiama quel posto, Walli?

    Futtehgurh, risposi. Suo padre era un ministro Presbiteriano, non è vero?

    Bill annuì. Sì e la madre di Margaret aveva ripreso a insegnare presso la scuola della missione.

    Mentre finivamo il dessert e sorseggiavamo il caffè, la conversazione si spostò su altre questioni. Discutemmo fatti di attualità e altre questioni concernenti gli Stati Uniti, il Canada e il resto del mondo — in particolare il conflitto che si stava preparando tra India e Cina.

    Nel sole del tardo pomeriggio, stava cominciando a fare leggermente caldo, persino al riparo dell'ombrellone nel nostro pittoresco giardino e notai che Bill stava iniziando a far ciondolare la testa. Alexandra suggerì che poteva entrare in casa a riposarsi un po'. Bill accettò prontamente e alzatosi si avviò in direzione della porta sul retro; Jane lo seguì. Greg riempì nuovamente il proprio bicchiere di vino, dicendo icendo che sarebbe andato in salotto e avrebbe iniziato a leggere il libro di sua figlia. Karolina aiutò Alexandra e me a a portare in cucina e piatti vuoti. Mentre le due signore lavavano i piatti, io mi ritirai nel mio studio per esaminare le cartelle dei pazienti che avrei visitato il Lunedì.

    ***** 

    Il giorno seguente i nostri ospiti partirono per continuare il loro viaggio verso la Florida. Partirono promettendo di tornare a trovarci e noi promettemmo di telefonargli presto a Grimsby. Si erano ripresi il 1° e il 2° Volume dei diari della Dottoressa Margaret. Come richiesto dai Wallace, avevo steso in forma narrativa, attingendo da quei volumi, la storia della vita di Margaret in Nord America ed Europa in un manoscritto dandogli poi il titolo di Libro I: Il Baule della Dottoressa Margaret. Il mio Libro II avrebbe riguardato la sua vita da lì in avanti ed ero ansioso di cominciare la lettura del 3° Volume del suo diario.

    Quella sera, dopo cena, Alexandra ed io, i bicchieri di vino in mano, sedemmo accoccolandoci assieme sul divano del soggiorno. Il divano era sui nostri grembi. Era scritto in una fiorita calligrafia di stile Vittoriano e iniziava come segue:

    Volume III

    La Mia Vita in India

    Di

    Margaret Wallace

    Capitolo Due

    Arrivo a Calcutta

    ––––––––

    1855, January: Calcutta, India

    Gennaio, 1855: Calcutta, India

    Fui svegliata, nel mezzo della notte, dall'immobilità della della nave. Giacevo nello stretto letto a castello all'interno della minuscola cabina chiedendomi quale potesse essere il problema. Dopo settimane – che a me erano parse durare un'eternità – passate a rollare e beccheggiare e nel tentativo di far restare i miei averi nel guardaroba, quella misteriosa tranquillità era incredibile. Eravamo già arrivati? Non lo pensavo, in quanto, solo quella mattina, il Capitano dalla barba grigia mi aveva detto, Ci vorrà ancora un giorno per arrivare a Calcutta, signora.

    Gettai indietro le coperte e guardai fuori dal piccolo oblò. Nell'oscurità nebbiosa potevo distinguere solamente il profilo di alcune capanne dal tetto schiacciato e luci tremolanti sulla riva. Ero certa che avessimo raggiunto la nostra destinazione! Incapace di contenere la mia emozione e non volendo svegliare l'altra donna che dormiva russando nel letto di fronte mi infilai una sottoveste, un abito scuro e una cuffietta, assicurandomi di averci infilato per bene sotto i capelli chiari in quanto non voleto che s'inumidissero a causa della nebbia. Uscii dalla cabina in punta di piedi e procedetti lungo il corridoio. Nonostante l'ora tarda non potevo aspettare oltre per dare una prima occhiata all'India, la terra della quale avevo letto e sentito parlare tanto, il paese dei miei sogni.

    Come misi piede sul ponte e mi avvicinai alla ringhiera l'aria calda e nebbiosa di quella notte e un sentore come di uova marce provenienti da liquami galleggianti mi travolsero. Vi era in giro un gran via vai di marinai che si urlavano istruzioni l'un l'laltro indaffarati nello svolgimento delle mansioni necessarie per ancorare la nave, mentre io restavo con i gomiti poggiati al corrimano e fissato quella notte scura e umida.

    Dov'erano tutti i bei palazzi dei quali avevo sentito parlare da alcuni passeggeri?

    È Calcutta quella?chiesi a uno dei marinai.

    No, signora. È solo che siamo nel mese della nebbia. Manca ancora un po' prima di arrivare. Detto questo si toccò il berretto e se ne andò di fretta.

    Avrei quindi dovuto aspettare ancora del tempo prima di poter rivedere i miei cari genitori, sorella e fratello. Sospirai. Pur confidando nel fatto che  il Governatorato di Calcutta li avesse informati del mio arrivo, mi chiedevo se qualcuno di loro sarebbe stato al molo a ricevermi. Probabilimente no. E ciò principalmente per una ragione, la Missione Americana a Futtehgurh era piuttosto distante dal  Fiume Gange. Non ero certa che Papà sarebbe stato in grado di arrivare fin lì. I miei pensieri tornarono all'ultima volta che li avevo visti.

    È successo cinque anni fa, quando ero fresca di Laurea conseguita presso il Women’s Medical College di Philadelphia. Mio marito Robert era arrivato fin da Fort George in Niagara, Canada, a prendermi per riportarmi alla nostra prima casa. Era molto elegante nella sua giacca rossa da ufficiale di cavalleria. In più, non aveva fatto economie e aveva affittato una carrozza per l'occasione; avremmo viaggiato con stile! Avevo protestato dicendo che avrei benissimo potuto cavalcare, lui però non aveva voluto sentirne parlare dicendo che io avevo troppi porta abiti, libri e altro armamentario da trasportare. Certamente c'era praticamente una collezione di testi medici. Sebbene, io sospettai che egli fosse preoccupato soprattutto in considerazione della mia condizione, in quanto attendevo il nostro primo figlio.

    Robert mi aiutò a salire in carrozza quindi mi seguì sedendomisi di fianco.

    Passiamo per Elizabethville? chiesi.

    Ne sei sicura? Robert mi guardò inarcando le sopracciglia. Dal suo sguardo capii che si stava chiedendo se io intendessi ancora vedere i miei genitori, sebbene loro non avessero risposto alle mie lettere e non avessero preso parte al nostro matrimonio nè alla mia laurea.

    Assentii.

    D'accordo allora. Andando dal New Jersey non saremo costretti a fare una grande deviazione. Giusto il temo di fare pace coi tuoi genitori. Schioccando la lingua, scosse le redini contro i fianchi dei cavalli e partimmo con un balzo.

    Il giorno seguente, verso metà pomeriggio, raggiungemmo Elizabethville. La cittadina non sembrava essere cambiata molto durante i quasi due anni nei quali ero mancata, mi vennero però le lacrime agli occhi  quando vidi la familiare strada a tre corsie e la casa della mia infanzia apparve ai miei occhi più avanti. Passammo vicino alla Chiesa Presbiteriana, nella quale avevo ascoltato gli innumerevoli sermoni tenuti da mio padre, il pastore. La gente vi si stava dirigendo per la funzione serale. La mia sorella adolescente, Elizabeth, con indosso un vecchio vestito sbiadito, era all'esterno del cancello d'ingresso alla casa e stava parlando con alcuni amici. Le feci un cenno di saluto. Dopo avermi vista, si voltò immediatamente e corse lungo il sentiero sul davanti della casa, risalì gli scalini del portico ed entrò in casa. Era sempre la stessa.

    Robert tirò le redini e fermò la carrozza davanti al cancello. Scendemmo e camminavamo lungo il sentiero in direzione della casa, Mamma e Papà uscirono e rimasero sul portico. Mamma aveva il suo consueto aspetto stanco, i suoi capelli dorati arruffati e indossava un grembiule sul suo vecchio  vestito azzurro. Papà aveva un bell'aspetto, vestito con il suo consueto abito nero con colletto bianco. Teneva il suo cappotto scuro in una mano e cominciò a infilarlo. David ed Elizabeth stavano vicini a loro, guardandomi con curiosità.

    Mentre Mamma sorrise e chiamò i nostri nomi, Papà non disse nulla. Il suo volto severo diceva tutto. Scese gli scalini del portico.

    Mi affrettai verso di lui e gettai le mie braccia attorno alle sue ampie spalle. Papà!

    Scusami, Margaret. Sono in ritardo per il mio sermone. Levò le mie braccia dalle sue spalle e continuò a camminare verso il cancello.

    Ristetti inorridita, fissando la sua schiena.

    Buon pomeriggio, Zio disse Robert con un inchino, mentre il cugino di suo padre gli passava vicino.

    Papà si fermò, si infilò il cappello nero e fece un cenno col capo. Robert. Quindi uscì con tutta calma dal cancello avviandosi in direzione della Chiesa.

    Robert rimase immobile, in un attonito silenzio.

    Mamma scese di corsa i gradini del portico e mi abbracciò. Io singhiozzai sulla sua  spalla e lei mi accarezzò la testa con la mano, come faceva quando ero piccola. Quando mi fui calmata ci condusse all'interno della casa. Dopo averci fatti accomodare in salotto si precipitò in cucina, dicendo che ci avrebbe preparato del tè.

    Il salotto era rimasto come lo ricordavo. Mentre la mobilia mostrava i segni del tempo, la sua sistemazione non era minimamente cambiata. Sulla parte posteriore del sofà, vidi alcuni strappi nella stoffa e presi a lisciarli.

    Mamma deve avermi vista mentre entrava e disse, Oh, non ti preoccupare, Margaret, li ricucirò presto.

    Sembrano irreparabili ormai, Mamma. Non è ora che lo cambi? Guarda, le sue gambe stanno per cedere.

    Sì, cara. Lo faremo presto. È solo che tuo Papà è leggermente a corto ... Si interruppe, realizzando che Robert era presente.

    Qual è il problema? domandai. Vi trovate in difficoltà finanziarie?

    Non siamo esattamente a livello di essere ospitati al ricovero per gli indigenti, disse, lanciando una sguardo di scuse a Robert. È solo che tutto costa talmente tanto di più, e il salario di tuo Papà non è aumentato... A questo ella si rialzò tranquillamente e guardò fuori dalla finestra.

    Ma che mi dici della tua scuola? ricordavo che c'erano state molte iscrizioni durante il periodo nel quale ero stata insegnante e donna delle pulizie. Certamente ci saranno delle entrate anche da lì, non è forse vero?

    Mi fissò per un attimo con uno sguardo privo d'espressione. Oh! Suppongo tu non l'abbia saputo. Ho dovuto chiuderla. Con l'apertura di strutture più grandi nei distorni, non c'era più posto per delle piccole realtà come la nostra— La teiera fischiò e lei si affrettò in direzione della cucina.

    Ora sono in piedi alla ringhiera della nave e mi sto asciugando le lacrime che mi hanno inondato gli occhi ricordando quei fatti risalenti a quasi cinque anni fa e ricordando ciò che era successo un anno più tardi, in Canada, quando avevo ricevuto una lettera da Mamma. Non fu una vera sorpresa leggere che Papa aveva deciso di accettare un incarico presso la Missione Americana di Futtehgurh, India. Non ero del tutto certa che la sua decisione fosse interamente dettate da motivazioni economiche, perchè stava considerando già da qualche tempo l'opportunità di partire missionario. Quel che era ancor più interessante era che Mamma aveva aggiunto che lei avrebbe insegnato nella locale scuola dell'orfanatrofio. Quindi, tutta la famiglia era in partenza entro breve alla volta dell'India.

    Fui riportata alla realtà non appena udii, Buongiorno, Margaret. Bontà Divina, ti sei alzata presto! Una  persona alta con indosso un' uniforme da  ufficiale Britannico—completa di cinturone incrociato e fondina—e con in bocca un sigaro, mi si avvicinò.

    Era il Colonnello Humphrey, un'anziano gentilumo il quale, avendo prestato servizio in India per anni, era poi tornato in Patria ed stava ora tornando in India per un altro incarico. Essendo vedovo ed avendo figlie ormai ventenni—circa della mia età—oso dire che mi avesse presa in simpatia. A me le sue attenzioni non avevano mai dato fastidio, perchè era una buona compagnia durante tutto quel lungo viaggio. Mi impegnava in piacevoli conversazioni e mi forniva utili informazioni sull'India, sia sulla nazione che circa i suoi abitanti. Inoltre, dal momento che il suo continuo rivolgermisi chiamandomi Mrs. Wallace stava diventando piuttosto noioso, gli avevo suggerito di chiamarmi Margaret.

    Oh, non riuscivo più a dormire. E voi, Colonello? Cosa vi porta sul ponte a quest'ora?

    Mi alzo presto d'abitudine. Era in piedi vicino a me e diede una boccata dal suo sigaro. Poi però, sollevandolo, mi chiese, Vi da fastidio?

    Per niente. L'aria è di gran lunga peggiore del vostro sigaro, Colonnello.

    Il colonnello sghignazzò e, dopo aver dato un'altra boccata, gettò il sigaro ormai finito in acqua. Non ci vorrà ancora molto prima che noi si raggiunga Calcutta.

    Non vedo l'ora. Perchè siamo ancorati qui?

    A causa della marea della luce del giorno e del timoniere, suppongo. Vedrà quanto diverrà affollato il fiume. Sarà già molto affollato ora, con il cambio del Governatore Generale ormai alle porte.

    Lord Dalhousie sta lasciando il proprio incarico?

    Sì. Sarà sostituito dal Visconte Canning, l'ex Direttore generale delle poste. Sono certo che gran parte della popolazione Indiana non verserà una sola lacrima vedendo andarsene il vecchio Dal!

    Perchè, è tanto impopolare? Noi in Canada lo ammiriamo. Suo padre ha prestato servizio là, sapete. Da quanto tempo si trova qui?

    Quasi sette anni. Bisogna dargli merito, da quanto ho sentito dire, che l'amico è un gran lavoratore. Se ne sta chino alla scrivania dalla mattina presto fino a notte fonda e negli altri giorni gira a cavallo per tutto il paese. Soprattutto, ha intrapreso molte guerre contro i Sikh e i Birmani.

    Quindi come mai è tanto poco gradito?

    Il  vecchio Colonnello, con entrambe le mani sulla ringhiera, fissò lo sguardo sulla costa lontana per un attimo. Beh, iniziò, Non mi trovavo qui durante la sua amministrazione. Sono partito col suo predecessore, Hardinge. Abbiamo però ricevuto alcuni rapporti allarmanti circa le sue attività a Londra.

    Che genere di rapporti?

    Ad essere onesti, il nostro amico sta solo tentando di fare ciò che è meglio per la Compagnia delle Indie Orientali e, naturalmente, per la Gran Bretagna. Ha virtualmente ricreato qui il modello di Governo basato su quello Britannico. Tuttavia, facendo questo, ha pestato i piedi a molti Ufficiali della Compagnia dando anche fastidio a numerosi uomini influenti del luogo. Benchè si debba riconoscergli che le numerose riforme sia state finalizzate per il bene della popolazione. Sapete, iniziative quali la costruzione di scuole e ospedali, come quella presso la quale vi state recando, così come ferrovie e canali; ha installato anche il telegrafo; e, inoltre, ha introdotto un sistema di uffici postali simile a quella attivo in patria.

    Uffici postali! sorrisi. Leggermente confusa, però,  domandai, Ehm ... comunque, la popolazione locale non ha gradito questi cambiamenti, non è vero?

    Beh, qualcuno è convinto che così facendo abbia creato solo un sacco di gente infelice.

    Intendete quei ricchi affittuari, come i nostri signorotti di campagna e proprietari terrieri? Perchè mai dovrebbero essere infelici con tutti quegli uffici postali e quelle ferrovie?

    I soldi per ripagare queste spese devono ben venire da qualche parte!

    Proprio in quel momento, tre uomini Indiani—una persona anziana, accompagnata da due uomini più giovani—vestiti con tuniche bianche e fluttuanti con in mano delle coppe di rame, venivano nella nostra direzione. Stavano probabilimente dirigendosi verso i bagni per le loro abluzioni mattutine, cosa che ho imparato essere loro abitudine fare prima delle loro preghiere. Li avevo già notati in precedenza ma non li avevo incrociati, in quanto tenevano abbastanza a se stessi. Fui informata da un altro passeggero che erano gli emissari di un Raja Indiano e che stavano tornando in patria, dopo essersi recati a Londra a perorare un caso davanti alla Corte della Compagnia delle Indie Orientali. Essi unirono I palmi delle loro mani e ci fecero un inchino.

    Buongiorno, Mr. Bapurao. Sono spiacente di aver saputo che la vostra petizione non è stata accettata, disse il Colonello Humphrey, al più anziano dei due.

    Cosa può ottenere la povera gente, signor Colonello? disse il vecchio di rimando con un'espressione triste in volto. "È il volere di Sarkar. Il nostro raja dovrà cedere il proprio regno."

    Non potrà essere evitato. La Dottrina Dalhousie sulla decadenza si applica a tutti questi campi, come ben sapete, disse il Colonello Humphrey.

    I tre non dissero nulla ma mi fissarono con espressione interrogativa. In effetti, uno dei giovani, il quale sfoggiava un paio di folti baffi a manubrio, mi fissava con i suoi scuri, occhi penetranti.

    Il Colonello Humphrey mi presentò rapidamente. Lei è la Dottoressa Wallace, viene dalla Crimea ed è diretta a Delhi dove lavorerà in un ospedale del luogo.

    Piacere di conoscervi, dissi.

    Mentre Mr. Bapurao mi si inchinò, il giovane, che mi aveva continuata a fissare, disse qualcosa in Hindustani all'altro uomo, il quale ridacchiò.

    Cosa avete dett? urlò il Colonello Humphrey e in un lampo, come un pugile esperto, colpì duramente il giovane alla mascella con un destro. L'uomo volò attraverso il ponte e picchiò la testa sulla paratia, giacendo poi immobile. Il Colonello quindi estrasse velocemente il suo revolver puntandolo contro gli uomini. Somari! Non pensavate che capissi l'Hindustani, vero?

    Scusi ... Colonello ... signore, balbettò Bapurao. Egli ... non ha  ... detto nulla di male.

    Certo che sì! Estremamente irrispettosa nei confronti di questa giovane donna. disse il Colonello Humphrey muovendo la sua pistola davanti

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