Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Nessuno è perfetto
Nessuno è perfetto
Nessuno è perfetto
E-book283 pagine4 ore

Nessuno è perfetto

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Famiglia. 

Genitori, fratelli, sorelle, figli, mogli, mariti..tutto è famiglia, ed ognuno a modo suo nasconde i suoi segreti.

Sara incarna la famiglia perfetta, ha un marito amorevole al proprio fianco e ben cinque figli, ha il lavoro dei suoi sogni e una casa bellissima. 
Sembra vivere la vita perfetta, ha tutto quello che può desiderare..ma è veramente così?
Laura rappresenta la “seconda occasione” per eccellenza, dopo un matrimonio disastroso e due figli riuscirà mai a trovare la giusta direzione da dare alla sua vita?

Nicoletta invece è un libro aperto, ma è esattamente quella che sembra a prima vista? 
O nasconde qualcosa di impossibile da vedere ad occhio nudo?
Tre sorelle diverse, tre vite diverse, tre donne diverse.
La loro famiglia verrà messa a dura prova da segreti inconfessabili, legami nascosti, crisi e morti inattese. 
Riuscirà a rialzarsi più forte di prima? O andrà tutto in mille pezzi?
Nulla è quello che sembra, e tutto cambia molto rapidamente.

e-mail, edos1992@hotmail.it.

https://www.facebook.com/Nobodyisperfect.thebook/ (Facebook);

https://www.instagram.com/nobody_is_perfect.thebook/ (Instagram);

https://twitter.com/Nessunoperfett3 (Twitter)
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita7 nov 2017
ISBN9788871635897
Nessuno è perfetto

Correlato a Nessuno è perfetto

Ebook correlati

Narrativa generale per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Nessuno è perfetto

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Nessuno è perfetto - Edoardo Scianò

    scuro...

    CAPITOLO 2

    Crisi coniugale

    "Conoscete la coppia perfetta ?

    Le due anime gemelle, il cui amore non finisce mai? I due innamorati, il cui rapporto non è mai minacciato?

    Il marito e la moglie che hanno piena fiducia l’uno dell’altra?

    Se non conoscete la coppia perfetta, lasciate che ve la presenti.

    È in piedi sopra uno strato di glassa, il segreto del loro successo?

    Beh, per cominciare non sono costretti a guardarsi…".

    (Desperate Housewives, 3x02)³.

    Il Natale era alle porte, mancava solo una settimana all’arrivo di Babbo Natale, evento che i piccoli di casa Cavicchi attendevano con ansia già da novembre.

    Irene ed Eleonora odiavano la domenica, di qualunque mese e di qualunque anno, la domenica era sempre il giorno peggiore, sì, era il giorno del riposo e dello stare in famiglia, però una volta finita la giornata si sentivano addosso un terribile senso di tristezza e di angoscia. La odiavano. Dopo la domenica c’era il lunedì, il dannato lunedì. Si rientrava a scuola, cominciava una nuova settimana, e tutte le interrogazioni/i compiti che erano riuscite a evitare fino al venerdì dovevano essere nuovamente evitati nella nuova settimana. Inoltre il tempo, di domenica, sembrava volare così velocemente, da un momento all’altro era già domenica sera...

    Era una fredda domenica mattina, quando - alle 9.30 - Fabrizio tornò a casa, e trovò tutta la sua famiglia ad accoglierlo calorosamente a braccia aperte. A Firenze aveva comprato dei regali per i suoi figli, ma sapeva di aver ricevuto dal fratello un regalo che non poteva restituire, non poteva buttare, né riciclare: Ettore e Penelope avrebbero divorziato.

    La notizia dell’imminente divorzio sconvolse un po' tutti.

    Ettore e Penelope avevano deciso di procedere in questa direzione dopo una serie molto antipatica di avvenimenti, come sempre il fratello di Fabrizio non aveva preso alcuna decisione, era stata la stessa Penelope ad aver preso le redini della situazione, d’altronde chi poteva/doveva farlo se non lei?

    La ciliegina sulla torta era arrivata con l’ennesima bugia di Ettore, l’infantile e orgoglioso fratellino di Fabrizio era stato colto nel fatto un’altra volta, questa volta Penelope non aveva letto nessun messaggio erotico né lo aveva visto inventarsi una bugia di sana pianta, lo avevo proprio colto nel fatto, in piena azione.

    Ettore tradiva la moglie ormai da diversi anni, ed era proprio lì che la calma e la tranquillità di Penelope si erano trasformate automaticamente in rabbia, delusione e amarezza, ma sopratutto sofferenza, tanta sofferenza. Per sé e per non aver colto prima i segnali del suo tradimento, ma sopratutto per i loro figli.

    La donna in questione era Valeria Damascati, era sempre stata lei l’oggetto del suo desiderio nascosto e peccaminoso. Penelope non la conosceva benissimo, ma sapeva chi era e quanto valesse nella vita del marito.

    Penelope Della Rocca era sempre stata una donna determinata, aveva sempre cercato di districarsi con successo fra la sua famiglia e il suo lavoro di avvocato civilista, portava lunghi capelli castani fino alla spalla, avevi occhi color dell’ambra, 36 anni appena compiuti, e nonostante tutto era stata un’ottima moglie e una brava mamma.

    La laurea in giurisprudenza non era stata una passeggiata, poi il praticantato, l’esame di abilitazione, l’iscrizione all’albo, poi il lavoro, i bambini e il matrimonio: aveva sempre avuto un bel da fare, e ovviamente vivere a fianco di Ettore Cavicchi non era una passeggiata per nessuna donna.

    Aveva sempre creduto che crescendo, prima o poi, sarebbe maturato, sarebbe cambiato con l’arrivo dei gemelli, ma nulla era mutato e tutto era rimasto come sempre, statico e fermo.

    Ettore aveva 33 anni, portava i capelli castani sempre in modo molto trasandato, aveva due intensi occhi marroni, indossava gli occhiali da vista tassativamente firmati, e quando non doveva pomparsi in palestra 24h su 24, lavorava - occasionalmente - come barista in uno dei tanti pub nel centro di Firenze. La sera non era quasi mai a casa, con la scusa di questo o di quel lavoro rientrava sempre tardi, e non era mai stato di grande aiuto con i bambini… né come marito.

    Il matrimonio non era stato una passeggiata, almeno per Penelope, tutto era successo molto rapidamente e senza nessun preavviso, o quasi: si erano sposati circa quattro anni prima, quando era incinta dei gemelli, e tra una causa legale e l’altra erano riusciti a trovare un’ottima sistemazione e a fare una luna di miele abbastanza decente.

    Vivevano in un bellissimo appartamento in San Lorenzo, comprato ovviamente con i risparmi - duramente sofferti e guadagnati - di Penelope. Ettore non aveva voluto impiegare - per avarizia - neanche un centesimo del suo cospicuo fondo fiduciario.

    Edoardo e Giulia - questi erano i nomi dei gemelli - avevano quattro anni, capelli castani e due bellissimi occhi azzurri, erano due bambini stupendi, ed erano stati cresciuti quasi totalmente dalla madre. Ettore se n’era occupato davvero pochissime volte, quei rari momenti in cui non doveva lavorare, o andare in palestra, o ubriacarsi fino a sfondarsi con i suoi amici del pub.

    I tradimenti, le scappatelle e le fughe d’amore nei fine settimana erano stati all’ordine del giorno dopo la nascita dei gemelli, nonostante prima non fosse il fidanzato modello.

    Il loro rapporto si era incrinato sempre di più con l’arrivo dei bambini, il comportamento di Ettore da quel momento era cambiato, lì si era sentito trascurato e poco considerato, anche se il pensiero di non essere lui la vittima non gli attraversava minimamente l’anticamera del cervello.

    Sapendo con chi avesse a che fare, avendolo sposato e avendo messo al mondo due figli con lui, Penelope non aveva impiegato molto tempo a voler sistemare le cose: già da tre anni erano legalmente separati, ma avevano deciso che lui sarebbe rimasto a vivere con loro per non turbare troppo i bambini.

    La separazione in casa non era stata facile, e - a lungo andare - erano riusciti a giungere ad alcuni compromessi… solo ad alcuni.

    Da alcuni mesi Penelope aveva ottenuto risposta positiva alla sua richiesta di divorzio consensuale e, senza problemi apparenti, avrebbe ottenuto anche l’affidamento esclusivo dei gemelli.

    Non voleva più saperne di Ettore, non dopo tutto quello che era successo fra loro e dopo il suo comportamento sia come padre che come marito.

    Avevano avuto una storia d’amore molto rapida e intensa, avevano bruciato alcune tappe, e in men che non si dica si erano ritrovati sposati e genitori a soli 30 anni, ma non era solo questo: il lavoro di Penelope la impegnava notte e giorno, quando rimase incinta sapeva che la sua vita sarebbe stata più che complicata, il lavoro di avvocato era una scelta di vita, ed era difficile riuscire a fare tutto e bene.

    Era più o meno agli inizi della sua carriera, e a quell’età con due bambini a casa era tutto così difficile, se dedicava più tempo al suo lavoro non ne restava tanto per la famiglia, e viceversa.

    Inoltre quello era un campo davvero competitivo e all’ultimo sangue, ma vedeva che anche con tutti gli sforzi del mondo non riusciva a tenere il passo da quando era diventata mamma.

    Ettore che c’era e non c’era, la sua presenza-assenza non aiutava di certo, sarebbe bastato solo un minimo di aiuto in più… d’altro canto quella vita l’aveva scelta anche lui.

    Oltre al tradimento, uno degli altri avvenimenti degni di nota era stato perdere un’importante causa legale, proprio perché Ettore non era mai a casa o minimamente presente nella loro vita. Quello l’aveva fatta ricredere sul suo matrimonio, d’altronde come tutto il resto.

    Ettore poteva anche sembrare un uomo affascinante e con la testa sulle spalle, ed era così, dava sempre una tremenda prima impressione alle donne, dava l’idea di essere un tipo intelligente e sofisticato, il bel faccino e il fisico scultoreo distraevano tutte, ma poi BAM… ti ritrovavi accanto a un completo imbecille senza rendertene conto.

    Negli anni c’erano state donne che erano riuscite a scappare, ma Valeria e Penelope non ce l’avevano fatta.

    Il più grosso problema di Ettore era proprio questo, oltre a essere egocentrico e superbo (qualità ereditate da sua madre), non era mai stato capace di prendere delle decisioni riguardanti la sua vita, il suo orgoglio lo aveva sempre condizionato, sopratutto durante gli anni dell’adolescenza.

    Da adolescente era fidanzato con una bellissima ragazza, una sua coetanea - Valeria Damascati, che crescendo era diventata una donna intelligente e molto matura, con la testa sulle spalle, determinata e forte. Ognuno aveva le sue debolezze, quella di Valeria si chiamava Ettore.

    Valeria aveva sempre portato i capelli corti, biondi, aveva due grandi occhi castani e uno splendido fisico, quello non le era mai mancato. Dal canto suo era sempre stata seriamente innamorata di Ettore, fin da quando erano adolescenti e frequentavano lo stesso liceo, lei aveva sempre dimostrato un grande amore nei suoi confronti.

    Il suo era uno di quegli amori struggenti e dilanianti, che ti distruggono l’anima, ma che - allo stesso tempo - non riesci ad abbandonare per cambiare vita, perché ormai quella persona è diventata la tua persona, e ti attrae come una calamita. Era inevitabile starci male, così come prendere e andartene via.

    Non che non ci avesse pensato, ben due volte - negli anni del liceo - Valeria aveva sfidato se stessa, imponendosi di cambiare e di smettere di provare quei sentimenti per Ettore, inventandosi persino che non fossero niente di speciale, e che ci fossero altri ragazzi che la meritassero più di lui. Risultato? Non ci riuscì, lo amava troppo. Lasciarlo andare le avrebbe fatto più male che continuare a soffrire per lui.

    Come un tempo, anche ora Ettore non era stato capace di ricambiare i sentimenti che Valeria provava nei suoi confronti, e, come Ettore aveva provato sulla sua pelle, la storia ama ripetersi… Non aveva mai voluto impegnarsi seriamente con una donna, probabilmente a causa dell’influenza negativa di sua madre Veronica, aveva sempre puntato i suoi occhi sulle altre donne, non considerando minimamente chi avesse al proprio fianco.

    Non aveva mai voluto lasciare spazio ad altri se non a se stesso e al suo egoismo, non aveva esitato un attimo a vivere solo secondo il proprio tornaconto e il proprio istinto.

    Una ragazza dopo l’altra e ogni tanto non mancava del sesso occasionale con Valeria, lei soffriva perché lo amava troppo e lui faceva finta di niente.

    Valeria ne era sempre stata innamorata, ma era stata intelligente e non stupida, anche fin da ragazza era stata costretta quasi sempre a sbattere la faccia contro il muro della realtà: si era perdutamente innamorata di Ettore, ma non riusciva a capire che Ettore non sarebbe cambiato, quella era la sua natura e lei non poteva farci niente. Non poteva cambiarlo. Furba, intelligente, spesso anche geniale, ma non riusciva a vedere la realtà, o se ci riusciva preferiva cullarsi in quel mondo tanto tranquillo e piacevole, una bella dose di sofferenza per ogni NO di Ettore a una loro storia seria.

    Si sa, no? Quando siamo innamorati siamo come in una sorta di mondo parallelo, viviamo la nostra vita ma - spesso - non riusciamo a vedere ciò che ad altri sembra chiaro e limpido, questo era proprio quello che successe a Valeria… almeno fino a un certo punto.

    Un’illusione dopo l’altra portarono Valeria ad autoumiliarsi infinite volte per colpa di Ettore, mai deciso veramente a fare la scelta giusta tra le diverse alternative che gli si presentavano davanti. Arrivò persino a promettere mari e monti alla povera Valeria, lasciandola ogni volta nella delusione più totale.

    Probabilmente la decisione più importante e difficile che Ettore abbia mai dovuto prendere risaliva ad alcuni anni prima, quando dovette scegliere con quale donna stare: con Penelope - che al tempo era già incinta dei gemelli, o con Valeria che rappresentava la felicità e la totale assenza di problemi?

    Valeria non aveva figli, ma la sua scelta repentina di sposare Penelope non ostacolò in nessun modo la sua relazione con lei, che accettò di diventare la sua amante, sempre speranzosa che - un giorno o l’altro - le sue grandi promesse diventassero realtà.

    La relazione con Valeria, anche se andata avanti fin dal liceo, si trasformò da rapporto fugace e senza importanza in una vera e propria relazione, praticamente durò finché Penelope non scoprì tutta la verità.

    La separazione in casa fu inevitabile, e adesso Penelope era finalmente riuscita a togliersi 90 kg di inutile orgoglio dalla sua vita.

    Quando finalmente avrebbe tenuto fra le sue mani le carte del divorzio firmate da entrambi, Penelope avrebbe potuto sentirsi finalmente una donna libera e spensierata. Non vedeva l’ora di tornare a tuffarsi tra scartoffie legali da un lato e pannolini e riunioni con i genitori dall’altro, piuttosto che stare dietro a Ettore e alle sue voglie e ai suoi vizi, sempre uguali, sempre gli stessi. Grazie a Clarissa, la sorella maggiore, aveva l’opportunità di voltare finalmente pagina e iniziare un nuovo capitolo della sua vita: almeno finché il divorzio non sarebbe diventato effettivo sarebbe rimasta a casa con i gemelli ed Ettore, ma dopo si sarebbe trasferita da lei per capire esattamente cosa fare della sua vita. Si trattava solo di una piccola sosta, ci sarebbe rimasta solo per alcuni mesi.

    Clarissa Della Rocca lavorava a Firenze, vicino a Piazza Duomo, era l’unica titolare di un rinomato negozio di scarpe con tanto di appartamento annesso sopra al negozio: portava dei bellissimi capelli castani che le arrivano fino alle spalle, spesso sciolti e mossi, due intensi occhi azzurri, ormai aveva superato la soglia dei 40 anni.

    La vita di Clarissa non era stata per niente rosea, anche se quella di Penelope non era stata altrettanto tranquilla e piena di soddisfazioni: Clarissa era rimasta vedova 4 anni prima a causa di un gravissimo incidente sul lavoro, il marito - muratore laborioso e lavoratore inarrestabile - morì alla giovane età di 35 anni nel momento peggiore della loro vita.

    All’epoca dell’accaduto Clarissa era in procinto di dare alla luce il loro primo figlio, ma a causa dello shock per la notizia partorì una bambina che nacque morta, proprio la stessa sera in cui Penelope diede alla luce i gemelli.

    Una vera e propria tragedia.

    Clarissa e Penelope erano sempre state due sorelle molto legate fra loro, l’idea di essere rimaste incinte nello stesso periodo, di dover gestire una gravidanza - la prima per entrambe - insieme era un pensiero che le spaventava, ma allo stesso tempo le univa più che mai: pensare che i propri figli avrebbero avuto la stessa età, che sarebbero cresciuti insieme anno dopo anno e che anche loro sarebbero rimasti uniti da quel legame così speciale.

    Questi erano solo desideri, poi tutto era volato via in un attimo e tutti i sogni e le ipotesi di Clarissa erano svaniti nel nulla, prima il marito e poi la bambina. Non le era rimasto niente.

    Erano passati già alcuni anni dall’incidente, Clarissa stava provando a rimandare avanti la sua attività e piano piano stentava a riprendersi, non era ancora stata capace di andare avanti da sola, la terapia e le sedute una volta a settimana l’aiutavano molto.

    Non era facile uscire da un simile tornado di drammi e di emozioni, ma il terapista la stava aiutando - gradualmente e a piccoli passi - a uscire dallo stato di terribile depressione in cui si era rinchiusa negli ultimi anni. Un percorso lento e doloroso, sicuramente non facile.

    Vedeva che la sorella era riuscita a trovare l’uomo giusto, a portare a termine la sua gravidanza, a essere una buona madre per i suo figli, e pensare che a quest’ora avrebbe potuto stringere a sé la sua bambina le faceva male, molto male.

    Era tutto quello che lei aveva avuto un attimo prima che le venisse portato via.

    Nonostante il male e la sofferenza interiore, questo comunque non aveva impedito a Clarissa di essere un’ottima zia e uno straordinario supporto per la sorella, sopratutto in un momento tanto difficile.

    Inoltre il suo appartamento era grande e spazioso, non sarebbe sicuramente mancato lo spazio in cui ospitare la sorella e i gemelli. Fra l’altro un po' di compagnia non le poteva che fare bene.

    Dopo aver fatto colazione insieme ai ragazzi, Sara e Fabrizio si spostarono nella loro camera da letto per discutere della questione Ettore.

    Fabrizio: Non riesco proprio a capire mio fratello, è un irresponsabile, come fa a non rendersi conto che tutte le azioni hanno delle conseguenze? Non lo capirà mai, si comporta sempre come uno stupido adolescente in preda agli ormoni!

    Sara: "Fabri ti capisco… ma secondo me dovresti lasciar perdere, cioè non è certo una novità.

    Stupisce, sicuramente, anche se pensavo che nulla di Ettore mi potesse più stupire, però non ci puoi fare niente… è così e basta. Anche se lo vorresti fare, non lo puoi cambiare."

    Fabrizio: Mmm… sì, lo so, ma è sempre stato così difficile il nostro rapporto...

    Sara: "So cosa provi. Odio, rabbia e tutto il resto, non è proprio la stessa cosa, però è quello che ho provato con Laura.

    Quando si seppe che Niccolò picchiava lei e i ragazzi avevo una tale rabbia che avrei spaccato qualsiasi cosa, persino lui se me lo fossi ritrovato davanti con quella faccia strafottente.

    Comunque Niccolò non è Ettore, e diciamo che il suo essere è più contenibile, però secondo me non ci puoi fare granché.

    Però mi dispiace sai? A parte Ettore, stavamo entrando in sintonia con Penelope, e poi cavolo… poveri bambini."

    Mentre discutevano, i bambini finirono di fare colazione, ed essendo domenica uscirono in giardino a giocare. Nonostante la notizia, era una splendida giornata, fredda ma soleggiata.

    Passarono alcune ore e i ragazzi rincasarono mentre Fabrizio preparava il pranzo ed Elvira apparecchiava la tavola, quando fu pronto si sedettero a tavola, non ebbero il tempo di mangiare il primo boccone che il cellulare si mise a squillare.

    Era Ettore e non aveva buone notizie, se chiamava di sua sponte non le aveva mai.

    Ettore: Ciao fratellone, devo dirti una cosa importante...

    Sapendo che si sarebbe arrabbiato, non aspettandosi quella notizia scioccante, Fabrizio si alzò da tavola e andò a parlare in salotto, anche per avere un po' di privacy.

    Fabrizio: Ettore, cosa vuoi ancora? Non mi sembri proprio nella posizione di scherzare sul tuo prossimo divorzio, vuoi dei soldi? Vuoi dei soldi? O forse vuoi dirmi che hai messo su non so quanti muscoli?!

    Ettore: Non capisco il tuo atteggiamento, fratellone, comunque devo dirti una cosa, non deve saperlo nessuno, soprattutto Penelope… altrimenti sarei già morto… Beh, poco fa ho saputo che Valeria… è incinta!

    Fabrizio: "Cosa?!? Aspetta un attimo che mi allontano, ci sono i bambini in cucina… Valeria è incinta?!?Ma sei impazzito? È uno scherzo o cosa?

    Penelope non te lo perdonerà mai quando lo verrà a sapere! Come mai me ne hai parlato? Lo sai che non so tenere certe cose per me!"

    Ettore: "Ehm… non era programmato, comunque Penelope non lo sa, non lo deve venire a sapere, la… la… la voglio informare io del bambino. Valeria è solo al secondo mese di gravidanza e se Penelope lo verrà a sapere mi rovinerà, proprio ora che si sta concludendo tutto, sarebbe capace di togliermi la nostra casa, anche se è a nome mio. Mi rovinerebbe. Aiutami, per

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1